31 agosto 2007
A proposito del caso Ilci e della Commissione edilizia
Se io fossi stato il sindaco di Todi avrei risposto solo con due righe all’interrogazione dell’amico Andrea Caprini. “Questi sono i ‘casini’ posti in atto dal sindaco Marini. Perché l’interrogazione non la porti a Lei?”. Non che la situazione non debba trovare una soluzione. Ma arrivare all’interrogazione per risolvere una situazione burrascosa, che oltre ad essere il frutto dell’indisponenza di un parroco che probabilmente pensa più ai beni terreni che alle anime della sua parrocchia, è più che altro la conseguenza dei ‘magheggi’ a suo tempo fatti dalla giunta Marini e di cui Caprini era Consigliere accondiscendente, mi sembra proprio fuori luogo. Questa non è che una patata bollente lasciata nelle mani di una neonata amministrazione, patata fatta bollire a fuoco lento per due anni, e della quale si chiede solo ora una soluzione rapida ed indolore. Oltre tutto l’altra parte delle disputa è il circolo frazionale che, se non erro, ha radicate radici di sinistra… La storica disputa tra don Camillo e Peppone!
Leggo poi sempre su "Tam Tam", a proposito della commissione edilizia, il seguente passaggio: “i Democratici di sinistra, sostengono che l’attuale commissione non è affatto abusiva, in quanto il regolamento edilizio comunale del 2005 prevede che i suoi membri restino in carica per lo stesso periodo del Consiglio comunale e comunque sino alle nomine del Consiglio comunale subentrante”. Ora vorrei far notare a TUTTI loro che il precedente Consiglio è stato sciolto da quasi un trimestre! Quanto tempo intendono aspettare per la nomina dei nuovi membri? Intendono forse rinviare la discussione nel consesso cittadino per un altro trimestre?! Gli ultimi due anni di Amministrazione Marini non sono stati sufficienti per crearne una che rispettasse le linee guida della nuova Legge (del 2004…!). Ed ora, come se non bastasse, si rifiutano di rinnovarla… Si può benissimo parlare di rifiuto perché minacciare di disertare il Consiglio o chiedere ancora il rinvio della trattazione dell’argomento equivale ad un fifiuto ed a voler trascinare il più a lungo possibile il vecchio carrozzone…
Luca Cardaio
29 agosto 2007
I giovani e la politica a Todi: com’era difficile essere di destra in una città di sinistra
Queste poche righe per rispondere al quesito formulato dal giovane Francesco Maria Alvi, in cui si interroga sul perché i ragazzi di destra tuderti si siano “affacciati solo ora alla vita politica cittadina “.
Vedi Francesco, io sono un po’ più grande di te e ti posso assicurare che i ragazzi di destra ci sono sempre stati, hanno combattuto nelle aule dei licei che anche tu hai frequentato, hanno cercato tantissime volte di farsi sentire rimanendo, purtroppo, sempre schiacciati da una politica molto più interessata alle proprie faccende che alle idee dei giovani.
Sai Francesco, ti sembrerà retorico, ma essere di destra in una città marcatamente di sinistra non è stato e non è facile; è bastato esporre dalla mia finestra il tricolore il 2 giugno per essere accusata di essere fascista, è bastato che io partecipassi alla campagna elettorale del sindaco Ruggiano perché alcuni “soggetti” di sinistra abbiano appellato mio padre come “sporco fascista”, è bastato partecipare ad un comizio dell’On. Gianfranco Fini perché vecchi amici mi togliessero il saluto come se mi fossi macchiata di chissà quale efferato reato.
So che questa non è una giustificazione perché sono pienamente convinta che chi crede nelle proprie idee le debba comunque portare avanti, con rispetto degli altri ma anche senza paura e con fiera determinazione; converrai, comunque, con me che da sempre a Todi vige il principio: o sei di sinistra o sei fascista, o sei di sinistra o sei sbagliato, o sei di sinistra o sei fuori! Credo sia questo il motivo che ha spinto molti ragazzi a rimanere finora nell’ombra.
Non so se tu c’eri alla festa che si è tenuta in Piazza per la vittoria del sindaco Ruggiano, ma ti posso assicurare che c’erano tante famiglie, tanti ragazzi con le magliette bianche e i cappellini stampati per l’occasione, tante persone normali che hanno voluto stringersi intorno al proprio Sindaco e festeggiare una vittoria elettorale storica. Sai cosa sono stati capaci di dirmi alcuni signori di sinistra? Che la Piazza era piena di camice nere, di gente facinorosa, che è stata una manifestazione “pericolosa”!
Hai ragione tu quando dici che il confronto è necessario per costruire qualcosa di buono; lo era sotto la giunta Marini e lo è sotto la Giunta Ruggiano. Credo che questa possa essere l’occasione per cominciare a confrontarsi ognuno con le proprie idee lasciando da parte i pregiudizi e i preconcetti, facendo tutti un passo indietro, scendendo con rinnovata umiltà dai gradini che portano qualcuno a guardare sempre tutti dall’alto. Elena Baglioni
29 agosto 2007
Una politica con meno puntini sulle “i”…
Non so quanti “cittadini” leggano e comprendano il senso gli interventi politici passati in questi giorni. Vorrei esprimere la mia sensazione in merito sollecitando altri “cittadini” a fare altrettanto. Ora che è intervenuto anche Rossini penso che il panorama sia completo.
Ognuno ha fatto il suo spot aggiungendo quasi nulla in tema di proposte. Si è pensato solo a battibeccare sul “primo della classe”, su che deve o deve dare lezioni, da dove arrivano queste lezioni. Un esercizio continuo di mettere i puntini sulle “i” ma di sostanza veramente poca.
Ho apprezzato i richiami di Rossini a volare più alto il che non dovrebbe essere difficile visto di come siamo in basso. Ma il punto che veramente non sono riuscito a comprendere è dato dal continuo rimarcare l’unione sia a destra che a sinistra. Tutti a “dichiarare” l’unione e la coesione. Appunto a “dichiarare” ma i fatti sembrano indicare tutt’altro. Che bello sarebbe rovesciare il processo dichiarare che si è divisi ma poi lavorare uniti e concreti.
Confesso di guardare con interesse al PD di Veltroni che ha veramente in testa un sogno, ma non riesco (ancora) a vedere un puntino di luce in questo processo. Se fosse possibile “non vedere” nell’altro il saccente di turno, “non rinfacciare” comportamenti in legislature precedenti (leggi Ruggiano), “non guardare” sempre il negativo del passato per ritrovarci a confrontarci su temi “concreti” vicini alla gente e non sul teatrino di questi giorni FORSE qualcosa di buone potrebbe nascere sia a destra che a sinistra.
Maurizio Pierdomenico
28 agosto 2007
A Todi la sinistra si comporta come gli ultimi kamikaze giapponesi
Fa piacere vedere i diessini tuderti così attivi nel dibattito politico di questi giorni. Peccato però che, ogni giorno che passa, assomiglino sempre di più (fatte le debite proporzioni ovviamente) ai kamikaze giapponesi che, negli ultimi scorci della Seconda Guerra Mondiale, constatata l’inevitabilità di una bruciante sconfitta, si lanciavano come disperati contro le navi statunitensi.
Rinfacciano agli avversari di centrodestra il fatto di impartire lezioni di politica e di galateo istituzionale, ma credo si siano accorti tutti i tuderti che la smania di interpretare la parte della maestrina con la penna rossa appartiene solo a loro. Il fatto è che si comportano ancora come se alle elezioni non fosse successo nulla, perseverando nella loro arroganza.
Continuano a speculare sulla vicenda Epifani, facendo finta di non sapere che non sussiste nessun problema politico (sottolineo politico) all’interno del centrodestra, che è più unito che mai. Sono loro casomai che perdono continuamente pezzi, che non sono d’accordo su niente (quando non c’è da dividere la torta…) e di conseguenza non sono grado di venire in Consiglio comunale.
Infatti loro hanno scritto della pagine memorabili della politica tuderte, “alta politica” allo stato puro (Piano Regolatore, commissione edilizia…). Chi rischia di bruciarsi col fuoco, magari elettorale, sono proprio loro.
Non è tanto il fatto, come dice il segretario comunale del MRE Francesco Maria Alvi, di aver mandato deserta una seduta, ma di aver fatto mancare il numero legale pure nella precedente, quando si trattò di votare sui criteri per nomina degli enti, e di adoperare una chiusura distruttiva verso l’operato della Giunta. Questo è purtroppo ora l’atteggiamento di larga parte del centro-sinistra.
Il caso della precedente amministrazione era diverso perché lì il rapporto era di 16 contro 5, il centrosinistra ha governato spesso e volentieri per il proprio circuito di garantiti, essendo incapace di farlo per l’interesse generale dei tuderti. Non mi pare che la coalizione della Marini dimostrava molte velleità di dialogo verso il centrodestra, e il comportamento che teneva sulle interrogazioni (stile Repubblica Democratica del Congo per capirci) in Consiglio ne è una prova. Anche in quei casi, con una maggioranza schiacciante, il centrosinistra non era in grado di trovare un accordo interno.
Anche sul rapporto tra la politica e i giovani di “destra”, questione sollevata sempre da Alvi nel suo intervento, la verità è nel mezzo. I giovani di “destra” a Todi ci sono stati sempre (e pure molti), il problema è che solo da poco tempo a questa parte hanno avuto il giusto riconoscimento dai partiti (cavalcando l’onda della candidatura di Antonino Ruggiano e spinti molto da lui stesso) e sono entrati con piena cittadinanza nel dibattito politico, grazie soprattutto alla propria volontà e alla propria determinazione.
Il rapporto tra politica e giovani è una cosa seria: e se fino ad poco fa i giovani di “destra” sono stati troppi silenti, è anche colpa (non tutta) di una amministrazione, quella precedente, che messo fuori i giovani, di tutti i colori, da ogni iniziativa per la città.
Non parlerei poi tanto di “destra” o “sinistra”, etichette molto datate che hanno poco riscontro con la vita quotidiana. Non sarebbe più opportuno allora spostare il confronto su innovazione e conservazione?
Umberto Magni – coordinamento Forza Italia Todi
28 agosto 2007
Ma a Todi i giovani di destra finora dov’erano?
In qualità di segretario politico del Movimento Repubblicani Europei intendo prendere la parola in merito all’infinito ed estenuante dibattito che sta accompagnando questi giorni di fine estate.
Ci sono stati ripetuti attacchi da parte di quasi tutti gli esponenti del centrodestra che pressappoco ripetevano sempre le stesse cose, il centrosinistra è: ” morto, irresponsabile, in quanto non fa l’interesse dei cittadini, allo sbando, alla frutta, ecc…”, tutto questo per aver mandato deserta una seduta del Consiglio Comunale.
Ogni critica è legittima come è legittima la scelta dei consiglieri di far mancare il numero legale, dato che questa possibilità è anch’essa una forma di opposizione, ma non intendo tornare nel merito.
L’unica cosa che intendo chiedere ad alcuni esponenti della coalizione che appoggia l’attuale sindaco e che dichiarano di aver tanto a cuore, giustamente, l’interesse dei cittadini è: perchè durante le passate legislature, quando erano all’opposizione, facevano quasi sempre ostruzionismo? Non avrebbero potuto fare lo stesso il bene dei cittadini avanzando proposte per il bene della città?
Inoltre tutti i giovani di destra che (finalmente, dico io) si sono affacciati alla vita politica cittadina, perchè non l’hanno fatto prima? Forse, anche grazie alle critiche e a proposte costruttive, si sarebbero potute affrontare tante problematiche che affliggono la vita cittadina e di noi giovani.
Ritengo che prima di accusare a destra e a manca bisognerebbe fare un esame di coscienza e rendersi conto di come ci si è comportati fino ad ora: l’interesse della città va fatto a priori non soltanto quando si simpatizza con chi governa.
Francesco Maria Alvi
Segretario della sez. comunale del Movimento Repubblicani Europei
28 agosto 2007
A Todi quel 30% di strade bianche esiste davvero!
Ho letto l’intervento fiume della signora Bosi e condivido numerose delle sue osservazioni. In merito alla viabilità, però, sostiene che quasi non è vero che circa un terzo delle strade comunali siano bianche: ma ha idea di quante siano le stradine delle frazioni di Todi che spesso vengono scambiate per vicinali ma che in realtà sono pubbliche? Sostiene che non esistono dati oggettivi che avvalorino la tesi dell’assessore Serafini, secondo la quale troppo spesso i lavori di bitumatura non sono stati eseguiti “a regola”: è forse esperta del settore? Non credo. E da utente di alcune strade comunali, e non da esperto, mi viene da pensare, visto il rapido degrado di diversi manti, che, invece, troppo spesso i lavori vengono realizzati in maniera non adeguata. Non guido camion, ma basta con l’imputare solo ai mezzi pesanti il degrado degli asfalti! Forse l’assenza di manutenzione è peggiore del passaggio dei tir…
Al di là di facili polemiche, che non è mia intenzione alimentare, c’è la conclusione dell’intervento non mi è piaciuta affatto. Lo cito “cio che si è sentito troppo spesso è che non ci sono fondi in quanto le casse comunali sono vuote (…) questo linguaggio che è simile a quello utilizzato dalle precedenti Amministrazioni. L’unica differenza è che chi attualmente ci governa prima lo criticava, oggi lo adotta”. Credo valga la pena di sottolineare che ciò che si potrà fare (se si potrà fare, visto i consiglieri disertori…) sarà ben poco dato che, fino al 31 dicembre, siamo legati, ed è bene ricordarlo, al bilancio preventivo della precedente Amministrazione. La nuova Amministrazione, se ne avrà la possibilità, si muoverà mi auguro alla ricerca di risorse e finanziamenti per il 2008. E l’avanzo di bilancio vantato da Marini & Co è ancora tutto da verificare… Luca Cardaio
28 agosto 2007
Alvi scrive ai DS di Todi: siete solo "chiacchiere e distintivo"
Con la vostra nota nei miei confronti avete confermato l’arroganza e la supponenza che vi contraddistingue e dalla quale non riuscite proprio a distaccarvi. Dirmi che mi atteggio a primo della classe, solo per quello che ho detto, è ridicolo; darmi dell’analista ignorante è ugualmente sciocco, ma certo me lo merito perché mi sono permesso di esprimere giudizi anche su di Voi che vi ritenete da sempre gli unici portatori della verità.
