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30 settembre 2007
Bene lo "scuola day" ma sui pulmini si è sbagliato: bisogna farli tornare in piazza

Ringrazio il sindaco di Todi Ruggiano per aver organizzato una giornata di auguri per iniziare il nuovo anno scolastico. Di questi tempi si sente veramente il bisogno di riunirsi e fare delle riflessioni. Riflessioni che riguardano la parte più “delicata” della società: i ragazzi. E’ un momento di riflessione per ripensare e decidere sul futuro dei nostri giovani che, ormai hanno perduto i punti di riferimento, a cominciare dalla famiglia e finire alla scuola.
Con questi cambiamenti “veloci” di governi, noi operatori, soprattutto alla scuola dell’infanzia e alla primaria ci troviamo a dover aggiornare e modificare il lavoro e adeguarlo alle nuove direttive del nuovo governo per “aggiustare” con giravite, pinze e martelli quello che non andava nella precedente riforma. Da dove si comincia? Logicamente dalla base, cioè noi. Ma, nel mezzo del cammin… la strada si perde e che succede? Che la scuola dell’infanzia e la primaria vengono riformate, la scuola media viene leggermente sfiorata e gli istituti superiori ne restano immuni (aspetto smentite).
Devo dare atto al Ministro che non ha messo fretta, due anni di sperimentazione. Grazie, così posso riposarmi per il lavoro svolto per mesi con la precedente riforma, lavoro (inutile) che è volato nella notte come le ore passate al computer.
Signor sindaco i bambini sono al centro dell’opera educativa sia della famiglia, della scuola e della comunità: i bambini devono stare bene, i bambini devono fare salti di gioia (si fa per dire) quando devono andare a scuola perché sanno… osservano… e giudicano ciò che vedono, sono inflessibili. Ho letto qui quella lettera di alcuni genitori che fanno delle accuse.
Non entro nel merito, ma una cosa mi preme: i bambini devono scendere dai pulmini davanti alla scalinata del Duomo e di lì accompagnati. Farli scendere a Piazza Jacopone è un errore logistico, i bambini non possono fare tanta a strada piedi, in mezzo al traffico, che viene bloccato. Si forma una fila che arriva (è successo l’altro giorno) alla curva giù, sotto ai giardini. I bambini portano sulle spalle uno zaino che pesa, purtroppo, dai 7 ai 10 chilogrammi (colpa anche dei genitori che non aiutano i figli a preparare lo zaino con la motivazione che devono essere autonomi).
Un’altra faccenda che mi preme, come cittadino questa volta: come è possibile che i vigili del fuoco non abbiamo dato l’o.k. per l’Aosta, anche se si superava il numero, e lo hanno dato per San Fortunato? Io ho insegnato 3 anni lassù e francamente ne avrei fatto volentieri a meno. E’ un "lager", spero che questa situazione venga cambiata per il bene esclusivo dei bambini. Antonio Germino

29 settembre 2007
A proposito di "Comuni ricicloni" e di cosa non viene detto

Quella che segue è una lettura personale dei dati sui rifiuti apparsi sulla stampa locale.
Nella classifica di Legambiente sui “Comuni ricicloni” 2007 tra i capoluoghi Perugia non è in graduatoria in quanto non ha raggiunto il minimo del 35%. La situazione si riflette in tutta la Regione. Come si pensa di raggiungere il 45% di legge per il 2008?
Perugia ha realizzato una forma di incentivo (una specie di sconto) sulla tassa rifiuti. Adesioni? 5.000 utenze su 57.000 (8,8%). Per la Gesenu è un buon successo! Se questo è un successo allora il 33% di raccolta differenziata cosa è? Un trionfo? Certo con questo metro di valutazione non penso si vada molto lontano.Ma basta poco per capire il motivo. Se una famiglia risparmia, in un anno, al massimo 35 euro in cambio di 500 kg di rifiuti riciclabili (quantità degna di robivecchi) sarà dura!
Immaginate Todi. Ipotizziamo che un viaggio all’isola ecologica di Ponte Rio costi 1 euro tra andata e ritorno. Per guadagnare 25 euro di sconto devo fare 10 viaggi portando 50 kg di rifiuti riciclabili a viaggio! Chi di voi si sente di farlo?
Cosa dovrebbe fare una famiglia di 4 persone per ottenere 300 kg di rifiuti riciclabili utili per provare a risparmiare sulla tassa? Ecco.
Leggere 1 quotidiano al giorno – metterlo da parte e in un anno avrete 365 quotidiani per circa 90 kg. Leggere 1 periodico a settimana – metterlo da parte e in un anno avrete 52 periodici per circa 25 kg. Bevete 3 bottiglie di acqua minerale al giorno – mettetela parte e in un anno avrete plastica per circa 45 kg. Qualche bottiglia di vetro la trovate sicuramente e in un anno ne avrete per circa 30 kg. A questo punto o avete un garage adatto o un amico con il furgone oppure fate tanti viaggi. Ah, dimenticavo, con tutti i rifiuti di prima siete arrivati a circa 190 kg… gli altri 110 fateveli prestare, prendeteli nei cassonetti oppure arrangiatevi che devo dirvi tutto io?
Scherzi a parte, e vi confesso c’è poco da scherzare, dobbiamo lavorare sul serio sulla raccolta differenziata perché i costi, a partire dalle discariche, aumenteranno vertiginosamente nei prossimi anni. Ma, prima di tutto dobbiamo imparare ad acquistare meno rifiuti in modo da produrre meno rifiuti.
Lo Stato dovrebbe incentivare in maniera massiccia chi realizza confezioni con minor imballaggio e noi penalizzare chi ci fa pagare il tonno avvolto con il cartoncino oppure il dentifricio nella scatoletta di cartone e cosi via.
In merito alla posizione di Assisi sempre su “Comuni ricicloni” – 6° posto tra i Comuni con più di 10.000 area centro, con il 36,01% – c’è da fare una riflessione.
Nel quadro dei Comuni segnalati (n. 22) che hanno raggiunto dati apprezzabili ben 20 sono della Regione Toscana. Cosa potrebbe significare? Che la Regione Toscana ha svolto un lavoro in ambito regionale migliore? Che hanno sanzionato (e non prosciolto) i Comuni non virtuosi? Perché investire molti soldi in finanziamenti per l’incremento della raccolta differenziata, in una campagna informativa regionale se poi non si richiama all’ordine chi non ha fatto nulla?
Un paio di riflessioni in merito alle dichiarazioni del presidente Antonielli apparse sulla stampa.
Circa i dati di Legambiente pubblicati su “Comuni cicloni” 2007 questi sono la sintesi delle schede inviate dai Comuni stessi relative all’anno 2006 e non sono dati che Legambiente prende dagli anni precedenti.
Mentre per quanto riguarda l’obiettivo del 75% nel 2009 previsto da Gesenu nutro molti dubbi. E’ relativamente “semplice” salire dal 30 al 35%, ma è altrettanto chiaro che più si sale e più è difficile spostare le percentuali. Chiedere cosa significa passare dal 50 al 60% a chi lo ha fatto! Secondo questo obiettivo cosa facciamo il 60% nel 2008 e il 75% nel 2009? Sarà?!
Maurizio Pierdomenico

28 settembre 2007
Todi: i genitori chiedono che gli scuolabus arrivino in piazza

Con la presente si vuole portare a conoscenza di tutta l’opinione pubblica quanto sta accadendo in questi giorni nel centro storico di Todi a seguito della modifica del capolinea degli scuolabus che trasportano gli alunni delle scuole elementari che hanno sede nel centro storico della città e precisamente dei plessi scolastici di Santa Prassede (nello stesso fabbricato della scuola media) e di San Fortunato, ubicati rispettivamente in Via del Vescovado e in Via del Seminario.
A seguito di tale modifica gli scolari che utilizzano gli scuolabus sono costretti a percorrere, sia in entrata che in uscita, un itinerario molto più lungo rispetto a quello di quando il capolinea era in Piazza del Popolo, infatti ora si trovano a transitare in Via Mazzini e in Piazza del Popolo, facendo “slalom “ tra le auto in transito e questo pone il rischio di incorrere in eventuali investimenti, oltre che un aumento del tempo di percorrenza, causando notevoli ritardi di ingresso a scuola, senza considerare poi quando le condizioni atmosferiche saranno avverse, visto che siamo alle soglie della stagione autunnale e invernale.
Tutto ciò premesso:
1) non si comprende quali benefici si siano ottenuti dall’emanazione di tale provvedimento, visto che il traffico delle auto, da viale Consolazione a Piazza del Popolo, oltre che essere aumentato è abbastanza caotico, con file interminabili, specialmente nella fascia oraria tra le ore 7,45 e le ore 8,15, facendo entrare in ritardo a scuola anche gli studenti degli altri istituti scolastici della città;
2) gli scolari che utilizzano il mezzo pubblico (scuolabus) sono penalizzati rispetto agli altri coetanei che vengono accompagnati tutti i giorni dai propri genitori utilizzando il veicolo privato, visto che possono arrivare e sostare in Piazza del Popolo;
3) Il comandante dei Vigili Urbani e il suo collaboratore responsabile della viabilità, che dovrebbero essere esperti in problemi di traffico si sono resi conto delle attuali difficoltà che sono emerse con il provvedimento in questione? Quale beneficio si è avuto da questa modifica? A questo punto il dubbio nasce spontaneo;
4) perché la dirigente della Direzione Didattica (leggi direttrice) ad oggi non si è ancora adoperata per chiedere delucidazioni al sindaco e all’assessore delegato alle politiche scolastiche, in merito al provvedimento emanato? Perché non si è fatta carico di trovare una soluzione a tale problema? Evidentemente non essendo di Todi e tanto meno non vivendoci, non si sente chiamata in causa alla difesa e alla salvaguardia dell’incolumità degli scolari delle classi a lei subordinate;
5) come mai sabato scorso (22 settembre 2007) nel tardo pomeriggio Piazza del Popolo era completamente invasa dalle auto in sosta selvaggia per una cerimonia di battesimo, quando esiste un divieto di sosta permanente? Forse perché il festeggiato era amico di qualcuno?
6) per modificare il capolinea degli scuolabus non era prevista l’emissione di una specifica ordinanza da rendere pubblica alla cittadinanza? Da quanto verificato sembra essere in vigore ancora la precedente. Quindi il provvedimento in oggetto sarebbe anche un provvedimento illegittimo.
Considerato che da quattro anni tale capolinea in Piazza del Popolo non ha mai causato disagi agli utenti della strada, nonché pericolo per la sicurezza degli alunni stessi, si ribadisce che è opportuno che l’attuale Amministrazione in carica e in special modo il sindaco, riconosca l’errore di aver emanato questo provvedimento e riporti in vigore le precedenti disposizioni, annullamento l’atto in questione emanato dal Comando Polizia Municipale.
Un gruppo di genitori dei plessi di Santa Prassede e San Fortunato

27 settembre 2007
La questione dei trasporti scolastici va risolta diversamente

Rifondazione Comunista sollecita il sindaco e la Giunta comunale di Todi a trovare al più presto una soluzione per i disagi relativi all’accompagnamento dei bambini nei plessi scolastici nel centro storico.
Le nuove disposizioni, rilasciate in tempi record e senza la assoluta partecipazione dei diretti interessati, stanno causando enormi problemi sotto il profilo della sicurezza e sulla possibilità per i bambini di poter essere in aula per l’orario di inizio delle lezioni.
Oltre alle mamme, comprensibilmente preoccupate, sono ora i volontari dell’AUSER ad esprimere forti perplessità sul provvedimento assunto dalla nuova amministrazione.
Riteniamo che debba essere al più presto aperto un tavolo di confronto tra amministrazione, direzione didattica e rappresentanti dei genitori che affronti la questione dei trasporti scolastici insieme alle problematiche relative alla dislocazione dei plessi scolastici delle scuole elementari e delle scuole medie nel centro storico.
Intanto chiediamo al Sindaco che venga immediatamente ripristinato il servizio assicurando pieno sostegno ad ogni iniziativa che le famiglie porranno in essere nel prossimo futuro.
Andrea Caprini – capogruppo consiliare Rifondazione comunista

25 settembre 2006
L’ambiente non è né di destra né di sinistra

Non vedo perchè ci si debba accanire contro Pecoraro Scanio.Personalmente non ho ancora gli strumenti per "definirlo qualitativamente", ma fa quello che un verde, e non solo, dovrebbe fare: preoccuparsi dell’ambiente.
Non si può pretendere che chi sta a capo di un partito del genere sostenga idee non appartenenti alla sua corrente politica, o che semplicemente "cozzano" con la difesa dell’ambiente.
Che senso avrebbe un partito dei Verdi se poi le decisioni prese o le proposte fatte fossero le stesse di un qualsiasi altro partito?
Anzi, mi sembra che Pecoraro Scanio s’interessi fin troppo di argomenti che esulano da ciò di cui dovrebbe trattare, rischiando di trasformare il suo in un partito come tanti altri. Questo non serve. Serve invece qualcuno che si preoccupi soltanto o soprattutto di ambiente.
E poi la natura non è né di destra né di sinistra, dovrebbe interessare tutti. Inoltre ogni partito ha i suoi ideali, e questo è giusto. Diversamente in quale mondo arido e triste e zozzo dovremmo vivere?
Comunque non si può pensare solo allo sviluppo, la Natura non è qualcosa in più, è ciò in cui viviamo, dipendiamo da lei e di lei (per fortuna!) non possiamo fare a meno. Lo sviluppo di un paese si giudica anche dal rispetto che ha nei confronti dell’ambiente.
E poi si parla di questo in Umbria! Dovrebbe ormai essere assodato che i turisti, oltre che per i monumenti, vengono per la nostra natura. Noi dovremmo avere ancora più attenzioni.
Ad esempio: prima che nelle nostre campagne cali il più completo silenzio, servirebbero maggiori controlli (anche da parte della Forestale) per evitare che i cacciatori di frodo si approfittino di questo clima di disinteresse per gli animali (tipico del posto). Gli animali sono sempre ambiente, cioè dovrebbero far parte del programma di preservazione ambientale. Ricordiamo che queste cose vanno a braccetto… non facciamo finta che natura è solo il mangiare biologico o l’inquinamento atmosferico.
La cosa paradossale è che in una regione come la nostra della natura non frega niente quasi a nessuno.
Molte persone fanno dei boschi la loro discarica e lo stesso dei bordi delle strade. Capisco che non c’è mai stato questo tipo di cultura, ma non si potrebbe sviluppare? Invece che permettere ai propri figli di divertirsi a lanciare pacchetti di patatine all’arena?
Luisa De Luca

25 settembre 2007
A Marsciano il quartiere Tripoli è proprio da cani

Vi scrissi da Marsciano già nel giugno dello scorso anno per sottoporre all’attenzione di molti un problema che mi sta molto a cuore. Confidando nel fatto che molta gente, anche nel quartiere dove abito, avrebbe letto il vostro giornale, speravo di svegliare un pò gli animi, speravo che altri genitori, stanchi come me di controllare i loro figli mentre giocano al Parco verde di Tripoli affinchè non inciampino in cacche varie, facessero sentire la loro voce! Che dire? Niente è cambiato! I cani continuano a circolare liberi e senza museruola, i bambini continuano a giocare in mezzo alla loro cacca ed io assisto a tutto questo impotente!
I Vigili Urbani di Marsciano, dopo l’uscita dell’articolo, si sono limitati semplicemente a fare domande in giro, si sono avventati contro bersagli troppo facili e già noti… ma il problema non è il singolo cane, pericoloso o meno, che va in giro senza guinzaglio e museruola, il problema sono tutte quelle persone che credono di poter fare sempre i loro comodi indisturbati!
Mi chiedo perchè, dopo la mia segnalazione, non sono partiti dei controlli più attenti e severi? Perchè non sono state fatte delle multe? Perchè deve continuare a pagare il tranquillo e onesto cittadino? Se poi questo cittadino è anche un bambino?
Una residente del quartiere di Tripoli (Marsciano)

24 settembre 2007
Motorini maledetti anche a Ponterio di Todi

Mi riallaccio alla lettera da Monte Castello sui motorini: anche a Todi e in special modo a Ponterio, dove abito, c’è il problema dei motorini che non sono a NORMA. Le marmitte sono truccate e fanno un rumore indiavolato che, nel silenzio della notte, ti fanno letteralmente sobbalzare dal letto.
Ecco perchè i miei figli tornano a casa alle due-tre del mattino. A quell’ora i centaurini sono a nanna a sognare come "far fesso" papà e il vigile. Però se noi tutti, esporremmo la situazione, sono certo che le forze di polizia ci darebbero volentieri una mano, anche se poi si debbano sorbire le maledizioni di quei genitori che poco controllano. Andiamo tutti dai vigili e carabinieri, qualcosa si otterrà.
Antonio Germino

24 settembre 2007
Monte Castello: quegli insopportabili motorini!

