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Il Consiglio di Stato ha "rimandato a settembre" il Ministero che voleva obbligare a tutti le dichiarazioni via internet

Molti contribuenti che non hanno un buon rapporto con il computer ed internet possono stare tranquilli per un po’. L’addio al formato cartaceo della dichiarazione redditi non arriverà nei prossimi mesi, come avrebbe voluto il ministero dell’Economia che aveva tentato un blitz tecnico, visto che in Parlamento la questione non è ancora proponibile.
Le intenzioni dei tecnici di via XX Settembre e lo schema di regolamento ministeriale sono “andate in fumo” davanti alla sezione atti normativi del Consiglio di Stato.
Ci sono incongruenze tra le leggi in vigore e lo schema di regolamento a firma di Tommaso Padoa Schioppa, per il quale è arrivato un parere “non favorevole
“, con una serie di critiche con le quali dovranno fare i conti gli uffici ministeriali.
I giudici hanno riscontrato l’assenza di una legge-quadro sull’imposizione dell’obbligo che, in ogni caso, va attuato “attraverso tappe successive e con l’utilizzo di strumenti premiali o di incentivi per rendere sempre più ampia la platea di quanti utilizzano il mezzo telematico”.
Invece è stata seguita una procedura frettolosa con un regolamento ministeriale, “in esatta controtendenza “ con lo Statuto dei diritti del contribuente, legge nazionale da prendere sempre a riferimento.
Obbligare alla presentazione telematica della dichiarazione costituisce “un notevole aggravio” per chi non ha mai utilizzato strumenti e programmi elettronici, limitandosi a presentare il modello presso le banche convenzionate e gli uffici postali.
Se passasse il nuovo sistema molti contribuenti “sarebbero in ogni caso costretti a richiedere aiuti e consulenze per l’espletamento di un dovere costituzionalmente sancito”.
L’effetto, ancorché non voluto – ha aggiunto il Consiglio di Stato – sarebbe stato quello di allontanare e non di ravvicinare il cittadino con le istituzioni”. Senza dimenticare che “l’esclusività della presentazione in via telematica non è ancora praticata in molti Stati dell’Unione europea, a cominciare dalla vicina Francia”.
Per concretizzare l’idea del Governo e obbligare tutti i residenti in Italia alla presentazione online delle dichiarazioni, è necessario un passaggio in Parlamento per l’approvazione di una legge che esprima “chiaramente la volontà del legislatore di innovare” le disposizioni vigenti.

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