Per quanto riguarda la mia possibilità di scrivere sulla questione tuderte avete fatto un ulteriore scivolone cercando di mistificare la realtà; ho chiesto cortesemente al mio Portavoce Regionale di chiarire ufficialmente la mia posizione e qualifica. Comunque avrei avuto ugualmente diritto di dire la mia opinione come un qualsiasi cittadino; vi siete scordati che c’è libertà di parola e di esprimere il proprio pensiero, a prescindere dal fatto che si sia esponenti politici o meno (vi siete abituati a ritenere i cittadini di Todi come sudditi, ma così non è più).
Rimango veramente sconcertato quando vi concentrate su tali questioni; se io sia il portavoce di La Destra (ve l’ho fatto confermare da uno dei Fondatori); se il Movimento esista o meno (i sondaggi, che dovreste conoscere, su www.clandestinoweb.com di Luigi Crespi lo danno al 3,5-4%); da ogni vostra mossa o parola sembrate solo storditi ed incapaci di ragionare su cose che non riguardino posizioni di potere o idiozie e non riuscite a risalire la china.
Mi sembra veramente impossibile che un partito storico come il vostro non riesca più a produrre niente al di fuori di mistificazioni e critiche preconcette; egoisticamente ne sono contento, ma certo la città ci rimette perché tutte le cose positive nascono da confronti seri e con voi in questo momento non è davvero possibile farli! Comunque non mi presterò oltre a questo battibecco (nei miei confronti potete dire quello che vi pare, purché non si esageri!), perché non utile per nessuno e perché, per parlarne oltre, bisogna avere tempo da perdere. Gianluca Alvi
Il Portavoce di Todi del Movimento La Destra
27 agosto 2007
Anche Tracchegiani (La Destra) striglia i Ds di Todi
In merito a quanto scritto dai Democratici di Sinistra di Todi in risposta alla lettera aperta del Dott. Gianluca Alvi, portavoce a Todi del Movimento Politico La Destra, ritengo opportuno fare le seguenti precisazioni:
– il Movimento Politico "La Destra" è stato legittimamente costituito a Roma il 27 luglio 2007 ed il sottoscritto è tra i suoi 35 fondatori;
– sempre il sottoscritto, quale Consigliere Regionale della Regione Umbria, sta costituendo il proprio Gruppo Regionale "La Destra" e la data è già fissata per il 5 settembre 2007;
– ancora il sottoscritto è Portavoce Regionale dell’Umbria del Movimento "La Destra";
– è mia prerogativa scegliere i portavoce locali ed a Todi ho affidato da subito tale compito a Gianluca Alvi, per i suoi trascorsi politici e per la trasparenza che caratterizza la sua persona.
E’ falsa e palesemente immotivata quindi qualsiasi accusa di autoproclamazione da parte di Gianluca Alvi di essere portavoce di un Movimento Politico inesistente in quanto tale movimento esiste ed è in forte crescita in tutto il territorio nazionale. Chiunque può informarsi tramite i siti: www.storace.it e www.tracchegiani.it.
Solo un’annotazione perché per il resto saprà rispondere il Dott. Alvi: smettetela di cercare sempre di delegittimare l’avversario politico con mezzi ed espedienti di basso lignaggio e cercate piuttosto di confrontarvi sulle idee e sulle proposte; la Democrazia, di cui vi ritenete inappropiatamente unici portatori, ne trarrebbe sicuramente beneficio.
Aldo Tracchegiani
Portavoce e Consigliere regionale del Movimento La Destra
27 agosto 2007
Epifani "tranquillizza" i sinistri: "fra me e Ruggiano è tutto a posto"
Non vorrei dare lezioni ad alcuno su come fare politica e tanto meno a voi sinistri. Sappiamo bene, quando avete il potere, come lo gestite e come lo fate fruttare. Smettetela di amplificare le divergenze tra me ed il Sindaco Ruggiano, con la speranza che accada chissà cosa. Tra me e Ruggiano sono corse parole pesanti sul piano del rispetto reciproco, ma, mai, hanno presentato la trivialità da voi denunciata. State cercando di seminare zizzania, ma inutilmente, anche se qualcuno, forse, c’è cascato. I miei dissensi con il Sindaco Ruggiano non intaccano minimamente il momento istituzionale, mentre voi avete tanti e tali guai e defezioni che, il sottoscritto, dovrebbe essere l’ultima delle vostre preoccupazioni.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore
27 agosto 2007
I DS ad Alvi: "Eccone un altro che vuole dare lezioni!"
A proposito del lungo intervento del rappresentante della destra Gian Luca Alvi, possiamo solo dire “Eccone un altro con l’aria da primo della classe che sforna giudizi, fa analisi senza conoscere, dispensa sentenze e spiega a quanti per secoli sono vissuti, secondo lui, nell’ignoranza, come si deve fare politica e come si devono risolvere i problemi”.
Affari loro. Ma due precisazioni ci sembrano necessarie:
1 – A proposito di legittimazione a parlare e ad esprimere opinioni: i Ds, l’Ulivo, i consiglieri comunali e i rappresentanti di partito eletti da congressi non devono rendere conto né a Ruggiano, né ad Alvi G.luca, questo autoproclamatosi rappresentante di una forza inesistente ;
2 – il centrosinistra non è una caserma, né una chiesa (con tutto il rispetto per le caserme e le chiese): è un’alleanza nella quale c’è spazio per le opinioni anche dei singoli e le identità dei singoli partiti non sono scomparse, compresa quella dei Ds, anche quando si sta lavorando alla costruzione del Partito Democratico;
3 – Non pensino quelli del centro-destra di poter nascondere lo scontro personale e politico che di recente ha visto protagonisti il sindaco Ruggiano, Epifani,Bertini, la Fiamma Tricolore in cui è stato usato un linguaggio per niente moderato e spesso da trivio. Vi consigliamo, con il sorriso sulle labbra, di andare a rileggere quelle pagine di “alta politica”, di interesse per i cittadini!! prima di sproloquiare a torto sugli avversari politici.
E da ultimo, per favore, smettetela di darci lezioni, avvertimenti o peggio di minacciarci con lo spauracchio del ricorso alle urne: sarebbero solo la dimostrazione della vostra incapacità a governare e del fallimento della vostra classe dirigente!
Democratici di Sinistra – Todi
27 agosto 2007
A Todi i "doppi giochi" li fa la sinistra: ragionare con questi "zombie" è inutile
Non so che idea si siano fatti i cittadini tuderti dopo aver letto il comunicato diessino “Rifiutiamo lezioni da chi non ha titoli”. Secondo me è un tassello importante per comprendere come il centrosinistra, di cui i Ds sono l’asse portante, abbia rimediato una clamorosa batosta alle ultime elezioni.
Che credibilità ha questa classe dirigente che rinfaccia agli avversari di centrodestra “posizioni politiche estremiste e attente solo agli interessi di partito”?
Chi è stato attento solo agli interessi di partito non è sicuramente il centrodestra, ma chi ci ha amministrato fino a pochi mesi, che ha governato come una casta intoccabile ed auto-referenziale. Chi era fuori da questo circuito di garantiti non ha avuto vita molto facile.
La loro coalizione è divisa tutto (quando manca il collante del potere succede così a sinistra), stanno perdendo pezzi a più non posso, la linea la danno sempre loro, i DS; gli altri, dalla Margherita a Servoli passando per Rifondazione, piegano la testa. Anzi, dalle parole del Dott. Cappelletti sembra proprio che debbano stare molto attenti a parlare. Non si rendono conto che isolarsi così li porterà ad un altro disastro elettorale?
Nessuno vuole dare lezioni al centrosinistra, non è questo il nostro modo di fare politica. Noi vogliamo portare avanti il programma che ci ha fatto vincere alle elezioni, che è un programma condiviso, che i tutti i cittadini di buon senso condividono, al di là delle legittime appartenze politiche.
Questo discorso, che il sindaco Ruggiano ribadisce dal giorno della vittoria alle elezioni, mi sembra di grande apertura mentale, in discontinuità con i metodi amministrativi fino ad ora adottati, che hanno frenato lo sviluppo del tessuto economico e sociale della nostra città.
Il doppio gioco lo sta facendo qualcun altro, che magari ancora non si rassegna al responso elettorale e ha grande nostalgia delle rendite di potere perse. Il doppio gioco è di chi non viene in Consiglio e non ha coraggio di votare contro gli interessi dei cittadini. Il doppio gioco è di chi parla di senso delle istituzioni e poi mantiene abusiva per tre anni la commissione edilizia.
Forse però, a tre mesi dalle elezioni, è giunto il momento di aprire una fase politica nuova, di finirla con questo battibecco continuo, con questo livore, come nota Maurizio Giannini.
Il sindaco, lo ha detto anche all’ultimo Consiglio comunale, proporrà una agenda di priorità per affrontare finalmente i problemi della nostra città. Sta al centrosinistra apporovarle o bocciarle, magari motivando le scelte e non disertando l’assise com’è suo costume ultimamente.
Allo stato dei fatti, il dibattito di questi giorni non ha portato nulla di concreto visto che, chi dovrebbe dimostrare un po’ di interesse per i cittadini, rimane arroccato nelle sue posizioni.
Ha ancora una volta ragione Maurizio Giannini: cercare di fare un ragionamento con questo zombie è proprio impossibile. La speranza è che, molto presto, facciano felice ritorno nel loro limbo.
Umberto Magni – componente direttivo Forza Italia Todi
27 agosto 2007
Il centrosinistra la finisca con la storia del 53%: ormai lo hanno azzerato!
Concordo pienamente quanto hanno scritto Umberto Magni e Maurizio Giannini riguardo al personaggio rispuntato dal passato, e solo per essere ricomparso ha mostrato una bella faccia tosta! Ma dire che i cittadini possono sempre aspettare è davvero troppo! Soprattutto quando si predica il bene della città, ma ormai lo conosciamo tutti, come conosciamo bene alcuni altri componenti del centrosinistra, non ci meravigliamo più delle vostre solite contraddizioni e incoerenze; e smettetela di proclamare quel 53%, alla luce degli ultimi avvenimenti, credo proprio che quel numero si sia azzerato o quasi! Vogliamo fatti, non parole, (pure confuse tra l’altro)!
E’ ora che cominciate a lavorare seriamente, e che tiriate fuori gli attributi di assumervi la responsabilità dei vecchi nodi che stanno finalmente venendo al pettine, perchè è finito il bivacco! Lo dovete alla città! Vi siete bruciati anche l’ultima possibilità che avevate per dimostrare un pò di buon senso e recuperare la fiducia dei cittadini! Con tutto ciò voglio solo esprimere il risentimento dei tuderti di fronte a certe prese di posizione, non voglio demonizzare l’intero centrosinistra, dove spero che ci siano persone responsabili (anche se poche).
Elisa M.
26 agosto 2007
A Todi un teatrino della politica con "zombie" e "grandi vecchi"
A Todi la scena politica in questi giorni è solo apparentemente vivace. Stiamo assistendo solo ad un teatrino che non ha nulla di stimolante, anzi è molto deprimente. Si è tornati all’aria fritta, a spaccare il
capello in quattro su chi sia più colpevole dell’inattività del Consiglio comunale, indifferenti agli interessi dei cittadini, che invece vogliono sostanza e aspettano provvedimenti.
Si è rivisto l’imbianchino-sui generis (nel senso della parentela) che oggi ci viene a parlare di dignità (!). Si sono sentiti capigruppo dire che la verità è loro prerogativa e gli interventi personali sono chiacchiere. Una coalizione (parola grossa) che si comporta così merita la più profonda disistima, e meriterebbe anche che si andasse di nuovo a votare, al più presto.
Perché non è vero, caro Dr. Cappelletti, che il 53% degli elettori è col centrosinistra: è vero invece che al primo turno il centrosinistra ha riportato il 53% dei voti. Sembra la stessa cosa ma non lo è: al secondo turno molti elettori che avevano votato centrosinistra hanno cambiato posizione: è un abbandono, un monito, un giochetto dei soliti noti al comando del Grande Vecchio? Non è dato saperlo, ma è certo che la maggioranza in Consiglio è tecnica e numerica, ma non politica. Pertanto sarebbe ora di tornare a fare politica seria, o di tornare alle urne.
La soluzione che suggerisco è la seguente: per quanto riguarda il teatrino, i cittadini ed i politici più concreti e sensibili alle esigenze della gente dovrebbero imporsi di ignorare certi zombie che ricompaiono dal passato e continuano come se nulla fosse accaduto. Non diamogli corda né la soddisfazione di rispondergli, il silenzio li riporterà nel loro limbo. Non perdiamo tempo a battibeccare, gli diamo una visibilità che non meritano. Maurizio Giannini
25 agosto 2007
E’ tornato E.T.: facciamolo presidente della Repubblica!
Dei fuochi d’artificio e dei giochi pirotecnici del compagno E.T. (non ce ne voglia per questo nomignolo) sentivamo sinceramente proprio la mancanza.
L’ex consigliere diessino, nonché assessore alla Comunità Montana, sembra ora essersi riciclato in una nuova veste: quella di sacerdote dell’indignazione permanente. Già il titolo del suo intervento ("il 20 agosto a Todi è morta la coerenza e la dignità politica") gronda sdegno a più non posso.
Di solito, coerenza e dignità politica sono parole che dovrebbero essere usate con la pinza. Specialmente da chi, come il Tomassini, nella recente campagna elettorale, un giorno emetteva terribili scomuniche contro il centrosinistra e l’Amministrazione uscente, e poi, nel giro di pochissimo tempo, in seguito a delle misteriose riunioni con tanto di squadra e compasso, ritornava come il figliol prodigo alla casa del padre, chissà in cambio di quali promesse.