A Monte Castello di Vibio, come se non bastassero i problemi già esistenti, in paese da qualche tempo c’è anche quello dei motorini: quelli che non sono in regola con la normativa, che provocano inquinamento acustico insopportabile.
Sono stati ripetutamente richiesti controlli e verifiche, peraltro doverosi da parte degli organi competenti, ma la situazione rimane invariata, costringendo gli abitanti a subire.
Questa forma di inciviltà è in evidente contrasto con la bellezza e la vivibilità di cui potrebbe godere questo piacevole luogo. Cosa aspettano le istituzioni preposte ad intervenire?
Lettera Firmata

24 settembre 2007
Ancora sui rifiuti e sulla raccolta differenziata

Condivido l’apprezzamento di Cardaio circa le Ecofeste e mi auguro che si presti l’attenzione dovuta a questa iniziativa. Finalmente! Avevo già segnalato l’idea in precedenti interventi oltre per l’efficacia anche perchè il Mater-bi viene prodotto a Terni dalla Novamont, ovvero abbiamo in casa le tecnologie, possiamo contribuire (anche se modestamente) a tutelare posti di lavoro ma purtroppo ero rimasto inascoltato da che di dovere. Altro problema sono i pannolini e pannoloni (6% di rifiuto non riciclabile e puzzolente!), esistono soluzioni efficaci anche per questo problema.
Sempre in tema di rifiuti ho avuto modo di leggere sulla stampa che i nostri assessori Bertini e Menghini hanno avuto un colloquio con dirigenti di Gesenu in merito ad una non meglio definita sperimentazione su parte di Todi e ad intervenire nelle scuole.
Mi permetto di segnalare che qualsiasi sperimentazione settoriale (quartiere,zona ecc..) in città di modeste dimensioni porta a risultati negativi. Il perchè è semplice. Se togliamo i cassonetti a Cappuccini molti cittadini porteranno i rifiuti nei cassonetti fuori porta o li depositeranno lungo il tragitto casa-lavoro ed altro. Si crea un dualismo controproducente con gli abitanti di altre zone (perchè hanno tolto i cassonetti a noi e non agli altri?). I risultati di raccolta differenziati sarebbero insignificanti e non valutabili correttamente. La raccolta differenziata va fatto e basta, altrimenti il 40% non si raggiungerà mai! Sarebbe auspicabile con il sistema del porta a porta che offre migliori prospettive, ma questo è un latro discorso.
Per quanto riguarda la scuola voglio ripetermi. Il lavoro svolto dagli insegnanti è egregio e si può migliorare ma se non si proietta all’esterno il lavoro educativo rimane una splendida attività ma chiusa nella quattro mura scolastiche. I ragazzi devono coinvolgere gli adulti attraverso giochi, premi, attività svolte con gli adulti e i premi si ottengono se gli adulti si attivano. Ad esempio (mi faccio un po’ di pubblicità): i ragazzi da soli non possono andare all’isola ecologica, ma se "costringono" gli adulti ad andare perchè ottengono (i ragazzi) un premio che può essere individuale, di classe (buoni acquisto, PC, biciclette, palloni ecc..) lo scenario cambia e di molto vi assicuro. Chiedere ad Avellino che ha aumentato del 9%, a Città di Castello (che come è terminata la scuola ha visto precipitare la raccolta all’isola ecologica) e potrei continuare. Bisogna progettare!
Maurizio Pierdomenico

23 settembre 2007
I non-eletti nella lista dell’Ulivo continueranno ad impegnarsi

I candidati della lista dell’Ulivo alle ultime elezioni amministrative di Todi, per ribadire e confermare le motivazioni che li hanno spinti a presentarsi in quella lista nell’ultima campagna elettorale, intendono conferare:
– tutto l’impegno sociale, già manifestato, per la nostra comunità nel rispetto dei valori in cui crediamo e che appartengono alla storia ed alla tradizione dei nostri partiti e che si ritroveranno nel futuro Partito Democratico;
– il successo della lista dell’Ulivo-Alleanza per Todi e soprattutto l’impegno di quelle persone che per la prima volta si sono presentate dinanzi agli elettori, debbono essere di conforto per tutti quanti quelli che ci hanno dato fiducia, pur dovendo prendere atto della sconfitta sull’elezione del sindaco, possiamo assicurare loro che continueremo a profondere energie ed impegno per far sì che i diritti di tutti i cittadini siano equamente tutelati;
– ci impegnamo fin d’ora a portare nuove idee, maggior entusiasmo, più partecipazione, più collaborazione all’interno dei partiti ed ancor più dentro il futuro Partito Democratico;
– mettendo al primo posto il bene dell’intera comunità, ci mettiamo a disposizione di quanti intedevano, attraverso noi, proporre suggerimenti e fare richieste a nome della collettività.
Manuel Valentini (promotore), Roberto Antonelli, Sabrina Austeri, Maria Rita Bosi, Antonio Diotallevi,
Mauro Forcelli, Sonia Gallo, Valentina Parasecolo, Marco Pepi, Angelo Rigo, Maurizio Sarti

23 settembre 2007
A Massa Martana c’è una strada maledetta dall’Amministrazione

Alcuni mesi fa “Tam Tam” aveva già segnalato la situazione della strada di Barbasciano, località del Comune di Massa Martana, che aspetta da anni la bitumatura da parte del Comune, al quale gli abitanti della zona si sono rivolti ormai un’infinità di volte per segnalare i disagi a cui sono sottoposte le famiglie. La prima petizione risale al 2000 e a quella sono seguite segnalazioni, esposti e denunce, divenute tanto più insistenti durante la scorsa estate sia perché è un periodo nel quale i problemi lamentati si aggravano ulteriormente, sia perché nel frattempo anche l’Unità sanitaria locale ha riconosciuto che “effettivamente la strada in questione è molto polverosa e pertanto tale condizione può essere causa di oggettive problematiche per i residenti in prossimità della stessa”.
Nel corso del tempo gli abitanti di Barbasciano, Piemonte ed Aussa hanno ricevuto da parte dell’Amministrazione comunale rassicurazioni circa un intervento risolutivo della questione, ma finora le promesse non si sono mai tramutate in realtà, rimandando il tutto “alla normale attività programmatoria dell’ente, compatibilmente con le risorse finanziarie”. La scusa, anche a fronte di possibili danni alla salute dei cittadini, è che non ci sono i soldi. E questo nonostante Massa Martana abbia goduto di un’alluvione di milioni di euro per la ricostruzione post-terremoto, senza però che si riuscisse a trovare un rivolo per bitumare la strada in questione. Anche in questo caso la spiegazione è stata che quegli stanziamenti non si potevano utilizzare per questo tipo di opere, salvo poi constatare che in altri Comuni vicini una soluzione in tal senso si è trovata, mentre qui è proprio mancata la volontà politica.
Non si spiega altrimenti come altre strade, assai meno trafficate e bisognose ma evidentemente con i santi patroni giusti, hanno goduto di un trattamento diverso. Non si spiega altrimenti come è stato possibile intervenire per sistemare una strada vicinale (vedi quella della “Torricella”) piuttosto che una comunale. Non si spiega altrimenti come si preferisca spendere fiumi di denaro per rotonde e svincoli tanto grandiosi quanto discutibili nella collocazione e realizzazione piuttosto che poche decine di migliaia di euro per eliminare un annoso disagio a dei cittadini che evidentemente sono considerati di serie B. Peraltro la strada di Barbasciano serve d’accesso ad una vicina cava, fatto questo che implica oltre il traffico locale anche il continuo transito di mezzi pesanti, con tutte le conseguenze del caso per chi abita a ridosso della carreggiata.
Fabrizio Bernacchia

22 settembre 2007
All’ambiente c’è un Ministro incompetente e maldestro con i numeri

Rispondo con un po’ di ritardo all’intervento di Maurizio Pierdomenico del 20 settembre.
Pur non essendo un esperto di materie scientifiche e seguendo solo da osservatore interessato i dibattiti su energia e ambiente, ho rifilato l’aggettivo “incompetente” a Pecoraro Scanio perché mi sto rendendo conto sempre di più, con la semplice arma del buonsenso, dei danni innumerevoli che questo verde a tutto tondo (in realtà piuttosto rosso) crea dal giorno che è diventato ministro.
Blocco dei termovalorizzatori, dei rigassificatori, delle centrali a carbone, della TAV e di tutte le infrastrutture di cui abbiamo estremamente bisogno per far ripartire il motore dello sviluppo.
Come definirebbe una persona del genere? Io incompetente, se non mi concede questa parola mi lasci almeno dire che è accecato dall’ideologia.
Questa non è questione di destra o di sinistra, ma di semplice buonsenso. Mi pare infatti che i critici di Pecoraro, tra cui Antonio Di Pietro, siano assolutamente bipartisan. Chi ha a cuore l’interesse dell’Italia sa benissimo che le scelte di Pecoraro Scanio sono pericolose.
Le ricordo che nei giorni scorsi l’ad dell’Enel Fulvio Conti ha lanciato l’allarme sul rischio black-out che potremmo correre questo inverno. Lo sa come mai? Perché proprio il suddetto ministro ha bloccato lo stoccaggio di circa 500 milioni di metri cubi di gas. Basta che i nostri fornitori esteri chiudano appena un po’ il rubinetto e il patatrac è già bello che pronto.
Non ho partecipato alla conferenza, però da buon cittadino mi sono documentato a riguardo, leggendo cronache, commenti ed editoriali (anche se lei pensa il contrario) di tutti i colori politici.
Tralasciamo il fatto che l’unico scienziato intervenuto in due giorni di dibattiti e tavole rotonde è stato il Nobel Carlo Rubbia, perché il vero punto è un altro.
Il problema è che Pecoraro Scanio non sa nemmeno leggere i rapporti del Cnr. Ha detto che l’effetto serra causato dalle emissioni di CO2 avrebbe già comportato, nel nostro Paese, un aumento quadruplo della temperatura rispetto alla media planetaria.
Franco Prodi, illustre scienziato con un curriculum d’eccellenza e fratello del premier, lo ha prontamente sbugiardato proprio con i dati del Cnr, secondo i quali l’aumento delle temperature in Italia è "assolutamente in linea con il resto delle altre terre emerse".
Mi consente, caro Pierdomenico, di credere più ad uno scienziato con dati alla mano che ad un politico incompetente piuttosto maldestro con i numeri?
Umberto Magni

21 settembre 2007
Gli impianti sportivi andrebbero "gestiti" dal Comune

Nei giorni scorsi a Todi si è svolto un incontro in merito alla fruizione degli impianti sportivi tuderti. Lungi da me di fare polemica pretestuosa anche perchè quasi tutti i soggetti presenti erano a me sconosciuti. Mi permetto solo di segnalare la complessità della situazione e la gestione discutibile.
L’incontro è iniziato con un navigare senza un obiettivo preciso per circa un’ora, dove ognuno diceva la sua senza un canovaccio e senza identificare i punti chiave da analizzare. Ad un certo punto si è pensato di individuare un meccanismo di calcolo da cui partire. A questo punto è emersa una società (non ha importanza chi e quale attività svolga) con un piano orario predisposto, sulla base dello scorso anno, in collaborazione con un’altra società. Iniziata la discussione sulla base di questo piano cercando, in modo costruttivo, di trovare incastri per soddisfare le esigenze di tutti è emersa la difficoltà e la chiusura da parte di questa società a cambiamenti ed interventi vari. In pratica ogni proposta era vana perchè (non si sa per quale diritto divino) non si poteva spostare perchè bla, bla, bla…
Dopo un’ora di questo tira e molla (ore 19) ho deciso di abbandonare la riunione in quanto non vedevo né via di uscita né disponibilità alcuna al confronto in particolare da chi monopolizzava attività sportiva, orari e gestione (spazi e discussione). Ho invitato l’Amministrazione comunale ad individuare un criterio netto, valido per tutti e chi non lo condivide problemi suoi. Gli impianti (Palazzetto, Cocchi e tendostruttura) consentirebbero con un po’ di buona volontà di svolgere attività a tutti i soggetti coinvolti e dovrebbero essere "gestiti" dal Comune non accettando veti o imposizioni a fronte di loro esigenze come emerso. Gli impianti sono della comunità e tutti hanno diritto all’accesso indipendentemente dal numero di praticanti, dal tipo di attività e dagli interessi vari. Spero che abbiano concluso qualcosa.
Maurizio Pierdomenico

21 settembre 2007
Sagre "bio-degradabili" e regime di libero mercato

Ho letto l’articolo relativo alle sagre regionali ed alla lodevole iniziativa di farle diventare ecosostenibili ed incentivare la raccolta differenziata e spingere all’uso di materie plastiche biodegradabili. Una domanda verrebbe però da farla all’assessore Bottini: perchè la regione stipula una convenzione con un’azienda privata (al di là del fatto che è umbra e che è giusto far lavorare le aziende regionali)? Sarà poi imposta a tutte le sagre? Ed il libero mercato per spuntare un prezzo migliore?
Luca Cardaio

20 settembre 2007
Il silenzio intorno al Partito Democratico

Vedo che rispetto ad altri forum di TAMTAM, quello sulla nascita del PD non decolla. Il fatto è strano e preoccupante, dato che l’argomento è di importanza assoluta. Possibile che non vi sia interesse su un evento che, dichiaratamente, punta a cambiare la politica italiana?
E a fronte di tale scarso interesse, che fanno i partiti che in teoria dovrebbero avere tutto l’interesse a mantenere alta l’attenzione e la tensione? Silenzio.
Ma il silenzio può dipendere da due ragioni:
1) Non si hanno cose da dire, e questo non mi sembra assolutamente il caso nostro, perché di argomenti ce ne sono a iosa.
2) Oppure c’è un interesse generale all’understatement, a non sollevare troppa attenzione, perchè possa procedere senza intoppi la definizione degli assetti (qualcuno, meno elegantemente, potrebbe dire l’occupazione dei posti).
Tanto per risollevare le sorti del dibattito, parto da un argomento molto terra terrra, sperando che poi intervenga chi lo farà risalire verso mete più consone.
Se il buongiorno si vede dal mattino, c’è stato un piccolo episodio che può illuminare sulla volontà di cambiamento tanto sventolata dai partiti che andranno a creare il PD.
La sera della prima e unica riunione pubblica indetta a Todi per dare vita al Comitato promotore, in fondo alla sala del Tuder, di rimpetto alla presidenza, c’era qualcuno che platealmente sottolineava con un battito ritmato sul tavolo lo scadere del tempo a disposizione degli intervenuti. Tale battito era più veemente e nervoso quando a parlare era un suo avversario.
Ma era del tutto inesistente quando a parlare era una ex di riguardo, che infatti ha tenuto la parola più del doppio di quanto stabilito dal presidente. Quest’ultimo non ha avuto nulla da ridire né degli invadenti segnali di insofferenza di questo cronometrista suggeritore, né dello smisurato sforamento della prestigiosa oratrice. Cominciamo bene!
Ma attenzione, non mi preoccupa tanto il mancato rispetto dei tempi, che è una questione banale e marginale, ma un’altra questione, molto più importante: l’arroganza verrà pari pari traghettata nel nuovo partito?
Maurizio Giannini

20 settembre 2007
Ma l’Umbria ha veramente un cuore verde come tanto sbandiera?

