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Secondo la Coldiretti, nei prodotti spagnoli ve ne sono il triplo che in Italia ed in Olanda se ne trovano fino a sei volte in più

La notizia, riportata anche in questo sito, della presenza, sia nelle acque superficiali che in quelle profonde, di residui di pesticidi ha provocato una serie di reazioni.
La Coldiretti, nel commentare i dati emersi dal rapporto sul piano nazionale di monitoraggio presentato dall’agenzia per la protezione dell’ambiente (Apat) ha messo in evidenza i progressi compiuti.
Negli ultimi dieci anni in Italia si è più che dimezzato (-105%) l’impiego di prodotti fitosanitari classificati come tossici o molto tossici mentre è aumentato del 514% l’utilizzo dei prodotti di origine biologica e del 44,4 per cento quello delle trappole naturali per combattere gli insetti”.
“Anche se ancora molto resta da fare per la salvaguardia della salute dell’ambiente e dei cittadini, il crescente impegno degli imprenditori agricoli nell’uso razionale dei prodotti chimici è dimostrato – sottolinea la Coldiretti – dal primato conquistato dall’Italia in Europa sia nello sviluppo dell’agricoltura biologica sia nella percentuale più bassa di prodotti alimentari irregolari per la presenza di residui chimici.
La frutta e verdura in Italia ha una percentuale di irregolarità dell’1,3% ed è di tre volte inferiore a quella registrata in Spagna, di tre volte e mezzo a quella in Francia e quasi sei volte a quella rilevata in Olanda”.
Quasi d’accordo con Coldiretti anche i Verdi . “I dati dell’Apat sui residui di pesticidi nelle acque superficiali e profonde indicano con chiarezza che il nostro Paese deve procedere senza indugi sulla strada già intrapresa dell’agricoltura di qualità, un percorso che accomuna gli interessi dei cittadini-consumatori e degli imprenditori agricoli”. Lo afferma la senatrice dei Verdi Loredana de Petris.
“Fra il 1997 e il 2005 – dichiara la senatrice – l’impiego di pesticidi nel nostro Paese è diminuito del 6,4%, un risultato positivo, riconducibile anche allo sviluppo dell’agricoltura biologica. Ma le risultanze del monitoraggio delle acque testimoniano che non bisogna abbassare la guardia e che maggiori risorse devono essere orientate alle misure agroambientali nei piani di sviluppo rurale delle regioni. I più esposti alle conseguenze dirette dei prodotti fitosanitari sulla salute – conclude la senatrice – sono proprio gli agricoltori”.

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