30 novembre 2007
Sono stato al Consiglio comunale di Todi: uno spettacolo indimenticabile!
Per la prima volta ho assistito a una seduta del Consiglio comunale di Todi. Forse sono stato fortunato, ma è chiaro che lo spettacolo andato in scena con “protagonista il centrodestra" è stato senza dubbio indimenticabile.
Il sindaco immobile sulla sedia, visibilmente contrariato dal comportamento dei suoi colleghi, i suoi consiglieri entrati nel pallone perchè non erano riusciti ottenere il posticino per un loro uomo (alla faccia della lottizzazione del centrosinistra e della purezza del centrodestra, che pensa solo alle competenze), alcuni consiglieri pronti a gridare al broglio elettorale e a chiedere di rivotare (il Gimignani versione Berlusconi è stato, forse, il momento più esaltante), il sindaco che prova a chiudere le falde invocando un’ultima votazione sulla commissione nel suo complesso (una richiesta a metà tra il salvagente e il mostro giuridico) e, ovviamente, lo sfogo di Mario Epifani (a nome della Fiamma e del suo rappresentante in Giunta).
L’attacco, secco e diretto, al presidente del Consiglio, l’ammissione di mancanza di una maggioranza in Consiglio, la richiesta di tornare al voto o, in alternativa, l’invito al presidente Pizzichini di fare il salto di coalizione. A questo punto, mi pare, le possibilità all’orizzonte restano molto limitate vista la manifesta incapacità di gestire il Consiglio e l’Amministrazione da parte del sindaco, come ha giustamente detto il consigliere Cappelletti. A meno che il presidente Pizzichini non faccia "il salto" come invocato dal consigliere Epifani: legittimo, per carità, poi, però, ci sarebbe da spiegarlo agli elettori.
Roberto Vicaretti – membro assemblea costituente del PD dell’Umbria
30 novembre 2007
A proposito di politicizzazione e di spartizione delle carriere
Caro Consigliere Epifani, lei non è mai stato considerato nell’esercizio del suo mestiere, da me e da tanti altri, come un "elettricista politicizzato", e io come moltissimi altri cittadini, ho fatto ricorso alle sue capacità e disponibilità quando ne ho avuto bisogno.
Lei mi definisce gratuitamente "medico politicizzato", quando sa benissimo che io ho sempre tenuto rigidamente distinti il mio impegno politico dal mio impegno professionale, come possono testimoniare gli oltre 4.000 cittadini che in circa 30 anni di dedizione alla sanità pubblica e gratuita come Chirurgo dell’Ospedale di Todi, sono stati da me operati e curati.
Quanto alla "spartizione politica delle carriere e dei primariati", se mai si fosse verificata, come lei sa benissimo, ha premiato ben altri soggetti, vicini o militanti in ben altre forze politiche (ben diverse dalla mia) e perfino al MSI-AN.
Circa la difesa dell’Ospedale, la invito a rivedere le fotografie della grande manifestazione sulla piazza di Todi, a rileggere gli articoli comparsi sulla stampa nel corso degli anni, i verbali delle sedute del Consiglio comunale, ma soprattutto a riesaminare i fatti, cioè quanto dato sul campo dell’impegno e delle quotidiane battaglie per tenere in vita e migliorare la qualità e i livelli dell’assistenza pubblica e gratuita dei nostri servizi ospedalieri.
Certo, l’utilizzazione disinvolta e strumentale da parte sua di un tale linguaggio rischia di far venir meno, per quanto mi riguarda, non tanto il consigliere, ma soprattutto l’uomo Epifani.
Al sig. Umberto Magni (che non conosco personalmente, per cui mi scuso con lui per la mancata utilizzazione di eventuali titoli professionali) devo ricordare che, nelle passate legislature, non ho mai ricoperto la carica di Presidente del Consiglio comunale (forse ha sbagliato medico). E che inoltre un Presidente del Consiglio comunale, nell’esercizio delle sue funzioni, ha solamente un ruolo istituzionale "super partes", da non confondere con quello di Sindaco e Assessori; mentre quando è chiamato a esprimersi con il voto in qualità di semplice Consigliere comunale, è tenuto a sostenere coerentemente le decisioni prese dal Partito e dalla Coalizione che lo ha eletto.
Stefano Cappelletti – capogruppo Partito Democratico Todi
29 novembre 2007
A Marsciano la "cementite" avanza: il Comune ha abbattuto un altro albero
L’ennesimo albero secolare è caduto qualche giorno fa sotto la scure della sinistra marscianese.
Questa volta le vittime sono state due alberature storiche che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel bel mezzo del cantiere ex palazzo Cruciani, all’ingresso del centro del capoluogo.
E’ vero: gli alberi non pagano l’ICI, eppure la furia cementificatrice della Giunta comunale dovrebbe avere dei limiti. È questo quello che pensano i cittadini la cui indignazione sta lasciando il passo alla rassegnazione.
Nessuna autorizzazione amministrativa può giustificare l’ennesimo stupro del territorio verso il quale Alleanza Nazionale e tutti i cittadini di buon senso hanno ormai una sola parola: vergogna!
David Liotti – capogruppo AN Marsciano
29 novembre 2007
A proposito delle spade luminose dei Giardinetti
Come cittadino mi sento chiamato in causa in merito ai lampioni dei Giardinetti. Dire che se a Bruxelles, in una “moderna strada”, nessuno si è lamentato della presenza di lampioni come quelli dei Giardinetti non significa che si possano fare paragoni con un centro storico.
Personalmente non sono contrario all’introduzione del “moderno” in abbinamento al “vecchio” (nel senso di storico): altrimenti le nostre città sarebbero dovute restare uguali alle costruzioni dei fondatori, nel nostro caso gli Etruschi… Ma ricordo che qualche anno fa, al momento della posa in opera dei cilindri luminosi, le critiche furono molte (ricordo volantini, articoli su Città Viva, comitati…), lamentele ovunque, anche tra la stessa opposizione, l’allora maggioranza.
Adesso che si vuol “rimediare” non vedo perché tutto questo polverone. Non credo sia nemmeno il caso di fare un mini referendum: quando fu scelto di sostituire i vecchi lampioni storici in ferro (a proposito: che fine hanno fatto?) non è mica stato chiesto il consenso della popolazione. Le cose significative sono altre, questi sono dettagli estetici. Oltretutto se, come già detto dall’Amministrazione, le “spade” verranno riutilizzate altrove, in un area più moderna, credo che il costo per l’operazione dovrebbe essere poi così dispendioso.
Certo è che i Giardinetti, insieme alla Consolazione, sono la porta di ingresso al centro storico. Magari la sostituzione dei lampioni può rappresentare il punto di inizio per una maggior cura della città ed anche per la messa a norma di altri manufatti ormai obsoleti. L’importante è cominciare da qualche parte.
Luca Cardaio
29 novembre 2007
Lottizzazione: la sindrome della doppia personalità del centrosinistra di Todi
La sindrome della doppia personalità imperversa ancora a pieno regime nello schieramento di centrosinistra; l’intervento del capogruppo del PD Cappelletti è una prova a sostegno di questa tesi, che ho sempre sostenuto da queste colonne.
Perché chi ha assunto la lottizzazione a costante prassi di governo per tanti anni, non può ora sindacare sul fatto che si apportino dei cambiamenti alla macchina amministrativa comunale, dopo che il quadro politico è stato radicalmente modificato dal turno elettorale amministrativo della scorsa primavera.