Quindi, di coerenza e dignità parli chi ha le carte in regola, altrimenti si rischiano delle figure non proprio esaltanti.
Passiamo ad analizzare il merito delle questioni poste dal Tomassini, che in alcuni punti ha dato l’impressione, almeno al sottoscritto, di non sapere nemmeno di cosa (stra) parla o pontifica.
Come ha giustamente fatto notare il presidente Pizzichini, la convocazione del Consiglio il 20 agosto era stata concordata all’unanimità nella conferenza dei capigruppo, seguendo passo dopo passo l’iter procedurale prescritto. Dall’ordine del giorno erano stati cancellati tutti i punti politici scottanti, lasciando solamente le pratiche edilizie evase dalla Giunta Marini.
Ma che discorsi, le pratiche dei cittadini, come dice il Tomassini, possono sempre aspettare! Infatti c’è gente che suda quattro camice per mandare avanti la propria attività economica, che lavora da gennaio a giugno per pagare le tasse, e si aspetta delle decisioni da questo Consiglio.
Ma cosa ci importa di loro? Noi dobbiamo pensare a non darla vinta alla Giunta Ruggiano, noi dobbiamo pensare a difendere quel poco potere che ci è rimasto prima che ce lo tolgano del tutto.
Bella concezione della politica quella del compagno E.T., altro che coerenza e dignità… Per fortuna ci hanno pensato gli elettori a sanzionare duramente il comportamento mediocre di questa gente.
Involontariamente, il compagno E.T. ha scoperto la sua coda di paglia, quando parla di cose importanti si riferisce alle nomine degli enti, alla commissione edilizia abusiva da tre anni che il centrosinistra difende con le unghie e con i denti.
Capisco che lei sia “ormai esperto di politica” (attendiamo trepidanti, dopo i suoi prestigiosissimi incarichi ministeriali, la sua sfolgorante ascesa al Quirinale!), ma anche io, che esperto di politica non sono, capisco che le cose non succedono mai a caso. Non è un caso infatti che il centrosinistra abbia abbandonato l’aula, durante il secondo Consiglio, proprio quando si discutevano i criteri per la nomine degli enti.
Si attendono infine delucidazioni dal Tomassini sul fatto del blitz: non so cosa lui intenda per blitz, che di solito si fanno quando si è maggioranza, non 10 contro 11. Ma, chissà, l’universo fantasmagorico del futuro presidente della Repubblica Enzo Tomassini riserve sempre delle sorprese.
Umberto Magni – componente direttivo Forza Italia Todi
24 agosto 2007
Pizzichini vuole rivalutare la sua figura… ma in Consiglio ha avuto paura di Caprini?
Sulla vicenda incresciosa dell’ultima seduta del Consiglio comunale, Pizzichini interviene su "iltamtam.it" per rivalutare la sua figura di presidente del Consiglio comunale stesso. Letto l’articolo e la sua spiegazione una domanda sorge spontanea: “Allora perché è uscito dall’aula?”. Ho visto qualche attimo prima Caprini che, avvicinatosi al presidente, gli si rivolgeva con il dito alzato e con espressioni, a parer mio, minacciose. Pizzichini ha forse paura di Caprini?
Mario Epifani – consigliere comunale di Fiamma Tricolore
24 agosto 2007
Le prediche Tomassini le dovrebbe fare ai compagni!
“La dignità della politica ‘caro sindaco’ esige di essere presenti sempre nelle istituzioni democratiche, sia quando si è parte della maggioranza, ma anche quando si è parte della minoranza”: è giusto quello che dice Tomassini. Il problema che a mancare erano i suoi compagni, gli stessi che hanno concordato con il presidente del Consiglio, i vicepresidenti e i capigruppo della maggioranza la data del 20 agosto, come rimarca lo stesso Floriano Pizzichini nel suo intervento odierno su il tamtam.it. "La coerenza e non l’arte della mistificazione” quindi va ricercata altrove.
Scrive poi sempre Tomassini: “L’anticipazione del Consiglio rappresenta la volontà della maggioranza di tentare un ‘blitz’ per decidere su cose importanti, non solo sulle pratiche dei cittadini che possono sempre attendere”. Questa è l’esperienza maturata in dieci anni di Amministrazione nel Comune di Todi e/o alla Comunità Montana? O l’esperienza che l’impresario Enzo Tomassini ha maturato nell’arco della precedente attività lavorativa?
Caro Enzo, il 20 agosto c’è chi è andato in banca a farsi prestare i soldi per pagare le tasse. Dillo a loro che possono aspettare i nostri comodi per avere soddisfazione di veder approvata una pratica che può risolvere qualche problema a lui stesso e a quelle ditte e alle proprie maestranze a cui andranno commissionati i lavori. Qualcuno comunque si è già dissociato da tale comportamento: del resto non è la prima volta che a sinistra uno dice una cosa e l’altro l’esatto contrario.
Franco Ranieri – consigliere comunale Todi di Forza Italia
24 agosto 2007
Il Giorgi risponde al Tomassini: non abbiamo ancora toccato il fondo!
Visto che sono stato tirato in ballo vorrei far notare al Tomassini, se ci riesco, che la mia mancata presenza al Consiglio comunale del 20 agosto è stata determinata unicamente, come già dichiarato, per motivi di ferie e certamente non finalizzata ad ambizioni dettate da oscure pretese, come qualcun altro nel recente passato invece ha avuto modo di manifestare.
Prima di partire per le vacanze, il mio senso di responsabilità mi ha indotto ad informarmi cosa era stato deciso nella riunione dei capigruppo, nonostante non fossi stato invitato in quanto il Consiglio non aveva ancora ratificato la mia uscita dal gruppo in cui ero in precedenza, sebbene avessi inviato tempestivamente la dichiarazione di entrata a far parte del gruppo misto. Da quella riunione non era uscito nessun segnale che potesse far capire quanto poi sarebbe accaduto.
Detto questo ricordo al Tomassini che trovandomi piuttosto lontano da Todi, non era facile tornare per il Consiglio comunale e comunque non se ne ravvisava la necessità, visto che solo alcune ore prima della seduta qualcuno ha messo in atto la “strategia” di non presentarsi.
Al Tomassini vorrei dire che trovandomi a 578 chilometri di distanza da Todi non potevo arrivare in tempo per il Consiglio comunale, altrimenti lo avrei fatto e non aspettavo certo il suo suggerimento, a differenza di lui che alcuni mesi fa è mancato per due Consigli comunali consecutivi e che lui in quell’occasione era a Ripaioli o al massimo a Pantalla (non ricordo bene i giorni, ma era il periodo in cui stava per uscire il concorso alla Veralli Cortesi…).
Non me ne voglia ancora il Tomassini, ma alla luce anche di questo mi chiedo se lui sa cosa significhi con esattezza coerenza, trasparenza, valori e moralità della politica e mistificazione della realtà. Mi viene di pensare di no. Forse è invece il Tomassini ad avere più dimestichezza con il “gioco delle tre carte” di cui parla nella sua nota.
Un’ultima cosa: ritengo che né il Tomassini, che non è neppure in Consiglio comunale, né qualcun altro possa parlare a mio nome, dando assicurazioni al sindaco Ruggiano circa l’eventuale futuro atteggiamento, negativo o positivo, di “tutti gli undici consiglieri del centrosinistra”, visto che il sottoscritto è nel gruppo misto.
Sperando di essere stato chiaro, credo che evidentemente il fondo non lo abbiamo ancora toccato: tutto è capire ancora quanto manca, giusto per regolarsi!
Mauro Giorgi – consigliere comunale Todi Gruppo Misto
24 agosto 2007
Cappelletti annuncia: "A Todi il centrosinistra ha ritrovato l’unità"
Il gruppo consiliare di Todi de “L’Ulivo-per il Partito Democratico” si è riunito nel pomeriggio del 23/08/2007, per esaminare i recenti avvenimenti.
Alla luce della situazione attuale, e per il bene della città di Todi, è emersa come priorità assoluta l’indicazione di aprire immediatamente una nuova fase politico-amministrativa che veda una ricomposizione a tutto campo delle forze politiche, dei gruppi consiliari, e dei consiglieri eletti dai partiti di centrosinistra, a partire da un accordo sulla carica di presidente del Consiglio comunale, e sulle principali questioni amministrative di attualità e interesse generale.
In tal senso intendiamo lavorare da subito, insieme agli altri gruppi consiliari e alle segreterie dei partiti di centrosinistra. Opinioni personali, comunicati stampa, prese di posizione di esponenti politici pur autorevoli, sono espresse a titolo individuale, non confrontate con gli organismi dei partiti, e non rappresentano la linea ufficiale del gruppo de “L’Ulivo-per il Partito Democratico”.
Stefano Cappelletti – capogruppo consilare
24 agosto 2007
La Sinistra Giovanile smentisce di "essere" a sinistra di Veltroni
In alcuni giornali regionali è uscito un comunicato dei compagni della sinistra dei DS nel quale veniva annunciata la nascita di una lista a sostegno della candidatura di Veltroni, tra i promotori della quale figurava anche la Sinistra giovanile. Non è così. La nostra organizzazione, infatti, non ha mai preso questo tipo di decisione e, al contrario, sosterrà convintamente le liste “ufficiali” che i Democratici di Sinistra e la Margherita andranno a costruire.
Immagino, anzi sono sicuro perché ne conosco la correttezza politica, che il compagno Giacopetti intendesse dire che all’incontro c’erano anche alcuni iscritti alla Sinistra giovanile, che, in piena indipendenza dall’organizzazione, hanno deciso di sposare quel progetto. Tuttavia in una fase così delicata, credo sia importante da parte mia ribadire la totale estraneità dell’organizzazione che guido a quel tipo di operazione politica.
Vorrei anche sottolineare il nostro totale impegno a sostegno della candidatura alla segreteria nazionale del compagno Walter Veltroni e il nostro lavoro all’interno dei DS per arrivare ad una candidatura regionale valida e di grande spessore politico. Abbiamo una nostra idea, una candidatura che speriamo possa trovare consenso tra i due partiti e anche all’interno di quella fetta importante di società civile che ha deciso di sposare questo progetto.
Roberto Vicaretti
Segretario regionale Sinistra giovanile dell’Umbria
23 agosto 2007
Il capogruppo Cappelletti spieghi come mai il centrosinistra di Todi parla a tre-quattro voci
Se l’intento dell’intervento del capogruppo dell’Ulivo Stefano Cappelletti era quello di interpretare pro domo sua gli ultimi politici accaduti in città, ci è riuscito benissimo. Per usare un’espressione nostrana, è stato molto abile nel rigirare il verso della frittata. Per carità, nulla di male e di scandaloso, la politica è anche questo, ma si rendono necessarie alcune annotazioni alla sua presa di posizione.
Nella palude populistica ci si è impantanata larga parte della coalizione di centrosinistra, perché i populisti sono loro quando abbandonano l’aula consiliare e fanno continuamente mancare il numero legale, impedendo che si prendano decisioni importanti per la popolazione e per le attività economiche del territorio, il cui sviluppo è stato troppo spesso frenato dalla pigrizia e dalle non-scelte di un certo modo di fare politica.
Le strategie dissennate sono state quelle adottate fino ad adesso dalle forze della sinistra (per fortuna con qualche lodevole eccezione), che sacrificano sull’altare delle logiche di partito l’interesse generale dei tuderti, cercando di logorare e mettere continuamente in difficoltà l’attività della Giunta Ruggiano.
Il sindaco e le forze del centrodestra hanno sempre ribadito, dal giorno stesso del responso elettorale, la voglia di dialogare sulle scelte strategiche per la città, che dovrebbero essere condivise da tutti, o almeno da quelli che hanno veramente a cuore gli interessi dei propri elettori.
A questa voglia di confronto, di cui il sindaco Ruggiano parla fin dalle prime battute della campagna elettorale quando il prode Servoli sfuggiva ad ogni confronto, il centrosinistra si è opposto con le armi spuntate (almeno davanti alla popolazione) della strumentalizzazione superficiale nella polemica quotidiana e dell’ostruzionismo in Consiglio comunale.
Quando il Dott. Cappelletti parla della vicenda Epifani, omette di dire che tutto quanto è stato chiarito in questi giorni (se fosse venuto al Consiglio lunedì, lo avrebbe potuto constatare di persona) e non esistono problemi di natura politica. Non si preoccupi più di tanto, il centrodestra è più compatto che mai e sostiene con le massime energie l’azione amministrativa del sindaco e della Giunta.
Potrebbe spiegarci invece, visto che è un illustre esponente diessino, come mai le forze dell’Ulivo, non siano stato nemmeno capaci di contribuire, nonostante facciano parte della maggioranza, ad eleggere il presidente del Consiglio e di trovare un accordo interno.
Potrebbe spiegare come mai la sua coalizione sulla vicenda del Consiglio di lunedì parli tre o quattro lingue diverse, senza un minimo di coordinamento, visto che la decisione di prendere o non prendere parte l’hanno presa pochi minuti prima del Consiglio stesso.
Il ricorso alle urne non è mica una minaccia (forse a qualcuno fa paura), ma il risultato di una analisi spassionata sulla situazione politica odierna, dovendoci ricordare inoltre che la città ha bisogno di una azione di governo forte e condivisa da tutti, o almeno dalle forze politiche che hanno la volontà e il coraggio di farlo.
Il consigliere Cappelletti fa bene a ricordare la “mossa Chirac”, ma se spulciasse con un po’ di attenzione gli annali della politica troverebbe un altro caso, molto più recente ed altrettanto interessante, che riguarda le elezioni in Giappone del 2005: qui il premier Koizumi, per fare passare importanti riforme quali la privatizzazione delle poste, fu costretto, visto l’ostruzionismo fortissimo dell’opposizione, a sciogliere le camere e a indire nuove consultazioni elettorali, conquistando poi, quando si trattò di votare, una stragrande maggioranza. Chissà se il sindaco Ruggiano assomiglia più all’ex presidente Chirac o al suo omologo giapponese…
Non resta che sperare in una piena ed autentica collaborazione delle forze di centrosinistra (alcuni segnali in tal senso ci sono), perché i tuderti vogliono un governo stabile ed efficiente che decida il da farsi, non i soliti e stancanti giochetti di potere.
