Pd, un peccato originale e tante brutte figure

“Uno spettacolo indegno, vergognoso e patetico. Altro che normale dialettica politica”. E’ quanto scrive oggi sulla prima pagina del “Corriere dell’Umbria” Anna Mossuto, vicedirettore del principale quotidiano regionale, in merito a quanto accaduto nella composizione delle liste per le primarie del Pd umbro: un accaduto definito “qualcosa di paradossale e ridicolo, oltre comunque i limiti della decenza”.
La nota politica è durissima, ma è difficile non condiverla. “A tutt’oggi – scrive sempre la Mossuto – i nomi dei candidati non sono ufficiali, gli elenchi veltroniani sono sul tavolo dei garanti che soltanto nella giornata di domani decideranno se i ricorsi saranno accettati o respinti. Eppure c’è chi continua a sciacquarsi la bocca di belle parole sostenendo che si tratta di un’operazione di grande livello…”. La giornalista non fa sconti e si chiede se “questi signori pensano che la gente sia scema”, sottolineando come il caos sia una pessima figura per la classe dirigente che ha diretto le operazioni.
Il corsivo giornalistico, che dalla prima prosegue in terza pagina, analizza impietoso il bruttissimo spettacolo allestito in queste ultime settimane e in questi ultimi giorni (tuttora ci sono candidati teoricamente in lista che non conoscono le composizioni delle stesse) e chiude con un affondo sul “peccato originale” con cui è nato il “nuovo” Partito Democratico.
“Il 14 ottobre a chi andrà a votare non è richiesta nessuna scelta, nessuna preferenza. Eh sì, perchè questo partito democratico che ha adottato lo stesso meccanismo della tanto vituperata legge elettorale, quella definita una porcata assolutamente da cambiare e che limita la volontà dell’elettore da non dargli neppure la soddisfazione di scrivere sulla scheda a chi dare il proprio voto. E allora perchè tutto questo can can se non ci sono le preferenze? Semplice, perchè le posizioni sulle liste sono decisive per l’elezione e come al solito gli eletti sono decisi nelle stanze dei comitati dai soliti, noti e ignoti, capi e capetti dei partiti“.