Qui serve un cambiamento radicale nel modo di amministrare, bisogna rompere con una certa gestione degli anni passati, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’attività della Giunta Comunale su questo punto è si criticabile, ma perché è stata fino ad ora troppo generosa.
Va premiato il merito, la competenza, non l’appartenenza partitica o la tessera che si ha in tasca. Per troppo tempo Todi è dipesa da una classe politica che si è mossa nella gestione della cosa pubblica come se essa fosse casa propria. Ecco infatti come è stata ridotta la città premiando gli incompetenti e i raccomandati.
Pubblica selezione? Trasparenza? Ma dov’era il Dott. Cappelletti negli anni scorsi? Su Marte per caso? Piuttosto mi sembra che sedesse sullo scranno di Presidente del Consiglio Comunale e su certe pratiche non ha mai fatto sentire la sua voce.
Non mi pare infatti che l’Amministrazione Marini abbia conseguito brillanti risultati nell’ambito dei concorsi e della selezione del personale, nella gestione della Commissione Edilizia (in palese contrasto con un legge regionale!), dell’Urbanistica e dei Lavori Pubblici.
Quindi, Dott. Cappelletti, esprima pure la sua legittima posizione, faccia l’opposizione nel modo che preferisce, ma su certe cose lasci parlare chi ha le carte in regola per farlo.
Umberto Magni – coordinamento comunale Forza Italia
28 novembre 2007
Lettera aperta di Epifani a Cappelletti e agli "otto del centrosinistra"
Compagno Stefano Cappelletti, faccio volentieri a meno dei tuoi suggerimenti sul piano politico e non ci sento da quell’orecchio, quando parli di lottizzazione (vedi lettera più sotto, ndr). Tu che sei un medico politicizzato dovresti ben sapere che, in nome della spartizione politica e delle carriere per i primariati, si è passivamente sottostato alla operazione di declassamento dell’ospedale di Todi. Mai ti ho inteso, negli anni passati, difendere in Consiglio comunale i reparti ospedalieri che, a mano a mano, ci hanno trafugato. Parli tu, che sei uno di coloro che per sessant’anni ha fatto il bello ed il cattivo tempo, disinteressandosi delle grida dell’opposizione!
Il sindaco Ruggiano ha titolo per prendere le decisioni che gli competono, assieme alla sua maggioranza. Io non vado avanti a suon di calunnie, come dici tu. Ogni volta che ho mosso delle accuse o fatto rilievi su certe vicende ed operati amministrativi, poi, i fatti mi hanno dato ragione. Non parto lancia in resta come un Donchisciotte: quando parlo so quel che dico e cosa voglio.
Non è simpatico, io capisco, sentirsi escluso da certe scelte, quando per decenni le hai prese tu, anche se dietro direttive di partito. Devi fartene una ragione, giacché 1.900 elettori di centrosinistra, con il loro voto, hanno detto che a decidere dobbiamo essere noi e non più voi. Sarò poco democratico, ma poiché vi considero deleteri per la comunità di Todi, la mia opinione è sempre quella: i nemici politici non vanno lasciati feriti dietro le spalle. Niente di cruento o di personale, ma solo una filosofia di comportamento politico.
Colgo l’occasione di rispondere agli OTTO consiglieri (ma non erano UNDICI i consiglieri del centrosinistra?) che hanno promosso un’interrogazione, sulla volontà del sindaco, del centrodestra e la quasi totalità dei cittadini, riguardo alla sostituzione dei corpi illuminanti dei giardini Oberdan. Poiché il sindaco Ruggiano non vi tiene informati, qualche delucidazione ve la darò io. Sono antiestetici e certamente lesivi per il decoro della città. Dovreste dirci quanto sono costati i vostri e se eravate tutti d’accordo su tale scelta: noi lo siamo. Non sono in regola alle attuali normative sull’inquinamento luminoso. Sono gravosi per la manutenzione, alla quale vengono continuamente sottoposti.
Non è un attentato alla democrazia se un consigliere è presente ai sopralluoghi per realizzare tale intendimento. Il sottoscritto si è occupato della vicenda come si occupa di tante altre problematiche amministrative e non era interessato a progettazioni da attribuire a figli o “figliastri” in particolare. Il sottoscritto non ha preso in merito alcuna decisione, le competenze sono della Giunta Municipale e del sindaco. Il sottoscritto ha interpretato il desiderio di moltissimi cittadini, i quali li hanno definiti: orrendi!
Il sottoscritto non ha preso gettoni per la sua presenza nei sopralluoghi, né per il suo impegno affinché il progetto di sostituzione si realizzasse. Il progetto per la sostituzione dei vostri “ceri” non è costato che l’opera degli uffici tecnici comunali. Su dieci lampioni, ben sette sono quelli offerti da sponsorizzazione di ditte. L’onere per il Comune si riduce quindi al minimo, ma tanta sarà la gioia dei tuderti che tu non immagini.
Non saranno molto contenti di questa vostra presa di posizione. Allora ci volle una raccolta di firme per non farvi costruire nei Giardinetti una mostruosa fontana-piscina. Ricordi? Non immaginavamo però che si oltraggiassero i giardini Oberdan con quelle spade da Star Treck, posti all’ingresso della nostra città. A Natale, se non ce lo impedirete voi con qualche subdola pressione esterna, ci saranno i nuovi lampioni. Contenti voi OTTO o meno.
Mario Epifani – consigliere comunale di Fiamma Tricolore
27 novembre 2007
Un referendum sulle luci dei Giardinetti
Propongo di aprire un forum-referendum sulla questione delle luci ai giardinetti. Ogni lettore oltre ad avere la facoltà di commentare, dovrebbe obbligatoriamente dire SI/NO/MI ASTENGO.
Va da sé che per avere un minimo di significato, la conta dei voti andrebbe fatta solo fra quelli che si identificano. Sarebbe un utile contributo al dibattito, anche in considerazione della giusta osservazione avanzata dai Consiglieri di opposizione nella loro interpellanza "…sulla necessità di predisporre la sostituzione dei lampioni di recente installati ed a norma, a fronte invece della priorità di dare seguito agli stralci di pubblica illuminazione in altre vie del centro storico e/o in alcune aree frazionali…" Ritengo sia molto utile capire se l’opinione pubblica ritenga che in una città d’arte con vocazione turistica le priorità si possano stabilire anche in base a criteri di qualità estetica anzichè quelli, sin qui usati (intervenire quando le cose cadono a pezzi o non sono più a norma).
Ritengo altrettanto sacrosanta la richiesta di chiarezza procedurale, e spero che Epifani, chiamato in causa, non ci faccia aspettare troppo per illustrarci nei dettagli cosa sta facendo, magari raccontandoci anche come si svolse la procedura quando furono installate le lampade della discordia (spero non esca fuori che anche allora vi sono state polemiche e accuse su progettisti,incarichi, costi. Sarebbe veramente da ridere).
Io non ho la sensibilità né il gusto estetico di chi ha progettato le lampade che sin dal primo giorno hanno acceso più dibattiti che luci. Posso dire che ho visto oggetti quasi identici illuminare da molti anni una moderna strada di Bruxelles, senza che nessuno si sia lamentato.
Maurizio Giannini
27 novembre 2007
Ma quale lottizzazione?
