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Dopo la caduta di Todi e Deruta, i sindaci di Collazzone, Fratta Todina, Marsciano, Massa Martana e Monte Castello si confrontano con il nuovo scenario e dicono la loro sul Partito Democratico

I risultati delle ultime amministrative, con la caduta di Deruta e Todi nelle mani del centrodestra, hanno aperto una riflessione politica nel centrosinistra umbro, tanto più che il giudizio negativo delle urne va a coincidere anche con una fase di profonda riorganizzazione interna ai partiti.
Nel territorio della media valle del Tevere, epicentro della scossa, il cambio di colore delle due municipalità ha assunto una valenza più pressante, sia per la necessità di continuare a rapportarsi con le due Amministrazioni nella gestione delle politiche di ambito (come i servizi sociali e il turismo), sia per la vicinanza fisica del “monito elettorale” sul rinnovo dei sindaci e dei Consigli comunali in programma nel resto del comprensorio nel 2009.
In politica, è noto, due anni sono un’infinità durante la quale possono cambiare tutti gli scenari ed essere sovvertita ogni previsione, ma quanto accaduto qualche falla nelle antiche sicurezze l’ha prodotta, sia dove tradizionalmente maggiore è l’equilibrio tra i due schieramenti (come a Monte Castello e Massa Martana), sia in realtà caratterizzate da divisioni più o meno latenti del centrosinistra (Collazzone e Fratta), sia in un Comune quale Marsciano dove il plebiscito con cui fu rieletto Chiacchieroni appare irreplicabile.
Il sindaco di Marsciano è stato uno dei primi ad uscire allo scoperto parlando, proprio in riferimento alle elezioni, di “un’Umbria che ha bisogno di un profondo rinnovamento e di apertura a nomi nuovi”. Per Chiacchieroni la strada è quella del Partito Democratico identificato in Walter Veltroni – “la persona e la scelta più giusta che al momento si possa fare” – alla cui candidatura ha assicurato il suo sostegno con liste di appoggio e di collegamento “che partano da valori rinnovati quali la libertà, la responsabilità, la sicurezza e la trasparenza”.
Roberto Cerquaglia, sindaco di Monte Castello, fa con un’analisi severa. “Il risultato elettorale si compone di una valutazione sull’operato delle singole amministrazioni locali ma anche di un giudizio sull’azione del governo nazionale e delle forze politiche che lo compongono. Il centrosinistra e molti suoi dirigenti sono apparsi troppo autoreferenziali e impegnati nella gestione del potere, distanti dalla società civile e dalle reali esigenze dei cittadini, perdendo quel contatto e quella credibilità che è essenziale nella gestione della cosa pubblica”.
La soluzione suggerita da Cerquaglia è dissimile da quella di Chiacchieroni. “L’annunciata nascita del Partito Democratico, se non scioglierà anche questi nodi e se consisterà solo in una aggregazione di apparati di partito senza un necessario rinnovamento delle classi dirigenti, non risolverà il problema. Per questo motivo ripongo maggiore fiducia in un progetto di unificazione di tutte le forze collocate a sinistra del PD, che si faccia interprete dei bisogni della gente e di coloro che hanno bisogno di diritti e tutele”.
Il sindaco di Collazzone, Alberto Borioli, pur convinto che le vicende di Deruta e Todi impongano una riflessione, ritiene che i risultati delle amministrative discendano principalmente da fattori interni alle comunità interessate dal voto: “non si spiegherebbe altrimenti – commenta – l’ottimo risultato del centrosinistra a Narni o, anche, il 53% conquistato al primo turno nella stessa Todi dalle liste”. Anche lui, comunque, concorda sul bisogno di innovazione del quadro politico: “il Partito Democratico, di cui sono un fautore convinto – sottolinea – va in questa direzione”.
Stefano Mencacci, primo cittadino di Fratta Todina, è sulla stessa linea riguardo al sostegno al PD, anche se si dice consapevole che non si tratta di un processo facile e che ci sarà da lavorare affinchè si tratti di rinnovamento vero nei valori e nei metodi. La necessità di cambiare passo è sollecitata non solo da lezioni come quella di Todi ma anche “dalla crescente difficoltà che la politica incontra nel parlare alla gente, sempre più disaffezionata ai partiti”.
A Massa Martana il sindaco Gianpiero Gubbiotti è un altro supporter del Partito Democratico, di cui “l’Ulivo ha anticipato le potenzialità in termini di consensi rispetto alla semplice sommatoria fra Ds e Margherita”. Su Todi si limita a dire che non c’è che da accettare il giudizio degli elettori ed augurarsi che i rapporti interterritoriali tra le municipalità della media valle del Tevere proseguano proficui.
Un aspetto quello delle politiche di area vasta sul quale i sindaci del comprensorio torneranno a confrontarsi tutti insieme nelle settimane a venire, ma già poco dopo insediato il nuovo sindaco di Todi ha avuto modo di vedersi sia con Chiacchieroni (“incontro bilaterale cordiale e costruttivo”, ha riferito Ruggiano), sia con Cerquaglia che con Mencacci, i cui Comuni sono legati a Todi, tra le altre cose, anche per la redazione del nuovo piano regolatore.
Nei giorni scorsi, inoltre, vi è stata una riunione sul tema dei rifiuti che dovrebbe aver permesso a Ruggiano di conoscere anche gli altri suoi colleghi, mentre con il presidente della Comunità montana del Peglia Giorgio Posti (nel cui Consiglio il sindaco di Todi siede già da anni come esponente dell’opposizione) vi è stato un incontro alla fine della scorsa settimana nei palazzi comunali tuderti, avvenuto alla presenza anche dell’assessore dell’ente montano Enzo Tomassini e del tecnico Valentino Rocchigiani.

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