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A Todi il consigliere comunale della Fiamma Tricolore subordina la sua definitiva uscita di scena ad una condizione: che il partito fornisca nomi e cognomi di chi lo ha tradito "sparando alle spalle"


Nuovo colpo di scena a Todi nella vicenda Epifani-Fiamma Tricolore che sta tenendo da alcuni giorni l’Amministrazione Ruggiano con il fiato sospeso. Dopo aver annunciato nella notte fra sabato e domenica le sue dimissioni dal partito e da consigliere comunale, nonchè il suo ritiro dalla vita politica (notizia pubblicata da tamtam e formalizzata per posta elettronica ai vertici di Fiamma), Mario Epifani ci “ripensa”.
La sua però non è una “ritrattazione” di quanto già deciso, bensì l’aggiunta di una condizione
alla quale viene subordinato l’effettivo abbandono di campo. Una condizione imprescindibile che è politica, formale e personale insieme e che Epifani ha inoltrato nel tardo pomeriggio di domenica al segretario della sezione tuderte di Fiamma Tricolore. Ecco il testo integrale della lettera…

“Restando ferma la mia intenzione alle dimissioni, sia da Fiamma sia dal Consiglio comunale, queste sono però subordinate da una mia legittima richiesta. Non intendo polemizzare, ma a me sembra che qualcuno, per inesperienza, abbia fatto pipì fuori del vaso. Il documento con il richiamo, “benevolo” ma minaccioso, ad un dirigente nazionale e consigliere comunale, redatto da un Direttivo di sezione, sarebbe dovuto essere recapitato per primo al sottoscritto. Ho dovuto apprendere su TamTam il vostro “verdetto”. Scorrettezza e poca sensibilità, ma sono abituato a peggio.
Il vero problema sta nel fatto che un Direttivo si riunisce e nella seduta si verbalizza ciò che è proposto, discusso e deciso. Si annotano i presenti e nel verbale si riporta il testo del documento, con tanto di nome dei membri che lo approvano e quelli che invece dissentono. Data la serietà che rivestiva, ciò, doveva essere imprescindibilmente attuato.
Chiederti che voglio ricevere il verbale di quest’atto, sarebbe inutile, poiché mi hai già affermato che non è stato stilato.
Chiedere il testo integrale del documento con sotto i nomi dei miei camerati presenti e con la firma di quelli che lo hanno approvato, è quella legittima richiesta che subordina le mie dimissioni. Voglio sapere (e non solo io) nome per nome, pubblicamente come avete fatto per il comunicato, chi sono i camerati che hanno tentato di “spararmi” alle spalle”.

La nuova uscita di Mario Epifani gela gli entusiasmi di chi nel centrodestra stava già festeggiando la favorevole soluzione lampo della crisi (ma anche di chi nello schieramento opposto auspicava ad un suo totale ripensamento). Resta da capire ora se la richiesta ha per Epifani il valore di una sorta di “onore delle armi” o nasconda invece una calcolata strategia per regolare i conti interni al partito.
Chi all’interno dell’Amministrazione tuderte di centrodestra prefigurava di poter iniziare subito a pensare, già da domani mattina, al “dopo Epifani” è costretto stanotte a ricredersi e a rimandare il tutto almeno di qualche giorno. Sempre che, poi, una volta avuto il verbale e i nomi dei “traditori”, l’istrionico Epifani non tiri fuori dal cappello della sua lunghissima esperienza politica un altro colpo a sorpresa.

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