Umberto Magni – componente Direttivo Comunale Forza Italia
23 agosto 2007
La Cisl spinge vuole che la riforma del catasto costituisca uno strumento di equità fiscale
La riforma del catasto e il passaggio delle competenze ai Comuni sono uno strumento per realizzare più giustizia, equità, meno evasione e non per fare cassa.
E’ esattamente quello che pensa la CISL dell’Umbria rispetto all’imminente avvio della riforma del catasto urbano e del conseguente trasferimento (novembre 2007) delle competenze, in materia, ai Comuni.
Questa è la prima fase di un processo più complesso che riguarderà successivamente la revisione degli estimi catastali (criteri per l’ aggiornamento dell’attuale rendita catastale al valore immobiliare di mercato), la riclassificazione, la zonizzazione (centro, semiperiferia, periferia), il recupero dell’elusione e dell’evasione.
Rispetto alla prima fase della riforma, la CISL dell’Umbria ritiene importante affermare un coordinamento regionale da parte di Regione e Anci affinché si affermi un modello di gestione delle nuove deleghe ai Comuni il più possibile omogeneo ed esercitato in forma associata in tutto il territorio regionale. Sarà importante evitare esternalizzazioni di tale servizio e definire un rapporto di collaborazione efficace fra i Comuni in forma associata e l’Agenzia del Territorio, anche al fine di utilizzare e valorizzare le professionalità del suo personale.
Questa prima fase della riforma sarà assolutamente importante per creare le condizioni ottimali anche per la gestione delle fasi successive, quelle cioè più strategicamente importanti come quelle della revisione degli estimi catastali e dei suoi effetti sull’ICI e sull’IRPEF; della riclassificazione e zonizzazione; dell’ azione di contrasto all’evasione ed elusione.
La CISL è da tempo che sollecita e rivendica, senza purtroppo aver avuto ad oggi riscontri positivi, una riduzione consistente dell’ICI sulla prima casa escludendo quelle di alto valore e favorendo le famiglie più numerose.Neanche le manovre di bilancio 2007 dei comuni hanno assolutamente dato segnali positivi in questa materia.
La revisione degli estimi deve quindi assolutamente essere attuata non solo affermando il principio dell’invarianza complessiva del gettito fiscale ma perseguendo l’obbiettivo di una consistente e sostanziale riduzione del peso dell’imposta sulla prima casa realizzando così una maggiore giustizia ed equità dell’imposta ed evitando la tentazione di fare di nuovo “cassa” con un utilizzo improprio della revisione degli estimi sull’ICI e IRPEF a danno delle famiglie.
Per questo proponiamo che il confronto regionale con la Regione Umbria e l’ANCI sul patto di stabilità fiscale e tariffario previsto dall’accordo del 26 marzo 2007 che dovrà avviarsi i primi di settembre, affronti anche questa delicata e importante questione per definire un indirizzo condiviso, anche con le parti sociali, di attuazione e gestione corretta e positiva di questa importante riforma.
Claudio Ricciarelli – Segretario Regionale Cisl Umbria
23 agosto 2007
La politica tuderte è in stato confusionale
Lo “smarrimento identitario” che regna a Todi negli schieramenti politici, provocato dall’inversione dei ruoli in conseguenza del recente risultato elettorale, dopo tanti anni di supponente certezza da una parte e di scontata rassegnazione dall’altra, si stà evidenziando sorprendentemente in alcuni momenti topici del confronto, o supposto tale.
Un centrosinistra che dimostra un’enorme difficoltà a prendere atto che non è più guida della città ma forza di opposizione ed un centrodestra che invece, palesando un’esordiente franchezza, sembra non trovare il giusto passo per affrontare, con la dovuta consapevolezza, il difficile compito della responsabilità amministrativa, non più come opposizione; gestire il potere è molto più difficile che opporsi allo stesso, non c’è margine di errore ed una limitata libertà dialettica. Quanto è accaduto fino ad oggi, se ce ne fosse bisogno, lo dimostra chiaramente.
Ovviamente, come in tutte le situazioni, ci sono sempre dei distinguo che vanno considerati. E’ doveroso riconoscere al centrodestra un’ammirevole volontà dinamica, propositiva, sorretta dal desiderio di mantenere gli impegni presi e dall’entusiasmo pragmatico ed innovativo per donare a Todi quel lustro un po’ dimenticato ed una riconquistata efficienza, di cui tutti ci siamo lamentati. E’ ammirevole inoltre a mio parere l’impegno profuso, oltre che dal sindaco, da assessori e consiglieri che, nella loro inedita veste di amministratori, si stanno prodigando con dedizione ai compiti affidatigli, non di facile attuazione per le solite difficoltà burocratiche e abitudinarie.
Non vorrei essere tacciato di piaggeria, ma è ciò che ho potuto constatare, dopo un inizio critico. Purtroppo la nota dolente fino a questo momento è l’atteggiamento del centrosinistra che, a quanto pare, non riesce ad affrontare con la dovuta serenità l’inedito ruolo che i cittadini hanno voluto assegnare alla sua compagine. Se da un lato può essere comprensibile un certo disorientamento, la delusione, il rammarico per tutto quello che è successo, con ipotetiche responsabilità, compresa l’incertezza decisionale dei vertici a livello nazionale, che non contribuisce a rasserenare gli animi nemmeno localmente, dall’altra mi permetto di criticare la notevole evidente divergenza di opinione fra gli esponenti del centrosinistra che, anziché affrontare la situazione unitariamente, avendo il coraggio e dimostrando determinazione nel dibattito politico, accettando serenamente il confronto dialettico, il proposito costruttivo ed alternativo quando questo è necessario per il bene della città, assistiamo a prese di posizione sconnesse, oserei dire arbitrarie, pretestuose, insomma di opposizione fine a se stessa che, in questi termini, diventa ostruzionismo che non serve a niente ed a nessuno ma anzi è del tutto deleterio e pericoloso per il buon andamento e ripresa della nostra città.
Le varie prese di posizione, alquanto pretestuose di alcuni, nel tentativo di giustificare o perlomeno edulcorare tali incongruenze, assai poco costruttive, non bastano a fugare il messaggio di inconcludenza trasmesso ai cittadini che, da uno schieramento politico consolidato nel tempo, che ha fatto la sua storia in particolar modo nella nostra città, si aspettavano molto di più, una risposta più consona al ruolo, all’importanza del momento, anche in prospettiva di una rinnovata credibilità popolare, che stando ai fatti, sembra invece diminuire ulteriormente, come se non fosse bastata la lezione elettorale.
Qualcuno, con buona dose di coerenza intellettuale (Giorgi) coraggiosamente ha riconosciuto tutto ciò; potrebbe essere un buon inizio per mettere finalmente in primo piano, al di sopra di tutto, i cittadini e le loro necessità, prima delle ambizioni e carriere personali.
Elio Andreucci
23 agosto 2007
A Todi il centrosinistra è una "Torre di Babele"
Caro Dott. Alvi quanto lei dice nel suo intervento cozza con quanto hanno scritto i suoi compagni Romina Perni e Mauro Giogi. Giorgi ha fatto una dichiarazione che collima con quanto afferma il mio capogruppo di Forza Italia e gli altri della coalizione. Quello che scrive lei è tutt’altra cosa.
Mi viene da pensare che vivete in una "Torre di Babele" e nessuno sa quello che dice il suo collega e, soprattutto, ognuno è costretto a prendere le sue decisione a pochi minuti dal Consiglio. Così mi sembra che abbia scritto la vostra compagna Romina Perni.
Vorrei chiedere però perchè vi accanite tanto contro il sindaco per quanto fatto (correttamente o scorrettamente, non sono io che posso giudicare) dal consigliere Epifani nei confronti del CDA dell’ETAB. Aspettate che i giudici si pronuncino, poi,quando il suddetto avrà ottenuto la soddisfazione che io spero, attaccherete il sindaco, la Giunta e tutto i consiglieri della maggioranza.
Ma ora fate qualcosa di "sinistra": non ostacolate la gente che ha voglia di di fare qualcosa di buono. Il tanto peggio tanto meglio, a cui volete portare questa Amministrazione, non fa il bene dei cittadini e loro si arrabbiano e ci prenderanno a schiaffi a tutti.
Altra cosa. La zona industriale caro consigliere Caprini non è che sia stata gestita da vanto ,prima di tutto perchè realizzata con dieci anni di ritardo, poi perchè offre il terreno a prezzi, secondo me, ancora troppo alti rispetto ai Cmuni limitrofi e chi deve investire va altrove.
Franco Ranieri – consigliere comunale di Forza Italia Todi
23 agosto 2007
Un turista scrive: Todi… così bella e così devastata dalle auto in centro
Cara redazione, ho trovato il vostro sito cercando notizie sulla vostra città e tramite voi vorrei esprimere alcune riflessioni in merito al mio soggiorno a Todi.
Sono stato in città ospite per due giorni di un agriturismo, ho ricevuto un buon trattamento ed i prezzi mi sono sembrati nella media del periodo. Ho visitato anche Todi, che ho trovato molto bella e curata in particolar modo nelle mura urbiche e nei monumenti in genere.
La cosa che ho trovato incredibile è stata l’incuria totale nei confronti del traffico e nella sosta delle auto
che ha dell’incredibile. Un centro storico come quello di una città così bella è assurdo che sia sovrastato dalle auto in ogni ora del giorno e della notte.
La piazza Vittorio Emanuele, quella grande, piena di auto la sera è stato uno spettacolo veramente assurdo. Ne sono rammaricato perchè non me lo sarei mai aspettato in una città dell’Umbria.
Un saluto ed un ringraziamento per l’attenzione.
Renzo Pancieri (Roma)
22 agosto 2007
Epifani al centrosinistra: i tuderti hanno capito chi eravate voi e chi siamo noi!
Vorrei dire la mia, senza che suoni offesa per nessuno. Io non sono meravigliato dall’atteggiamento di alcuni (altri erano in ferie e dunque assenti giustificati) consiglieri del centrosinistra.
Se ci mettessimo nei loro panni, ci renderemmo conto che non è facile trovarsi con i pugni chiusi e dentro neanche una mosca. Erano abituati a fare il bello ed il cattivo tempo. Si sentivano forti e potenti. Talvolta protetti da poteri più in alto.
Oggi? Oggi è crollato loro il mondo addosso e si ritrovano sugli scranni di chi non gestisce più il potere, ma lo deve subire. Il sindaco non è più un “compagno” e gli assessori non sono più quelli nominati dalle segreterie politiche dei loro partiti. I presidenti vari, piano piano, lasceranno le loro "comode" poltrone.
Pare poco? La loro nomenclatura è stata sconfitta e le defezioni dal loro progetto di continuità, evidenziano falle sempre più irreparabili. Io, sotto un certo punto di vista, li capisco. Però, si deve sempre tenere alto il senso della dignità e della coerenza e ciò non corrisponde all’atteggiamento dei capigruppo, che potevano benissimo rifiutare (durante la conferenza dei capigruppo stessi) la data del 20i agosto per il Consiglio comunale.
Invece, pur evidenziando che la data non fosse delle migliori, hanno preteso l’eliminazione di argomenti “scottanti” ed hanno, insieme al sottoscritto a Boschi, Serafini, Marchetti ed il presidente Pizzichini, aderito sia per la data, sia per gli argomenti all’ordine del giorno. Era un impegno preso tra noi tutti capigruppo e loro non hanno mantenuto il proprio.
Questo denota poca serietà e non considerazione per coloro con i quali si era assunto quell’impegno di cui sopra. Il consigliere Caprini ed il presidente Pizzichini avrebbero fatto più bella figura se avessero votato gli otto punti tecnici per poi allontanarsi dall’aula. Ma a loro che gliene importa degli interessi dei cittadini? Hanno l’amaro in bocca per non aver più le mani in pasta negli interessi di partito e personali.
Vogliono le elezioni anticipate? Sarei per loro un cattivo consigliere dicendo: bene andiamo alle elezioni! I cittadini tuderti hanno ben capito chi eravate voi e chi siamo noi.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore
22 agosto 2007
A Todi il centrosinistra è ancora sotto shock elettorale
Avendo assistito allo spettacolo avvilente del Consiglio comunale di lunedì, ho pensato subito che il centrosinistra non sia ancora in grado di metabolizzare lo shock elettorale dell’11 giugno.
Abbiamo una situazione paralizzante di stallo, dove, alla volontà del sindaco di dialogare e di prendere decisioni volte a fare l’interesse generale dei cittadini tuderti, larga parte del centrosinistra oppone una furia oppositrice e distruttrice, apparentemente senza senso, che rema contro il diritto dei cittadini ad avere una amministrazione comunale che governi e decida.
Non si comprende come il centrosinistra faccia mancare il numero legale in una seduta dove si discute di punti all’ordine del giorno esclusivamente tecnici e non prettamente politici, peraltro eredità della passata amministrazione.
Come hanno già ricordato gli amici Boschi e Ranieri prima di me, c’è gente che quel giorno aspettava delle decisioni importanti, che non sono state prese a causa della faziosità e della arroganza degli assenti consiglieri di centrosinistra. Queste persone, oltre che essersi macchiati di una irresponsabilità politica molto grave, piuttosto che condividere una decisione con la coalizione di centrodestra, hanno preferito non presentarsi nell’aula consiliare.
Il coraggio di venire e votare apertamente contro, evitando di nascondersi dietro a dei cavilli tecnici che fanno francamente ridere, non l’hanno avuto.
La tattica del logoramento approntata dall’Ulivo verso l’Amministrazione Ruggiano non funzionerà. Non funzionerà perché i cittadini sono vigili, attenti, e non capiscono i giochetti di partito fatti sulla loro pelle. Perseverare su questa strada riserverà, a mio giudizio, amare sorprese per questo malandato centro-sinistra. Questa linea è stata sonoramente bocciata dagli elettori e non credo che sia loro interesse riproporla così sfacciatamente.