Siamo un gruppo di 5 espositori (e venditori) agricoltori biologici dell’Umbria alla fiera annuale SANA di Bologna dell’agricoltura biologica, che registra ogni anno decine di migliaia di visitatori. Ma purtroppo dobbiamo sempre contare esclusivamente sulle nostre forze.
E questo è anche giusto. Ma siamo peraltro rimasti molto sconcertati nel constatare che in altri stand di altre regioni (Lazio, Trentino, Sicilia, Toscana, ma anche Abruzzo, Puglia, ecc.) vi erano aree vastissime e molto bene ed elegantemente presentate, con decine di aziende biologiche partecipanti per ogni regione.
Avendo poi chiesto il costo di ciascuno stand per ogni azienda, abbiamo scoperto che i costi accollati a ciascuna di esse erano molto minori del costo che noi abbiamo sostenuto, pur col contributo dell’AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica): 5 aziende biologiche umbre in uno spazio di 24 mq. per ben 4.500 Euro! 900 Euro per aziende per nemmeno 2 metri lineari di fronte espositivo per ognuno.
A fronte ad es. degli espositori abruzzesi: 500 euro ad azienda per uno spazio espositivo assai maggiore del nostro: la differenza veniva integrata dalla Regione.
Ultima ciliegina : 65 euro ad azienda per vendere pochi prodotti in 4 giorni, da versare alla USL di Bologna (ma non si doveva favorire la vendita diretta dei produttori ai consumatori, in azienda o alle fiere?).
Dimenticavamo: la Regione Umbria aveva sì un proprio stand istituzionale, ma per pubblicizzare SOLO il pur ottimo lavoro sui parchi e sui boschi, senza alcun accenno, verbale o cartaceo, alla ricchissima
varietà di più di 1300 aziende biologiche certificate nella Regione!
Anno dopo anno gli aiuti comunitari (spesso pagati anche con un anno di ritardo) all’agricoltura biologica stanno continuamente diminuendo, a fronte di continui controlli da parte di USL, NAS, Servizio Repressione Frodi, Enti certificatori, ecc., controlli pur giustissimi, ma che implicano una burocrazia asfissiante e faticosissima (almeno tripla rispetto a chi fa agricoltura convenzionale o a chi fa solo “riduzione dei concimi” e percepisce invece gli stessi nostri sussidi come agricoltori biologici!)
Az. La Ginestra di G. Cordero di Montezemolo – Az. Torre Colombaia – Az. Olivicola Enrico Pietromarchi – Az. Agr. Bacci Noemio – Az. De muro Manca

20 settembre 2007
Grillo, Santagata, Pecoraro Scanio e la conferenza sul clima

In merito all’intervento di Umberto Magni, tralascio ulteriori commenti su Grillo sul quale mi chiedo: Come mai tanto interesse solo oggi su ciò che dichiara Grillo? Non è che, per caso, serva un bersaglio per distogliere l’attenzione da altri problemi?
Mi interessa replicare alla seguente dichiarazione di Umberto: "Più che tagliare poi il Ministero dell’Attuazione del Programma di Santagata (sicuramente una grande sperpero di soldi), non sarebbe meglio cacciare dal governo un ministro dell’Ambiente come Pecoraro Scanio, il quale, oltre che bloccare tutte le opere possibili ed essere un grandissimo incompetente, ha organizzato nei giorni scorsi una Conferenza sui cambiamenti climatici (costo un milione di euro circa) senza nessun valore scientifico?"
Al di là delle non simpatie su Pecoraro Scanio (condivise) non so da dove scaturisca l’appellativo di incompetente (io non sarei in grado di stabilirlo) ma ciò su cui dissento totalmente è la valutazione della Conferenza sui cambiamenti climatici "di nessun valore scientifico".
Caro Umberto hai partecipato? Hai competenze tali da affermare il "non valore scientifico"? Oppure il solo fatto che è stato organizzato da Pecoraro Scanio (Governo Prodi) è una schifezza?
Una conferenza che scaturisce da una serie di lavori svolti in precedenza come: Desertificazione (Alghero 2007) – Cambiamenti climatici e salute (Roma 2007) – Cambiamenti climatici e rischio costiero (Palermo 2007) – Ghiacciai e aree a rischio glaciazione (Saint Vincent 2007) – Dissesto idrogeologico (Napoli 2007) – Bacino del Po (Parma 2007) – Emissioni ga serra (Brindisi 2007)… tralascio per non annoiare relatori e documenti, siamo sicuri che è proprio un lavoro senza alcun valore? Io non lo so e tu?
Maurizio Pierdomenico

19 settembre 2007
Contro lo sdoganamento del parcheggio selvaggio in piazza del Popolo a Todi

Il parcheggio delle auto in Piazza del Popolo è una autentica follia. Non fa altro che incentivare l’utilizzo selvaggio del mezzo motorizzato rendendo la città poco attraente per i turisti, invivibile per chi ci abita e pericolosa per chi si muove a piedi.
Chi tollera questo si fa portatore di una visione urbanistica retrograda e, sdoganando il parcheggio selvaggio, dimostra di non capire che per rilanciare Todi è necessario ridurre il numero assurdo di auto che entrano, anche di notte, fin nel cuore della città.
L’Amministrazione Comunale dovrebbe rigettare pubblicamente questo tipo di deregolamentazione e porre termine al degrado sanzionando il parcheggio selvaggio, incentivando,inoltre, forme di collegamento notturno alternativo con il centro storico al fine di restituire ai cittadini e a tutti i visitatori la piena fruibilità di uno degli spazi urbani più suggestivi di Todi.
La tolleranza (più o meno tacita) di comportamenti incivili è la prima causa del dilagare del malcostume nella nostra città.
Carlo Zoccoli

19 settembre 2007
Nel deserto delle idee trovano posto gli insulti

Nell’antipolitica di Beppe Grillo ci sarà pure qualcosa di buono, sicuramente c’è molto poco di nuovo. Non è stato il comico genovese a proporre per primo l’idea di tagliare, o magari di dimezzare, l’esercito dei ministeri. Di ciò se ne discute da molti mesi e addirittura alcuni illustri esponenti del Partito Democratico si sono mossi in tal senso.
Più che tagliare poi il Ministero dell’Attuazione del Programma di Santagata (sicuramente una grande sperpero di soldi), non sarebbe meglio cacciare dal governo un ministro dell’Ambiente come Pecoraro Scanio, il quale, oltre che bloccare tutte le opere possibili ed essere un grandissimo incompetente, ha organizzato nei giorni scorsi una Conferenza sui cambiamenti climatici (costo un milione di euro circa) senza nessun valore scientifico?
Purtroppo però, quando c’è il deserto delle idee, rimane solo il posto per gli insulti. Lo vedevamo ieri con Bossi e Calderoli, lo vediamo oggi sempre con Grillo, che ha dato dell’Alzheimer a Prodi. Certo, il diritto di satira è sacro, ma anche un po’ di rispetto per dei poveri malati e per i familiari che li assistono non guasterebbe. Chissà, forse Grillo non sa neanche cosa sia veramente l’Alzheimer.
Umberto Magni – coordinamento Forza Italia Todi

18 settembre 2007
Il predicatore dai "bollini blu"

Grillo, dopo decenni di saggio parlare, decide di mettersi a fare il predicatore venditore di sogni. Non va dimenticato che fu lui ad anticipare e prevedere il crak Parmalat, non va lasciato passare sottotono il suo impegno ecologistico, molto più concreto del solito blaterare volto a bocciare una qualsivoglia novità dei Verdi. Ma la sua nuova veste credo sia proprio sbagliata.
Ora parla alle masse e sfruttando il momento spara a destra e manca dicendo che va tutto male. Bella scoperta. E bravo anche che ha scelto il momento migliore per tornare in campo. Già perché prima la sua ira tuonava contro DC e PSI, poi tutta contro un solo politico (Berlusconi) che come un parafulmini faceva da catalizzatore del malcontento generale, specialmente del popolo della sinistra.
Ora che al Governo c’è una “cordata” di politici di sinistra, con a capo il rocciatore Prodi, con la sua satira non fa che accentuare la grossa spaccatura verticale che sta frantumando l’unione dei partiti dell’Unione (scusate il gioco di parole), quella sinistra che prima lo ammirava, e che ora lo accusa anche di essere diventato fascista.
Grillo vuole distruggere i partiti. Perché? Semmai è la Legge sui partiti che va modificata, magari a gran richiesta popolare. È la pastrocchiata legge elettorale che và rivista, modificata in modo da non portare a confusioni e dilemmi sul chi comanda veramente, e che resti tale per un lungo periodo, e non, come siamo abituati a vedere, modificata prima di ogni tornata elettorale. E poi, il suo bollino alle liste civiche come “garanzia di qualità”…
Ecco, il predicatore è arrivato all’egocentrismo puro. Ora lui, solo lui, nessun altro se non lui, è in grado di riconoscere chi può governare i nostri comuni! Non è così che funziona. E come vorrebbe scegliere questi cittadini? Con dei test attitudinali? O il semplice non essere mai stati iscritti ad un partito diverrebe la garanzia di buon governo? E, ovviamente, l’essere incensurati…
Partiamo brevemente dal secondo requisito: non aver commesso reati di alcun tipo. Finora se ci sono in parlamento personaggi macchiati di qualche reato è perché, purtroppo, c’è chi li sceglie e c’è chi li vota, esercitando diritti alla base della democrazia: basterebbe che gli elettori non li votassero per non trovarseli tra i banchi dei Palazzi. In quanto al non essere iscritto a nessun partito non credo sia garanzia di qualità: non è che l’essere al di fuori di un partito equivalga ad imparzialità, buoni propositi, e quant’altro di positivo. Onesti e dinonesti si trovano ovunque, sia tra i “politici” che tra i cittadini delle liste civiche. E poi, una volta eletti, anche questi ultimi, loro malgrado, saranno dei politici perché la politica è l’arte di governare le società.
Per concludere, Grillo non fa che dire che qualcosa (o molto) non và, in Italia, ma non dà alcuna ricetta per la soluzione concreta.
Luca Cardaio

17 settembre 2007
Anche nell’antipolitica c’è qualcosa di buono, basta cercare

Prodi ed altri che accusano Grillo di antipolitica vorrebbero attuare un’azione in linea con l’antipolitico.
Tempo fa Grillo sosteneva "A cosa serve Santagata e il Ministero per l’attuazione del programma? Basta una segretaria!". Bene Prodi pensa ad un rimpasto del Governo ed un candidato a sparire è proprio Santagata con il suo Ministero. Gratta gratta anche nell’antipolitica c’è qualcosa di buono, basta cercare.
Maurizio Pierdomenico

17 settembre 2007
Grillo, i bollini di garanzia e l’antipolitica dilagante

Il fenomeno Beppe Grillo riserva ancora delle interessanti sorprese, come un uovo di Pasqua. Infatti il giullare genovese aveva sottolineato più volte che mai e poi mai sarebbe sceso direttamente in politica, magari con un partito tutto suo da presentare alle Europee del 2009. Intanto però ha annunciato ieri sul blog che darà il via alla costituzione di liste civiche a livello comunale, con il suo bollino di garanzia.
Nonostante creda fermamente che questa sia una sorta di sconfessione clamorosa, non la giudico comunque una cattiva idea. La democrazia vive di partecipazione e di rappresentanza. Se Grillo passa dalla protesta all’iniziativa politica è un fatto positivo, l’ho detto proprio in un precedente intervento che sarei stato uno dei primi a riconoscerlo.
Vedremo con quali contenuti Grillo si presentarà al giudizio degli elettori, vedremo se non sarà il fondatore dell’ennesimo partitino che andrà ad affollare il già popolato Circo Barnum della politica italiana. Sarà interessante sempre vedere quali ricadute avrà questo movimento nello schieramento di centro-sinistra, che è un po’ il suo luogo di nascita. Catalizzerà il consenso dei delusi a sinistra del (non) governo Prodi? O «potrebbe liquefare ciò che resta della sinistra», come ha scritto ieri il sociologo Ilvo Diamanti sulla “Repubblica” (visto Pierdomenico, sono talmente fazioso che leggo pure questo giornale)?
A me sembra una specie di nemico installatosi in casa (li avete sentiti gli insulti ai Ds fatti proprio alla Festa dell’Unità?), il frutto maturo degli umori, delle pulsioni, delle culture, delle semplificazioni della storia di parte della sinistra degli ultimi quindici anni, a cui si è incapaci di reagire.
Grillo pone una sfida seria, che la politica deve affrontare a testa bassa con proposte concrete, magari accettando anche con un confronto in rete. Mi pare l’unico modo questo, quello della costruzione, per combattere l’antipolitica dilagante.
Umberto Magni – coordinamento comunale Forza Italia Todi

16 settembre 2007
Dov’è l’antipolitica in Beppe Grillo?

Dov’è l’antipolitica in Beppe Grillo che informa che Il 12 settembre 2007 l’Avvocato generale della Corte di Giustizia europea ha bocciato la legge Gasparri e riconosciuto i diritti di Europa 7. La Corte costituzionale e il Consiglio di Stato si sono da tempo pronunciati contro Rete 4 che occupa abusivamente da anni le frequenze assegnate a Europa 7, che oltre all’assenza della notizia sui vari organi di stampa, su Rai e Mediaset, oppure nell’assoluto mutismo del ministro Gentiloni?
Il governo mandi rete 4 sul satellite domani mattina. D’Alema dichiara su “La Repubblica” che i 300.000 delV-day “pongono un problema, non danno risposte. Sono più una manifestazione di malessere che una indicazione”. Questa è politica (che dovrebbe dare risposte al malessere della gente) o antipolitica?
Maurizio Pierdomenico

16 settembre 2007
Grillo, il qualunquismo e la qualità della politica

Ringrazio sinceramente Maurizio Giannini, Maurizio Pierdomenico che, con i loro interventi, hanno voluto aprire un interessante dibattito sul caso Beppe Grillo.
Non ho assolutamente liquidato Beppe Grillo in poche battute; ho cercato di svolgere una analisi seria che toccasse i molteplici aspetti del fenomeno, considerato anche che lo spazio non mi permette di scrivere una trattazione scientifica. Logico quindi che alcune cose mi siano sfuggite.
Non si preoccupi, caro Pierdomenico: il blog di Grillo lo leggo quotidianamente da molto tempo a questa parte, lo trovo un interessante spaccato dell’Italia di oggi e gli presto molta attenzione.
Credo di essere anche una persona di larghe vedute, senza un minimo di faziosità. In questa questione destra e sinistra c’entrano molto poco; me la sono presa con Bertinotti perché, nonostante sia la terza carica dello Stato, pensa ancora di essere il segretario di Rifondazione Comunista.
So benissimo che Beppe Grillo intercetta il malessere di una larga parte dell’elettorato italiano, so altrettanto bene che riempie un vuoto della politica.
Mi rendo conto che la qualità della politica italiana è veramente bassa, sono in prima fila per chiedere rinnovamento (di idee, non solo generazionale), non sono certo io quello che vuole lavare le grandi colpe della classe dirigente. Lo ripeto: è questa politica senza idealità e slancio valoriale che produce l’antipolitica e i tanti Beppe Grillo. Guardando poi agli altri paesi europei mi viene di piangere.
Ciò nonostante credo che Beppe Grillo sia la risposta più sbagliata in assoluto alla crisi della politica che dura da 15 anni e tende sempre più ad assomigliare ad un eterno limbo. Serve costruzione, il tema che dovrebbe appassionare tutti è come far funzionare meglio la nostra democrazia ed il sistema della rappresentanza. Quando Grillo si deciderà a costruire qualcosa, invece che limitarsi alla critica ben stipendiata e furbescamente moralista della classe politica, sarò il primo a riconoscerlo.
I miei saranno pure argomento consumati e qualunquisti (!), me li tengo lo stesso, anche se sinceramente non capisco cosa intenda Pierdomenico per qualunquista.I partiti, secondo me, sono già distrutti e senza anima: ci hanno pensato da se! Credo che l’obiettivo sia di ridare una mission di ampio raggio alla politica (e di conseguenza ai partiti, che ne sono il perno). E’ un compito di tutti, caro Pierdomenico: altro che distruggere, qui si tratta di costruire!
Infine, non mi venga a dire che si possa definire corretto e dignitoso il comportamento di Grillo verso Biagi e la sua legge. Il comico sta conducendo una campagna di disinformazione vergognosa (lo spot del suo libro “Schiavi moderni” è un esempio) sui risultati di questa legge, manipolando dati e numeri, addossandole tutte le colpe possibili. Per fortuna la realtà è ben diversa.
Umberto Magni – coordinamento Forza Italia Todi

16 settembre 2007
Il V-Day di Grillo e il più nostrano "Ammazza-amazza…"

Dopo il V-Day di Grillo, anche lui “succube” di inglesismi inutili ma molto usati nella lingua italiana per caricare di apparente significato qualunque iniziativa, sembra che il nuovo messia dell’antipolitica italiana sia stato consacrato dalle masse alle masse.
Andrebbe per prima cosa sottolineato che il comico ormai da anni predica e declama alle folle le sue idee e le sue battute contro i politici italiani, Berlusconi in primis. L’8 settembre non ha fatto altro che un salto mediatico, sfruttando la popolarità del suo blog e non sò quali finanziamenti, per portare i suoi interventi all’attenzione dei media e dei network di informazione.
Di fatti in questo periodo attaccare politica e politici italiani è un po’ come “sparare sulla croce rossa”: già perchè se fino a qualche tempo fa il Cavaliere ed i suoi alleati erano il pasto preferito del Beppe nazionale e di tanti altri comici/satirici italiani, ora lo sono anche Prodi & Co. Non possono esimersi nemmeno loro da essere il bersaglio di comicità e satira.
Una prima riflessione spontanea potrebbe essere: come mai se la satira “ama” attaccare il potere, in questo periodo attacca in ugual maniera anche l’opposizione? Anche se più rilevante potrebbe essere: come mai la satira, tradizionalmente di sinistra, attacca la sinistra? Forse il detto nostrano “ammazza ammazza…” ha in fondo un briciolo (forse un filone!) di verità… Perciò non deve stupire più di tanto il consenso ricevuto da Grillo: in molti sono stufi della classe politica italiana, e della politica in senso lato.
Strano, ma non scontato, che nelle piazze, da sempre viste come agorà popolare, siano scesi a firmare le proposte di Grillo proprio coloro che hanno festeggiato non più di un anno fa per la vittoria elettorale proprio nelle stesse piazze. Certo parlare di distruggere i partiti politici attuali, rinnovare la classe dirigente, è facile, ma anche Grillo non propone alcune ricetta, una cura che possa segnare una svolta ed indicare la strada verso cui dirigersi.
Luca Cardaio