Certo che sentir dire, o meglio scrivere, da rappresentanti del centrosinistra che temono una “lottizzazione tra i partiti del centrodestra” nella scelta di alcuni Responsabili dei servizi rasenta l’inverosimile. Sono forse preoccupati che possa accadere quello che hanno fatto per più di mezzo secolo?? Non mi sembra che nella nomina di presidenti di consigli di amministrazione per conto del Comune o altri ruoli abbiano mai scelto, in passato, esponenti del centrodestra. E non mi sembra nemmeno la strada dell’attuale Amministrazione; tant’è, ad esempio, che il “vociferato” geometra di Marsciano mi sembra appartenere ad un amministrazione nettamente di centrosinistra: mi sembra si cerchi di dare priorità alle capacità non ai colori.
Trasparenza vuole che noi cittadini si venga informati di ciò che accade nel nostro Comune, ma non credo sia necessario convocare il Consiglio per qualunque decisione, altrimenti dov’è l’autonomia della Giunta? Ma forse è il “male comune” della politica italiana dove tutti voglio apparire, fare le “prime donne”, incuranti dei reali interessi del Paese, o in piccolo, di Comuni o Province. Pensare al peso politico di una scelta e preferirla a scelte tecniche, che tengano conto delle capacità dei singoli, non delle tessere, facendole passare tutte per scelte politiche per poter così dire sempre la propria. Non che chi fa opposizione debba vedersi segregato in un ruolo di tacita minoranza, ma almeno che tiri fuori la voce eventualmente per contestare le competenze, non solo l’eventuale appartenenza politica. E, per concludere, per dare una sterzata e spezzare un sistema politico, con la sua fitta trama di controlli e presenza in ogni dove, servirebbe, e servirà, inserire degli individui prima di tutto “capaci” e, perché no, quando possibile anche di altri versanti politici (dicasi centrodestra).
Luca Cardaio
27 novembre 2007
A Todi la scelta dei Responsabili dei servizi comunali non deve essere una questione privata
Apprendiamo dalla stampa ipotesi e nomi sulle varie trattative che il sindaco Ruggiano sta portando avanti per ricoprire gli incarichi di responsabilità in alcuni uffici comunali come l’Urbanistica e la Polizia comunale, che solo qualche fortunato giornalista o consigliere del sindaco conosce.
Nessuno ha mai informato il Consiglio comunale, ne tanto meno le materie in questione sono state sottoposte alla conferenza dei capigruppo.
Pertanto tirarci in ballo su queste questioni, come maldestramente fa il consigliere Epifani, dimostra solo la volontà di scaricare su altri responsabilità per operazioni non andate a buon fine. In particolare sulla vicenda del ventilato trasferimento di un geometra da Marsciano a Todi, come scrive correttamente TAM TAM, gli unici a mettersi di traverso sono stati (legittimamente dal loro punto di vista) i consiglieri marscianesi della parte politica di Epifani .
Vorrei suggerire a Mario Epifani di smetterla con una comunicazione politica portata avanti a suon di calunnie nei confronti del centrosinistra, e con tentativi di falsificazione della realtà, ma di dare anche il suo contributo (di cui lo ritengo capace), per ristabilire una normale dialettica politica nella città di Todi. Non più nemici da abbattere, ma avversari politici da controbattere, con le parole e, soprattutto, con i fatti.
Sarebbe anche ora che il sindaco informasse, oltre ai suoi consiglieri e colleghi di partito, anche il Consiglio comunale sulle procedure che intende seguire per la scelta dei Responsabili dei Servizi, visto che non si tratta di questioni private, e che spiegasse la ragione per la quale sceglie la trattativa privata rispetto ad una pubblica selezione. O chiedere maggiore trasparenza è delitto di lesa maestà o di intralcio al conduttore?
Comunque vigileremo affinché il tutto non si risolva in una lottizzazione tra i partiti del centrodestra, come alcune posizioni lasciano presagire.
Stefano Cappelletti – capogruppo del Partito Democratico
25 novembre 2007
Che ci trova la Perni di indecente e di indegno in quello che dice Forza Nuova?
Premesso che non ci sono rapporti tra Fiamma Tricolore e Forza Nuova e che ci dissociamo da certe esternazioni politiche che caratterizzano il partito di Fiore, mi lascia perplesso l’intervento di Romina Perni. Lei addita negativamente un comunicato stampa di questo partito su problemi sempre più scottanti e per i quali gli italiani stanno pagando, giornalmente, una pesante penale sulla propria pelle.
FN, di fatto, rileva che stampa e televisione contribuiscono all’affossamento di certi valori, stimolando i sentimenti più bassi delle giovani generazioni. Afferma che alcuni potenti dei media (Costanzo in primis) siano i fautori di un relativismo morale, dell’edonismo ed il nichilismo di quei valori di cui sopra.
Forza Nuova lancia un grido d’allarme sul problema di chi propende per la droga libera ed è favorevole alla distinzione tra quella leggera e pesante. FN ribadisce un no alla promiscuità sessuale ed alla pornografia ormai dilagante. Fa poi un appello a tutti coloro che non intendono egoisticamente far passare, tacitamente, quest’aberrante filosofia di vita, invitandoli a non gettare la spugna. FN chiede infine che chi è nel nostro Paese deve starci conscio d’avere dei diritti, ma altrettanto consapevole di avere dei doveri. Se non si è in regola, se si delinque, se si è parassiti della società italiana, deve essere rimandato a casa propria. Tutto questo richiamando i cittadini alla Fede, al valore della famiglia ed all’amore per il proprio Paese.
Come abbia fatto a trovare, Romina Perni, l’indecenza e l’indegnità in questo comunicato, me lo sono chiesto, anche perché condivido del tutto il contenuto e non mi sento per niente né indecente né indegno. Non sono parole agghiaccianti, né tanto meno irresponsabili sotto il profilo umano e politico. L’ipocrisia e la demagogia della Sinistra, con questo falso bonismo senza se e senza ma e sempre a senso unico, sono il pericolo vero per la nostra società. Questa volta ha proprio ragione Forza Nuova.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore
25 novembre 2007
Le domande di Legambiente sul nuovo piano regionale dei rifiuti dell’Umbria
Scegliamo, d’ora in poi, di dare il nostro contributo al dibattito attorno al nuovo Piano Regionale dei Rifiuti in forma di domanda a cominciare dalla raccolta differenziata.
Prima domanda, tanto per tradurre in maniera comprensibile per tutti parole usate sempre più di frequente come "autosufficienza degli ambiti", "principio di prossimità", ecc.:
«Se noi cittadini diventiamo così bravi (magari opportunamente informati ed incentivati) da riuscire a raccogliere in maniera differenziata (così che poi si possano riciclare) il 40%, il 50% o addirittura il 60% dei nostri rifiuti questo significa che potremo sperare di vedere prima ridimensionare e poi chiudere discariche e inceneritori?».
E ancora: «Siamo sicuri che, se aumenta la raccolta differenziata (e quindi diminuiscono i rifiuti per discariche e inceneritori) poi, chi gestisce discariche e inceneritori, i rifiuti non se li vada a prendere altrove, in nome delle sacrosante libertà di mercato e di profitto (i soldi diversamente dai rifiuti per i più non puzzano) o semplicemente perché gli inceneritori (tecnicamente) per funzionare hanno bisogno di essere alimentati da un flusso continuo di rifiuti?».
