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Il consigliere dell'Ulivo-Margherita, prende posizione dopo essere stato tirato in ballo dall'intervento di Alvi (La Destra) e dice la sua su centrosinistra, Partito Democratico e Ruggiano: "non esistono condizioni di ingovernabilità"
ulivo

E’ stato, nonostante fosse alla sua prima competizione elettorale, il terzo consigliere più votato. Il suo nome è circolato come possibile presidente del Consiglio comunale di Todi (con il gradimento palese del centrodestra) e pure come capogruppo dell’Ulivo.
Non se n’è fatto nulla, ma lui – Carlo Rossini (Margherita) – è rimasto in silenzio, non prendendo parte al fin troppo intenso dibattito fra gli schieramenti, ma anche all’interno di quello del centrosinistra.
Ora, tirato in ballo nei giorni scorsi da Gianluca Alvi (La Destra), Rossini si è deciso ad intervenire per dire la sua e mettere un po’ d’ordine fra le tante chiacchiere fatte intorno all’Ulivo, alla Margherita (del cui circolo cittadino è presidente) e al futuro Partito Democratico.

“Egregio dottor Alvi, ho letto la sua lettera aperta al sindaco Ruggiano. Mi compiaccio – scrive Carlo Rossini – che il dibattito politico tuderte si arricchisca del punto di vista suo e del movimento da lei rappresentato, seppur si tratti di un punto di vista decisamente lontano dal mio e dalla forza politica che rappresento.
Dall’inizio della mia attività politica, qualche mese fa, ho scelto di limitare quanto più possibile la mia partecipazione a dibattiti pubblici e la mia presenza sulla stampa. Una scelta in attesa di tempi migliori, quando riusciremo ad uscire dalle schermaglie quotidiane e a parlare più di politica, di idee e progetti, di Todi e del suo futuro. Chi non comunica non esiste, sostengono i più; ma chi comunica troppo, penso io, rischia di lasciare poco tempo all’ascolto, all’osservazione, alla valutazione, alla ragione.
Questa volta, non posso esimermi, però, dal rispondere ad alcune sue dichiarazioni sul mio partito e sulla coalizione di centrosinistra. Le premetto che ritengo assolutamente legittima e non priva di senso l’analisi politica da lei proposta, anche se, chiaramente, non ne condivido quasi nulla.
Non posso non constatare, come prima cosa, che lei parla di un centrosinistra diviso da un pulpito scomodo: un nuovo movimento nato nel centrodestra, proprio per distinguersi dalle posizioni di un partito, Alleanza Nazionale, nel quale molti, ormai, si trovano stretti. Un ulteriore segnale sul reale stato del centrodestra, dopo le calde giornate animate dal consigliere comunale Epifani e dalla storia di onore e tradimento in casa Fiamma Tricolore.

Parla, poi, di un Ulivo che torna a dividersi con un documento a firma DS: nulla di più sbagliato! Stiamo costituendo, sotto gli occhi di tutti, il nuovo Partito Democratico. Lo stiamo facendo con lo slancio di chi raccoglie una grande sfida per il futuro, quella di rafforzare una architettura bipolare costruendo partiti nuovi, che non si accontentino di aggregare chi la pensa allo stesso modo, ma capaci di garantire un reale dibattito interno, nel rispetto delle posizioni di ognuno, una elaborazione condivisa ed arricchenti punti di sintesi.
Non ci siamo mai nascosti le difficoltà, i problemi che si incontrano nel mettere insieme storie a tratti molto lontane, visioni non sempre convergenti, sensibilità diverse… ma siamo tutti convinti di lavorare ad un grande progetto comune.
L’uscita del volantino a firma DS, non è, quindi, la prova provata di una involuzione dell’Ulivo; si tratta, invece, dell’esatto opposto. I documenti a firma Ulivo sono documenti condivisi dai partiti che lo compongono; se si è nell’impossibilità di condividerli, come può accadere nel periodo estivo e come è accaduto in questi giorni, può risultare più utile ed incisivo, considerati i ritmi sempre più serrati della comunicazione, uscire in tempi brevi come singole segreterie.