16 settembre 2007
Fiamma senza Epifani, Epifani senza Fiamma

In merito a quanto avete fattor rilevare nell’articolo sulla nuova dirigenza regionale della Fiamma Tricolore, devo informarre che il sottoscritto, membro del Comitato Centrale, fa parte di diritto della Segreteria Regionale. Il fatto che questo non sia stato evidenziato dal comunicato è la conferma di quanto asserite sui rapporti che restano tesi, anzi, i rapporti non è che siano tesi: non ci sono. Infatti, oltre a quelli prettamente istituzionali con Bertini, il sottoscritto, non intende avere contatti politici e personali con tutti quei soggetti, che in qualche modo, abbiano partecipato all’aggressione della mia persona. Comunque non intendo far valere il mio diritto a far parte del direttivo regionale. Non può fregarmene di meno.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore

15 settembre 2007
La conta dei voti della Petrazzoli non mi tocca

Rispondo, seppur in ritardo, alla dottoressa Petrazzoli (che su questa stessa pagina mi ha degnato della sua attenzione) per garantirle che le mire del sottoscritto sono ben altre! Detto questo potrebbe bastare, ma voglio aggiungere qualcosa in merito alle sue osservazioni:
E’ vero 58 preferenze sono poche ma non sono un uomo politico di professione. Faccio un lavoro umile perchè non ho mai mendicato aiuti politici, pertanto non ho avuto e voluto la possibilità di farmi conoscere in questo mondo che tutto sommato nemmeno mi affascina. Quello che invece mi gratifica è che nessuno mi può rimproverare di non aver fatto abbastanza per non far perdere potere al mio “burattinaio”.
Vorrei aggiungere però di essere felice per aver contribuito a far vincere la mia coalizione e sedere a fianco di persone che non la pensano sicuramente come la Petrazzoli. Perché, vede dottoressa, noi di centrodestra i voti non li pesiamo e la dimostrazione l’hanno data i miei colleghi che pur avendo avuto moltissimi consensi non hanno preteso nulla se non di sedere in Consiglio. Insieme a me che ne ho avuti pochi. E poi… ma non è meglio prendere pochi voti ed essere vincitore che prenderne molti e perdere quel potere che fa sembrare tanto forti anche coloro che in realtà tali non sono?
Franco Ranieri – consigliere comunale Forza Italia

15 settembre 2007
Il V-day di Grillo ci dice che non è la politica il problema ma chi la fa…

Devo dire che sono rimasta un po’ sconcertata da come è stato recepito il messaggio di Beppe Grillo da un giovane, molto giovane come Umberto Magni e che fa politica. Le istanze di rinnovamento che ci aspettiamo da tutte le parti rimangono un po’ deluse di fronte a certe uscite.
Io non sono una fan accanita di Beppe Grillo. Personalmente credo che il v-day sia stata una mossa un po’ troppo esagerata (esagitata?) e che non sarà poi così costruttiva come ci si può aspettare. Probabilmente mandare a quel paese può far riflettere ma rischia di rendere i problemi generici e di avere solo una risonanza mediatica momentanea.
Ma con questo non si può ignorare il senso profondo che anima iniziative di questo tipo, che è quello del recupero del contatto con le persone. La politica è a volte poco in sintonia con ciò che le persone si aspettano, pensano, sentono a tutti i livelli. Questo non significa che debba allinearsi con il senso comune, con quanto sostiene la famosa “opinione pubblica”, con ciò che la maggioranza vuole: può e deve svolgere anche un ruolo culturalmente contro-corrente quando è necessario (e in una società come la nostra è probabilmente sempre necessario). Ma la richiesta più forte che ci viene da più parti e che debba tornare a essere politica, nel senso probabilmente “classico” del termine.
Una politica partecipata, democratica, che non si chiuda nelle sue stanze, che investa la vita delle persone ogni minuto di una qualunque banalissima giornata di scuola o di lavoro. Ciò che Grillo tra le altre cose vuol dire è che il problema non è la politica in sé ma chi la fa. Siamo noi che facciamo o vogliamo farla che dobbiamo recepire questo messaggio e riportare la politica al senso più nobile del termine. Se non capiamo questo consideriamo Grillo un folle senza seguito, cosa che non è assolutamente vera. Non è vero che le persone non si interessano delle questioni politiche. Si interessano ma rimangono delusi dagli “addetti” alla politica. Quando invece dovremmo renderci conto che sono proprio gli “addetti” a doversi per prima cosa porsi il problema della coerenza, di cosa significhi considerare la politica un servizio, probabilmente il problema – ancora! – della famosa questione morale.
Do quindi ad Umberto un consiglio (chiaramente in simpatia!): di visitare il blog di Beppe Grillo; di ricordarsi con quali argomenti nacque all’epoca il partito di Forza Italia, facendo notare una certa demagogia e nessun rispetto per la dignità della politica nei sentimenti anti-partitici e ipocritamente moralistici che animavano Silvio Berlusconi all’inizio della sua carriera politica (quella stessa demagogia che ora i suoi sostenitori vogliono ritrovare in Beppe Grillo… un po’ paradossale, no?); di riflettere sul fatto che il problema della politica italiana non è quello di pendere o meno dalle labbra di un qualsiasi guru ma di trovare il modo di essere credibile e onesta, grazie a persone autentiche e appassionate delle questioni che riguardano il bene comune e la felicità delle persone.
Romina Perni

15 settembre 2007
A proposito di Beppe Grillo e di dignità della politica…

In riferimento all’intervento di Umberto Magni desidero esprimere il mio punto di vista. Fermo rimanendo che Beppe Grillo non è il Messia non possiamo liquidare il tutto con quattro battute e poi rivendicare la dignità della politica. Forse, Umberto, non frequenta il blog di Grillo. Alcune considerazioni.
Il blog di Grillo è il quinto blog a livello mondiale per visitatori. Non si può non tenerne conto (ciò non significa condividere passivamente) ma prestare attenzione, sì. Cosa che la politica oggi non fa più.
Ieri, a Todi, all’assemblea di presentazione del Partito Democratico ci sono stati continui richiami al recupero del rapporto con i cittadini, a ricostruire il tessuto sociale. Ciò non è altro che quanto scrive Grillo da tempo, cambiano le forme e i luoghi ma la sostanza è la stessa.
Ciò che sostiene Bertinotti è sacrosanto, oppure la faziosità ti fa vedere a senso unico? Non si può accusare Grillo di riempire un vuoto lasciato dalla politica quando tutti centrosinistra e centrodestra sostengono la stessa cosa.
Quando dei cittadini trovano elementi per scendere in piazza ognuno per un motivo tra tanti non è qualunquismo o populismo. Quando la politica risponde come fa Magni “La classe dirigente è vecchia, non affronta i problemi ecc..” e che “dobbiamo costruire una politica seria..” è qualunquista. Argomenti consumati.
Chi dovrebbe ricostruire la politica, chi siede ancora in parlamento? La vecchia classe dirigente? Il distruggere i partiti di Grillo è esattamente ciò che tutti sostengono ma nessuno vuole fare. Il Partito Democratico (ad esempio al di là di altre considerazioni) è un “distruggere” i partiti inteso come un “reset” di un sistema che non è più in sintonia con la società “liquida” odierna, è un distruggere per ricostruire una politica “più bella e più grande che pria!”. Ora può non piacere il termine distruggere ma tanto è.
Per quanto riguarda le dichiarazioni su Marco Biagi riporto una dichiarazione di Marco Travaglio (e non si replichi che è scritto da Travaglio: la parola sua vale come le altre apparse e strumentalizzate sulla stampa): “Ho trascorso l’intero pomeriggio sotto il palco e sul palco, e mai ho sentito parlare non dico “contro” Marco Biagi, ma “di” Marco Biagi. Il nome “Marco Biagi” non è mai stato citato per esteso. S’è parlato un paio di volte della legge 30 che abusivamente il governo Berlusconi intestò al professore assassinato, che non poteva più ribellarsi, mentre un ministro di quel Governo lo chiamava “rompicoglioni”. E ne ha parlato Grillo per chiedere di riformarla, insieme alla legge Treu, aggiungendo che però “il vero problema non sono neppure le leggi: è che in Italia non c’è lavoro”. Lo dico perchè un amico, l’ex giudice ora assessore Libero Mancuso, che nessuno ha visto alla manifestazione, ha parlato di presunte ‘offese a Biagi’. Posso assicurare che se qualcuno, dal palco, avesse davvero mancato di rispetto a Biagi, su quel palco nessuno di noi, nemmeno Grillo, sarebbe rimasto un minuto di più”.
Maurizio Pierdomenico

15 settembre 2007
In "difesa" di Epifani e… di Peppe Grillo

Mario Epifani non ha alcun bisogno di difensori, quindi non intervengo per lui. Lo faccio invece perché amo la dialettica onesta, e detesto le piccole furbizie, soprattutto quelle che oltraggiano la logica e il buon senso.
Epifani fa un discorso generale, di opportunità politica, ed un ragionamento complessivo il cui senso è chiarissimo: su alcuni punti, come l’ETAB, il centrosinistra è in grave difficoltà, sarebbe quindi opportuno che il centrodestra desse l’affondo finale, senza concessioni né inciuci. Le singole parole usate vanno lette nel contesto complessivo. Se si estrapolano, perdono il senso attribuito dall’estensore e assumono altri significati.
Dalla lettura ripetuta ed attenta del testo di Epifani non traspare alcuna violenza, ma solo la consueta veemenza. "Non lasciare feriti" è un’espressione di routine, molto usata dai politici (anche non di destra) e fa riferimento alla necessità di impedire all’avversario in difficoltà di rialzare la testa, di precludergli la strada del recupero. E’ una tecnica fra l’altro molto usata anche all’interno di uno stesso partito, quando si vogliono eliminare avversari o correnti scomode.
Solo chi vuole furbescamente evitare di entrare nel merito delle argomentazioni può attribuire un significato violento o minaccioso a questa espressione.
A fronte di una contestazione precisa, si corre a parlare di complotto, o si ricorda il passato di chi critica, insomma si solleva il classico polverone, senza entrare nel vivo della contestazione e replicando con argomentazioni coerenti. Anche in questo caso la sinistra ha imparato presto le tecniche di comunicazione (o di disinformazione ) berlusconiane.

E poi ci si lamenta di Beppe Grillo? Ma lui riempie un vuoto lasciato da altri. Un vuoto della politica, ma anche delle coscienze. Siamo all’inizio dell’anno scolastico, e tutti lanciano messaggi pieni di speranza. Ma cosa vogliamo insegnare ai giovani, che da una parte ci sentono parlare di regole, leggi, Costituzione, strumenti teorici di democrazia, partecipazione, garanzia, e dall’altra sentono un Mastella che accusato di allegra disinvoltura nell’uso dei voli di stato per andare al GP di Monza straparla di complotto antiprodiano e dice "comunque non è un reato"! Ma la differenza fra un politico e un privato è proprio questa: il privato risponde alla Società solo dei comportamenti illegali, l’uomo politico deve rispondere anche di comportamenti censurabili moralmente, inopportuni e di cattivo esempio.
Nei Paesi anglosassoni ci si dimette per questioni che in Italia invece aiutano fare carriera. Cocainomani, puttanieri, evasori, per non parlare dei pregiudicati, siedono in Parlamento senza che nessuno sollevi le sopracciglia, neppure la Chiesa, sempre attenta a non intromettersi se non nelle questioni che direttamente la coinvolgono come struttura. E’ vero che Gesù ha detto "date a Cesare quel che è di Cesare", ma poi ha anche cacciato i mercanti dal tempio…
Maurizio Giannini

15 settembre 2007
La dignità della politica non si arrenda a Beppe Grillo

Nei giorni scorsi, con il cosiddetto “Vaffanculo Day”, lo tsunami Beppe Grillo si è abbattuto sulla politica italiana. Le prime pagine dei giornali, specialmente di quelli indipendenti, che in questi mesi stanno portando avanti la crociata dell’antipolitica, erano tutte per lui.
E’ scoppiata la Grillo mania: ministri (Pecoraro Scanio e Di Pietro) che aderiscono alla sua iniziativa, il Presidente della Camera Bertinotti, che dovrebbe essere custode dell’istituzione da lui medesimo rappresentata, dichiara che egli “riempie un vuoto della politica”.
Questo è il degrado in cui si trova ora la politica italiana: pendiamo dalle labbra di Beppe Grillo.
La nostra classe dirigente, tranne rare eccezioni, è pessima: non affronta i veri problemi del Paese che ci trasciniamo da molti anni a questa parte, siano essi economici, sociali o culturali. E’ una classe politica vecchia in tutto e prigioniera dell’immobilismo più assoluto, condizionata da piccoli e grandi interessi.
Ma è illusorio pensare di dare una risposta a queste grande questioni con il populismo e il qualunquismo. Dobbiamo costruire una politica seria, che sappia prendere decisioni e occuparsi degli interessi dei cittadini.
Distruggere i partiti, che sono il sale della democrazia, e mettere dietro le sbarre tutti i politici, come vuole fare Grillo, non mi sembra molto democratico, è semplicemente vergognoso. Manca solo la ghigliottina…
Quello di Grillo è un nichilismo vuoto e distruttore, è solo vecchio fanatismo ideologico, un fanatismo che considera solo una faccia della medaglia e butta nel cestino tutto il resto. Troppo facile così, come fa Grillo: sparare sulla Croce Rossa (la politica italiana) con un moralismo da quattro soldi e non proporre nulla. Di sicuro, almeno economicamente, il suo mestiere è molto conveniente.
Non credo che i tre punti presentati dal comico (ripristino delle preferenze, limite per legge di due mandati parlamentari ed ineleggibilità o la decadenza automatica da parlamentare per condanne passate in giudicato e per i condannati in primo grado) possano essere considerati un programma politico, sono solo dei diversivi congegnati molto male. Ok le preferenze, ma la decadenza del mandato parlamentare per chi è stato condannato in primo grado mi sembra semplicemente anti-costituzionale. Dove è andata a finire la presunzione di innocenza? E il limite per legge (per legge!) di due mandati parlamentari non rischia, oltre a mandare a casa gli onorevoli ignoranti e sfaticati, di mandarci anche quelli più meritevoli?
So che le mie idee su Beppe Grillo in questo momento non sono molto popolari, ma credo che il tempo dei falsi profeti e degli uomini della Provvidenza sia finito. Basta con questo populismo.
La politica non abbia paura di Beppe Grillo. I palloni gonfiati prima o poi sono destinati a scoppiare… Se c’è ancora una classe dirigente con un po’ dignità morale, gli dia una bella lezione.
Chi definisce Marco Biagi un criminale, come ha fatto Grillo, spara delle balle sul precariato senza documentarsi, parla di ecologia e poi va in giro con uno scafo super inquinante, non si merita tutta questa credibilità e questa attenzione.
Umberto Magni – coordinamento Forza Italia Todi

14 settembre 2007
Cari compagni, attenti a Mario! Il bene di Todi è la vostra scomparsa politica!

Compagni dell’Ulivo, come si fa a non rispondere ai vostri sproloqui? A prescindere che non entrate nel merito degli appunti mossi, che trascurate, e sono invece il punto cruciale che dimostra come avete disamministrato il Comune e gli Enti assistenziali, siete dei mistificatori e degli imbonitori.
Prima cosa, Mario Epifani ha, in politica, degli avversari ed anche dei nemici. Sta a chi si trova dinanzi a me decidere a quale categoria appartenere. Seconda cosa, Mario Epifani non parla di eliminazione fisica (ve lo siete inventato voi) e questo si evince, senza alcun dubbio, nel mio documento, Non fatemi passare per uno che vuole fisicamente eliminare i propri nemici, poiché, in tutta la mia vita non ho messo mai le mani addosso a nessuno e la mia indole non è certamente violenta. Forse focosa e battagliera, ma non violenta.
Era talmente chiaro che mi riferissi alla vostra “morte” politica che quasi quasi, poi mi pento di volerla, poiché mi fate sentire un po’ Maramaldo. Il bene della città è la vostra scomparsa POLITICA. Questo e ciò che penso io ed ognuno si assuma le responsabilità delle proprie opinioni e convinzioni. Invece di tirar fuori la solita tiritera: attenti a Mario, confutate quanto asserisco. C’è chi aspetta una risposta alle mie osservazioni e non solo io.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore

14 settembre 2007
Per Epifani non abbiamo più parole!

L’ultima esternazione di Mario Epifani ci lascia esterrefatti, soprattutto dopo aver letto questa frase: ”non so chi sia stato a dire, ma ne condivido il pensiero: in politica non bisogna mai lasciarsi dietro nemici feriti” (tradotto meglio morti che feriti).
Epifani, mostrando una “grande cultura democratica” considera nemici gli avversari politici, avversari che non vanno feriti, ma eliminati fisicamente. Ad Epifani non rispondiamo ma al centrodestra tutto chiediamo:
E’questa la filosofia che ispira anche il Sindaco e la CDL?
Di fronte all’ennesima uscita alla Bossi di Epifani, pensate di continuare a tacere? Sono queste le basi su cui dite di voler costruire il confronto e la collaborazione con la maggioranza consigliare di centrosinistra per il bene di tutta la città?
E’ ora di parole chiare e non di silenzi di connivenza, di complicità o peggio dettati dalla furbizia.
Gruppo Consiliare Ulivo – Todi

13 settembre 2007
Scuola: più sezioni primavera ma meno personale!