Paralizzare l’azione amministrativa solo per mantenere lo status quo e il proprio sistema di potere, con annessi clientes e prebende, è semplicemente inaccettabile.
Non voglio pensare male, ma anche l’altra volta il centrosinistra uscì dall’aula quando si trattò di discutere dei criteri per la nomina degli enti. E anche la non volontà, come ha ricordato il sindaco, del centrosinistra di rinnovare la commissione edilizia (abusiva da tre anni, per rendere l’idea ai cittadini tuderti) alimenta un po’ di legittimi sospetti.
Opporre questo atteggiamento infantile ad una volontà di dialogo seria e costruttiva non fa onore alla città e alla dialettica politica tra partiti.
Mi ha fatto molto piacere vedere il Dott. Servoli, pochi secondi dopo la fine del Consiglio, parlare amenamente in Piazza con altri illustri esponenti della sinistra che non siedono sui banchi consiliari. Gli faccio i miei complimenti per la prova di maturità, continui così.
Non resta che prendere atto dell’atteggiamento responsabile e serio del consigliere Mauro Giorgi e del consigliere Romina Perni, che sfuggono al furore ideologico imperante nel campo del centrosinistra e dimostrano una onestà intellettuale fuori dal comune.
Umberto Magni – componente del Direttivo Comunale di Forza Italia
22 agosto 2007
Consiglio comunale di Todi "deserto": le ragioni dei Repubblicani
Quello che è successo lunedì 20 agosto 2007, nel Consiglio Comunale di Todi, è il risultato del comportamento del sindaco e della coalizione che lo appoggia i quali non si rendono conto di quanto anomala sia la situazione creatasi nella massima assise cittadina con il risultato delle ultime elezioni cittadine.
Lo stato delle cose impone a tutti saggezza e senso di responsabilità. Era stato raggiunto un accordo per la convocazione del Consiglio comunale nel mese di agosto (su richiesta del centrodestra), per trattare punti tecnici, (che peraltro da successive dichiarazioni effettuate da esponenti della coalizione del sindaco, per loro tanto tecnici non sembravano) e contestualmente si era deciso di fissare una successiva seduta del Consiglio, in cui si sarebbero dovuti trattare temi importanti fra cui la nomina della nuova Commissione Edilizia, in una data congrua affinché vi fossero i tempi tecnici necessari a trovare un metodo per la scelta dei membri della stessa che prevedesse un accordo tra le due coalizioni.
A fronte degli accordi raggiunti è stata invece effettuata, da parte di un quinto dei consiglieri (ovviamente tutti del centrodestra), una richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio Comunale avente ad oggetto proprio la Commissione Edilizia. Questa richiesta seppur legittima è un’iniziativa del tutto unilaterale e contraria ad ogni logica di collaborazione in quanto non tiene conto degli accordi precedentemente presi.
La mia assenza dalla seduta ha voluto essere un gesto di protesta contro questo modo di agire: da un lato il sindaco auspica collaborazione è dall’altra invece i consiglieri della sua maggioranza si comportano in maniera arrogante e minacciosa.
Per finire, prima di rispondere alle presunte affermazioni del sindaco Ruggiano sulla scarsa moralità dei consiglieri assenti, dichiarazioni che peraltro mi sembra impossibile possano essere state fatte, dopo aver verificato dai verbali della seduta se ciò risponde al vero, mi riservo di agire nelle sedi opportune.
Fabrizio Maria Alvi – consigliere comunale Repubblicani Europei
21 agosto 2007
Todi ha bisogno di gente che lavora e non di "giochetti politici"
Da persona sicuramente a digiuno dei giochi politici che francamente non mi appartengono e che non mi apparterranno mai voglio fare un “elogio” alla collega Perni che conosco ed apprezzo per la sua onestà intellettuale e la sua spigliatezza invitandola ad uscire senza indugio al di fuori degli schemi politici che da anni hanno caratterizzato il modo clientelare con cui la sinistra ha governato questa città.
Da un attento esame della situazione, mi sembra di capire invece che il regista, nonostante abbia preso una forte martellata in fronte ancora respira tutto l’ossigeno che lo circonda, lasciando asfittico il luogo dove si esercita la regia.
Fortunatamente però c’è qualcuno che si è premunito e qualche volta indossando la maschera riesce a ragionare, vedi la collega Romina (di cui però non giustifico l’assenza) ed il collega Mauro Giorgi, ai quali rinnovo il mio apprezzamento perché comunque hanno riconosciuto l’errore, che si è maturato nella seduta consiliare del 20 agosto.
E’ vero che tutto si rimedia cara Romina, ma è altrettanto vero che stiamo facendo tutti una brutta figura nei confronti dei nostri elettori e, in modo particolare, di quelli che attendevano da piedi le scale del Comune per sapere l’esito della propria pratica che giaceva da tempi remoti in qualche angolo di qualche ufficio.
Da novello consigliere, che non ha frequentato la scuola politica ma che comunque non si ritiene un “pivello” vorrei chiedere invece ai consiglieri Andrea Caprini e soprattutto al nostro Presidente del Consiglio cosa sarebbe cambiato se il punto nove fosse stato discusso all’inizio invece che alla fine.
L’occasione mi sia concessa, però, per rinnovare a tutti i colleghi che Todi ha bisogno di gente che lavora per il bene della città e non per ostacolare quei pochi “fessi” che cercano di investire i propri averi e/o chiedere sovvenzioni alle banche per creare posti di lavoro, di cui ne abbiamo estremo bisogno.
Todi non può permettersi di ritornare alle elezioni perché, i cittadini sono stufi di pagare le tasse per soddisfare le fantasie di qualsivoglia personaggio che si trova al governo della città.
I nostri cittadini cercano solo un posto sicuro per i loro figli, i loro nipoti e/o per loro stessi altro che andare a perdere tempo alle urne come hanno fatto fino ad oggi.
Franco Ranieri – consigliere comunale Forza Italia Todi
21 agosto 2007
Il consigliere Romina Perni mette i puntini sulle "i"
Vorrei riferire la mia opinione personale su quanto accaduto in occasione del Consiglio comunale del 20 agosto scorso. Lo faccio come singolo consigliere, perché credo sia il caso di mettere i puntini sulle "i" su quanto accaduto e visto che i nomi dei singoli consiglieri assenti sono stati ribaditi e rinominati in sede di Consiglio a più riprese dal sindaco Ruggiano.
Questo Consiglio è stato convocato in fretta e in furia, in un periodo di ferie che non avrebbe visto presente la gran parte dei consiglieri dell’Ulivo. Come prima reazione, appena ho saputo le modalità abbastanza frettolose della convocazione (che prevedeva – è vero – solo punti tecnici ma che, almeno alcuni, meritavano un’analisi abbastanza dettagliata perché presentano dei problemi, al di là del fatto che le pratiche fossero appartenute alla vecchia o alla nuova amministrazione…), mi sono sentita presa in giro per la mia convinzione che il ruolo del consiglio comunale non debba essere solo consultivo ma debba portare dei contributi significativi per il bene della città.
Se queste pratiche appartengono o meno alla vecchia Amministrazione, sinceramente non mi interessa. Penso che come consigliere devo essere messa in grado di poter perlomeno sapere della materia di cui parlo. Non mi interessa se la nuova Amministrazione vuole far vedere alla cittadinanza che sta lavorando a pieno ritmo e con frenesia: ci sono dei modi e dei tempi istituzionali, di interazione e di rispetto reciproci, che devono essere rispettati.
Sulla base di questo è maturata la decisione di non partecipare al Consiglio. Non si è trattata di una decisione immediata ed è rimasta poco definita fino a poco prima dell’inizio dei lavori. Non è detto neanche che sia stata una scelta giusta, sono esposta alle critiche e mi assumo la responsabilità del fatto che in effetti queste pratiche sono rimaste in sospeso (ma vorrei informare tutti del fatto che il 3 settembre ci sarà un altro cCnsiglio in cui saremo in grado di poter esprimerci con tranquillità in merito agli stessi punti).
Purtroppo fin dall’inizio, ed in ogni riunione che abbiamo fatto, personalmente ho sempre cercato di trovare soluzioni, prendere decisioni, fare proposte che fossero condivise, anche scendendo a compromessi e rinunciando a posizioni diverse da quello che il gruppo aveva deciso: questo credo che debba essere il criterio che deve guidarci in un momento in cui è difficile trovare unità all’interno del centrosinistra.
Anche se mi sono posta sempre in questo modo abbastanza aperto a modificare il mio punto di vista per amor di unità, ogni volta le decisioni vengono prese all’ultimo minuto e non sono chiari e cristallini i comportamenti di tutti i colleghi del centrosinistra fino a pochi minuti prima dell’inizio dei lavori. Con questo non voglio togliermi alcuna responsabilità per quanto accaduto: come gruppo dell’Ulivo abbiamo motivato politicamente, anche se in ritardo, il nostro gesto e ce ne assumeremo le conseguenze e me le assumo io come singolo consigliere, sottolinenando il fatto che non è mio scopo adottare la tecnica dell’ostruzionismo in maniera arbitraria e inopportuna in futuro.
Per far sì che non si arrivi anche in altri casi a decisioni affrettate e ad ulteriori spezzettamenti del centrosinistra, auspico che torni ad avere la meglio il dialogo, le decisioni riflettute e discusse in tempi opportuni e non all’ultimo minuto in modo che qualsiasi decisione autonoma sia impossibile. E forse dovremmo, tutti, pensare di più ai cittadini a cui credo che facciamo capire ben poco di quello che succede: noi, me compresa, evitando di creare inutili confusioni d’intenti; il centrodestra evitando di creare occasioni ad hoc, strumentalizzandole, solo per metterci in difficoltà, camuffando il tutto con uno spirito di collaborazione e di operosità che non mi sembra abbiano ancora dimostrato di avere.
Quello che voglio lanciare è soprattutto un appello ai colleghi di centrosinistra, del mio gruppo e degli altri gruppi, perché si parli e si condivida una strategia, perché non si giunga al limite estremo in cui ognuno possa dirsi libero di fare ciò che vuole. Valutiamo con serenità quale linea è più giusto perseguire in questo periodo in cui non siamo di certo morti, ma stiamo forse dormendo profondamente, ancora troppo poco con i piedi per terra.
Romina Perni – consigliere comunale Ulivo Todi
13 agosto 2007
Il comitato di Pian di San Martino rifiuta ogni strumentalizzazione politica
Il Comitato della frazione di Pian di San Martino nota con piacere che alcuni consiglieri (come Mauro Giorgi), si siano ravveduti in merito alle preoccupazioni (ritenute in precedenza fantasiose) dei residenti di Pian di San Martino per l’aumento del rischio di esondazione, derivante dalla costruzione di un argine sul lato opposto del Tevere.
Lo stesso Comitato tiene a precisare una volta per tutte che la preoccupazione per questa opera è iniziata da un paio di anni ed una opposizione formale sottoscritta da oltre 100 residenti è stata presentata in Comune in data 30 maggio 2006 ed è stata respinta dal Consiglio Comunale nella seduta del 12 febbraio 2007.
Non avendo a quel tempo un interlocutore certo, essendo iniziata la campagna elettorale, gli abitanti hanno dovuto per forza di cose aspettare l’insediamento della nuova Amministrazione a cui si sono immediatamente rivolti per avere un confronto.
Dopo vari incontri, in data 9 agosto il vice sindaco Primieri ed alcuni tecnici comunali si sono incontrati con alcuni abitanti della frazione per fare un sopraluogo sul reale stato idrogeologico della zona ed avere notizie precise da chi conosce il comportamento del fiume in caso di piena onde poter studiare un progetto risolutivo.
Il Vice Sindaco si è reso conto che le richieste non sono capricci ma bisogni primari ed ha promesso di coinvolgere subito tutti gli Enti preposti per la messa in sicurezza della zona.
Il Comitato lo ringrazia per la sua attenzione ma ribadisce con fermezza che non si accontenterà di facili promesse ne di solidarietà ma vorrà solo fatti concreti e percorrerà tutte le strade per far rispettare un diritto fondamentale di tutti i cittadini quale è quello della sicurezza.
Il Comitato si dissocia da qualsiasi strumentalizzazione politica del problema.
Comitato di Pian di San Martino
12 agosto 2007
Le precisazioni di Ferracchiati… affinchè Epifani intenda
In merito all’incontro avuto dal sindaco e dalla Giunta comunale di Todi con il Consiglio di amministrazione dell’Etab "La Consolazione", il presidente di quest’ultimo, Paolo Ferracchiati, ha inviato alla redazione un’integrazione della sua precedente nota chiedendone la pubblicazione:
"Tale esigenza (quella di fornire un quadro della situazione, ndr) si è determinata già nel primo incontro che il CdA dell’ETAB ha avuto con il sindaco di Todi il 26 luglio. In quella occasione il CdA ha avuto modo di conoscere immediatamente la posizione del sindaco in merito alla denuncia fatta alla Procura della Repubblica. Infatti subito c’è stata una presa di distanza ed una non condivisione nel metodo e nel merito riguardo l’esposto, dal momento che si è poi sottolineato che l’organo preposto al controllo degli Enti è proprio il sindaco, a cui vanno rivolte eventuali rimostranze su le presunte anomalie di gestione. Tale presa di distanza da certi metodi di lotta politica è stata poi esternata e biasimata pure da un altro illustre membro della Giunta alla fine dell’incontro del 9 agosto, prima che i consiglieri dell’Ente lasciassero la sede municipale al termine dell’incontro con la Giunta, dalla quale era assente solo l’assessore Bertini".
