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Di nuovo "sotto processo" per la futura gestione del ristrutturato castello di Petroro, il presidente dell'Ente tuderte di assistenza e beneficenza risponde alle accuse personali, politiche e tecniche

A Todi l’Ente tuderte di assistenza e beneficenza “La Consolazione”, già protagonista di scontri infuocati in campagna elettorale, continua ad essere al centro del dibattito politico cittadino, a differenza di altri enti cittadini (leggasi Veralli-Cortesi) dove pure ci sarebbe ugualmente di che parlare. Inutile però nascondere che, probabilmente, tanto “accanimento terapeutico” è legato anche all’esposizione politica del presidente dell’Etab, Paolo Ferracchiati, ieri come oggi coordinatore dei Democratici di sinistra.
Nei giorni scorsi, l’incontro fra la Giunta del sindaco Ruggiano ed il consiglio di amministrazione dell’Etab, che ha presentato all’Amministrazione comunale il suo programma di fine mandato, ha dato il via ad una serie di reazioni (disponibili nella sezione lettere e interventi). Il consigliere della Fiamma Tricolore Mario Epifani è tornato a chiedere a Ferracchiati di lasciare la “poltrona”, mentre Maurizio Giannini, già candidato a sindaco, ha rivolto allo stesso alcune domande circa la ristrutturazione e la futura gestione del castello di Petroro.
Per tutta risposta il presidente de “La Consolazione” ha inviato alla nostra redazione una vera e propria “memoria difensiva” contro quello che ormai deve ritenere un processo persecutorio, rispetto al quale sembra però disposto anche ad immolarsi e farsi sacrificare. La prima parte dell’intervento di Ferracchiati, quella riferita agli aspetti politici e personali, la pubblichiamo di seguito, mentre mettiamo a disposizione in allegato la parte tecnica afferente alle scelte sulla futura gestione del castello di Petroro.