Grazie signor Ministro dell’istruzione per l’ulteriore finanziamento a favore della scuola, grazie a nome delle famiglie che hanno bisogno di questa iniziativa delle "sezioni primavera". Però qualcosa non quadra, se da un lato si finanzia l’abbassamento dell’età "scolare" , dall’altro si diminuisce il personale.
Ieri, nella scuola di Ponterio di Todi, la bidella rara persona di dedizione al lavoro, si è sentita male per il forte stress a cui sarà sottoposta quest’anno: ci sono oltre 160 bambini, circa 50 viaggiano e dalle 7,30 deve badare a loro, poi arrivano altri pulmini e deve andare a riceverli lasciando soli gli altri. Se qualche
marmocchietto più vispo produce un danno a un altro marmocchietto, che succede?
Si predica tanto l’ efficienza e poi… Durante la giornata deve sbrigare tutto lei e, in un plesso così numeroso, dove le esigenze sono tante, immagini Lei cosa è successo in questi due giorni di scuola. Forse non può immaginare, venga a farci visita, se non vuole venire a Todi vada in una scuola qualsiasi a Roma. Non vorrei apparire sempre come una persona polemica alla quale niente sta bene, ma essendo un lavoratore della scuola da 34 anni e avendo a cuore le reali esigenze dei bambini e delle famiglie, spero che qualcosa si muova e faccio appello all’assessore Prodi, che ha dimostrato tanto entusiasmo per questo nuovo viatico scolastico.
Antonio Germino

13 settembre 2007
Il Partito Democratico mette i giovani nel motore

Noi giovani vogliamo raccogliere la sfida del Partito Democratico e la spinta innovativa che questo può dare alla politica e al centrosinistra italiano.
La fase politica che stiamo attraversando in questo momento, sia a livello nazionale che locale, è molto delicata. Ci troviamo di fronte ad una società in forte cambiamento, a nuove problematiche e nuovi bisogni delle persone che non possiamo esimerci dal considerare importanti, a nuovi input che ci vengono da più parti perché la politica assuma un senso diverso, più coinvolgente, più partecipato, più trasparente.
Il Partito Democratico può rappresentare un cambiamento forte in questo senso. Una svolta rivoluzionaria rispetto ai metodi dei vecchi partiti, diventati col passare del tempo sempre più auto-referenziali. Un arricchimento profondo dei contenuti che hanno caratterizzato il bagaglio culturale della sinistra fino a questo momento.
Per la prima volta un nuovo partito nasce aprendosi a tutti i cittadini, permettendo che iscritti e simpatizzanti siano protagonisti nelle scelte decisive. Con il loro voto.
Ogni cambiamento ha bisogno di almeno due elementi fondamentali: l’entusiasmo e la determinazione. E chi più dei giovani può rendere concrete queste due caratteristiche?
Entusiasmo per il futuro, per la sfida che la nascita del Partito Democratico rappresenta per la società intera. Determinazione nel portare avanti i valori in cui crediamo e che costituiranno la base del nuovo partito.
Alle Primarie del 14 ottobre potranno partecipare anche i ragazzi che hanno compiuto 16 anni: una scelta precisa, per favorire la partecipazione dei più giovani, per un partito per chi nel 2010 avrà 20 anni.
Le persone, tutte, ci hanno detto a gran voce e in più occasioni che c’è un forte interesse nei confronti delle questioni politiche, cioè nei confronti di quelle questioni che riguardano il bene, gli interessi, i bisogni delle comunità (a tutti i livelli) in cui viviamo. Ma ci hanno anche detto che queste questioni devono essere messe in “circolo”, in una sorta di dialogo e di confronto continuo.
Dobbiamo per questo ricominciare a parlare dei grandi temi che fondano la nostra identità politica: il lavoro precario e le politiche dello Stato sociale; l’istruzione pubblica; le politiche per le giovani generazioni; l’attenzione all’ambiente; la collocazione europea e la politica estera; i diritti civili e la laicità dello Stato.
Noi giovani siamo pronti e siamo convinti che una svolta è possibile ma crediamo che dobbiamo muoverci in molti. Per questo invitiamo tutte le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi che sono interessati a questo progetto ad intervenire all’assemblea pubblica durante la quale verrà costituito il comitato promotore del Partito Democratico, venerdì 14 settembre 2007, all’Hotel Tuder di Todi ore 21.
I giovani per il Partito Democratico

13 settembre 2007
Ciao Marinello, corri felice alla guida di quelle auto che hai sempre sognato di guidare

Nei giorni scorsi è scomparso “Marinello”, persona e personaggio conosciuto da intere generazioni di tuderti, i quali ne ricordano l’assidua e particolare frequentazione della città, sempre impegnato con la sua fervida fantasia a “guidare” automobili. Ne proponiamo un ricordo giunto in redazione.

“Te ne sei andato silenziosamente e quando abbiamo letto il manifesto che annunciava la tua scomparsa una grande commozione e sconforto ha assalito coloro che ti hanno conosciuto. Per chi, come me, ha vissuto in un periodo quasi contemporaneo al tuo, non sono potuti non riaffiorare i ricordi delle tue battute o delle tue scorribande per i vicoli di Todi.
I tuoi scherzetti alle ragazze che ti passavano vicino sono nei nostri ricordi più cari. La tua umanità prevaleva sempre, anche a fronte di qualche sguaiato scherzo che qualche ragazzetto inesperto voleva farti, magari imitando un modo esclusivamente tuo e solo tuo di porti. La simpatia che riuscivi a suscitare in tutti e che ci faceva sentire tutti più allegri, ci mancherà, come già ci è mancata negli ultimi anni, da quando cioè, per motivi di salute, non frequentavi più la piazza e gli altri luoghi della città.
Ci mancherà il tuo eterno presepio che si poteva visitare in qualunque momento dell’anno e che rappresentava, malgrado la polvere e le luci artigianali, un momento di orgoglio e di vanto per il tuo ingegno e la tua fede. Ci mancherà il tuo occhio vigile che tutto vedeva ma che sapeva serbare come segreto. Ci mancherà la tua camminata dinoccolata e veloce che ti faceva sparire all’improvviso dagli occhi di chi non conosceva le tue abitudini.
Ci mancherai per quello che hai rappresentato e cioè un modo di essere diverso dal nostro, ma che ha permesso a tutti noi di confrontarsi con te e ci ha, per questo, arricchito. Ci mancherai perché attraverso te molti di noi sono riusciti a capire cosa si deve e si può fare nei confronti di coloro che sono stati meno fortunati.
Siamo convinti però che è stato più quello che hai dato di quello che hai ricevuto. Vorremmo sperare di averti dato in vita l’affetto che meritavi, tutti, indistintamente, perché tutti ti hanno vissuto come un fratello, un figlio o un proprio familiare.
Ti ringraziamo per quanto ci hai dato e ringraziamo anche quelle persone che così amorevolmente hanno avuto cura di te in questi ultimi anni, perché sono riuscite a fare quello che tanti di noi avrebbero voluto ma non hanno potuto o saputo fare. Sappi però che a quei nomi che annunciano la tua scomparsa, idealmente si devono aggiungere tutti i nomi di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerti e di apprezzarti in questo mondo. Se mai ci sarà un al di là, ti vedrà già correre felice al volante di quelle auto mitiche che hai sempre sognato di guidare. Ciao Marinello.
Paolo Ferracchiati

13 settembre 2007
Lavavetri e abusivi: io sto con gli "sceriffi"!

Da qualche giorno sulle pagine di diversi quotidiani imperversano titoli tipo “I sindaci sceriffi”, “Basta con i sindaci sceriffi”, “La linea dura degli sceriffi”… E qualcosa del genere è comparso anche sul Corriere dell’Umbria di oggi!
Un tempo se non erro gli sceriffi rappresentavano i buoni super-partes: già perché se tra cow-boy ed indiani il “buono” poteva anche essere relativo, diciamo a simpatia, gli sceriffi erano i tutori della legge, coloro che ingabbiavano i cattivi, siano stati essi pistoleri che pellerossa… In questo periodo è stato invece associato allo sceriffo la parte del cattivo, già come se ora essere dei garantisti e tutori della legalità, in città in cui vivere è sicuramente “un po’” più difficile che non nella nostra zona, stà diventando un difetto.
Tra un po’ insegneremo ai bambini che i cattivi sono proprio gli sceriffi?! E che i buoni invece sono solo cow-boy ed indiani, anche se tra di loro si sparano e si uccidono, si tendono imboscate e tranelli, truffano o rubano al prossimo…
Possono non essere condivise alcune scelte, ma trasformare i sindaci nei cattivi mi sembra esagerato. Non mi danno fastidio i lavavetri, ma quanti di noi non si sono lamentati almeno una volta (direi molte di più) della loro insistenza ai semafori di Perugia? E la nostra provincia è nulla confronto a Roma, Firenze, Bologna… Ed i parcheggiatori abusivi? Già la definizione “abusivi” elimina ogni discussione superflua, ma chi non ha dovuto pagare posteggio (legale) e posteggiatore (illegale) andando nelle grandi città?
Luca Cardaio

11 settembre 2007
La crisi delle vacanze? Basterebbe abbassare i costi

Vorrei aggiungere un altro motivo a quello indicato nell’articolo sulla crisi del turismo: i prezzi. Secondo me, ad influire negativamente sul mercato delle vacanze in Italia, influisce il prezzo: troppo alto per tutti: dalla sdraio, alla bottiglietta di acqua, al caffè, alla frittura di pesce fresco e quant’altro un vacanziere possa spendere, perchè quando si è in vacanza, si spende di più che restando a casa.
Il sottoscritto ne sa qualcosa. Non c’è un albergo in cui, solo per dormire, non si paga meno di 40/50 euro, una pensione completa a meno di 80 (le vecchie 160 mila), non la trovi. Non parliamo poi del disservizio, specialmente al Sud, purtroppo (io sono del Sud).
Ecco perchè molti vanno all’estero, o decidono di restare a casa. Se è vero, come il sottoscritto crede sia possibile che accada, che i cinesi incominciano ad andare in vacanza, allora sono gatte da pelare per voi operatori turistici. Siete in grado di ospitare 40/50 milioni di occhietti a mandorla? Siete in grado di fare un’accesa concorrenza alle altre perle del Mediterraneo? Penso di sì. Basta essere più concreti, accontentarsi di meno, e vedrete che tutto andrà bene.
Antonio Germino

10 settembre 2007
I "veri" New Trolls in barba alle polemiche della sinistra

Vorrei sottolineare l’ottima riuscita del concerto dei New Trolls nella Piazza del Popolo di Todi che ha visto secondo i dati ufficiali circa 1300 presenze nonostante il clima fosse più invernale che estivo. Colgo anche l’occasione per fare i complimenti al presidente dell’Associazione Commercianti Prosperi che con la collaborazione di tutto il direttivo ha coordinato al meglio sia la preparazione dell’evento sia lo svolgimento della serata. Sicuramente è stato piacevole vedere tra il pubblico persone di diverse generazioni, a testimonianza del fatto che la musica e i brani dei New Trolls (veri cantautori come ormai ce ne sono pochi) oltre a risvegliare antiche passioni nelle persone di mezza età sono riusciti nell’intento di appassionare i giovani dei nostri tempi.
E qui mi allaccio per ricordare che il matrimonio musicale tra Vittorio De Scalzi e Nico Di Palo è quanto mai attuale e destinato a rilanciare il successo della band dopo il recente ricongiungimento che ha portato all’incisione del nuovo album “Concerto Grosso n.3” uscito nel Giugno di quest’anno.
Premesso ciò, vorrei evidenziare ai cittadini tuderti che, non più tardi dei primi di agosto, i componenti del Gruppo Consiliare dell’Ulivo avevano sollevato perplessità riguardo alla scelta di organizzare questo evento, sostenendo addirittura che il concerto fosse un falso ed invitando persino l’Amministrazione Comunale a chiedere spiegazioni, se non addirittura risarcimenti all’Associazione Commercianti.
Ecco, io inviterei dunque questi signori a documentarsi in maniera adeguata prima di esprimere critiche gratuite e faziose rivolte a persone ed istituzioni che stanno cercando in tutti i modi di riportare eventi di un certo spessore artistico-culturale nella città di Todi; ed aggiungo che, se critiche ci devono essere, non siano mosse da meri interessi politici, ma portate in maniera costruttiva e basate su fatti concreti, in modo da poter agire sempre nell’interesse della Città e soprattutto dei Cittadini che la compongono.
Claudio Ranchicchio – consigliere comunale di AN

10 settembre 2007
Il nuovo ospedale di Pantalla? Solo una grande ACCA!

In relazione all’articolo pubblicato da "iltamtam.it", nel quale si riferisce dell’interpellanza di Simone Martorelli sullo stato dei lavori all’ospedale di Pantalla mi piace ricordate il volantino di Fiamma Tricolore durante la campagna elettorale, intitolato ironicamente LA GRANDE … ACCA!
Finalmente qualcun altro, oltre a noi di Fiamma, sta prendendo atto della mistificazione sulla realizzazione in tempi brevi del nosocomio in Pantalla. Allora facemmo un sopraluogo e scattammo delle foto a dimostrazione di come andassero a rilento i lavori della sua costruzione. Fotografammo anche il tabellone di cantiere dove mancavano le date d’inizio e fine dei lavori. Qualcuno corse ai ripari e ce le scrisse poi con un pennarello. Cercammo invano la prima pietra posata pochi giorni prima dalle Autorità regionali e locali.
E’ una vita che lotto per la difesa dell’ospedale di Todi e, a parte i vari comitati, pilotati e strumentalizzati dalla sinistra, mi sono sempre trovato solo sul piano politico. Bravo Simone Martorelli. E’ ora che qualcuno vada a vedere come stanno veramente le cose e che i tuderti, oltre ad essere trattati da “cornuti” non vengano anche “bastonati”.
A me consta che nessun progetto del nuovo ospedale risulta depositato presso gli organi competenti. Per esempio presso il Genio Civile. L’unico fatto concreto è l’appalto per lo sterro, interrotto forse da smottamenti di terreno non previsti. La verità è che tutto tende a depotenziare i nostri servizi a vantaggio dell’ospedale marscianese. La verità è che, se questo disegno era in atto con Giunte di sinistra collise e succubi delle Autorità regionali, figuriamoci le conseguenze all’oggi con Todi che ha una Giunta di centrodestra.
Ero nell’allora Assemblea dei comuni della Media Valle del Tevere, quando i nostri politici sinistrorsi con la complicità dei democristiani, barattarono la sede dell’USSL con il Consorzio Economico Urbanistico. Fu il primo vero tradimento perpetrato ai danni del nostro nosocomio. Altro che appelli alla concordia! Noi dobbiamo metterli con le spalle al muro e denunciare le pesanti responsabilità che hanno per aver ridotto Todi ad essere la cenerentola dell’Umbria.
La conclusione sarà che la realizzazione del nuovo Ospedale si procrastinerà negli anni e nel frattempo avremo una specie d’infermeria con un ospedale funzionale a Marsciano. I compagni ed i loro amici di viaggio politico sono stati capaci di invertire le due cose.
Mario Epifani – Fiamma Tricolore

10 settembre 2007
A Todi la vita per i pedoni è proprio dura!