Circa le dichiarazioni sullo stato della coalizione di centrosinistra, non le posso nascondere che la dura sconfitta elettorale, figlia di errori e sottovalutazioni che non ci esimeremo dall’analizzare in altre sedi ed in altri momenti, ci ha restituito una coalizione disorientata ed attraversata da profonde crisi. Mi permetta di aggiungere, però, che, fortunatamente, contrariamente a quanto lei afferma, ne abbiamo consapevolezza e non abbiamo nemmeno problemi ad ammetterlo: non sarebbe, forse, meno normale se fossimo rimasti indifferenti di fronte ad una sconfitta che tanto ci pesa?
Sarà proprio a partire da questi errori che il centrosinistra ritroverà forza e vigore: abbiamo sbagliato, gli elettori ce lo hanno fatto capire chiaramente. Non è mica la morte del mondo! Se si è sbagliato, si corregge il tiro e si cerca di nuovo la fiducia di chi ti ha fatto notare l’errore.

Passiamo alle dichiarazioni sulla situazione di governo della giunta Ruggiano. Le assicuro che ad oggi, per quanto mi è possibile vedere, non sussistono condizioni di ingovernabilità. È una situazione delicata, questo è chiaro, ma non ingestibile.
Ho la sensazione, però, che la strategia scelta dal centrodestra, confermata dal suo appello al sindaco di considerare l’opzione delle dimissioni, sia sostanzialmente quella del vittimismo: “Non ci fanno governare!”, “Non ci consentono di fare gli interessi dei cittadini!”, “Ci hanno lasciato un’eredità pesante”…
Non è proprio così!
Il problema vero è che stiamo attendendo che il sindaco Ruggiano e la coalizione che lo sostiene mettano sul tavolo idee e programmi da confrontare senza perdere ulteriormente tempo. Se idee e programmi ci sono, si confrontino; se non ci sono si ammetta di fronte alla città che non c’è filo da tessere.
La campagna elettorale mi ha personalmente convinto che il centrodestra era animato da una gran voglia di “cambiare gestione”, ma con poche, pochissime idee sul come gestire. Molte idee sulla rivoluzione, insomma, poche sul giorno dopo… Ad oggi, i segnali confermano le mie sensazioni.

Da ultimo, mi rifaccio alle considerazione da lei fatte sulla Margherita. Un partito inesistente, dice lei. Le posso assicurare che da mesi lavoriamo con le nostre idee ed i nostri mezzi ad un progetto di governo serio per Todi ed i suoi abitanti. Lo abbiamo fatto quasi sempre in silenzio – questo sì, lo riconosco – senza clamori, preferendo ai toni alti e all’esposizione mediatica un pacato confronto con i nostri alleati. Ma non confonda il nostro stile silenzioso con il silenzio o, peggio, con la nostra assenza.
Un partito senza forza, aggiunge ancora lei nelle sue dichiarazioni. Si sbaglia! C’è, invece, un rinnovato interesse e, mi permetta, i risultati elettorali qualche indicazione al riguardo l’hanno data.
Un partito senza interessi, conclude lei. Non direi, proprio. L’interesse c’è ed è molto alto. È l’interesse al bene di Todi e dei suoi cittadini, al bene comune e non alle rendite individuali.
Circa poi la sua dichiarazione secondo la quale il disinteresse della Margherita sarebbe causato dall’assenza di poltrone da spartire, la invito ad una analisi più alta, contribuendo a sgombrare il campo da una politica letta con categorie da “bar sport”, che possono anche pagare in termini elettorali, ma che ci allontanano inesorabilmente dal bene di Todi e della sua comunità.
Le assicuro che sono disposto a riconoscere nel suo impegno, in quello del Movimento che lei rappresenta e nell’azione di ogni altra forza politica del centrodestra un interesse più alto di quello individuale.
Liquidare con una battuta tanto infelice la presenza di un partito e l’impegno di molte persone che, le assicuro, si interessano alla città con dedizione e gratuità è mortificante più di tutto per quella politica che amiamo e ci chiede tempo”.

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