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L'iman della moschea di Ponte Felcino di Perugia e due suoi collaboratori arrestati dall'Ucigos della Polizia; un quarto magrebino ricercato

Ai tempi del terrorismo rosso e nero, girava il detto che “i cani non fanno mai pipì nella loro cuccia”. Il detto ha probabilmente guidato l’azione dell’Ucigos, che l’Umbria non poteva non tenere sotto controllo stante l’elevata presenza di immigrazione islamica, regolare e clandestina, nella quale, almeno statisticamente, non possono non annidarsi soggetti che, da una concezione aberrante della religione, traggono gli spunti per alimentare il terrorismo.
E’ stata infatti scoperta a Perugia una “vera e propria scuola di terrorismo'”, nella moschea di Ponte Felcino. Qui, secondo la polizia di Stato, si svolgeva in maniera continuata addestramento ad azioni con finalità di terrorismo”. Coinvolti anche bambini a cui, sarebbero stati mostrati file scaricati da internet che – ritiene la polizia – non contengono solo messaggi propagandistici, ma minuziose indicazioni per la realizzazione di atti di terrorismo come i documenti riguardanti la preparazione e l’uso di sostanze velenose o di materiali esplodenti, le istruzioni dirette all’aspirante mujihaid per raggiungere le zone di conflitto in modo sicuro, per inviare messaggi criptati in rete e perfino, dettaglio ritenuto particolarmente allarmante, per guidare un Boeing 747. Nel contesto dell’attività di addestramento sono state tenute lezioni di combattimento corpo a corpo, che hanno riguardato non solo pratiche di autodifesa ma anche tecniche di agguato e uccisione.
I fatti sono avvenuti a Perugia – ritengono gli inquirenti – dall’ottobre 2006 al luglio 2007, in un caso solo dal dicembre 2006 al febbraio 2007.
Sono tre i marocchini arrestati finora nell’ambito dell’operazione antiterrorismo denominata “Hammam”. Oltre l’imam della moschea perugina di Ponte Felcino, vi sono due dei suoi più stretti collaboratori, entrambi dimoranti all’interno del luogo di culto. Un quarto loro connazionale è tuttora ricercato. Numerose anche le perquisizioni in corso. Durante l’operazione sono state sequestrate sostanze chimiche di varia natura (acidi, nitrati, nitriti e ferrocianuro), all’interno di tre fusti in cantina dell’iman .

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