Paolo Ferracchiati
12 agosto 2007
Epifani torna all’attacco della poltrona di Ferracchiati
A Todi il sindaco e la Giunta municipale hanno avuto un incontro con il Consiglio d’amministrazione dell’ETAB (La Consolazione). Da una nota del presidente Ferracchiati riportata da "Tam Tam" si legge che "il sindaco e la Giunta hanno preso atto della bontà della situazione patrimoniale e finanziaria dell’ente ed hanno esplicitato il concetto che tale attività debba essere completata fino a scadenza nei termini e nei modi proposti dagli amministratori attualmente in carica. Toni e modi dell’incontro – tiene a specificare Ferracchiati – sono stati costruttivi e totalmente diversi da quelli tenuti in altre occasioni da altri esponenti del centrodestra”.
Chiaro il riferimento alla mia persona quando Ferracchiati allude ad altri esponenti del centrodestra. Chiaro pure che in ogni mia azione politica vengo continuamente sconfessato da chi dovrebbe invece sostenermi. Il giochetto che uno fa il cattivo e l’altro il buono, non regge più ed il sottoscritto non è intenzionato a subire tacitamente questo scomodo ruolo.
In un intervento radiofonico, il presidente dell’Etab ebbe a dichiarare che a Todi aveva vinto Barabba ed io risposi che, essendo il tempo galantuomo, prima ho poi si sarebbe veduto chi fosse il vero Barabba. Per intanto vediamo cosa deciderà la Magistratura sulla vendita dei lotti in Pantalla.
E’ vero che il mandato al signor Ferracchiati scade a dicembre ma, correttezza avrebbe voluto, essendo il suo un incarico fiduciario datogli dal sindaco ed essendo cambiato il primo cittadino, che avesse presentato le dimissioni, così come il presidente della Veralli. Sono così “comode” queste poltrone?
Signor Ferracchiati, mezz’ora prima di depositare l’esposto mi trovavo nell’ufficio del sindaco, il quale dopo aver visionato gli atti e letto il testo dell’esposto, mi ha dato il “via libera”. Dunque, non potendo essere il mio sindaco a mentire, e Lei che dichiara cose inesatte.
Ah, una curiosità: chi ha redatto le stime dell’Ente per le aste a Pantalla, ha stipulato un contratto con l’Etab (sotto elezioni) per prestazioni agronome, malgrado ci fosse già una figura competente che svolgeva l’incarico per: Comune, Etab e Veralli.
Mario Epifani
11 agosto 2007
Castello di Petroro: tutte le perplessità di Giannini
In occasione della campagna elettorale tuderte avevo sollevato osservazioni sull’opportunità che l’ETAB facesse scelte in materia turistica senza interpellare i soggetti che nel turismo operano e di turismo vivono.
Ho ricevuto risposte stizzite, e mi rendo conto che l’occasione non era la più propizia per essere ascoltati, dato che chi fa politica per professione tende a minimizzare o ignorare le questioni sollevate in campagna elettorale, riducendole sempre a attacchi pretestuosi. Quindi in epoca di distensione rinnovo la mia richiesta al Dr. Ferracchiati, estendendola stavolta anche al sindaco di Todi.
Fermo restando che non è in discussione il fatto che l’ETAB disponga dei propri beni, specie se fa interventi dai quali spera di trarre redditi, le mie domande sono:
1) su quali basi è stata fatta la scelta di destinare la struttura di Petroro ad attività turistica (ricerca di mercato, proposte di terzi, consulenze, etc)?
2) quali sono il progetto strutturale, la capienza della struttura, la suddivisione degli spazi, la metratura?
3) qual’è il target turistico individuato?
4) quale sarà l’impatto sul mercato esistente (che già risente di una certa crisi, e non ha certo bisogno della creazione di nuove strutture, meno che mai se dovessero operare fuori dalle condizioni della libera concorrenza o avessero forme di incentivi/assistenza)?
5) quali saranno le condizioni/vincoli/oneri che verranno imposti all’assegnatario?
Sono domande finalizzate non tanto a valutare la qualità del progetto e la competenza di chi ha voluto intraprendere un’attività inusuale per un Ente di assistenza/beneficenza (mi verrà risposto, per l’ennesima volta, che l’Ente vuole diversificare in funzione del reddito), quanto per capire l’atteggiamento del Comune rispetto al fatto che un Ente subordinato intervenga in un settore senza minimamente raccordarsi, nel momento delle scelte strategiche e poi in quelle attuative, con l’Amministrazione comunale, che ha indicato proprio nel turismo uno dei settori chiave in cui il coordinamemto e la collaborazione pubblico-privato dovranno vivere una nuova stagione.
Prima che venga indetta la gara, è secondo me opportuno, anzi indispensabile, che il Sindaco consulti su questo argomento gli Operatori turistici, i Tour operator e le agenzie locali, per esaminare insieme se la cosa possa essere gestita in un modo che, senza togliere nulla alle legittime aspettative di reddito dell’ETAB, dia agli operatori tuderti uno strumento in più per affrontare le evidenti difficoltà del settore.
Maurizio Giannini
9 agosto 2007
Fascismo/antifascismo: per una memoria finalmente condivisa
Dopo aver seguito attentamente il dibattito apertosi a suon di lettere e interventi sul tema fascismo/anti-fascismo (che tocca moltissime altre tematiche storiografiche), ed essere stato invitato da Matteo Di Bello a intervenire, ho avuto una strana sensazione: mi è sembrato che l’Italia sia ferma al dibattito ideologico (non di idee, ideologico) di trenta anni fa. Siamo ancora fermi allo scontro frontale, incapaci di voltare finalmente pagina e riconsegnare la storia agli storici., smettendo di usarla come una clava sulla testa degli avversari politici (avversari, non nemici).
Ma possiamo permettercelo ancora tutto ciò? Non ci sono bastati gli anni di piombo e tutto il carico di morti che si sono portati dietro? Vogliamo ritornare al periodo in cui ci si prendeva a sprangate nelle piazze e per i giovani fare politica significava mettere a repentaglio la propria esistenza?
Credo che nessuno lo desideri. Allora perché anche noi, nel nostro piccolo, non ci sforziamo per creare una memoria storica finalmente condivisa, per arrivare ad una autentica pacificazione, dopo aver saldato i conti e riconosciuto le proprie colpe?
Ne guadagnerebbe il paese nel suo complesso, che è paralizzato da queste discussioni, e la dialettica politica, che si potrà finalmente civilizzare. Il Presidente emerito Ciampi ha centrato l’intero settennato sull’argomento, compiendo sforzi enormi per creare finalmente una memoria comune, e il suo successore Napolitano sta seguendo degnamente la sua rotta.
Io, che milito nel centro-destra e mi ritengo un moderato di centro alternativo alla sinistra, sono anti-fascista e credo che l’anti-fascismo sia patrimonio di tutti gli italiani, non solo, per fortuna, come ci vogliono fare credere i compagni della Sinistra Giovanile, dell’ex Partito Comunista Italiano. La Resistenza l’hanno fatta in tanti, dai democristiani ai socialisti, dai monarchici ai socialdemocratici, dagli azionisti ai liberali e i militari, col contributo determinante delle forze alleate.
Ma sono anti-fascista perché sono anti-totalitario, perché odio tutte le dittature, perché odio tutte le ideologie anti-umane, come il nazi-fascismo e il comunismo, che calpestano i diritti umani, le persone più deboli, la libertà e l’essenza più profonda del concetto di persona.. Qui, dove sono in gioco i valori della nostra civiltà, non ci devono essere tentennamenti. Non si può essere anti-fascisti a senso unico e chiudere gli occhi davanti ai milioni di morti del comunismo e alla sua perfida ideologia di manipolazione e di menzogna.
Ricordiamoci che il PCI ha avuto bisogno come il pane dell’anti-fascismo, perché è grazie ad esso che ha potuto esibire la patente di democraticità, cosa che, a causa dei legami a doppio filo con lo stalinismo e le pagine più buie del comunismo sovietico, difficilmente avrebbe potuto conquistare altrimenti
Nessuno mette in discussione il suo fortissimo impegno contro la mafia o contro le Brigate Rosse, assolutamente. Ma non si può negare che il PCI fosse la cosa più lontana da una moderna sinistra riformista di stampo europeo.
La storia del PCI, nonostante tutta la sua autonomia e la sua diversità, va comunque ricondotta alla logica dei due blocchi (NATO-Patto di Varsavia, Occidente-URSS) che allora guidava la politica di casa nostra.
Basta con l’ideologia quindi, facciamo tutti quanti un esame di coscienza e guardiamo al proprio passato con occhio critico
Sinceramente, non è che il Paese si appassioni granchè alla disputa sui termini “compagno” e “camerata”. No, il Paese vuole ripartire, vuole mettere da parte gli odi e i rancori del passato.
I compagni della Sinistra Giovanile (non li posso chiamare amici), che il 14 di Ottobre si accingono ad entrare nel Partito Democratico, dovrebbero prestare ascolto alle parole che il loro leader (leader per forza direi) Walter Veltroni ha pronunciato su queste tematiche spinose, sull’odio e sul furore ideologico che ha devastato intere generazioni di ragazzi, quando ha dedicato una via della Capitale a Paolo Di Nella, giovane missino ucciso barbaramente da estremisti di sinistra nel 1983. O quando ha commemorato la morte dei fratelli Mattei, figli di un segretario di sezione missino, arsi vivi nella loro casa , data fuoco da tre militanti di Potere Operaio, che non hanno scontato un solo anno di carcere per questo tremendo delitto. La stessa cosa vale per il fronte opposto, con i tanti giovani di sinistra (Verbano e Giorgiana Masi, ma l’elenco è ancora lungo) ammazzati a causa dell’odio politico.
Ecco cosa succedeva negli anni di piombo, morti ammazzati a destra, al centro e a sinistra. Diciamo allora basta a questa delegittimazione strisciante tra legittimi avversari. Riconsegnamo la Storia, dopo i doverosi mea culpa, a chi di dovere, agli storici di professione.
Il Paese si aspetta questo da noi. E la sua pazienza è finita da un pezzo.
Umberto Magni
8 agosto 2007
A proposito di rifiuti e dell’uscita di Todi dall’ATO
In merito alla eventuale ipotesi di considerare l’uscita dall’ATO da parte del Comune di Todi vorrei far presente che sarebbe utile (se non indispensabile) valutare la qualità e l’economia del servizio e non far si che il tutto passi solo per rivendicazioni politiche.
Mi chiedo perchè non fare una valutazione costi/benefici del sistema attuale rispetto ad altri scenari di raccolta? Ciò è possibile con spese modeste e consentirebbe di avere elementi oggettivi di valutazione che porterebbero ad una scelta oculata e ponderata. Non è sempre detto che cambiare è meglio.
Capire se è possibile cambiare in meglio è d’obbligo. Con tutta la solidarietà ai dipendenti tuderti in Gesenu non vorrei che questo fosse un cavillo a scapito della valenza del servizio. Oggi è possibile ottenere dei buoni risultati di Raccolta Differenziata cosi come in diminuzione di rifiuti per non parlare dei contributi economici del Conai derivanti dalla raccolta differenziata. Basta fare delle analisi del territorio e del servizio.
Maurizio Pierdomenico
8 agosto 2007
Voglio Epifani con Fiamma Tricolore e viceversa
Il signor Mario Epifani, consigliere di Fiamma Tricolore è una persona schietta e trasparente, da sempre simbolo per la città di una difficile opposizione al sistema clientelare e falso democratico, che per troppo tempo abbiamo dovuto sopportare; sempre coerente e pronto a reagire di fronte a ipocrisia e ingiustizie varie.
Epifani ha trasmesso a tantissime persone (compresa chi scrive) l’importanza di far sentire la propria voce senza paura, e a combattere per migliorare le cose. A volte avrà pure dei modi un pò irruenti, ma questo fa parte del suo animo battagliero, che ha riscosso un grande successo, e conquistato la fiducia di tante persone. Sicuramente, come chiunque altro, non è immune da errori, ma sappiamo bene che quando si "agita", lo fa per motivi legittimi; quante volte in passato, si è esposto di persona nell’interesse di tutti…
Quante volte, durante la campagna elettorale e non solo, leggendo i suoi interventi, ci siamo rispecchiati pienamente nelle sue parole… Non lo neghiamo! Quante volte ci siamo resi conto che le sue prese di posizione, pur sembrando esagerate, erano giuste! Quindi, senza togliere niente a nessuno, ritengo che siamo fortunati ad avere una persona così, con la sua esperienza e con tutti i suoi pregi e difetti. Sono sicura che potrà rappresentare e curare gli interessi dei cittadini con la massima serietà.
Il signor Mario è una persona di alti valori e ideali limpidi, non solo sul piano politico, ma anche umano, e se non scende a compromessi, evidentemente è perchè non sono molto "chiari", cosa che, purtroppo in politica succede spesso (parlo in generale); ma è proprio contro questo che Mario si batte e ci ha insegnato a farlo con la grinta che riesce a trasmettere…
Voglio esprimere la mia ammirazione anche ai ragazzi di Fiamma Tricolore per l’ottimo lavoro svolto durante la campagna elettorale con grande impegno e serietà, insieme a Mario Epifani, considerato "il maestro". Voglio continuare a vedere e sentire quel gruppo unito saldamente, che trasmette sentimenti positivi e ispira fiducia. Quel gruppo è Fiamma Tricolore CON Mario Epifani.
Elisa M.
7 agosto 2007
Vogliamo riabilitare anche le leggi razziali?
Mi aspettavo un certo tipo di risposta al mio intervento, è arrivato dal signor Todini: giustificare quello che si fa da una parte, con quello che è stato fatto dall’altra, equiparando fatti nemmeno paragonabili tra loro. Speravo almeno che non si finisse a parlare della Corea e di Cuba come mete turistiche dei compagni (solo compagni quelli che vanno a Cuba, vero, compreso il turismo sessuale!?).
Il signor Todini però ha accuratamente evitato di dire una sola parola sul saluto romano, a cui ugualmente mi ero riferito: se il termine “camerata” mi aveva distrubato, il “saluto romano” mi ha fatto saltare dalla sedia disgustato. Ma almeno quello, ha avuto la decenza di non tentare di salvarlo!
