Interessi divergenti tra Terni e la valle del Tevere sulla questione autostrada sono stati evidenziati dal sindaco di Terni, per il quale «la trasformazione della E45 in autostrada è un progetto chiave non solo per lo sviluppo dell’Umbria ma anche per lo snellimento e la qualificazione dei sistemi di comunicazione dell’intero Paese».
«A coloro che avversano il progetto per ragioni ambientali – prosegue il sindaco ternano – voglio ricordare che oggi chi risiede sull’asse della E45 è costretto a subire tutti i condizionamenti negativi di un’autostrada senza averne alcun vantaggio: il fatto che il trasporto commerciale non paghi pedaggio permette che, per ragioni di economicità, gran parte del traffico dei Tir si sposti dall’Autosole alla E45, rendendone insopportabili i flussi e senza le condizioni di sicurezza e di standard viari che accompagnano un’asse autostradale. Per tacere poi che la porta meridionale dell’Umbria, il casello di Orte, e la tratta Orte-Terni-Acquasparta sono ormai diventati un punto di strozzatura del sistema viario nazionale, e non solo in occasione delle punte del traffico turistico e vacanziero».
Per Raffaelli, «il progetto va sostenuto senza rinunciare a realizzare da subito quegli ammodernamenti e quelle migliorie che sono indifferibili, ma anche assolutamente compatibili con il progetto generale. Va inoltre ricordato che la tratta autostradale rappresenta una condizione fondamentale per i collegamenti commerciali e turistici tra il sistema industriale dell’Umbria e quello della Conca ternana ed il porto di Civitavecchia. L’abbandono del progetto autostradale Orte-Civitavecchia, che sarebbe un errore gravissimo, non potrebbe che riportare al centro dell’iniziativa delle istituzioni e delle forze locali l’immediata realizzazione della tratta autostradale in variante tra Terni e Roma Nord via Fiano Romano. A nessuno sfugge che su questo punto si gioca una partita decisiva per il futuro di Terni, dell’Umbria e di tutto il sistema delle aree interne dell’Italia centrale che non può in alcun modo essere oggetto di trattativa di piccolo cabotaggio tra le forze politiche, soprattutto per un territorio che ha impegnato il suo sviluppo in un contesto di pattuizione nazionale come quello che portò alla firma a Palazzo Chigi, nell’agosto 2005, del patto di territorio tra l’Umbria ed il Governo centrale».
- Redazione
- 30 Luglio 2007
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