Da circa 30 anni – scrive Ferracchiati – lavoro come educatore, sono laureato in psicologia e non sono un politico di professione. Mi sono sempre guadagnato da vivere in modo autonomo, non ho mai chiesto nulla per me o per la mia famiglia alla politica, o meglio ancora ai partiti, semmai ho sempre dato alla politica attraverso il mio impegno e quello che ho fatto, nel bene e nel male come lo si vuol leggere, l’ho fatto sempre al di là di qualsiasi interesse personale passato, presente o futuro.
Troppo stizzito? Si, moltissimo, perché prima di parlare ci si dovrebbe informare su chi viene investito dalla proprie critiche ed osservazioni. Ci si dovrebbe documentare sulle storie personali e pubbliche di tutti, in particolar modo di chi si tenta di demonizzare ad ogni occasione. Sull’onestà e la moralità non accetto lezioni da parte di nessuno!
Ancora troppo stizzito? Si, lo ammetto, ma l’educazione morale che ho ricevuto me lo obbliga. Per norma e regola, per educazione personale, non ho mai ignorato le osservazioni da qualsivoglia parte siano esse venute. Un fatto è certo, credo che alcune domande, in campagna elettorale, siano state strumentali e non ho alcun dubbio ad affermarlo di nuovo oggi. Strumentali perché, come ho già detto, quello che è stato fatto all’ETAB non è accaduto nel maggio 2007, ma è il frutto del lavoro amministrativo di diversi anni e mi pare perlomeno strano che alcuni lo abbiano scoperto il giorno prima delle elezioni soltanto.
Se si temevano questi immensi disastri potevano fare le stesse osservazioni prima, invece hanno taciuto e si sono interessati di ben altro, per poi meravigliarsi, come bambini davanti alla ruota del parco dei divertimenti, a maggio. E’ questa la dimostrazione della strumentalità , non la doverosa attenzione alla cosa pubblica che tutti dovremmo avere, sempre.
Ma restiamo nel merito. L’ETAB in questi anni, da farraginoso ente è stato trasformato quasi in un impresa che se la batte con i privati. I proventi della gestione patrimoniale sono stati messi a disposizione della parte più debole della nostra società. In questo progetto vi è rientrato anche il Castello di Petroro.
Quest’immobile è stato oggetto di innumerevoli richieste di privati che volevano acquistarlo, malgrado fosse ridotto in uno stato disastroso. Il CdA ha invece sempre cercato fino all’ultimo di trovare una soluzione che evitasse l’alienazione e rendesse il bene di nuovo fruibile. Con tenacia e perseveranza ci siamo riusciti e l’abbiamo recuperato, prima strutturalmente, poi abbiamo finanziato le opere di finitura.
Volete saper cosa hanno detto tutti coloro che per anni hanno visto quest’immobile degradarsi e perdere di valore? NULLA!!! Soltanto oggi che è stato recuperato in tutto il suo splendore ed il suo valore patrimoniale si è quadruplicato, ci si arroga il diritto d’insegnare la via maestra da seguire. Oggi tutto ciò non serve più. Dovevano trovarci le soluzioni prima, quando non riuscivamo a trovare il modo. Oggi è troppo facile, non vi pare? Comunque la destinazione dell’immobile è cosa pressoché obbligata.
La struttura è tale che si può prestare a diverse soluzioni, ma naturalmente, anche per le precise richieste che sono state già fatte da imprenditori interessati al settore turistico, la gara pubblica per la gestione dell’immobile sarà indirizzata verso il ricettivo, come già detto e condiviso dal sindaco e dalla giunta comunale all’incontro di qualche giorno fa.
I circa 2000 metri quadrati disponibili, la loro conformazione, l’articolazione del complesso, camere e mini appartamenti per circa 50 posti letto, sono tutte caratteristiche che naturalmente indirizzano verso questa direzione l’uso dell’immobile. Una volta ci è stato proposto anche di farci delle case popolari, ma abbiamo pensato che non fosse proprio il caso, anche se sarebbe stata meno concorrenziale per molti tale scelta.
Nella progettazione complessiva, l’Ente ha chiaramente dato ai progettisti l’indicazione di perseguire quanto più possibile la polifunzionalità della struttura, per cui l’indicazione è questa, ma l’aggiudicatario della gara potrà trovare anche soluzioni diverse, nel rispetto degli obblighi contrattuali che s’imporranno. Il target turistico, fermo restando che sarà un problema del gestore, si rivolgerà sicuramente ad un turismo internazionale di altissimo livello, vista anche l’alta qualità della struttura, per cui tutti possono stare tranquilli. Non ci sono rischi di concorrenza sleale o di agevolazioni. Obblighi, vincoli, oneri saranno specificati sul bando di gara, debitamente pubblicizzati, e , possiamo assicurarlo, dovranno essere rispettati da tutti in egual misura, come sempre d’altra parte è accaduto.
La cosa che non riusciamo a comprendere è che, malgrado le spiegazioni più volte date, non si è ancora capito che non c’è alcuna intenzione da parte dell’ETAB di farsi imprenditore turistico, ma, lo ripetiamo, mettiamo soltanto sul mercato una struttura, recuperata al 100%, rivalutata patrimonialmente, da cui auspichiamo di ricavare un congruo canone di affitto da destinare alle finalità assistenziali dell’Ente.
Rischi di concorrenza non ne vediamo, dal momento che strutture di questo genere e di tale livello, nel nostro territorio non ce ne sono che si possano paragonare, ma qualora ce ne fossero, ricordiamo a tutti che siamo un Paese libero e democratico, dove la concorrenza è ormai diventata una realtà acquisita e condivisa da tutti.
L’esperienza poi già maturata, vedi ad esempio il bar inserito nel Centro Servizi al Turista, che malgrado sia stato aperto ex – novo, come tutti hanno potuto constatare non ha costretto nessun altro bar di Todi a chiudere, né l’Ente si è trasformato in gestore di bar. Il raccordo con altri imprenditori locali del settore c’è stato, tant’è che , come già spiegato, siamo parte integrante di un progetto regionale a cui hanno partecipato numerosi imprese locali del nostro territorio ed altri enti pubblici come il Comune di Todi. L’ultima cosa che ci domandiamo è questa: chi oggi pone tutta questa serie di vincoli all’ETAB, quando si è trattato di svolgere, legittimamente, la propria attività ha chiesto agli altri imprenditori locali l’assenso, il permesso oppure ha fatto quello che intendeva fare e che riteneva più redditizio per la propria attività?
Infine un consiglio: per un attimo, solo per un attimo dimenticate che state parlando dell’ETAB, ente pubblico, di Paolo Ferracchiati, amministratore, ed immaginate il tutto nelle mani di qualche ricca famiglia d’imprenditori locali… avreste gli stessi dubbi, fareste le stesse richieste oppure pensereste semplicemente che ancora una volta il privato ha fatto il classico businnes, cosa inimmaginabile per un ente pubblico vecchio e burocratizzato?”                                        
                                                                                                                                    Paolo Ferracchiati

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