Sarei felice di conoscere chi sono gli artefici delle seguenti geniali soluzioni.
1. Località Pian di Porto – Sidis. Posizionamento di n. 2 cassonetti grandi dei rifiuti a ridosso del passaggio a livello direzione Zona Industriale verso Todi. Ogni sacchetto si rischia di essere investiti.
2. Sempre a proposito di maggiori probabilità di essere investiti. Ex Oleificio – Scuola Cocchi. I lavori in corso hanno determinato l’introduzione di un cartello per i pedoni (che vengono verso la Consolazione da Porta Romana) che invita a passare dal lato opposto. Ma si sono dimenticati di aggiungere "che vi prendono meglio!". Infatti, mentre andando verso la Consolazione le auto le vedete di faccia dall’altra parte vi investono direttamente da dietro. Ah dimenticavo, dal lato del Consorzio (per capirci) non esiste un centimetro per i pedoni che si devono guardare anche dalle manovre delle auto in sosta.
Maurizio Pierdomenico

10 settembre 2007
La dott.ssa Petrazzoli risponde al sig. Ranieri

Il Sig. Franco Ranieri continua a sproloquiare e a prendere di mira la mia persona, le mie iniziative politiche, passate e attuali, senza che ve ne siano ragioni riconducibili a miei atti che lo riguardino sia personalmente che politicamente.
La supponenza di questo consigliere ripescato (dai cittadini non è stato eletto avendo raccolto appena 58 preferenze e siede in consiglio grazie alle dimissioni per incompatibilità con la carica di assessore di Moreno Primieri) si commenta da sola!
L’attività da me svolta come assessore è testimoniata dai fatti, dagli investimenti realizzati, dalle opere, pur consapevole che solo i demagoghi possono pensare di risolvere in un mandato amministrativo tutti i problemi. E presto il confronto lo faremo con quello che questa destra saprà realizzare in concreto e non a parole.
Come consigliere comunale che ha raccolto consensi in tutte e 21 le sezioni elettorali del nostro comune mi interesserò dei problemi dell’intero territorio comunale, come del resto è nei compiti e doveri istituzionali di ogni eletto. Con buona pace del sig. Ranieri!
A proposito poi della gestione dei centri sociali (ve ne sono molti in tante frazioni e quartieri, realizzati in collaborazione tra amministrazioni di sinistra, cittadini e singoli benefattori) ho sollevato il problema della gestione per attività culturali e sociali affidata a liberi comitati di cittadini auto organizzatisi che non hanno fini di lucro e quindi nulla c’entrano con il mercato (le gare) e che non può essere confuso politicamente e giuridicamente con attività tipiche dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pizzeria etc) per le quali non sussistono, tra l’altro, né le possibilità né le condizioni amministrative (VEDI PIANO DEL COMMERCIO E REGOLAMENTO EDILIZIO SULLE DESTINAZIONI D’USO). Inoltre,in molti casi come al quartiere Europa , si andrebbe contro la volontà del donatore e gli atti amministrativi di accettazione della donazione.
Di quale lesa maestà va quindi sproloquiando il Sig. Ranieri? La sua è solo malevolenza e scarso rispetto delle persone e degli avversari politici, a cui d’ora in poi risponderò solo con il silenzio. Così farò con Mario Epifani che ha scritto:” La Petrazzoli se ha fatto promesse che non può mantenere, avendo perso le elezioni e quindi non avendo più il potere decisionale, si metta l’animo in pace. A decidere adesso siamo noi……..”
Io non ho promesso nulla a nessuno, anche perché l’elezione del direttivo della nuova Associazione Amici del Quartiere è avvenuta dopo le elezioni del maggio-giugno scorsi, in agosto, e i componenti sono coloro che hanno ricevuto più voti oltre a quelli che dovrà nominare il Comune. Il mio è un discorso generale sul quale gradirei un confronto di merito e non le solite insolenze. Comunque, come dice Epifani, a decidere adesso sono loro. Aspetto le decisioni, serenamente.
Rita Petrazzoli – consigliere comunale dell’Ulivo

9 settembre 2007
I fuochi della Consolazione spengono le "scintille" fra Epifani e Ferracchiati

Simpaticamente, anche perché così si smorza l’acutizzarsi di certe polemiche, la redazione di "iltamtam.it" ha con fantasia celiato sui fuochi d’artificio dell’otto settembre.
Io colgo l’occasione per dire pubblicamente che nelle mie azioni politiche non c’è mai niente di personale. Anzi, non ho remore ad ammettere che reputo Paolo Ferracchiati una persona degna di rispetto e di onestà indiscussa. Ci conosciamo da una vita e sappiamo l’uno chi sia l’altro. Il fatto è prettamente politico e le mie critiche sono dirette ad un sistema partitico che condiziona pesantemente l’amministrazione di enti come quello dell’Etab e della Veralli. Se sono convinto che le cose non siano andate per il giusto verso, sono altresì conscio che certe operazioni sono il frutto di tale condizionamento.
Se la devo dire in modo franco, sono persuaso che Ferracchiati non abbia mai avuto degli interessi personali sulle scelte fatte come presidente dell’Etab. Questo però non lo scagiona dalle responsabilità politiche, sue e di tanti altri presidenti che lo hanno preceduto. Ci tenevo a chiarire, perché la maturità di chi fa politica si dimostra quando si riesce a scindere l’aspetto interpersonale con quello prettamente politico. Mario Epifani

8 settembre 2007
La Traviata e gli Equipe 84, la Tosca e il Tuderock

Scrivo come cittadino anche se non di Todi (di Massa Martana, comunque storicamente area tuderte) e che a Todi è profondamente legato per molteplici ragioni. Non mi interessa entrare nel dibattito politico e spero che il mio intervento non dia adito ad ulteriori polemiche. Voglio soltanto esprimere la mia opinione in merito alla scelta dell’attuale Amministrazione Comunale di "rimuovere" completamente i due appuntamenti tradizionali con l’opera lirica rispettivamente ad agosto ed ottobre (gli unici rimasti).
A mio avviso tale opzione, in un momento di vitale espansione (almeno formale se non sostanziale) non solo per il Lirico Sperimentale di Spoleto, ma per il melodramma in generale, si rivelerà un errore "strategico" di gravità pari alla scelta dell’allora Amministrazione di bocciare il Festival dei Due Mondi, così benevolmente offerto a Todi, ma che invece si meritò una Spoleto più sveglia.
Con questo non voglio dire che sono favorevole a "Galà elitari" e "conviti per pochi eletti". No. Vero è che i tempi, le mode, i gusti sono cambiati e cambieranno (per fortuna), ma è vero anche che "a volte ritornano" e chi ci può impedire di indossare una cravatta stile anni ’80 nel modo glocale degli anni 2000 se davvero lo vogliamo e soprattutto se possiamo scegliere? Ben vengano i "New Trolls", ben vengano orchestre di liscio, gruppi pop e rock. Ma una democrazia matura ed un ente locale quale il Comune, che ad oggi si rivela o dovrebbe rivelarsi la più autentica delle cartine tornasole per misurare il grado di sviluppo di una forma di governo (in questo senso almeno la riforma costituzionale del 2001), ha credo il dovere morale di ampliare l’offerta culturale della città, non già quello "parziale" di ridisegnarla secondo tattiche di area.
Agire secondo una logica "di addizione" e non di "sottrazione per contrappasso" credo possa beneficiare le molteplici e spesso eterogenee esigenze Culturali (con la C maiuscola d’obbligo) di tuderti e non. E giacchè non viviamo più nell’800 di Verdi o nel ‘900 di Puccini, per favore dateci la possibilità e finanche la meritatissima libertà di andare a gustarci, se ne sentiamo il bisogno, "La Traviata" o gli "Equipe 84" in piazza del Popolo e "La Tosca" o il "Tuderock" al Teatro Comunale!
Jacopo Alcini

8 settembre 2007
Lettera aperta al dottor Vannini sul futuro del vecchio ospedale di Todi

Ho letto molto attentamente le considerazioni svolte sulle colonne di Tam Tam dal Dott. Carlo Vannini, dal titolo “Tre idee bipartisan per Todi (anzi quattro)”, e cercherò di svolgere, in questo spazio, una pacata analisi dei punti da lui sollevati.
La premessa al suo discorso, specialmente quando dice che “leggendo la storia secolare della città, si può evincere che questa si sviluppa e progredisce quando i contrasti politici sociali e culturali si manifestano con più forza ed evidenza democratica”, è pienamente condivisibile e trova un riscontro tangibile negli ultimi nove anni di governo di centro-sinistra, all’insegna del motto “troncare e sopire”.
Quale è stato il risultato? La politica del girarsi dall’altra parte e non guardare in faccia la realtà, magari perché impegnati in altre faccende, più o meno personali, ha pesato come una zavorra sullo sviluppo della nostra realtà comunale ed ha aggravato pesantemente i problemi del nostro territorio, rischiando seriamente di farci imboccare la strada di un declino inarrestabile.
Il maggiore coinvolgimento dei cittadini nella vita pubblica della città, ma anche nelle scelte della stessa Amministrazione, evidenziato sempre a ragione da Vannini, è un intento estremamente positivo, su cui dovrebbero convergere sia la maggioranza che l’opposizione. Il sindaco Ruggiano più volte in campagna elettorale ha battuto questo tasto, dicendo che tutti gli attori economici e sociali del tuderte (nessuna categoria esclusa) devono essere il motore dello sviluppo del nostro territorio.
L’idea di una conferenza permanente o di un consiglio, che vada a rafforzare la rappresentanza e la partecipazione di tutto il variegato mondo economico e sociale, è uno scelta a mio avviso strategica per lo sviluppo di Todi.
Passiamo all’argomento spinoso dell’Ospedale, sul quale però il Dott. Vannini ha preso una sbandata clamorosa. La decisione di chiudere il nostro nosocomio è stato un colpo durissimo alla città, soprattutto perché si è preferito obbedire ai voleri delle segreterie dei partiti, che hanno tagliato fuori la nostra città dal contesto regionale, piuttosto che andare incontro all’interesse generale dei cittadini. Questo succede quando la politica (che in questi casi diventa antipolitica) allunga i suoi tentacoli ovunque, determinando delle commistioni insostenibili per i cittadini, appesantendo ancora di più la burocrazia e i suoi costi.
Pensare di sostituire la presenza dell’Ospedale con un polo veterinario, o meglio ancora con un Casinò (sic!), significa non affrontare i nodi dello sviluppo tuderte. Lasciamo perdere il senso religioso e lo snobismo anticapitalista, tra l’altro tanto sbandierato dalla sinistra radicale, alleata del Partito Democratico nel quale il Dott. Vannini entrerà tra pochi mesi.
Todi ha bisogno di ricostruire il suo tessuto economico e sociale, sfibrato da tanti anni di politiche sbagliate, ha bisogno di politiche e di investimenti di lungo periodo, che con il Casinò c’entrano molto, ma molto, poco.
Umberto Magni, Coordinamento Comunale Forza Italia

8 settembre 2007
Cosa ne sarà di Todi?

“Il comportamento politico ed amministrativo del centrosinistra non dipende né dipenderà dagli appelli interessati di Ruggiano, ma unicamente dalla nostra autonoma valutazione della bontà degli atti proposti”. Con questa frase termina l’intervento dell’opposizione-maggioranza.
Mi permetto di intervenire per chiarire ai signori rappresentanti del “popolo” che il Sindaco gli appelli li fa per poter governare Todi non per lui o i suoi “amici”. Forse è bene che il centrodestra apra gli occhi: questi, adesso, dopo tre mesi di inefficienza, hanno allentato la borsa del voto unanime per dimostrare ai loro elettori che sono coscienti del loro ruolo e, per il bene della città, approvano. Ma come ha ribadito il dott. Cappelletti nell’ultima seduta del Consiglio, è l’ultima volta che cedono e approvano se…e qui la minaccia. Vi faranno illudere per un po’ e poi daranno inizio al voto negativo e all’uscita dal Consiglio.
Passerà il tempo e voi siete bloccati. La sinistra vi porterà in campana facendo passere il tempo e poi dichiarare al popolo sovrano: “ Avete visto? Questi non sanno governare!” Vi accuseranno di inefficienza e nel frattempo avranno avuto modo di ricompattare parzialmente le loro fila. Io dico questo: più tempo passa dalle dimissioni e peggio è per NOI. Se ai Tuderti si spiega la necessità di andare al voto per governare tranquillamente, senza minacce e ricatti, noi votanti comprenderemo. Anzi sono convinto che raddoppieremmo i voti.
Antonio Germino

7 settembre 2007
Fondi "scomparsi" per San Fortunato: c’entra qualcosa il centrosinistra?

A proposito dei problemi della scuola, segnalo un tema da approfondire. Sembra che l’ultimo stralcio di lavori di sistemazione del Liceo, riguardante il Chiostro di San Fortunato, non sia più attivabile per mancanza di fondi.
Se fosse vero, mi domando: è giusto e legittimo lasciare incompiuta un’opera che non solo è essenziale per il corretto funzionamento della scuola dal punto di vista logistico e della sicurezza, ma è anche uno dei luoghi più visitati dai turisti (che oggi ricevono un’impressione assolutamente negativa: provate ad andare a vedere le condizioni pietose in cui versa uno degli angoli più belli e suggestivi di Todi)? Non va trascurato poi l’aspetto culturale, dato il ruolo che potrebbe avere il Chiostro come contenitore di spettacoli ed eventi.
Faccio poi a tutti una seconda domanda: è questa una delle paventate conseguenze della "non omogeneità" dell’Amministrazioone tuderte con quelle regionali e provinciali, di cui si è tanto minacciosamente parlato in campagna elettorale? Passi per la tolleranza verso le frasi ad effetto che taluni usano fare a soli scopi elettorali, ma ora le elezioni sono acqua passata e bisogna essere seri e concreti.
Chiedo a tutti i consiglieri del centrosinistra di attivarsi per ottenere lo sblocco dei fondi necessari ai lavori. E’ un atto di chiarezza dovuto alla città, e potrà essere anche un ottimo argomento politico per dimostrare il loro effettivo interesse al bene della collettività.
Maurizio Giannini – Todi Viva

7 settembre 2007
Destra e sinistra a volte vanno d’accordo!

Non mi riferisco ai nostri amministratori, ma ai nostri parlamentari. Già, perché se anche qualcuno sa che da circa sei mesi (febbraio 2007) le indennità di “nostri” parlamentari sono aumentate di circa 6.000 euro annuali (ma con validità retroattiva a gennaio 2006!) e di conseguenza anche quelli dei consiglieri e assessori regionali (legate proprio a quelle dei parlamentari), la maggior parte non sanno che tra qualche mese (gennaio 2008) scatterà l’adeguamento dello stipendio dello stipendio dei magistrati e del primo Presidente della Corte di Cassazione.
Cosa collega le due cose? Una lontanissima legge risalente al 1965 che “aggancia” lo stipendio dei parlamentari a quello dei magistrati e quello dei consiglieri regionali a quello dei parlamentari: come le tessere di un domino. Ma chi stabilisce il compenso dei magistrati? Beh ovviamente il Parlamento! Così se prima, con il governo Berlusconi, si erano trovati tutti d’accordo, a fine 2005, per la riduzione delle indennità, nessuno si è poi lamentato, né a sinistra né al centro né a destra, per il nuovo adeguamento che grazie anche alla retroattività, di fatto, annulla i tagli del 10% della Finanziaria 2005.
Bravi, proprio bravi! Quando si tratta del “magna magna” tutti d’accordo, come sempre. Tanto per restare in campo di numeri, la spesa per gli aumenti, complessivamente, ci costa più di dieci milioni di euro l’anno! Senza sommarvi poi gli aumenti che liberamente e arbitrariamente i governi regionali possono decidere…
A gennaio 2008, come se non bastasse, è previsto l’adeguamento Istat degli stipendi dei magistrati così, et voilà, come per magia anche gli stipendi di parlamentari e consiglieri/assessori regionali sono destinati ad aumentare ancora. A meno che, per una volta, non ci sia un’inversione di tendenza, un segnale di rispetto nei confronti di tutti noi. Staremo a vedere.
Luca Cardaio

7 settembre 2007
Allarme per l’aumento delle tariffe assicurative RC Auto

Come comunicato di recente da alcune associazioni dei consumatori, le tariffe R.C. Auto subiranno un aumento medio del 4,1% nell’anno 2007 rispetto al precedente. E’ sotto gli occhi di tutti, quindi, che ad oggi, gli obiettivi auspicati in termini di riduzione delle tariffe dalla tanto agognata procedura d’indennizzo diretto, introdotta dall’art. 149 del Codice delle Assicurazioni, regolamentata D.P.R. 254/06 ed in vigore per i sinistri avvenuti dal 1 febbraio 2007, sono stati del tutto disattesi, come avevano previsto la gran parte degli esperti del settore e degli stessi assicuratori.
A causa di questi aumenti e delle tariffe esorbitanti, sono giunte segnalazione da parte di agenti ed esperti del settore di un aumento delle autovetture con il premio scaduto e senza copertura assicurativa.
E’ opportuno ribadire che la procedura in vigore ha comportato, peraltro, una notevole compressione del diritto ad una compiuta difesa da parte dei danneggiati costretti ad essere risarciti dal proprio assicuratore che è anche colui che, infine, deciderà il quantum del danno e quindi senza l’assistenza di un esperto che lo possa guidare ad una piena e completa soddisfazione di tutti i danni subiti, consulenza che altrimenti resterebbe a totale carico dell’assicurato–danneggiato.
E’ auspicabile che le Associazioni dei Consumatori che appoggiarono e promossero l’introduzione della procedura d’indennizzo diretto prendano atto dell’evidente “flop” e facciano pressing per una definitiva riforma del sistema assicurativo che garantisca maggiori tutele per i danneggiati e per le vittime della strada e che mini una volta per tutte l’oligopolio dei grandi Gruppi assicurativi.
Giovanni D’Agata – componente nazionale dipartimento tematico “Tutela del Consumatore”

6 settembre 2007
Sull’ospedale è partita a gara fra chi le spara più grosse!

