E’ saltata ogni possibilità di accordo per l’apertura degli esercizi commerciali durante alcune festività e l’assessore regionale dell’Umbria accusa del fallimento Confcommercio.
Intanto si muoverà autonomamente per presentare una proposta di modifica della legge del settore, anche se auspica un ripensamento da parte dell’organizzazione di categoria.
Erano mesi che andavano avanti trattative per disciplinare in modo condiviso le aperture degli esercizi commerciali in giorni attualmente destinati alla chiusura.
Tutte le parti (Anci- Umbria, Confesercenti e sindacati del settore) erano ben disposte alla firma del testo formulato dall’assessore regionale al commercio, Mario Giovannetti, per la definizione delle nuove festività, in aggiunta a quelle attualmente consentite, in cui sarà possibile l’apertura degli esercizi commerciali nei centri storici delle città e nei piccoli borghi rurali e nelle località di particolare attrattività storico, artistico e culturale.
L’assessore ha ricordato polemicamente che la legge attuale, che impone la chiusura di tutti gli esercizi commerciali nei giorni in discussione, due anni fa fu proposta proprio da Confcommercio e dalle organizzazioni sindacali di categoria.
La Regione ora intende modificare le disposizioni perchè, in particolare nei centri storici, durante alcune festività si registra un numero elevato di presenze turistiche con grandi opportunità di vendite per gli esercizi commerciali (questione che fu oggetto di violente polemiche anche a Todi durante l’ultima campagna elettorale).
Per questo, nonostante il dissenso di Confcommercio la Giunta proporrà di emanare un disegno di legge che terrà conto dei principi contenuti nel testo già preparato. La soluzione prevede accordi locali monitorati dalla Regione e con un impegno diretto dei sindaci.
- Redazione
- 27 Ottobre 2007
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