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Nella regione si produce un quarto del pescato nazionale d'origine lacustre; la Giunta Lorenzetti stanzia fondi a favore del settore

Circa un quarto del pesce pescato in laghi e bacini artificiali in Italia proviene dalle acque umbre.
Sono infatti 10.318 i quintali complessivi, a fronte dei 38.224 a livello nazionale: 221 quintali di anguille, 499 tra lucci e persici, 1.092 di alborelle, carpe e tinche, 8.516 di latterini, agoni e altre specie.
Il prodotto pescato in Umbria è consumato localmente e in parte commercializzato in altre regioni italiane. Una parte viene invece destinata alla surgelazione e alla trasformazione, come prodotto sfilettato, affumicato e macinato.
Sono 115 le licenze di pesca professionale, 105 delle quali in provincia di Perugia, registrate nel 2006 in Umbria. La maggior parte dei pescatori è riunita in cooperative: complessivamente sono cinque, tre in provincia di Perugia, per un totale di 69 soci.
Il problema però sono i punti di debolezza quali: le tecniche di pesca obsolete e poco selettive, la progressiva diminuzione delle risorse ittiche, l’invecchiamento degli addetti, l’organizzazione della commercializzazione.
Al Trasimeno per la diminuita pescosità dovuta a mutamenti ambientali ed all’ingresso di specie ittiche alloctone infestanti, che sono entrate in competizione con quelle di maggior pregio, mentre il lago di Piediluco ha preoccupanti problemi legati all’inquinamento, che di fatto riducono le potenzialità di prelievo delle specie oggetto di pesca professionale, e l’invaso artificiale di Corbara è soggetto a evidenti periodiche fluttuazioni idriche.
Di fronte a queste problematiche la Giunta Regionale dell’Umbria ha proposto un piano, che dovrà essere sottoposto al Consiglio, per il rilancio della pesca professionale e l’acquacoltura 2007/2009.
I finanziamenti complessivi previsti sono di oltre 274 mila euro: 234.346 euro per la pesca professionale e 40 mila euro per l’acquacoltura.  Obiettivo prioritario è quello di favorire l’occupazione dei giovani nella pesca professionale e iniziative di sostegno analoghe a quelle dei giovani agricoltori.
Il programma delinea inoltre strategie e interventi per il settore dell’acquacoltura, che in Umbria è incentrata prevalentemente sulla produzione della trota iridea, in Valnerina.
Otto dei nove impianti attivi nel 2006 sono dedicati a questo tipo di allevamento, con una produzione di 2.200 tonnellate che salgono a 2210 con l’allevamento di altre specie, per un valore totale di 7 milioni e 324 mila euro (7 milioni e 260 mila euro derivanti dalla produzione di trota).
Si prevede, infine, una specifica campagna di educazione alimentare e valorizzazione del prodotto ittico umbro non solo promuovendo la vendita diretta in azienda, ma anche nelle mense scolastiche, negli agriturismi e nelle pescherie dei punti vendita della grande distribuzione organizzata, e l’inserimento dei prodotti dell’acquacoltura nella promozione dei prodotti umbri.

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