“Nel dibattito politico sui nuovi scenari che verranno a determinarsi sulla scorta dell’auspicata riforma della legge elettorale nonchè della nascita di nuovi partiti ed aggregazioni, torna ad essere d’attualità l’esame della stessa dicotomia “destra” e “sinistra”, due termini piuttosto datati per indicare una contrapposizione sociale che, in fondo, mantiene intatta la sua validità.
Per Norberto Bobbio (in uno dei suoi magistrali saggi dedicato proprio alla diade in questione) “destra” e “sinistra” non indicano soltanto delle ideologie costitutendo invece dei “contrasti non solo d’idee ma anche d’interessi e di valutazione della direzione da dare alla società”.
Per questi motivi è doverosa in questo momento una riflessione soprattutto per tanti “militanti” della sinistra come il sottoscritto che, dall’esperienza del Pci, hanno vissuto le vicende della trasformazione nel Pds e, poi, nel partito dei Ds.
Ricordo nella prima metà degli anni Ottanta le sollecitazioni di tanti intellettuali, fra cui Eugenio Scalfari dalle pagine di Repubblica, che sollecitavano il Pci ad “uscire dal guado”, abbandonando la sponda che per oltre sessant’anni aveva avuto come punto di riferimento il campo comunista per approdare, senza ulteriori indugi, al campo del cosiddetto socialismo europeo. Un percorso che, dopo i numerosi “strappi” avuti con l’Unione Sovietica su di una serie di questioni (in primis la garanzia dei valori di libertà e democrazia nelle società socialiste) era divenuto ineludibile.
Con la “caduta del muro” di Berlino ed il conseguente crollo dei regimi del socialismo reale, il Pci di Occhetto intraprese la strada che ha portato alla trasformazione del principale partito della sinistra italiana in una grande aggregazione (il Pds) che ne ha ereditato le esperienze migliori senza il limite di un retaggio che la storia mondiale aveva condannato.
Grazie al nuovo soggetto politico (poi divenuto Ds) è stato più facile intrecciare alleanze con forze del centro riformista ed ottenere addirittura due storiche vittorie elettorali (nel 1996 e nel 2006) con conseguente responsabilità dirette di governo.
Con l’ultima trasformazione annunciata in Partito Democratico (composto da Ds e Margherita), la collocazione politica appare, però, più incerta, fuori dal campo del socialismo europeo ma, soprattutto, da quello della stessa sinistra, su posizioni più moderate dello Sdi e dell’area socialista. Qualcuno dice che il Pd andrà “oltre la sinistra”. Ma cosa significa questa navigazione oltre la sinistra non è facile comprenderlo. Speriamo solo che non sia fuori dalle Colonne d’Ercole!
Data la scelta degli alleati, sorgono, inoltre, dubbi persino sul mantenimento di una chiara linea di laicità all’interno del nuovo soggetto politico.
Insomma saremo di fronte a nuove ambiguità sull’identità del futuro soggetto la cui connotazione meramente democratica (come ha giustamente sottolineato Claudio Carnieri) “finisce per essere debole” ed incapace di collegarsi alle diverse culture della nostra storia nazionale che sono state, principalmente, quella di ispirazione socialista e quella di ispirazione cattolica.
Non mi addentro poi sul macchinoso (se non bizantino) percorso politico-organizzativo che dovrà dar vita al nuovo partito che è rivolto soprattutto alla scelta dei nomi ed alla formazione degli organigrammi in cui la proposta programmatica e di innovazione politica rimane nettamente in secondo piano.
Per questi motivi, ma soprattutto per evitare che l’Italia, in futuro, divenga l’unico Paese europeo nel quale non dovrebbe esistere una forza politica di ispirazione socialista, guardo con maggiore fiducia ad un progetto politico che tenda ad unificare le varie forze collocate a sinistra del Pd capaci di interpretare valori, bisogni e speranze di milioni di lavoratori, pensionati, giovani e tanti altri soggetti deboli presenti nella nostra società moderna.
In questo contesto il ruolo di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo (nata dalle mozioni congressuali di Mussi, Salvi ed altri) può rappresentare l’elemento unificante, una specie di collante fra i vari soggetti interessati in grado di gettare un ponte verso la costruzione di un soggetto politico unitario composto da tutti coloro che si riconoscono nei valori e negli ideali della sinistra e che rappresenterebbe la vera novità degli ultimi anni, oltre che una notevole semplificazione del sistema politico”.
Roberto Cerquaglia
Sinistra Democratica del comprensorio della Media Valle del Tevere
- Intervento di Roberto Cerquaglia
- 25 Settembre 2007
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