Chiedo scusa, sembra che mi voglia sempre inserire per dire la mia. Ma certe esternazioni che ho letto a proposito della destinazione da dare all’ospedale di Todi (il riferimento è all’intervento del dottor Vannini, ndr), più che bipartisan mi sembrano bislacche, e invito tutti a commentarle. Comincio io:
1) Il Dottore che avanza proposte per l’Ospedale non è lo stesso che ha sempre rivestito un ruolo defilato ma influentissimo in un partito che non mi sembra abbia troppo osteggiato il progressivo depauperamento del nostro nosocomio, fino all’atto finale della chiusura? Il Partito dei Primari (che stranamente non ama le Primarie…) ha tollerato, se non favorito, la crescita a dismisura dell’apparato amministrativo della nostra sanità, che ha raggiunto un insostenibile rapporto tra amministrativi e sanitari attivi sui malati. E’ stato utile per puntare al Guinness dei primati, ma non a quello del benessere dei Tuderti.
2) Il Dottore si accorge solo ora che "si rende necessario promuovere con iniziative forti la partecipazione effettiva dei cittadini alla vita democratica"? Ma questo non avrebbe dovuto essere l’obiettivo principale di un partito di sinistra? Parla ora di "sviluppare il senso civico della nostra comunità"? Ma non avrebbe dovuto perseguire questo scopo quando era il Grande Vecchio di un partito determinante e protagonista della scena politica? Capisco che che in vista del Partito Democratico tutti vogliano rifarsi una verginità e un’immagine, ma come diceva Totò, ogni pazienza ha un limite!
3) Il suo partito, o meglio il suo gruppo, alle ultime elezioni, o ha perso (e allora ci sarebbe piaciuto sentire due parole di autocritica) o ritiene di aver vinto, se è vera la voce di scelte rocambolesche e un pochino fuori dagli schemi. Ma se ha vinto, è mancata l’esultanza. Quanta freddezza!
4) L’idea del casino’ (spero di aver capito bene: la parola era con l’accento, vero?), anche se lanciata come una goliardica provocazione, non deve trovare epigoni che l’appoggino, prima di tutto perché cozza con l’assoluta impossibilità materiale di attuazione (la legge non lo consente, ci sono almeno 20 Comuni che lottano da tanti anni per cambiarla, e non hanno ottenuto alcun risultato, né con governi di centrosinistra né con quelli di centrodestra). E poi ci sono aspetti socioculturali che solo con grande superficialità si possono liquidare come "senso religioso del peccato o snobismo anticapitalista".
5) Visto che facciamo a chi le spara più grosse, e visto che si parla di "Camere di compensazione e cornici organizzative di alto profilo", perché non fare, al posto dell’Ospedale, una mega sede per l’Associazione che annoverava, in un elenco che ha suscitato clamore negli anni novanta, un nome molto simile a quello del nostro Dottore?
Maurizio Giannini – Todi Viva

6 settembre 2007
Due modi di essere imprese

A pochi giorni l’una dall’altra, la cronaca si è occupata di due diversi modi di fare impresa oggi in Italia. Alcuni giorni fa, su un TG si evidenziava come l’industria manifatturiera subisse incalcolabili danni dal commercio dei falsi capi di abbigliamento, le così dette “griffes”. Dinanzi a questa ennesima denuncia pubblica di un mercato parallelo di capi di abbigliamento “falsi”, non ho potuto fare a meno di ripensare a quanto scritto da Roberto Saviane, nel suo libro “Gomorra”, per questo ormai vive sotto scorta lontano dalla sua città. Saviane infatti descrive in maniera minuziosa e particolareggiata, mai smentito da nessuno, come le grandi case di moda internazionali forniscano esse stesse ai “falsari” la materia prima per produrre, al minor prezzo possibile e nel minor tempo possibile, i capi di abbigliamento e quant’altro legato all’alta moda.
Hanno rapporti diretti con gruppi di piccoli produttori più o meno legati alla Camorra, li riuniscono in luoghi ben nascosti e poi lì, fanno una sorta di asta fra queste “imprese” ed aggiudicano a quella che offre il prezzo più basso nel minor tempo possibile l’esecuzione del lavoro. Solo a questa, poi, daranno i marchi veri. Poi, per tutelarsi, danno gratuitamente lo stesso quantitativo di materiale da lavorare a tutte le altre concorrenti, perché, se quella che ha preso “l’appalto” non potesse rispettare il prezzo o il tempo promesso, potrebbero passare tranquillamente “all’impresa” successiva.
Dove sta il nesso con le false “griffes”? Nel fatto che poi gli altri capi che sono stati prodotti dagli altri “accorrenti” finiscono sul mercato dei falsi, anche se prive dei marchi autentici ma con il beneplacito e la consapevolezza delle ditte produttrici d’alta moda. Tutti sanno che ciò avviene in collaborazione con la malavita organizzata napoletana: la Camorra. Nessuno però sembra farsene scrupolo. Solo dopo, si denuncia la concorrenza sleale dei “falsi”! Saviane ci dà la vera chiave di lettura per capire come un certo modo di fare impresa sia scorretto ed al di fuori della libera concorrenza.
Per fortuna ogni tanto si accende una piccola luce che illumina fievolmente l’orizzonte e questa luce si fa di giorno in giorno più forte e determinata a squarciare queste tenebre oppressive. Mi riferisco a quanto l’Associazione Industriali Siciliani ha deliberato alcuni giorni fa. Dopo gli ultimi episodi intimidatori nei confronti di un associato che aveva subito 4 attentati in 5 giorni per non aver ceduto al ricatto del “pizzo”. L’Associazione Industriali Siciliani ha deliberato infatti che tutti gli associati che pagano il “pizzo” alla mafia saranno cacciati dall’Associazione stessa. A questa fortissima presa di posizione locale ha fatto eco la Confindustria nazionale che ha adottato lo stesso provvedimento per tutto il territorio nazionale.
Ecco questo è l’altro modo di fare impresa oggi nel nostro Paese. Forza, determinazione, solidarietà fra imprenditori, collaborazione con lo Stato.
Se questo modo di affrontare l’emergenza criminalità, che tanto mina le attività produttive in Italia, fosse stato adottato da sempre, probabilmente non avremmo dovuto mai ricordare tragici anniversari, come ad esempio quello della morte dell’imprenditore siciliano Libero Grassi, che, nel 1991, non volle cedere al ricatto mafioso, ma anzi a questo si ribellò, pagando con la vita la sua ribellione. Una lapide posta proprio pochi giorni fa, lo ricorda come uomo coraggioso, ma drammaticamente solo dinanzi alla mafia, abbandonato dallo Stato e dal mondo imprenditoriale di allora.
Oggi forse sono riusciti a riscattarsi. Speriamo che lo riescano a fare anche quegli imprenditori dell’alta moda che poi osano anche piangere lacrime di coccodrillo dinanzi alla concorrenza sleale dei “falsi”.
Paolo Ferracchiati

5 settembre 2007
Rifiuti: a me non interessano le sigle ma la qualità e il costo del servizio

Sul tema caldo della possibile uscita di Todi dall’ATO, vorrei avanzare alcune modeste osservazioni:
1) Non so e non mi interessa troppo la sigla sotto la quale viene svolto un servizio essenziale per noi cittadini. Mi interessa da morire, invece, la qualità del servizio ed il relativo costo. Sinora non ho sentito, purtroppo, alcun riferimento preciso a modalità operative, cifre, previsioni di spesa, raffronto tra situazioni di Comuni. In sostanza, nessuno ancora scende nell’unico dettaglio in base al quale si dovrebbero fare scelte serie e motivate.
Come cittadino e contribuente vorrei che si dibattesse nella maniera più ampia possibile su come pagare meno per la raccolta dei rifiuti, come valorizzare e diffondere la raccolta differenziata (che malgrado i proclami in favore dell’ambiente, è tuttora un insuccesso in Umbria), come incentivare i cittadini più virtuosi e coscienziosi, che si impegnano nel riciclaggio dei rifiuti ma non sono tanto sicuri che il loro impegno serva a qualcosa.
Vorrei poter leggere un programma dettagliato, in cui mi si dicesse con estrema chiarezza quali strumenti ci sono a disposizione per ridurre i costi e per migliorare la qualità del servizio. Ma deve essere un documento strettamente tecnico e non politico. Non si deve cambiare tanto per cambiare, senza cognizione di causa, ma non si deve neppure conservare l’esistente senza valutarne la qualità. E per fare questo ci vogliono analisi e indicazioni tecniche imparziali. Invece da noi si decide sempre da tifosi: o di qua o di là.
2) Se si insiste troppo sulla difesa dell’esistente, si rischia di far nascere dubbi. Per quali ragioni si è tanto attaccati a sigle e a società che, guarda caso, vedono ai vertici tanti esponenti politici e pochi tecnici puri? Come cittadino non mi interessa che la gestione venga data ad un ente/società della mia stessa area politica, con un presidente scelto in base alle appartenenze piuttosto che ai risultati. Preferisco avere le strade pulite e le tasche un po’ meno vuote, senza se e senza ma. Magari valutando anche la possibilità di dare lavoro stabile ad operatori tuderti.
3) Per aiutare i politici a far meglio le loro scelte, propongo a IL TAMTAM, sempre sensibile e sempre un passo avanti rispetto agli altri, di attivare un sondaggio online sul livello di soddisfazione degli utenti di tutti i servizi pubblici. E’ triste che un simile strumento, prezioso per avere il polso della situazione, debba essere sollecitato da noi utenti, quando qualsiasi Ente o Amministrazione che eroghi servizi dovrebbe utilizzarlo costantemente per monitorare il livello di soddisfazione dei cittadini.
Purtroppo siamo ancora all’abc della democrazia e del rispetto per i consumatori, che devono essere portati a ragionare come tifosi e non come cittadini, in modo tale che vinca sempre la squadra del cuore, senza troppe sottigliezze. E se le cose vanno male, la colpa è dell’arbitro cornuto…
Maurizio Giannini (Todi Viva)

5 settembre 2007
Al Quartiere Europa facciamo da soli cara dottoressa Petrazzoli!

Il quartiere Cappuccini non ha bisogno di essere difeso da nessuno né tanto meno da personaggi che fino a poco tempo fa non hanno fatto che bistrattarlo.
Abbiamo per fortuna i nostri politici di ambo gli schieramenti che sapranno come e quando intervenire per difendere tutti i cittadini sia quelli di destra sia quelli di sinistra.
Per ora chi di dovere dovrà soltanto creare le condizioni politiche e legali perché ciò avvenga senza traumi e soprattutto in difesa di tutti.
Certo è, che pochi giorni prima delle elezioni in presenza dell’allora candidato sindaco Ruggiano ora sindaco di Todi è successa una cosa vergognosa che non doveva accadere. Quella sera siamo stati quasi cacciati dal quartiere e qualche personaggio si è permesso di maltrattare un anziano (mio padre) che si era affacciato all’interno della saletta perché certo di assistere alla riunione seduto su di una sedia che lui credeva fosse stata donata a tutti i cittadini e non a poche persone.
Cosa passata. Vorrei assicurare tutti i cittadini del quartiere che stiamo lavorando per renderlo più vivibile, e soprattutto stiamo cercando di creare nuovi spazzi all’aperto per l’aggregazione di tutti gli abitanti giovani e meno giovani.
Stiamo cercando di eliminare quelle che sono considerate da tutti delle vere brutture: vedi i cantieri lasciati all’incuria per anni.Proprio qualche giorno or sono mi è stata data assicurazione che a breve saranno prese le dovute misure per portarli a compimento. Abbiamo programmato la ristrutturazione dei marciapiedi per dopo l’11 settembre, perché gli operai del Comune sono impegnati alla ristrutturazione degli asili e delle scuole elementari.
Stiamo mettendo in sicurezza gli spazi destinati ai giochi per i bambini dell’asilo. E non solo.
Stiamo insomma facendo quello che non è stato fatto in dieci anni di Amministrazione Marini e soprattutto quello che non ha fatto l’allora Assessore Rita Dott.ssa Petrazzoli (contestata oggi come ieri anche dallo stesso Comitato del Verde).
Stiamo però combattendo contro chi non vuole che tutto ciò sia fatto ma, sono certo che vinceremo la battaglia e pure la guerra. Stiamo studiando con i tecnici come effettuare le sistemazioni delle aree verdi (zona edicola, la finestra su Todi, parcheggio antistante manufatto “Toppetti 2”).
Mi impegno personalmente fin da ora, non appena avremo qualcosa di più concreto, di sottoporre il progetto al giudizio sia del Comitato del Verde che ai cittadini per sollevare eventuali divergenze onde arrivare ad un lavoro condiviso da tutti.
Franco Ranieri – consigliere comunale Forza Italia Todi

5 settembre 2007
Il Quartiere Europa e le ben note difficoltà di aggregare

Non condivido l’intervento precedente di Umberto Magni sia nella forma che nei contenuti. Affidare la gestione di strutture sociali mediante gara, anche se tecnicamente possibile, è un controsenso. Le strutture sociali, in tutte le loro espressioni, sono appunto “sociali” cioè devono essere luogo di partecipazione (anche nella gestione), di incontro, socializzazione e non di “business”. Chiedo chi avrebbe interesse a partecipare ad una gara per la gestione a gratis? L’aggregazione avviene attraverso il coinvolgimento dei cittadini e non perché arriva un soggetto “terzo” che non garantirebbe affatto maggiore trasparenza e maggiori offerte ai cittadini. Appunto “offerte” cioè vendita di servizi agli associati.
Il problema che c’è scarsa partecipazione generale lo dico e lamento da tempo. Penso che tutte le forme associative presenti sul territorio siano in balia di loro stesse e affidate alle poche persone di buona volontà (sempre meno) che cercano di cavare qualche ragno dal buco dell’apatia. Si corre il rischio, è vero, che qualcuno possa monopolizzare a proprio beneficio la gestione ma esistendo direttivi e volontà popolare si possono benissimo sostituire! Ma i direttivi sono spesso deserti e i cittadini lamentosi.
L’aspetto politico toccato da Magni è veramente qualunquista. Chiedo chi impedisce a te come ad altri di essere parte del Centro di aggregazione (Cappuccini o altro)? Non è che per caso sono coloro che “etichettano” che non vogliono partecipare?
La piccola U.S Acli svolge attività di tennis tavolo e non chiede di che colore sei! Lo scopo è condividere l’obiettivo del centro, verde, sport, cinema, gemellaggio, pace, cultura, anziani, religione ecc… Forse non sono loro che considerano “cosa nostra” ciò che è di tutti ma i tutti a far sì che lo si possa pensare. Non tiriamo sempre fuori le inaugurazioni fantasma,basta. Cosi come le “k”. Voliamo più alto come ricorda un consigliere comunale attento.
Maurizio Pierdomenico

5 settembre 2007
La Petrazzoli e l’ex Quartiere "rosso" di Cappuccini…

La polemica apertasi in queste ore sul centro di aggregazione del Quartiere Europa, realizzato nei mesi scorsi a seguito di una donazione del Conte Colleoni della Toppetti Spa, sembra l’ennesimo pretesto utilizzato dal centrosinistra per contrastare ogni scelta amministrativa della Giunta Ruggiano.
Non riesco sinceramente a comprendere cosa ci sia di male nell’affidare, mediante gara pubblica, una struttura sociale. Dovrebbe essere sempre così, ne guadagnerebbero i cittadini perché si risponderebbe meglio alle loro esigenze.
Si garantirebbe maggiore trasparenza nelle procedure, maggiore offerta per i cittadini e gli abitanti del Quartiere e maggiore concorrenza fra i soggetti interessati all’affidamento della struttura.
Non so a cosa si riferisca l’ex assessore ai Lavori Pubblici Petrazzoli, nonché consigliere diessino, quando parla di “abuso di potere”, “uso politico e di parte del potere amministrativo”. Parole molto pesanti e gratuite, visto che, nel caso fosse confermata, questa scelta amministrativa riguarderebbe tutte le strutture sociali del tuderte, non solamente quella del Quartiere Europa.
Quindi voci di vendette politiche, messe in giro da quei furboni della sinistra e da chi la coda di paglia in questa vicenda (magari pure bruciacchiata dalle elezioni), sono da smentire tassativamente.
Il centro aggregativo dovrebbe essere per tutti i cittadini e i residenti, non proprietà esclusiva dei componenti del direttivo del Comitato per il Verde, né tanto meno dei loro referenti politici che corrono tempestivamente in soccorso.
Chissà se è più morale fare affidamenti con gare pubbliche o far lavorare sempre e comunque gli amici degli amici, i propri tesserati e le proprie clientele?
Ho scritto queste righe, prima che da appassionato di politica, da residente del suddetto Quartiere, che, pochi mesi fa, ha assistito sconvolto allo sgarbo istituzionale dell’inaugurazione del centro aggregativo, pronto da mesi ma inaugurato a pochi giorni dalle elezioni, con la sola presenza di tutta la nomenklatura della sinistra, candidato a sindaco Servoli compreso.
Per fortuna l’abitudine di considerare “cosa loro” ciò che appartiene a tutti i cittadini non ha portato a molto successo nell’ex Quartiere rosso di Cappuccini…
Umberto Magni

4 settembre 2007
Giannini mette il dito tra Epifani e Ferracchiati… e si offre di fare le fotocopie

