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L'esperienza di "site.it" è divenuta oggetto addirittura di un documentario - "Odore di inchiostro" - proiettato alla festa dell'Unità di Narni

Uno spaesato Don Chisciotte si aggira per le vallate selvagge e bellissime della Marsica, Abruzzo, in cerca di nuove avventure. Al posto del vecchio Ronzinante, una cinquecento gialla. Non c’è da combattere più contro i mulini a vento, pur presenti nella zona sotto forma di pale eoliche, ma contro l’informazione ufficiale, in mano a poche agenzie di stampa, afflitta da censure e autocensure, conflitti di interesse, esperti improvvisati e giornalisti intrattenitori.
Si apre così “Odore di inchiostro”, documentario diretto dal regista di origine iraqena Haydir Majeed, presentato la scorsa settimana alla Festa de l’Unità di Narni. Il film nasce dall’esperienza di Site.it, giornale online nato nel 1999 nella Marsica, diventato nel 2003 rivista distribuita gratuitamente a tutte le famiglie della zona (una sorta di “Tam Tam” abruzzese, insomma) e stampato in 90.000 copie, oggi punto di riferimento dell’informazione locale.
Peculiarità del progetto, apparentemente simile a tanti altri? Al grido di “L’informazione ufficiale non ti piace? Diventa tu il media”, la rivista ha permesso l’affiliazione a tanti piccoli giornali locali, fornendo loro assistenza, registrazione e un direttore responsabile.
Nei vari paesini della valle marsicana, sono spuntati così tanti piccoli fogli, distribuiti gratuitamente nei bar e nelle piazze, con titoli emblematici come “Briganti”, “Ortica”, “Sherwood”, “La vanga” e redazioni composte da giornalisti improvvisati: pastori, fabbri, pensionati, studenti o casalinghe.
In redazioni-tipografie sistemate nei garage, è tornato a risuonare il rumore di fondo di uno strumento degli anni andati di collettivi e lotte clandestine, il ciclostile, riveduto nella versione da terzo millennio del “copyprinter”.
Giornali per piccole comunità ma non solo, informazione autoprodotta ed indipendente, che ha dovuto lottare con quella ufficiale, troppo spesso, nella sua versione locale, imboccata ed asservita al potere politico ed economico.
Con la chioccia di Site.it e con modiche spese di gestione, l’informazione autoprodotta è arrivata dappertutto, perfino a Ortona dei Marsi, paesino della Valle del Giovenco, 1000 metri di altezza per meno di 800 abitanti, famoso più che altro per le scorribande degli orsi in cerca di cibo.
Tra critiche, minacce e querele, equamente ricevute da destra e sinistra, i “fogli” hanno fornito notizie e raccontato storie ignorate dai quotidiani locali, ma hanno anche dato molto fastidio a governanti e giornali “seri”: 30 milioni di euro è stata l’incredibile richiesta di risarcimento che “Il martello del Fucino” si è trovata a dover fronteggiare quando ha scoperto la “bufala” del progetto a Pescina di una clinica del futuro inesistente, sulla quale maggioranza ed opposizione del luogo si erano accordati.
Alla rivista si è così affiancato un team di legali amici, e tutto “si è sempre concluso con nostre assoluzioni, anzi abbiamo contribuito a promuovere l’intervento della magistratura dove avevamo indagato noi”, confessa Angelo Venti, ideatore e responsabile del progetto.
Un esempio di informazione glocale, ripetibile ovunque, democratica ed indipendente, che nasce dal basso e mette in luce le storture dell’informazione nostrana (dove i finanziamenti pubblici sono concessi anche alla guida tv di Sky!) e cerca di spronarla ad uno dei suoi doveri primari: dire alla gente anche ciò che non vorrebbe sentirsi dire.

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