Sul termine “compagno”, bisognerà dire che, da “cum panis”, intende persona con la quale si condivide il pane, il pasto, perciò, in senso figurato, le sofferenze, gli obiettivi, gli ideali. Compagni è parola usata, in politica, (qui sbaglia Todini) non solo dai comunisti, ma anche da socialisti, socialdemocratici, radicali. Senza voler entrare troppo nello specifico, basterà ricordare che comunismo in Italia è significato, più che una bieca ideologia come superficialmente la definisce Lei, speranza di cambiamento e lotta per un mondo migliore, ma soprattutto, in una parola, democrazia. E’ significato apporto fondamentale alla liberazione nazionale dalla dittatura, partecipazione alla vita politica democratica del Paese, governo libero e democratico di molte regioni e comuni. In questo si sono riconosciuti, con consapevolezza e fiducia (altro che esamini di coscienza!), per lungo tempo, oltre un terzo degli italiani. Camerata significa ben altro. Fascismo significa ben altro. Qui sta la differenza, e non è una distinzione che faccio io, ma che ha fatto la Storia (banale e retorico, lo so, ma maledettamente vero!).
Il tentativo poi di riabililitare le leggi del periodo fascista che Todini fa è divertentissimo: premesso che un codice civile ha di per sé poco di politico, quello del ‘42 è frutto di un lungo lavoro dottrinale, perlo più di derivazione francese (insomma difficile che possa definirsi fascista). Il codice penale, poi, è stato prima modificato, anche prima della fine della guerra (abolizione della pena di morte, ad esempio), e poi ampiamente cassato dalle sentenze della Corte Costituzionale, proprio perché incompatibile con l’ordinamento democratico (altro che leggi volute dal duce che ben si adattano ad uno stato democratico, come dice Todini!). Ma soprattutto, e ciò riguarda tutte le leggi del periodo fascista, queste sono state sterilizzate dalla Costituzione, hanno assunto tutto un altro significato nel contesto della Costituzione repubblicana. Una legge del periodo fascista, ad esempio sulla Pubblica sicurezza, anche se non abrogata, ha tutto un altro senso, esistendo oggi i principi di libertà personale, libertà di manifestazione del pensiero, libertà di stampa, di associazione, di riunione. Per non parlare poi delle sostanziali modifiche intervenute nel tempo. Questo solo per fare un po’ di chiarezza, altrimenti di errori se ne fanno parecchi…o finirà che vogliamo riabilitare anche le leggi razziali del ’38?
Matteo Di Bello
7 agosto 2007
Camerati e compagni, polemiche d’altri tempi
Credo che la polemica sugli appellativi camerati e compagni sia d’altri tempi ed ormai logora e noiosa. Quello che volevo intendere in risposta all’indignazione di Matteo Di Bello, è che salutare romanamente ed usare appunto l’appellativo camerati è un modo per esprimere un’appartenenza comune a certi valori ed ideali morali e politici.
Sono certo che sia Vicaretti che Di Bello non condividono questo modo di pensare, lo capisco, ma al di la della sterile polemica dettata dall’appartenenza politica, chi usa la parola camerata non è certo sempre e comunque uno stragista, un torturatore, uno che vuol riaprire i campi di sterminio o far scoppiare la terza guerra mondiale, così come chi si definisce compagno non necessariamente è un brigatista od un Pol Pot, magari è una brava persona come Epifani o Vicaretti o Di Bello.
Insomma ho tanti amici compagni, li rispetto, non chiedo loro di assumersi le responsabilità politiche e morali di Togliatti (che a proposito con il suo placet e con la complicità di Stalin fece sparire in gran numero non solo molti soldati italiani prigionieri, ma anche tanti compagni scomodi militanti nel P.C.I. che erano andati in Russia a scoprire quanto fosse splendente il sol dell’avvenir…).
Credo però che si debba oggi, a distanza di tanti anni da quei fatti, usare un pò più di rispetto per le altrui idee e meno ipocrisia, poichè mi sembra che quì di vergini ce ne siano ben poche! Accetto l’invito di Vicaretti a studiarmi bene la storia, a patto che lo faccia anche lui con animo sereno e senza pregiudizi. Questo potrebbe essere un appello rivolto a tutti se consideriamo che nei nuovi scenari politici, mi riferisco al nascente Partito democratico e forse al Partito Unico del centrodestra se verrà, le storie ed i valori particolari dei vari partiti forse messe tutte insieme saranno un pò meno marcate.
Non sono un revisionista tout cour, ma apprezzo molto l’opera di molti intellettuali di sinistra che finalmente scrivono libri sulla nostra storia recente in modo libero e senza pregiudizi, a costo di attirarsi le ire e le scomuniche di tanti compagni. Ho apprezzato molto anche le parole del Presidente Napolitano sui fatti di Ungheria e riguardo agli italiani infoibati in Istria e Dalmazia (con la complicità morale dei compagni italiani) attirandosi per questo le critiche del presidente croato.
Noi italiani dovremmo riconoscerci nella nostra storia e nelle nostre tradizioni, pur conservando ognuno le proprie idee, abbandonando una volta per tutte quel settarismo che purtroppo ci contraddistingue da secoli.
Ugo Todini
6 agosto 2007
Fascisti e comunisti: la storia non è di destra nè di sinistra
Affermare come fa il signor Todini che l’attuale codice penale sia ancora nella stesura dal regime fascista è sostanzialmente inesatto. Già nell’estate del 1944, quando era ancora in corso la lotta di liberazione dal nazifascismo, il Governo dell’Italia Libera, guidato da Ivanoe Bonomi, realizzò i primi, importanti interventi riformatori sul codice Rocco.
Di grande rilievo, il Dlt 10 agosto 1944, con il quale venne abolita la pena di morte per i delitti comuni, anticipando un orientamento di politica penale che verrà solennemente sancito nell’art. 27 della costituzione del ’48.
Il 2 gennaio del 1945 fu costituita dal guardasigilli Tupini una commissione per la revisione del codice penale modificandolo alla luce dei principi fondamentali della democrazia. Nella relazione il guardasigilli Tupini sostenne che: "Il codice penale è ispirato a concezioni nettamente autoritarie che si riflettono sia nella parte generale che nella parte speciale, attraverso uno sproporzionato inasprimento delle pene e attraverso la creazione di nuove forme di reati, le quali, sotto la parvenza di una più efficace tutela dello Stato, tendevano in realtà a rassodare, col presidio di gravissime sanzioni penali, le maggiori istituzioni del regime".
Fu però nel ‘febbraio del ’49 che il processo di riforma ricevette un impulso decisivo. Infatti con l’approvazione della Costituzione repubblicana, un codice penale che fino a quel momento aveva avuto pari rilevanza nella gerarchia delle fonti rispetto alla Costituzione, si trovava inevitabilmente a ‘dover cedere il passo’, di fronte ad un insieme di norme di rilevanza superiore, piegandosi ai principi costituzionali di nuovo conio. Inoltre nel periodo che va dal 1974 al 1981, intervennero modifiche non solo sul diritto penale sostanziale, ma anche in quello penitenziario e sanzionatorio.
Solo la presenza di alcuni aspetti come il principio di legalità, di irretroattività della legge penale e di tassatività che il Codice Rocco aveva mutuato dal sistema liberale ha contribuito ad evitare una sua completa riforma.
Per questo quello espresso dal signor Todini mi sembra tanto un giudizio politico figlio di un indulgente revisionismo, esplicitamente negato ma velatamente praticato, nei confronti del regime fascista.
La storia non è di destra nè di sinistra e l’antifascismo, uno dei valori fondanti della Repubblica Italiana e della sua Costituzione, non dovrebbe essere tale solo per una parte politica.
Fino a che sarà così qualsiasi comportamento attuato pubblicamente in dispregio di quei valori è destinato a rinfocolare "polemiche d’altri tempi". Non se ne stupisca almeno signor Todini!
Roberto Celani
6 agosto 2007
Comunisti e fascisti: solo un fiume di parole
Mi fa schifo proprio dover assistere ogni tanto a questi botta e risposta tra “comunisti” e “fascisti”. Ma la cosa peggiore è l’ottusità di alcune persone, il continuare ad attribuire colpe solo su un fronte e azioni “buone” solo all’altro. Mi riferisco all’ultima lettera, firmata Vicaretti. Come cantavano i Jalisse, un vero e proprio “fiume di parole”, il solito dilagare di condanne verso il fascismo (che non stò qui a difendere, per carità), ed il solito dilagare di complimenti, apprezzamenti su quanto di buono fatto dai comunisti in Italia.
Compagno non ha nulla a che fare con partigiano; compagno è stato “copiato” dal comunismo addirittura dalla religione Islamica; partigiano è un militante di un qualunque movimento di resistenza ed in Italia la resistenza non è stata portata avanti solo dai comunisti. Non sono stati i comunisti, da soli, a liberare il Paese, ma insieme c’erano cattolici, monarchici, anarchici, socialisti, liberali: direi quindi che il merito della liberazione non è del comunismo, ma dei partigiani.
Se parliamo di eccidi comessi, parchè non parliamo delle Foibe? E forse i ben pensanti di sinistra hanno dimenticato quanti eccidi hanno commesso gli appartenenti alle Brigate Rosse? Quindi se vuole usare il termine Compagno, lo faccia pure, a me e tanti altri non dà fastidio. Ognuno può usare l’appellativo che vuole, Ma se intende giustificarne l’uso con simili motivi, beh allora qualche errore di concetto e memoria storica lo commette pure il Vicaretti.
Luca Cardaio
6 agosto 2007
Tutto quello che c’è dietro alla parola "Compagni"
Torno ad intervenire nel vostro sito a nome mio e dell’organizzazione che rappresento – la Sinistra giovanile dell’Umbria – non per fare polemica, ma solamente per fare un pò di chirezza terminologica. Leggo con stupore, immenso, e con una certa meraviglia che qualcuno usa ancora parole come "camerata" e "saluto romano" così come se nulla fosse. Ma la cosa ancor più sconvolgente, mi pare, sia il tentativo di difendere e di contrattaccare mettendo sullo stesso piano cose, situazione e storie assolultamente diverse.
Non è questione di egemonia culturale della sinistra – e comunque per avere un’egemonia culturale bisogna pur avere una cultura e non mi pare proprio questo il caso… – se in Italia e in Europa la parola "camerati" evoca morte e drammi. Non è colpa della sinistra se i fascisti – di cui molti esponenti politici tuderti vogliono essere eredi – hanno ammazzato innocenti in questo Paese, se li hanno torturati solo perchè omosessuali, socialisti, comunisti o avversari politici di qualunque colore.
Non è colpa della sinistra se i fascisti hanno portato questo Paese in una guerra mondiale a sostegno del folle disegno di sterminio dei nazisti tedeschi, non è colpa della sinistra se grazie ai "camerati" e al "saluto romano" anche in Italia gli ebrei venivano considerati un nemico nazionale.
Non è colpa della sinistra per vent’anni di dittatura. E mi permetta di andare oltre: pochi giorni fa ho assistito alle celebrazioni per il 27° anniversario dell’attentato alla stazione di Bologna. Ecco un altro regalo dei camerati: 85 morti e 102 feriti. Una strage fascista. Nessuno può chiederci, soprattutto a noi giovani che abbiamo il compito di rinnovare la memoria storica e di conservarne i valori, di fare finta di nulla e di non indignarci quando uomini politici usano termini come "camerati" e "saluto romano".
Poi vorrei approfittare della vostra disponibilità per invitare il signor Todini a prendersi in mano la nostra Costituzione e anche qualche buon libro di storia nazionale. Ci troverà cose molto interessanti. Ci troverà scritti tutti i motivi per comprendere perchè in Italia si possa usare con onore e orgoglio la parola COMPAGNO. Ci troverà scritto che la differenza tra comunisti e un fascisti sta nel fatto i che i primi hanno contribuito – e con che tributo di sangue, non so se ha presente la parola PARTIGIANO – alla rinascita e alla liberazione da quei criminali portati e appoggiati dai secondi.
Ci troverà scritto quante battaglie di civiltà i COMPAGNI, comunisti e socialisti italiani, hanno portato avanti in questo Paese. Troverà la firma di un comunista sulla legge fondamentale dello Stato, troverà la grande forza messa in campo dai comunisti italiani contro il terrorismo di qualunque colore. Troverà il sacrificio di sangue dei compagni Pio La Torre e Peppino Impastato che hanno pagato con la vita il loro impegno contro la mafia. Ci troverà tante cose… magari capirà anche meglio, come ha detto giustamente il COMPAGNO Matteo Di Bello, chi deve ringraziare per poter parlare liberamente ed esprimere le sue opinioni con assoluta dignità. In effetti, su una cosa concordo…non si può usare il termine COMPAGNO a cuor leggero: c’è dentro un patrimonio e un insieme di valori che mi e ci fanno tremare le vene ai polsi ogni volta che lo pronunciamo.
Roberto Vicaretti, segretario regionale Sinistra giovanile Umbria
5 agosto 2007
A proposito di camerati e… di compagni!
Vorrei fare un commento a Matteo di Bello, che si indigna profondamente per il termine "camerati" usato da Epifani rivolgendosi agli iscritti ed ai simpatizzanti del suo partito. Se non sbaglio, e potete controllare du questo forum, anche Romina Perni si rivolge al consigliere Giorgi chiamandolo compagno, nessuno si scandalizza, anzi è un termine comune usato spessissimo e quotidianamente da comunisti e post comunisti.
Anche questo appellativo può ricordare orrori e tragedie molto più gravi e spaventose di quelle fasciste, lutti e privazioni delle libertà personali che in nome dell’ideologia comunista tra l’altro sono ancora molto attuali ed invito Di Bello a dare un occhiatina a quello che succede a Cuba, in Corea del nord, nel comunismo atipico cinese ed in altre amene località turistiche per compagni dove notoriamente i diritti umani ed il rispetto del singolo individuo vengono reiteratamente violati.
Si indigni piuttosto per l’appellativo comunista che che tuttora senza aver fatto mai un piccolo esamino di coscienza tuttora è in uso presso 2 partiti italiani che si richiamano ad una delle più bieche ideologie del secolo scorso.