Conseguentemente: «I nostri politici ed i nostri tecnici che stanno elaborando il nuovo piano rifiuti hanno notizia di tecnologie più flessibili capaci di funzionare con quantità diverse di rifiuti e se esistono impianti così flessibili da funzionare a cicli ridotti o da essere ridimensionati o magari spostati e riutilizzati altrove, una volta che, grazie ai comportamenti virtuosi di cittadini, amministratori e gestori i rifiuti da trattare e smaltire diminuiscono?».
E domanda delle domande: «E’ possibile che si riesca ad aumentare la quota di raccolta differenziata (e quindi di riuso e riciclaggio dei rifiuti) in presenza di grandi impianti di discariche ed inceneritori o piuttosto non sarebbe bene fare come si sta facendo per il piano rifiuti della Regione Abruzzo (cui Legambiente collabora con osservazioni e controproposte) e cioè scegliere prima di impegnarsi a (e impegnare risorse economiche per) raggiungere livelli ottimali di raccolta differenziata e solo poi decidere (se e) quanti e quali impianti di trattamento e smaltimento risultano necessari?»
Ultima domanda, che vuole essere solo una domanda, in vista della futura Multiutility provinciale: «Come si fa, nel caso che chi gestisce la raccolta differenziata dei rifiuti è anche lo stesso soggetto che poi i rifiuti li smaltisce (con profitto) negli inceneritori e nelle discariche, a fare in modo che questa situazione non rappresenti un vero "conflitto di interessi" , che contrappone la raccolta differenziarta a inceneritori e discariche?».
Andrea Liberati – Presidente Legambiente Terni
25 novembre 2007
Un piano “copia e incolla”, in barba alla salute dei cittadini!
Il dibattito politico occupa le pagine dei giornali: l’apertura di Veltroni a Berlusconi e Fini sulle riforme, il caso intercettazioni che questa volta coinvolge Rai e Mediaset, il Pd e il suo simbolo, le reazioni e le contro reazioni.
E tra un botta e risposta e l’altro, si legge una notizia che ha dell’incredibile: «La Sicilia ‘copia’ il Piano Ambiente della Regione Veneto».
Il Manifesto azzarda il seguente titolo «L’aria padana plagiata da Cuffaro». Ma come non si può parlare di “plagio”? I fatti sono questi: l’assessorato all’ambiente della
regione Sicilia ha letteralmente “copiato e incollato” il «Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità del cittadino» dall’archivio del sito della Regione Veneto – tra parentesi, non accorgendosi neanche che il piano del Veneto è già stato bocciato dall’Ue per la mancanza dell’inventario delle emissioni e ripetendo, tra l’altro, lo stesso errore. L’operazione è stata effettuata con tanta attenzione e cura dei dettagli, che per non tralasciare nulla nella trasposizione, i due funzionari siciliani hanno mantenuto anche i refusi, il logo della regione governata da Galan, il link da cui è stato estratto il tutto. Il risultato è un documento a dir poco esilarante, dove si parla tra le altre cose del «noto sistema aerologico padano della regione Sicilia», di «piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei comuni siciliani», del «notevole apporto all’inquinamento atmosferico siciliano derivante dall’eccessivo uso del riscaldamento domestico in relazione al rigido clima dell’isola».
Tutto molto divertente, si fa per dire.
Ma stiamo parlando di un piano per la salute dei cittadini o di un copione per un comico di Zelig?
E’ stata Legambiente a scoprire questa mega truffa del governo Cuffaro e a denunciarla. Nella peggiore delle ipotesi, ci si aspettava che i responsabili riconoscessero pubblicamente l’errore, che si scusassero con i cittadini per aver lavorato male e con superficialità; nella migliore delle ipotesi, che in preda alla vergogna si dimettesse immediatamente l’assessore competente, che i funzionari ammettessero le loro colpe, che anche il governatore si assumesse le proprie oggettive responsabilità.
Naturalmente non si è verificata né l’una né l’altra ipotesi. E ai cittadini non resta che leggerla come una notizia surreale, possibile solo in un paese che non si meraviglia più di nulla.
Valentina Pinello – Centro Formazione Politica
25 novembre 2007
La "politica" intorno al caso della studentessa inglese assassinata a Perugia
Vi allego questo pezzo dal sito di Forza Nuova con preghiera di pubblicazione, al fine di renderci conto di chi abbiamo di fronte. Pe riflettere che è ancora importante parlare di politica. Parole agghiaccianti che superano ogni limite di decenza e dignità umane. Di fronte a una tale pochezza culturale, politica ma soprattutto umana la risposta è il silenzio o lo scandalo.
Romina Perni
Dal sito www.forzanuova.org: "Da un mese a questa parte la stampa voyeristica nazionale ha scatenato le sue attenzioni sul caso della studentessa inglese assassinata a Perugia la notte di Halloween.Ci sono tutti gli ingredienti per aumentare le vendite: ragazze giovani e perverse, droga, sangue, sessualità interrazziale. L’obiettivo dei media è massimizzare i profitti aumentando le vendite dopo aver stimolato la parte più bassa della curiosità popolare. Ciò è dimostrato dalle centinaia di lettere di ammiratori ricevute dall’anima nera della vicenda, l’americana Amanda Knox, che riscuote ammirazione e desiderio proprio in quanto colpevole; in maniera simile era successo per la famigerata Erika di Novi Ligure.Nessuno si spaventa né si pone il problema del baratro in cui, da troppi anni affacciati, stiamo oggi precipitando a capofitto.
Il relativismo morale, l’edonismo e il nichilismo dei valori (che fino a pochi anni or sono infettavano ristrette elités di intellettuali degenerati) hanno fatto breccia, grazie a Mediaset-Costanzo-De Filippi, tra le fasce più giovani e sprovvedute della popolazione. Le false parole d’ordine, figlie del’68, che hanno imposto la teologia del politicamente corretto e del “vietato vietare!” hanno fatto il resto.Diffusione di massa e ad età sempre minore di droga, promiscuità sessuale e pornografia, la presenza di masse di extracomunitari senza storia e senza scrupoli hanno reso pane quotidiano della cronaca il sacrificio sanguinoso dei membri più deboli della società: bambini, donne, anziani.Ci vogliamo veramente salvare? Non c’è che un sistema: ritorno chiaro ai valori di “DIO PATRIA e FAMIGLIA”; fine delle sofistiche dis tinzioni tra droghe leggere e pesanti, tra consumo e spaccio; repressione durissima contro chiunque consumi o diffonda droga; rimpatrio immediato e forzato di ogni straniero che non sia in Italia per ragioni di lavoro utili alla nostra nazione.
Al messaggio di morte proveniente da Perugia rispondiamo con una mobilitazione di quella parte sana degli Italiani che non vuole gettare la spugna.
24 novembre 2007
A colloquio con Alessandro Servoli: il sindaco mancato… e non solo
Ho letto di nuovo l’intervista rilasciata da Alessandro Servoli su Città Viva n. 5 che mi aveva lasciato interdetto alcuni giorni prima. Non è stata una buona idea; un misto di delusione e disappunto.
Alcune domande, alle quali non sarà data risposta, vista la latitanza di alcuni esponenti del centrosinistra. Perché si accontenta di essere “solo” un consigliere? Un candidato a sindaco non deve e non può accontentarsi. Ha il dovere di assumersi la responsabilità del ruolo e porsi in modo più presente e attivo.