Mi permetto di intromettermi nello scambio di corrispondenza tra il presidente dell’ETAB e il consigliere Epifani (che non avranno obiezioni a questa mia intromissione dato che hanno scelto di pubblicizzare le loro esternazioni) per notare alcune cose:
-Il presidente lamenta attacchi politici, infangamenti, più la solita litania degli oltraggi personali, ma non ne trae le conseguenze più naturali: d………i . Uso molta attenzione con questa parola di dieci lettere, per non turbare nessuno. E’ la parola più invisa ai politici, e la meno applicata: si preannunciano, si minacciano, se proprio sfuggono di bocca si ritirano subito, ma non si danno mai. Se veramente si vuole il bene di un ente che opera per la collettività, se si evidenzia il rischio di un blocco delle attività, non si chiede la "tutela "del sindaco negli ultimi mesi di un mandato che pur perdurante nella forma tecnica è ampiamente scaduto nella sostanza politica, non ci dovrebbero essere dubbi. Nulla vieta poi che per le prossime nomine ci si possa ricandidare per ottenere un nuovo mandato, a pieno titolo e non dimezzato.
– il presidente conferma la sua interpretazione personalissima della gestione di un ente pubblico, che per il fatto di avere "ottimi risultati di esercizio" non deve essere disturbato da nessuno. Il risultato di esercizio positivo in una società seria è un prerequisito indispensabile per stare su una poltrona, non scherziamo! Se poi anni di malapolitica nazionale e locale ci hanno abituato a bilanci dissestati da Consigli inetti e irresponsabili, questo non è un buon motivo per giocare al ribasso.
– ricordo infine al presidente che non ha mai risposto alle mie richieste di chiarimenti tecnici sull’operazione Petroro. Ho avanzato tali richieste da molto tempo, al solo scopo di capire e non per partito preso, come semplice cittadino che non ha diritto a pretendere una risposta con modalità e tempi fissati dai regolamenti, ma proprio per questo meriterebbe più attenzione delle altre categorie "protette".
PS: Mi offro come volontario per aiutare a fare le fotocopie in questione, così finirà questa telenovela.
Maurizio Giannini

3 settembre 2007
Lettera aperta del presidente dell’Etab al sindaco del Comune di Todi

In qualità di presidente dell’ETAB “La Consolazione” mi rivolgo a Lei, considerando anche le funzioni di indirizzo e controllo proprie del sindaco, per rappresentarle il fatto che l’ente è subissato, quasi quotidianamente, da richieste di presa visione e copia di documentazione da parte di alcuni consiglieri comunali.
Naturalmente non ho nulla da eccepire sulla richiesta di documentazione necessaria all’espletamento della funzione di consigliere comunale, anzi, dalla mia funzione di presidente, auspico che un’attenta e seria lettura degli atti amministrativi possa contribuire a fare chiarezza, facendo venire meno un clima di presunta irregolarità e cattiva gestione non suffragata da nessun elemento tecnico, più volta a cercare di “intimidire” che a conoscere effettivamente lo stato dell’ente.
Tuttavia ritengo doveroso chiarire, almeno gli aspetti della relazione istituzionale tra ETAB e gli organi dell’Amministrazione comunale.
Come Lei ben ricorda nell’incontro tenutosi il 9 agosto u.s. con Lei e la Giunta comunale, il Consiglio di ETAB è stato invitato a proseguire la propria attività istituzionale fino alla scadenza ordinaria del mandato, nell’interesse dell’attività amministrativa e gestionale dell’Ente.
Le chiedo, pertanto, alla luce di quanto sto per esporle di assumere ogni utile indirizzo a tutela di ETAB.
Oggi sono venuto a conoscenza dell’ennesimo attacco personale nella mia veste di presidente dell’ ETAB perché un consigliere comunale, richiedendo l’accesso alla documentazione dell’ente, si è trovato difronte l’applicazione del regolamento proprio dell’ente che prevede anche il pagamento delle copie (dimostrando serietà e correttezza nella gestione finanziaria).
Il regolamento dell’ente, deliberato nel 2003, come Lei ben sa, disciplina le modalità e le forme dell’accesso così come i tempi di risposta e consegna della documentazione, disciplinando una forma specifica unicamente per i propri amministratori.
Il regolamento dell’ente naturalmente è elaborato sulla base della dotazione organica dell’Ente stesso (due unità!) e dunque con tempi e modalità congrue per la struttura propria dell’Ente; inoltre rientra nella piena autonomia amministrativa e gestionale del CdA, non essendo evidenziato né dal Comune stesso né da alcuna disposizione di legge che debba essere coerente con il regolamento comunale.
Peraltro la situazione si sarebbe potuta semplicemente risolvere, senza gettare ulteriore fango sulla mia persona e sull’ente che presiedo, se il consigliere comunale avesse fatto richiesta al Comune e questo all’ETAB che avrebbe consegnato la documentazione nella normale relazione istituzionale e dunque senza oneri.
Mi corre l’obbligo precisare che avendo unicamente due unità di personale, i tempi del nostro regolamento sono diversi da quelli del Comune! Tra l’altro se avessimo dovuto ottemperare alle richieste ricevute ultimamente nei 5 giorni che il Comune riserva solo ai propri consiglieri, l’attività dell’Ente sarebbe ormai paralizzata da tempo.
Dunque, per evitare in futuro, ulteriori polemiche sterili e fuorvianti, i consiglieri comunali potranno richiedere la documentazione dell’ente a sindaco e/ o Segretario generale del Comune che, se non ne dispone, provvederà ad acquisirla presso l’ente, senza alcun onere. Non abbiamo avuto mai nulla da nascondere, dal momento che abbiamo sempre agito con la massima trasparenza e dedizione, semmai possiamo vantare degli ottimi risultati di esercizio che possono essere tranquillamente pubblicizzati.
Tutto il CdA si è messo nell’ottica della massima collaborazione con l’Amministrazione Comunale, sempre tenendo come obiettivo principale l’interesse dell’ente, questo Le è stato esplicitato nei nostri incontri, ora vorremmo avere da Lei la rassicurazione e la tutela che questa sintonia d’intenti è condivisa e sostenuta fattivamente. Paolo Ferracchiati
Presidente dell’ETAB “La Consolazione”

3 settembre 2007
A proposito di uscite dall’Ato e di servizi rifiuti

Da notizie di stampa sembra confermata da parte del Comune di Assisi la scelta di uscire dall’Ato 2 per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. La scelta sembra basarsi sull’aspetto economico che prevede aumento dei costi del 60% che, penso, dovranno ricadere sui cittadini.
Ora, anche a Todi si prospetta uno scenario simile (sembra che gli aumenti siano più contenuti circa il 40%). A molti cittadini sfugge il gioco politico che regna dietro la gestione di colossi del genere e dai meccanismi (poco virtuosi) che si generano, ma non sfuggirà l’eventuale aumento delle tariffe. Forse, sarebbe utile che l’Amministrazione si incontri pubblicamente con la cittadinanza in merito agli scenari futuri fornendo quelle informazioni utili a comprendere.
L’obiettivo di una Amministrazione pubblica dovrebbe essere di non procedere a rinnovi taciti di servizi (spesso carenti) ma sia di valutare ad ogni scadenza cosa offre il mercato aumentando la concorrenza (prezzi migliori) ottenendo anche servizi migliori visto che nessuno potrebbe campare di rendita.
Altro elemento che l’Amministrazione dovrebbe "imporre" è la scelta di quale servizio, come va espletato ecc. deve essere determinato dall’Amministrazione stessa e non da altri (tipo Ato). Una partecipazione attiva della cittadinanza è auspicabile. Vogliamo partecipare e incidere sulle scelte che riguardano le nostre tasche, la nostra salute, il nostro decoro… le nostre città.
Maurizio Pierdomenico

3 settembre 2007
Ancora su Ilci, solo una precisazione

Solo due righe per ribadire la mia posizione sull’area verde di Ilci. Forse le ragioni del mio breve intervento sono state travisate. Non mi sembra di essermi schierato con il parroco, come anche verbalmente mi è stato imputato, di cui anzi criticavo il comportamento: il prete deve pensare alle anime della parrocchia. Spazi verdi e quanto altro, se destinati alla comunità e realizzati esclusivamente con i soldi pubblici, non sono di sua competenza.
E nemmeno mi riferivo allo scontro ideologico: era solo un riferimento ad una delle più belle saghe cinematografiche del dopoguerra per dar risalto alla situazione che si è venuta a creare a causa della rovinosa conduzione del tutto da parte della precedente amministrazione.
È giusto anche che la gestione dell’area venga rivendicata dal circolo locale, ma a quale scopo? Inoltre quali erano esattamente gli accordi iniziali? Di chi era il terreno? Non è che tutto questo trambusto si sia creato per una pura questione economica? Non è che si miri al profitto più che alla fruibilità dell’area?
Forse sarebbe il caso di una gestione tipo pro-loco, un no-profit, così tra i due “litiganti” vincerebbe tutta la comunità di Ilci. I proventi della gestione dell’area dovranno tanto essere destinati al mantenimento della struttura ed anche al suo miglioramento, non finire nelle casse parrocchiali, o in quelle del circolo.
Luca Cardaio

2 settembre 2007
Ad Ilci il parroco è "intransigente": il comitato invece non lo è?

Lungi da esprimere giudizi in merito alla questione area verde di Ilci, ma vorrei capire.
– Di chi era la proprietà dell’area ceduta al Comune?
– Se, come sembra l’accordo prevedeva la gestione a carico della parrocchia, dov’è il contendere?
– Cosa significa l’accusa rivolta al parroco di "esclusività"? Accedono solo i parrocchiani "doc" oppure i cittadini?
– Il parroco viene accusato di scarso dialogo. Allora, forse, il problema non è l’area verde che sarebbe solo un pretesto.
– Il richiamo al fatto che l’opera sia stata realizzata con finanziamenti pubblici è quanto meno di dubbio gusto…
– Sarebbe interessante conoscere "l’intransigente posizione tenuta dal parroco" tale da creare il contrasto salito alla ribalta delle cronache.
– Come mai il comportamento del parroco è "intransigente" e quello del Comitato non lo è?
Lasciatemi dire che il tutto è veramente deprimente. Nessuno dimostra di avere a cuore l’interesse della comunità, ma tutto si ferma solo ad una futura rivendicazione "politica" della realizzazione.
Cosa cambia, cosa c’è dietro nelle quinte? Non ho letto critiche e commenti in merito alla qualità della struttura, se è al momento agibile, su come utilizzarla, se viene utilizzata ecc… ma solo a chi attribuire i meriti ed eventualmente una targa celebrativa…..
Maurizio Pierdomenico

2 settembre 2007
Ilci e quel maledetto campetto conteso

Sono una ragazza nata e cresciuta ad Ilci da una famiglia legata alla chiesa ma soprattutto al “parroco” di cui ho un bellissimo ricordo. Molte erano le volte che rientrando a casa da scuola trovavo Don Giuseppe a pranzo con noi ed appena mi vedeva si scusava per il disturbo. Durante i festeggiamenti di un capodanno ho ancora limpida nella mia mente la sua espressione gioiosa nel vederci tutti insieme presso il circolo dove lui era sempre il benvenuto! Nelle celebrazioni di matrimoni o funerali lui aveva sempre parole di affetto e raccomandazioni per i suoi parrocchiani che anche se diversi tra loro per carattere o comportamenti erano pur sempre la sua comunità! La sua gioia era vederci riuniti nell’organizzazione delle feste o qualsiasi altra iniziativa purché servisse per stare insieme, non a caso era il sostenitore più accanito della “compagnia” teatrale di Ilci.
Durante il suo cammino di sacerdozio i suoi parrocchiani non lo hanno mai abbandonato o almeno quelli a lui più vicini lo hanno accompagnato con dolore sino alla fine dei suoi giorni perché ritenuto una persona dolce, umile, silenziosa ma soprattutto una persona che per la sua parrocchia avrebbe fatto di tutto anche spogliarsi dei suoi averi pur di vedere i suoi parrocchiani unici e felici: è possibile, mi chiedo, che le stesse persone cui lui teneva così tanto possano essere diventati di punto in bianco degli ‘snaturati’ o dei parrocchiani impazziti?
Sicuramente la gente di Ilci avrà le sue colpe ma non sorge a nessuno il piccolo dubbio che forse vi potrebbero essere altre cause? Poche sere fa tornando dal lavoro ho sentito discutere due persone nate e cresciute insieme sui banchi di scuola per questo ‘ maledetto ’campetto’. Ma che cosa ci si vorrà mai fare con un campetto situato in questo piccolo paese: non è mica lo stadio di Roma! E poi non doveva servire per tenere unita la comunità? Non mi sembra proprio questo il caso!
Io non sono né un membro della commissione parrocchiale né del circolo anzi, mi sono sempre tenuta al di fuori di tutto, perché non mi piace polemizzare ma di fronte a quanto sta succedendo non ho potuto fare a meno di esprimere i miei pensieri.
Lettera Firmata

1 settembre 2007
Ad Ilci non c’è nessuno scontro "Peppone e Don Camillo" ma…

Caro Luca Cardaio, a scriverti è Sarti Maurizio in qualità di presidente del Circolo sociale e Ugo Todini come coordinatore del comitato frazionale, di comune accordo abbiamo deciso di rispondere alla tua lettera riguardante la questione area verde di Ilci.
In primo luogo vorremmo spiegare a te e agli altri che la posizione da noi assunta è dovuta alla ostinata intransigenza del parroco, che ha provocato mancanza di fiducia nei suoi confronti da parte della comunità e scarsa partecipazione alla vita religiosa, e non per futili motivi politici.
Per quanto riguarda l’interpellanza fatta al sindaco dall’amico Andrea Caprini, devi sapere che si tratta di un’iniziativa liberamente assunta da una forza politica, ovviamente aspettiamo che altre forze politiche presenti in consiglio comunale prendano posizioni sulla vicenda.
Del resto, senza alcuna preclusione ideologica noi del comitato abbiamo in tempi remoti già coinvolto la precedente amministrazione e ultimamente abbiamo richiesto l’intervento dell’attuale sindaco e dell’assessore competente, con i quali si è tenuto un incontro nel corso del quale il parroco ha ribadito la propria intransigente posizione. Non si tratta di uno scontro ideologico come da te sostenuto alla stregua di “Don Camillo e Peppone” ma di un’azione a tutela dei diritti degli abitanti di Ilci.
Maurizio Sarti (Presidente del circolo sociale)
Ugo Todini (Coordinatore comitato frazionale)

1 settembre 2007
Sul vigneto di Petroro Ferracchiati vuole i soldi delle fotocopie!

Dopo dieci giorni, considerata la data della mia richiesta presentata al Presidente dell’ETAB il 20/08, non soltanto non sono riuscito a visionare il carteggio completo riguardante la progettazione e la realizzazione di un vigneto in quel di Petroro, ma ora il Signor Ferracchiati intende farmi pagare le copie degli atti richiesti, inerenti alla vicenda. Ricordo al Signor Ferracchiati che l’Etab è un Ente dipendente dal Comune di Todi e che il sottoscritto ha il mandato elettorale per rappresentare i cittadini e per tutelare i loro interessi.
Così recita, Signor Presidente, l’Art. 18 al comma 1 del Regolamento comunale: “I consiglieri comunali hanno diritto do ottenere dagli uffici del Comune, dalle sue aziende, istituzioni ed enti dipendenti o a cui partecipa, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso utili all’espletamento del mandato consiliare.” Poi, l’art. 19, comma 1, dice: “I consiglieri comunali, con apposita richiesta, hanno diritto al rilascio di copia di tutti gli atti e documenti formati dall’ente, in possesso o comunque utilizzati dallo stesso ai fini dell’attività amministrativa”.
Il comma 4 dello stesso articolo aggiunge: “Il rilascio delle copie avviene entro cinque giorni successivi a quello della richiesta, salvo che si tratti di atti particolarmente complessi, nel qual caso alla presentazione della richiesta viene precisato il maggior termine per il rilascio”.
Infine c’è il comma 6, sempre del medesimo articolo 19 che inequivocabilmente afferma: “Le copie vengono rilasciate in esenzione dei costi di produzione, di ricerca e dei diritti di segreteria in quanto il loro uso è limitato all’esercizio dei diritti elettorali inerenti la carica di consigliere ed in nessun caso egli può far uso privato degli atti e documenti così acquisiti”.
Appare dunque chiaro l’intendimento del Presidente di ostacolare le mie funzioni di amministratore e la volontà di farmi desistere dalla mia azione di controllo sulle vicende amministrative dell’Etab. Se insisterà nel chiedere il pagamento delle copie inerenti il progetto e la realizzazione del suddetto vigneto, mi accontenterò di visionare i documenti, per capire come si fa a progettare ed a realizzare un vigneto il cui terreno frana e rende inutilizzabile (quindi non produttivo) il vigneto stesso per oltre quattro anni. Guardando gli atti (ciò non mi costerà nulla in euro) verrò a sapere come è andata la transazione per il recupero dei danni intrapreso dall’Ente. Vedrò se è vero che il 60% delle barbatelle (piantine di vite) impiantate non ha attecchito per via che, invece che a primavera, sono state impiantate a luglio.
Mario Epifani – Fiamma Tricolore

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