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Ad oggi solo il 10% delle scuole nei Comuni ad alto ed altissimo rischio sono da considerarsi sicure: la denuncia è del Capo della Protezione civile

La sensazione, che il “problema” della sicurezza degli edifici scolastici fosse affrontato con eccessiva lentezza, trova una autorevole conferma dal capo della Protezione Civile italiana.
Oltre quindicimila edifici scolastici di ogni ordine e grado presenti sul territorio italiano, praticamente una scuola su tre, si trovano in zone ad alto e altissimo rischio sismico senza esser stati ristrutturati secondo la nuova normativa sismica del 2003: significa che 8 milioni di bambini e ragazzi ogni mattina entrano in classi dove non ci sono i requisiti di sicurezza previsti per legge.
Guido Bertolaso, ha infatti affermato che “In Italia ci sono quindicimila scuole dove studiano 8 milioni di bambini e ragazzi che si trovano in zone ad alto e altissimo rischio sismico: la loro messa in sicurezza è una priorità. Per farlo, però, servono una montagna di soldi: 4 miliardi di euro, 50 euro a studente ogni anno per dieci anni”.
Per la messa in sicurezza finora sono stati spesi 440 milioni di euro, un 10% del totale. Sono serviti per ristrutturare 1.326 edifici inseriti nelle zone 1 e 2, quelle appunto più a rischio.
La classificazione sismica del 2003, contenuta in un’ordinanza della presidenza del Consiglio, copre tutti i Comuni italiani: 708 sono quelli inseriti nella zone ad altissimo rischio, 2.345 quelli ad alto rischio, 1.560 quelli in aree che possono essere soggette a sismi modesti, 3.488 (poco meno della metà) in zone non pericolose. Ad oggi, su quasi 42 mila istituti scolastici presenti in Italia, ci sono 2.760 edifici inseriti nella prima fascia e 12.609 nella seconda: praticamente uno su tre. E gli interventi realizzati o in fase di realizzazione sono, appunto, soltanto 1.326.

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