Perché accusare la giunta Ruggiano di immobilismo e di depauperamento culturale? Lei è “solo” un consigliere! Se fosse vero ciò che sostiene dovrebbe fare fuoco e fiamme in Consiglio.
Cambiare alcuni pezzi di travertino è vero che non cambiano la città ma certamente la migliorano e, considerato, che sono cose di poco conto poteva farle anche la precedente Amministrazione.
Todi si merita di più, molto di più. Si merita un’opposizione degna di questo nome, che faccia sentire la sua voce e, soprattutto, che prenda atto degli errori commessi.
Bollare con “decisionismo e personalismo” l’istituzione del divieto di acceso in Piazza del Popolo per i mezzi scolastici mi sembra a dir poco bizzarro. Tutte le scelte delle precedente amministrazione sono state partecipate e condivise con i cittadini, vero?
Da semplice consigliere ha mai pensato di chiedere a Ruggiano ciò che chiede nell’intervista? Le confesso che condivido la sostanza della richiesta e penso che il sindaco Ruggiano debba tenere conto che 2.000 voti arrivano da elettori del centrosinistra ai quali manifestare una maggiore attenzione, equidistanza con azioni meno affrancate politicamente e più vicine al comportamento di un “sindaco di tutti” come più volte affermato.
Penso sia il momento di valutare le azioni, i comportamenti, i contenuti per quello che sono e non da dove vengono.
Maurizio Pierdomenico
22 novembre 2007
Porta Orvietana: un parcheggio al buio (anche senza guasti)
In riferimento alle segnalazioni pubblicate nello spazio lettere e interventi, sorvolando sulle facili polemiche sul cosiddetto "percorso alternativo" che a mio modesto parere si dovrebbe definire esclusivamente "sentiero", sulla sua impraticabilità in caso di pioggia o anche di necessità di traversarlo con un semplice passeggino (tanto bambini a Todi non ne nascono più, al massimo sono marscianesi quindi che pretese hanno?), terrei a precisare che l’area propriamente del parcheggio oltre che il tratto di strada adiacente sono completamente al buio, se non per il debole riverbero proveniente dal pallone del circolo tennis.
Non credo occorra un sopralluogo di qualche esperto per certificare la pericolosità del luogo, che, anche non andando a sondare le ansie riguardanti improbabili aggressioni che al momento sembrano lontane dalla realtà di Todi (anche se la cronaca ci insegna che la tranquilla provincia italiana ultimamente sta dando il meglio di sè), risulta periglioso proprio nel passaggio a piedi necessario per raggiungere la propria autovettura che va compiuto a memoria e non a vista. E la mia esperienza si limita ad un fugace passaggio alle 18 del pomeriggio. Non oso pensare cosa voglia dire attraversare quel tratto dopo la chiusura del botteghino e presumo del circolo del tennis; e mi sembra ancora più avventuroso immaginare un turista o autista di pulmann che ddirittura debba attraversare per raggiungere posti nello spazio antistante. Ora, mi chiedo: ma se qualcuno dovesse farsi male, la colpa di chi sarebbe?
Comunque voglio essere propositiva: cosa ne pensate di ingaggiare un vucumprà per la vendita a costi popolari di torce? O per risolvere anche i problemi di ponterio: facciamo come richiesto parcheggiare lì le due maxiroulette della lettera precedente obbligandoli a tenere i fari e le luci accese?
rafmad@inwind.it
20 novembre 2007
Todi: pista del ghiaccio, Ponterio: maxi roulotte
Per lo stesso periodo della pista del ghiaccio in piazza del Popolo a Todi, l’Amministrazione Comunale ha pensato bene di fare qualcosa di importante anche per la frazione di Ponterio, facendo occupare con due maxi roulotte “tir” del personale che gestisce la biglietteria dell’evento l’unica piazza e parcheggio esistente nella frazione, con suddetto arredo esterno: stendini per biancheria, cane al seguito ecc…
Forse si poteva far occupare due posti pulman del parcheggio meccanizzato di Porta Orvietana; in seconda ipotesi si poteva optare per lo spazio utilizzato per i tendoni del circo nei pressi dell’officina comunale; se proprio si doveva coinvolgere Ponterio un luogo più adatto poteva essere lo spazio adiacente il campo sportivo situato all’inizio della zona industriale.
Ci scusiamo in anticipo se chiediamo la luna. Se questa è l’attenzione per le frazioni cosa ci attenderà in futuro? Gli abitanti di Ponterio intanto ringraziano.
Lettera firmata da un gruppo di residenti
20 novembre 2007
Parcheggio Porta Orvietana: quando tornerà la luce?
Sono giunte in redazione diverse segnalazioni e lamentele da parte di utenti del parcheggio di Porta Orvietana di Todi. Sembra che dopo aver avvisato più volte gli uffici comunali di competenza, non siano ancora state sostituite alcune lampade della pubblica illuminazione riguardante il percorso alternativo all’ascensore “già non molto comodo di per sè”.
Sempre in tema di pubblica illuminazione ci informano che dopo circa 5 giorni non è stato risolto il guasto dell’impianto che riguarda la zona del parcheggio ed il tratto di strada della rotatoria limitrofa: questo ultimo tratto di viabilità risulta essere peraltro molto pericoloso per chi proviene da Porta Perugina ed ancora di più in assenza di luminosità.
Gli utenti si chiedono, sconfortati, quanti giorni ancora dovranno attendere prima di rivedere la luce.
da segnalazioni via e-mail
20 novembre 2007
I Ds di Todi parlano forse dall’oltretomba?
Ho letto con attenzione e, lo confesso, tanta pazienza le esternazioni di un ‘presunto’ segretario cittadino dei Ds; presunto perché per quel che ne so io i Ds non esistono più ed esiste il PD. E’ anche vero che questo nuovo partito è tale solo sulla carta perché a guidarlo sono tutti i dirigenti di ieri dei Ds e Margherita. In tutti i comuni e in Regione conservano i due gruppi, percepiscono doppi finanziamenti e rimborsi, hanno quasi tutti i sindaci e giunte e comandano quindi come un sol uomo dappertutto. ma questo è un antico vizio del potere, duro a morire.
Tornando a Todi, perse le elezioni, gli esponenti del PD avrebbero dovuto tornare a far politica, elaborare progetti, rinnovare la classe politica ed invece continuano a ragionare all’antica senza cambiare. E poi, piuttosto che chiedere conto agli sconfitti del loro pessimo operato (in primis le mancate primarie che hanno affossato l’Unione!), i vertici regionali li hanno premiati con incarichi ben remunerati. I ‘nuovi’ danno scomuniche, pagelle, sfoderano la solita arroganza con quelli che dovrebbero essere loro alleati naturali (e indispensabili stando ai sondaggi) come se governassero, e invece no.
E’ per questo motivo che il partito dell’Italia dei Valori è attento nei confronti di movimenti e liste civiche e collabora, quando i progetti sono condivisibili e a favore dei cittadini, con tutte le amministrazioni per quella politica ‘del fare’ tanto cara al ministro Di Pietro.
Tanto per capirci, poichè governa il centrodestra a Todi non va portato avanti il Contratto di quartiere? Assolutamente no, ed il nostro responsabile regionale alle infrastrutture Lorenzo Cangi, (guarda caso di Todi), sta seguendo presso il ministero la pratica.