Dice bene di Bello quando afferma che la libertà di parola ad Epifani e a tutti noi è garantita da una costituzione approvata fortunatamente non solo dai comunisti di allora ma anche da tutte quelle forze politiche, cattoliche e laiche che si richiamavano ai principi della democrazia e della libertà. Si ricordi di Bello che comunque il nostro codice civile, quello penale ed altri non meno importanti che regolamentano il nostro vivere insieme e la nostra società da più di 60 anni, portano tuttora la firma di Mussolini e dei suoi ministri.
Come vede quelle leggi volute dal duce ben si adattano anche ad uno stato democratico. Detto questo mi sembra opportuno studiarti bene la storia caro Di Bello, non solo sui testi scritti dai partigiani, qui non si deve riabilitare nessuno, ovviamente, tantomeno il Fascismo e tutto quello che ha comportato per la nostra nazione, ma dovremmo secondo me essere un pò più sereni nel giudicare le persone e la nostra storia ed abbandonare una volta per tutte queste polemiche d’altri tempi.
Ugo Todini
4 agosto 2007
Di Bello risponde ad Epifani: "camerati", "saluti romani"… e un po’ di rispetto!
Basta, non se ne può più di camerati e saluti romani! Chiedo al signor Epifani un po’ di rispetto! Quelle parole per tante persone sono un insulto, una ferita, un ricordo doloroso e mai cancellabile. Va bene che lui ora parla da vincitore e dal “governo” e vuole sfogarsi per anni di opposizione, ma questo non gli permette di dire tutto ciò che vuole. Aver vinto le elezioni non consente di cambiare o riscrivere la Storia. Anche a Todi, tante persone hanno conosciuto i veri “camerati”, i veri tempi dei “saluti romani”, sanno cosa significa, hanno vissuto sulla loro pelle la dittatura, le sofferenze, la mancanza di libertà, la guerra. Quindi Epifani dovrebbe avere un po’ più di rispetto anche per queste persone quando parla, ricordando che è la Costituzione, quella repubblicana, che gli permette liberamente di esprimere il proprio pensiero, non qualche legge fascista! Che fine hanno fatto i “moderati”?! Gli esponenti dell’Udc prima così assidui, non hanno niente da dire? Non si ispirano ad un partito che la Resistenza l’ha fatta e il fascismo l’ha combattuto?? Non una parola contro ciò? Rispetto per favore, nulla più.
Matteo Di Bello
4 agosto 2007
Mario Epifani scrive una lettera aperta "Ai suoi giovani"
Ai miei giovani. Vi chiamo così perché so per certo che, moltissimi di voi, vi siete accostati ed iscritti alla Fiamma di Todi per la stima nei miei riguardi e perché rappresentavo un punto di riferimento per i miei trascorsi politici all’insegna dell’onestà e della coerenza. Non immaginate la gioia che ho vissuto nei giorni della Vittoria, quando mi abbracciavate e salutavate. Spesso mi sono trovato davanti a qualche giovane, che conoscevo appena di vista, ma che mi chiamava per nome e mi abbracciava come se tra noi ci fosse stato un vecchio rapporto ed una confidenza, che solo da sinceri e veri sentimenti potevano scaturire. Non nascondo e non me ne vergogno, che sovente, per questi segni d’affetto, mi avete fatto piangere.
Ora tutti noi ci troviamo in mezzo ad una tempesta e con noi il Partito. Si sta svilendo il ruolo che avevamo assunto nei confronti della cittadinanza. La colpa? Non voglio fare polemica, perché questa mia è diretta a voi ed ha uno scopo specifico. La mia, comunque, non di certo. Mi trovo “aggredito” ed isolato per aver difeso la mia dignità personale e quella degli aderenti ed elettori di Fiamma Tricolore. Il perché le cose siano precipitate, me lo sto ancora chiedendo, ma qualcuno dovrà assumere le proprie responsabilità per aver offuscato la grandissima vittoria che Fiamma Tricolore ha raggiunto a Todi. Forse non si voleva arrivare a tanto e qualcosa, a qualcuno, è sfuggito di mano. In questo momento, pure se isolato politicamente, sono sereno e determinato, anche se l’amarezza talvolta mi assale. In questi giorni si sono susseguiti eventi, comunicati stampa, prese di posizione del Direttivo del Partito che hanno determinato la rottura dei rapporti politici ed, in qualche caso, anche di quelli personali, tra me è dirigenti locali di Fiamma, ma mai nei miei atti (azioni o scritti) sono venuto meno ai miei doveri, né ho inteso lanciare strali verso alcuno di voi. A ben altri erano diretti. Se mi sono sottratto a certi farneticanti appelli per presentarmi davanti a chi, inopinatamente, voleva mi sottoponessi ad una specie di processo e mi cospargessi il capo di cenere, è stato a tutela della mia dignità, alla quale non rinuncio neanche per una delega d’assessore o per qualsiasi altro incarico. Qualcuno non so per quali motivi, qualcuno per ingenuità, ma mi sono perduto degli amici che hanno vissuto con me trascorsi politici di lotta e di sacrifici. Voi no. Non voglio perdere la vostra stima, la vostra amicizia e la vostra militanza! Sarebbe un grave danno per voi, per il Partito e per me un’amarezza indicibile. Sono dunque a vostra disposizione, come sempre, per qualsiasi contatto e chiarimento. Siete più sensibili dei così detti maturi e non interessati a meschine aspettative di occupazione di posti di responsabilità amministrativa. Sapete bene che non ho assunto, né preteso, incarichi di sorta nell’ambito dell’Amministrazione e che sto facendo e voglio fare il consigliere comunale. Ciò dovrebbe far ricredere qualcuno di voi che si è fatto influenzare dal suono della campana che ha provato a mettermi alla gogna. Io sono qua. Conoscete, i più, il mio numero di cellulare ed il mio indirizzo di posta elettronica è: epi.mario@libero.it. Sono a vostra disposizione per un confronto leale così come dove essere tra camerati. Un caro saluto romano.
Mario Epifani
consigliere comunale di Fiamma Tricolore
4 agosto 2007
L’Ulivo attacca Ruggiano su ufficio stampa, kit risparmio, concorso farmacia e New Trolls
Ad appena 45 giorni dall’insediamento, l’amministrazione Ruggiano sembra essere già bloccata da gaffes, incertezze e “improbabili” atti amministrativi, con comportamenti che ci risultano non conformi alle disposizioni di legge, con il preoccupante ed assordante silenzio di chi sarebbe preposto nell’Ente a garantire “legalità” ed “imparzialità”.
Mentre attraverso interrogazioni ed acquisizioni di documentazione da trasmettere alle autorità competenti svolgiamo la nostra attività di consiglieri comunali esercitando fino in fondo la funzione di indirizzo e di controllo, rivolgiamo alcune domande pubbliche al Sindaco e alla Giunta comunale:
1. A che titolo tre cittadini di Todi, con funzioni di addetti stampa, utilizzano mezzi, stampanti, telefoni, computer, fotocopiatrici del Comune di Todi da metà giugno non esistendo alcun atto amministrativo specifico che li autorizza?
2. Perché la distribuzione dei kit di risparmio energetico non viene effettuata da personale dell’Ente ma è stata affidata, in violazione di quanto previsto in delibera e del più generale principio di imparzialità della pubblica amministrazione, ad una “presunta volontaria” in realtà esponente della Fiamma Tricolore? Cosa c’entra il Comune con la locale sezione di un partito?
3. A proposito dei New Trolls e della diffida pervenuta in quanto il concerto reclamizzato è un “falso”, cosa intende fare il Comune nei confronti dell’Associazione Commercianti? Ha provveduto a chiedere chiarimenti al Presidente Prosperi? E’ vero che ha prelevato i fondi dal “fondo di riserva” del bilancio 2007, a cinque mesi dalla conclusione dell’esercizio finanziario, di fatto svuotandolo?
4. Come mai è stato indetto “silenziosamente” un concorso per farmacista, senza una chiara evidenza pubblica? Ad appena un mese dall’insediamento della Giunta si è fatto già il bando ed espletato il concorso, all’insaputa di tutti? Insomma la prova concorsuale più veloce della storia della pubblica amministrazione italiana… Perché tanta rapidità? I consiglieri di centrodestra erano informati? Cosa ci dicono a proposito del fatto che il Sindaco, per tutta la campagna elettorale, ha sventolato che avrebbe ridotto i troppi dipendenti comunali? Per ora siamo a più due, rispetto ad un mese fa!!!
Stiamo attendendo che gli uffici comunali consegnino la documentazione richiesta, non capiamo gli indugi….Perchè tanta resistenza a farci vedere gli atti? Non doveva essere una amministrazione che brillava per trasparenza?
Il gruppo Consiliare “L’Ulivo”
3 agosto 2007
L’ospedale di Todi sul "Times": soddisfazione ed encomio da Rifondazione comunista
Rifondazione Comunista di Todi esprime grande soddisfazione per l’articolo apparso su “The Times” sulla qualità dell’ospedale tuderte e del sistema sanitario pubblico in generale.
L’encomio conferma l’importanza di difendere i servizi sanitari pubblici presenti sul territorio e impongono la massima attenzione per garantire il pieno funzionamento del nostro nosocomio fino alla apertura del nuovo ospedale di Pantalla.
Desidero infine ringraziare tutto il personale medico e paramedico che grazie alla professionalità ed all’impegno profuso contribuiscono quotidianamente all’efficienza ed alla funzionalità della struttura ospedaliera per la tutela della salute dei cittadini ed oggi hanno permesso alla nostra città di diventare esempio nel mondo per la qualità della vita che essa è capace di esprimere.
Andrea Caprini (Rifondazione Comunista)
2 agosto 2007
Lettera aperta di un semplice elettore al "suo" consigliere
Caro Giorgi, durante l’ultima campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione comunale di Todi, ci siamo, casualmente , incontrati al bar, e prendendo insieme un caffè, mi hai chiesto il voto di preferenza presentandoti quale consigliere dell’Ulivo e consegnandomi il relativo materiale di propaganda.
In quella occasione ho promesso che ti avrei dato il voto. Il 28 maggio ho regolarmente espresso la mia preferenza scrivendo il tuo nome accanto a quello del dottor Servoli.
Dopo l’annuncio delle tue dimissioni dal gruppo consiliare, mi sento tradito da chi mi si era presentato con quella bandiera, perchè io continuo ad essere un convito militante dell’Ulivo ed invece mi rendo conto che il mio voto è servito a far nascere un nuovo gruppo del quale non sentivo la necessità.
Questo gruppo indubbiamente indebolisce la coalizione dell’Ulivo ed ottiene esattamente l’ opposto di quello che io mi proponevo di fare con il mio voto. La mia richiesta, a te pubblicamente rivolta, è quella che tu venga nelle sedi opportune per spiegare, da eletto a semplice elettore, i motivi della tua scelta, indicando gli eventi, le circostanze, le persone con nomi e cognomi.
Altri, probabilmente, daranno la loro versione dei fatti ai quali ti riferisci ed il semplice elettore quale io sono, potrà farsi un’idea, approvarti ed eventualmente anche seguirti.
Al momento mi considero tradito da chi mi ha chiesto una fiducia che ho mal riposto.
Rosario Di Proietto
1 agosto 2007
All’Umbria non servono altre strade nè autostrade!
La rinuncia da parte dell’Anas a portare avanti la trasformazione della E45, per l’impossibilità di provvedere a tutte le modifiche richieste dalla commissione di valutazione ambientale, la dice lunga non solo sulla qualità del progetto ma anche sulla sua economicità che da anni segue le vicende della infrastrutturazione regionale. Fortunatamente ora viene meno anche l’idea di ricorrere al "project financing" che avrebbe rischiato di risolversi in una vera e propria "mercificazione" del territorio regionale e di consegnarlo definitivamente alla speculazione e a nuove colate di cemento.
In un momento di grave allarme ambientale come quello che stiamo vivendo, con la consapevolezza sempre più diffusa che è ora di cambiare soprattutto il nostro modo di pensare e fare economia, è illogico e "fuori tempo" continuare a pensare come strategica la realizzazione di nuove strade ed anche la trasformazione della E45 in autostrada. Se vogliamo come dobbiamo tentare di contrastare i devastanti cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale dobbiamo cambiare e subito il nostro modo di produrre e consumare energia ma anche il nostro modo di muoverci, persone e merci. Dobbiamo ripensare mobilità e traffico in città e nel paese cominciando realmente a passare dalle automobili e dai camion alla ferrovia, dal trasporto privato a quello pubblico.
Ci delude la mancanza di lungimiranza di tutte le forze politiche della regione, di maggioranza come di opposizione che (tranne le meritorie eccezioni) senza troppi distinguo continuano a ritenere importanti i progetti che potenziano la mobilità ed il traffico su gomma e privato senza considerare minimamente la necessità del cambiamento obbligato dalla criticità ambientale che è già diventatà criticità economica e sociale. Svegliatevi!!! All’Umbria, una volta portate a termine quelle già in avanzato stato di realizzazione non mancheranno le strade. Già oggi abbiamo autostrade, strade statali, regionali e provinciali in numero superiore alla media nazionale e doppio rispetto alle altre regioni dell’Italia centrale.
Legambiente ha sempre sostenuto prioritario e urgente rivedere responsabilmente il modello di sviluppo della regione, considerare fondamentale la cultura del limite e della sostenibilità sul versante dell’uso delle risorse naturali che sono il vero volano per l’unico sviluppo possibile. Le strade, le automobili, i camion che consumano energia, surriscaldano il pianeta, non hanno futuro e consumano il futuro delle nuove generazioni e della nostra Terra. Dobbiamo cambiare subito! ORA!!! L’Umbria deve puntare sul trasporto su rotaia e su quello pubblico, per liberare le nostre strade e risanare le nostre città trasformate in tante camere a gas sempre sull’orlo della chiusura per mal’aria. Da oggi in poi ogni idea di sviluppo deve essere subordinata al miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini.
Legambiente dell’Umbria