C’è da pensare che esiste un’anomalia umbra e ritengo che un sano e salutare periodo all’opposizione possa mandare in pensione vecchi arnesi ed antichi privilegi, facendo riscoprire ai nuovi l’umiltà della proposta e del lavoro politico, guardando e giudicando chi governa da quello che fa per la città e non da quello che rappresenta, quindi non come un nemico da abbattere. Con questa nuova classe dirigente siamo disposti ad allearci per il futuro, ma non con altri.
Alberto Laganà – segretario regionale Italia dei Valori
19 novembre 2007
Grazie a TamTam mi sento ancora tuderte, ma…
Gentile redazione, sono una tuderte trasferita a Milano da 5 anni, leggo sempre e con piacere TamTam ogni volta che vengo a Todi da mia mamma, per fortuna ora posso leggerlo grazie ad internet, così posso essere al corrente di ciò che accade nella mia città e regione che comunque sono sempre nel mio cuore!
Vi scrivo per ringraziarvi perchè anche grazie a voi posso ancora "sentirmi" tuderte, "vivere" ancora la vita cittadina, insomma non essere un’estranea…
Certo mi dispiace molto vedere che Todi è diventata con il passare degli anni una città "morta" e credetemi non è l’impressione di una che ora vive in una grande realtà, ma è soprattutto chi vive lì sente queste cose; possibile che nessun governo cittadino riesca a trovare un buona soluzione? Certo in un periodo "buio" come quello che viviamo in Italia non è facile, però io credo che, visto che Todi é conosciutissima, ci sia possibilità di fare tanto a livello turistico, così che anche l’occupazione ne possa giovare… Io vedo nei giornali nazionali pubblicità di paesi piccolissimi dell’Umbria, ma di Todi non vedo mai nulla… perchè? Questo sindaco farà qualcosa? Lo spero!
I giovani tuderti che futuro hanno? Quando mi chiedono di dove sono e dico di essere umbra e di Todi tutti, credetemi, fanno commenti positivi, quindi qualcuno DEVE fare molto di più per questo posto bellissimo!
Vi ringrazio ancora e auguro a tutta la redazione buone feste.
Catia Preterossi
19 novembre 2007
Qualche suggerimento a proposito di raccolta differenziata
Purtroppo viviamo nel paese degli incentivi! Rottamazione, raccolta differenziata, rigassificatori, fotovoltaico… Da noi, per mancanza di cultura, per mancanza di informazione, per mancanza di sensibilità e di opere di sensibilizzazione, l’unico sistema per "convincere" i cittadini a fare qualcosa sono gli incentivi.
Noi regolarmente, in casa, differenziamo i rifiuti, almeno i più comuni, come vetro, carta, plastica e, se necessario, ricorro all’oasi ecologica già da quando si trovava nell’angusta e poco consona area del Campo Boario. Senza il bisogno di incentivi.
Non per questo dico che debbano essere eliminati. Ma ora non esageriamo: cederli a qualcun altro è esagerato. Un’individuo ricicla ed un altro ne prende i frutti?! Semmai non dovrebbero esserci tetti, né minimi né massimi. Se proprio vanno erogati incentivi, vanno fatti in base alla buona volontà di differenziare i rifiuti. Già perché allora chi vive solo potrebbe dire "e chi arriva a 100 kg di rifiuti ponderati in un anno?! Tanto vale gettare tutto nel tradizionale cassonetto comune…". E chi produce più di 500 kg perché non può veder aumentato il proprio "rimborso"? Oltretutto con i coefficienti di ponderazione la gente può essere "portata" i riciclare ciò che "vale" di più. Perciò accanto agli incentivi, dove magari andrebbero rivisti i canoni di erograzione dei medesimi, andrebbe richiesta una maggiore informazione e comunicazione e, perché no, punire con multe, anche salate, chi lascia e abbandona ogni genere di rifiuto nelle campagne: frigoriferi, letti, materazzi, mobilio (non a caso quelli con il più basso coefficiente ponderali…). Magari costituire un area di "pre-deposito" nell’area ecologica: gli orari di apertura al pubblico potrebbero essere limitativi per chi lavora per recarvisi. Una volta "caricato" il frigorifero vecchio sulla macchina cosa cambia lasciarlo a Ponterio o in campagna? Nulla. Basta poterlo lasciare. E meglio davanti all’area "chiusa" che in aperta campagna.
Luca Cardaio
18 novembre 2007
Raccolta differenziata: bene gli incentivi ma si deve fare di meglio
Un plauso alle persone che col loro comportamento hanno dato un piccolo contributo al miglioramento della vivibilità della città di Todi, e soprattutto un esempio, perchè non credo che abbiano affrontato il sacrifico del trasporto all’oasi ecologica solo per il modesto contributo in denaro che giustamente viene loro riconosciuto.
Ora, per dare un significato ed una prospettiva a questi comportamenti lodevoli, sarebbe molto interessante, per chi deve valutare l’efficacia e l’utilità effettiva del servizio e prendere decisioni in merito alla la sua evoluzione futura, avere dati più approfonditi sulle persone che hanno conferito all’oasi ecologica. Sicuramente l’oasi dispone già di un sistema di raccolta e elaborazione dati. Ove così non fosse ( e questo sarebbe il primo punto su cui intervenire per il futuro), basterebbe far lavorare qualche giorno un ragazzo con qualche attitudine all’uso del computer. In particolare, credo che sia essenziale sapere:
A) per quanto riguarda la funzionalità del sistema: residenza (vicinanza all’oasi); numero di scarichi; quantitativo minimo e massimo depositato; frequenza; giorno della settimana più ricorrente.
B) per quanto riguarda gli aspetti soggettivi, sui quali si può poi intervenire con opportune campagne mirate di sensibilizzazione per categoria: età; professione; titolo di studio.
Quanto poi all’intensità del contributo comunale, trovo giusto che venga alzato il tetto, trasformando in sostanza questo contributo alla buona volontà in un vero e proprio compenso per un servizio che il cittadino rende alla collettività. Inoltre suggerisco di pensare alla CEDIBILITA’/NEGOZIABILITA’ dei buoni. Chi supera il limite massimo consentito in un anno, deve poter cedere i propri diritti ad altri, o usarli per il pagamento di altre tasse comunali. E’ vero che si rischia di ridurre gli introiti del Comune, ma in prospettiva vi saranno penalizzazioni fortissime per i Comuni che non riciclano a sufficienza, e quindi il minor introito in realtà servirà ad evitare una sanzione ben più pesante.
Maurizio Giannini
18 novembre 2007
Per risolvere il problema del lavoro, mettete i giovani nelle condizioni di crearlo
Colgo l’occasione offerta dagli articoli su "iltamtam.it" in merito alle difficoltà nel trovare lavoro per i laureati e ai lavoretti vari per riportare la lettera di Ettore Pasquini uno dei tanti connazionali che vive e lavora all’estero.
Ettore scrive dalla Silicon Valley dove Google ha lanciato un importante bando mondiale per lo sviluppo di una piattaforma mobile. L’Italia ne è esclusa, il motivo è la burocrazia che opprime il nostro Paese. Questo treno perso ha un significato profondo ed il giudizio è pesantissimo, i Paesi burocrati sono fuori dall’innovazione e dallo sviluppo.
"Come saprà – scrive Pasquini – l’Italia è stata esclusa da Google dalla competizione legata alla nuova piattaforma mobile, Android. Rinunciamo in partenza quindi, a 10 milioni di dollari che sarebbero potuti entrare in Italia. Faccio presente che l’Italia è l’UNICO, dico l’unico Stato al mondo escluso per motivi non politici. I motivi sono i soliti: la burocrazia e le leggi fuori dal tempo che obbligherebbero Google a dialogare con Ministeri, notai, monopoli di Stato e compagnia bella, con il risultato inevitabile di una procedura lunga ed assurda.
La posizione di Google è comprensibile: chi me lo fa fare a me, Google, di farmi venire un mal di testa (italiano) quando sto offrendo 10 milioni di dollari?
A me tutto ciò sembra pazzesco: è mai possibile che questo possa succedere oggi, nel 2007?
Vorrei riflettere anche su un’altro problema intimamente collegato all’iniziativa individuale e alle relative infrastrutture. Perchè in Italia l’impresa individuale è scoraggiata? Vivo nella Silicon Valley, in California, e tutt’attorno a me vedo ragazzi ventenni che mettono su aziende dopo aziende e creano lavoro, creano innovazione, continuamente. Qui c’è anche una parola bellissima per identificare le aziende che iniziano: "startup".
La Apple, la HP, Google, Flickr, Facebook, sono tutti nati così. Per aprire un’azienda in California bisogna compilare un foglio, pagare qualche dollaro, e in mezz’ora sei libero. In Italia dovrebbe essere non dico così, ma ANCORA PIU` SEMPLICE, perchè non c’è lavoro: e allora bisogna crearne di nuovo, e chi meglio dei giovani ha voglia di crearne?
Allora facilitiamo, inventiamo, rendiamo possibile la creazione di startup e di venture capital. Che senso ha lamentarsi che non c’è lavoro quando complichiamo l’iniziativa individuale? Impedendo addirittura la partecipazione ad un concorso estero? Per risolvere il problema lavoro, mettete i giovani nelle condizioni di crearlo".
Maurizio Pierdomenico
17 novembre 2007
In Umbria c’è chi continua a guardare ai termovalorizzatori dei rifiuti
Abbiamo avuto notizia del fatto che i nostri amministratori regionali hanno in programma, per i primi di dicembre, una gita a Vienna e a Francoforte avente la finalità di renderli edotti circa le "meravigliose sorti e progressive" dell’avanguardia tecnologica in materia di incenerimento di rifiuti.
I più malfidati potrebbero pensare che qualcuno, nella "sala ovale" di Palazzo Cesaroni, stia meditando di impiantare – ovviamente per il nostro bene – un bell’inceneritore di rifiuti (che ora va di moda chiamare "termovalorizzatore ") nella provincia di Perugia.
Lo stesso assessore Bottini ha più volte detto che "tre inceneritori a Terni sono troppi" e che "la situazione va riequilibrata ".
Orbene, noi italiani siamo affetti da un male terribile: l’esterofilia acritica.
Tutto ciò che viene fatto all’estero è cosa buona e giusta. Caso strano, dall’estero riusciamo ad importare soltanto il peggio, mentre sembriamo essere refrattari alle cose sensate e alle innovazioni vere da cui possono trarre vantaggio tutti.
Una cosa malsana è e rimane una cosa malsana, sia a Terni che a Brescia, sia a Vienna che a Copenhagen.
Fa riflettere il fatto che i nostri amministratori regionali non abbiano organizzato una gita a Capannori (LU), Comune toscano al primo posto in Europa per la raccolta differenziata (oltre il 90%). Avrebbero risparmiato dei soldi (nostri, ovviamente) ed avrebbero potuto imparare qualcosa di utile.
Per questo abbiamo deciso di organizzare a breve un viaggio d’istruzione nel Comune più ecologico d’Italia, al quale verranno invitati tutti i Consiglieri Regionali e che sarà interamente finanziato con le sottoscrizioni e le donazioni spontanee raccolte dagli attivisti del Comitato.
Subito dopo organizzeremo un’altra visita presso alcune aziende che trasformano rifiuti indifferenziati in materiale per l’edilizia (ad esempio alleggeritori per calcestruzzo, etc.) senza dover bruciare nulla.
Nel frattempo, continueremo a lavorare al nostro progetto di redazione di un "Manuale di autodifesa civica" che verrà pubblicato in primavera ed i cui ricavi verranno messi a disposizione delle associazioni civiche ed ecologiste umbre per finanziare le battaglie in difesa del territorio, dell’ambiente e della salute pubblica.
Comitato per la salvaguardia dell’Ambiente e della Salute Pubblica di Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria
17 novembre 2007
Basta menzogne sulla giornata della scuola del 4 ottobre!
Ritengo giusto intervenire sulle pagine di questo sito solo per ribadire alcuni concetti fondamentali riguardanti la Giornata di Inaugurazione dell’Anno Scolastico, stanco delle continue, vergognose e deplorevoli strumentalizzazioni politiche di esponenti dei Ds.
Innanzitutto, questa Giornata di Inaugurazione dell’Anno Scolastico è stata ideata dalla nuova Amministrazione per ridare pieno valore e significato all’istituzione scuola, nel senso più alto del termine, in un momento contraddistinto da innumerevoli problematiche sociali che i nostri giovani si trovano ad affrontare quotidianamente.
Una scuola, che, oltre al consueto percorso formativo d’istruzione, ritengo debba tornare a contribuire fattivamente all’educazione dei ragazzi e a rivestire un secondo punto di riferimento fondamentale oltre a quello primario della famiglia.
Todi ha la fortuna di avere nel proprio Comune, oltre ad elementari e medie inferiori, la quasi totalità dei possibili indirizzi per quanto riguarda le Scuole Medie Superiori, e la nostra idea è stata subito condivisa anche da Sua Eccellenza, Mons. Scanavino, ed accolta con entusiasmo dai Dirigenti Scolastici di tutti gli Istituti.
A riprova di ciò, lo svolgimento della mattinata, nella splendida cornice del Tempio di San Fortunato, è stato contraddistinto dall’entusiasmo e dalla vivacità degli alunni e caratterizzato dalla partecipazione di numerosi ex presidi e docenti che hanno voluto portare la loro testimonianza a quest’evento.
Le esortazioni allo studio rivolte agli allievi da tutte le autorità presenti, prima, e nel caso di Mons. Scanavino durante la celebrazione della Santa Messa (la cui partecipazione per gli studenti non cattolici era libera), dimostrano perfettamente le finalità dell’evento, senza lasciare spazio a ridicole strumentalizzazioni di ogni genere.
Mi chiedo quindi, come si faccia a definire una giornata come quella del 4 ottobre illegale ed illiberale quando invece si è assistito ad un sentimento di affiatamento ed amicizia tra gli studenti, ed al rinnovato impegno di tutto il personale docente e dirigente a far sì che lo studio e la formazione siano componenti sempre più fondamentali nella vita delle future generazioni.
E mi chiedo anche, come si faccia a criticare dei giovani studenti che sentono proprio il concetto di Patria e cantano con rispetto un inno nazionale che appartiene alla nostra storia, offendendoli con falsità ed accusandoli di essere nazisti.
Vorrei inoltre dire a chi, come il Signor Ferracchiati, ha criticato senza sapere e senza nemmeno la volontà di informarsi, che i ragazzi volontari, che ho ringraziato personalmente più volte, non solo non erano nazisti o neofascisti, come vergognosamente sono stati definiti, ma erano semplicemente giovani di buona volontà che si adoperano da anni in manifestazioni giovanili senza alcun colore politico, alcuni dei quali facenti parte dell’Azione Cattolica.
Forse, il fatto di non essere mai riusciti ad organizzare giornate di questo tipo, suscita in qualcuno una grande rabbia ed una vena critica gratuita e che fa sentire costoro in diritto di giudicare tutto e tutti intaccando pericolosamente quella che è la verità dei fatti.
Claudio Ranchicchio – consigliere comunale di Alleanza Nazionale
16 novembre 2007
Dai Democratici di sinistra… “Sul trasformismo”
Riceviamo dai Ds di Todi e pubblichiamo in questo spazio, supponendo che il tema affrontato possa e voglia essere collegato, pur non essendovi nessun riferimento esplicito, alla vicenda Ferracchiati-Giorgi.
I “ trasformisti” politici sono i campioni assoluti di una riscoperta attività: «saltare i fossi». Troppo spesso ormai somigliano ai lottatori di wrestling: fanno finta di pestarsi senza pietà e poi escono a prendere un aperitivo insieme. Il risultato è un paesaggio dove si fanno largo "affogamenti di piccole passioni, urti di piccoli interessi, barbagli di piccoli vantaggi" e nessuna idea. È una scena che svela come la politica italiana corra il pericolo di diventare indifferente al merito delle questioni e degradarsi ad apparenza e spettacolo. Importa poco qui sapere se questo eterno paradigma della nostra politica sia o non sia, come alcuni sostengono, un carattere nazionale, o addirittura un segno antropologico, o la secolare inclinazione a fare a meno di fedi e di ideologie in nome dell’adattamento e della sopravvivenza o una degenerazione fiorita per difetto di moralità.
E’ certo che il trasformismo toglie ogni credibilità al confronto e allo scontro politico riducendo tutto ad un teatrino. Tanto più in una stagione in cui, grazie anche ad una pessima legge elettorale nazionale che esalta e premia la frammentazione e le oligarchie, l’utilità marginale di nuove formazioni anche piccolissime e di personale politico in transumante per pura convenienza.
Noi siamo infatti convinti che il trasformismo sia il male più insidioso della politica italiana. Un macigno che ostruisce la strada verso un bipolarismo serio, dai confini netti. Il bipolarismo costruito su chiare opzioni ideali ed etiche a cui corrispondono coerenti progetti e programmi, è anche e soprattutto un bipolarismo tra le rappresentanze di interessi diversi. E una democrazia bipolare in cui gli interessi in gioco si spostano a seconda delle scelte di singoli individui, non sarebbe né una buona democrazia né una democrazia matura.
Si può certo cambiare idea, maturare nuove convinzioni. Non pensiamo che i partiti siano fortezze chiuse e autosufficienti. Tutt’altro. Le nostre porte devono sempre essere spalancate alla società, alle sue passioni e alle sue intelligenze. Però la moralità è una sola e non c’è un trasformismo buono e uno cattivo. Se assolviamo il trasformismo, anche quando non è sfiorato da sospetti , finiamo inevitabilmente per giustificare un modo di fare politica che può creare l’humus per quel trasformismo inquinato da collusioni ed interessi che allarma e ripugna.
Democratici di Sinistra Todi
16 novembre 2007
Per Ferracchiati quelli che stanno con Ruggiano sono tutti "brutti, sporchi e cattivi"
Pensavo sinceramente che la poca tolleranza, di staliniana memoria, riservata ai dissidenti fosse un retaggio del passato. Leggendo la lettera inviata dal Coordinatore dei DS Ferracchiati all’Onorevole Leoluca Orlando, nella quale si stigmatizza in modo unilaterale e fazioso il recente atteggiamento collaborativo avuto in Consiglio comunale dal consigliere Giorgi, mi sono dovuto ricredere.
Non mi interessa entrare nella loro querelle personale, né tanto meno difendere Giorgi, che lo sa fare benissimo da solo. Mi interessa più che mai mettere alcuni puntini sulle i dei giudizi che Ferracchiati ha espresso in maniera così tranchant sull’Amministrazione Ruggiano e sul centrodestra tuderte. Giudizi che ricordano quel bel film di Ettore Scola con Nino Manfredi, “Brutti, sporchi e cattivi”.
Portando come pistola fumante la cerimonia di incoronazione del sindaco Ruggiano il 4 di ottobre nel Tempio di San Fortunato, Ferracchiati non si capacita come Giorgi abbia potuto votare assieme a questa conventicola di fascisti. Già, che vergogna! Quel traditore ha votato insieme ai gruppi consiliari di Alleanza Nazionale, Forza Italia, Udc e Fiamma Tricolore, andrebbe bandito dalla vita democratica e civile di questa città. Ha collaborato con il centrodestra, quindi è un poco di buono.
Forse Ferracchiati non si è ancora reso conto che è in atto il piano per fascistizzare Todi. Diamine, ma dove vive? Dovrebbe sapere che il servizio d’ordine dell’Azione Cattolica Ragazzi (non della Fiamma Tricolore) è una colonna portante di questo progetto.
Ma il Ferracchiati che implora Orlando e chiede il suo aiuto contro le “manifestazioni illiberali, neo-fasciste ed illegali” organizzate dall’Amministrazione, paventando con Ruggiano il ritorno dei bei tempi che furono, quando Lui parlava da Palazzo Venezia (mi sia concessa questa fascisteria), è lo stesso Ferracchiati che domenica scorsa, a Radio Aut, rivolgeva un appello accorato a tutte le forze politiche per stemperare i toni e guardare ai veri problemi della città?
Perché se è lo stesso le cose sono due: o siamo davanti ad un nuovo Dottor Jekyll e Mister Hyde o si tratta di un caso di schizofrenia politica, di furbizia smascherata, di una solenne presa in giro alla città.
Il continuo piagnisteo della sinistra contro il fascismo strisciante, contro il Sindaco cattivo che fa le due facce non ha più fondamento. Sono loro che non vogliono né il dialogo né il bene dei cittadini.
Non ci si può appellare alla civiltà e poi scrivere lettere con queste parole, come fa Ferracchiati. E’ un giochetto che non funziona.
Faccia le interrogazioni parlamentari che vuole. Dopo non se la prenda però con chi dissente dall’oligarchia decadente di cui anche lui fa parte. Chiamandoci fascisti non scalfisce minimamente il nostro orgoglio di appartenere al centrodestra. Anzi, ci fa un favore: significa infatti che di noi non ha mai capito nulla.
Umberto Magni – coordinamento Forza Italia Todi
16 novembre 2007
Ma come si permette Ferracchiati di additare i neo-nazisti?!
Mi auguro solo di aver letto male, di non aver capito, di aver frainteso, di essermi confusa, di aver mal interpretato le parole del Sig. Ferracchiati nelle lettera inviata ad Orlando.
Io spero solo che quelle parole siano il frutto di un momento di rabbia che ha accecato ogni barlume di ragione e di senso di rispetto nei confronti della città di Todi e dei propri elettori.
Come si può paragonare gli elettori del sindaco Ruggiano ai neo-nazisti? Come si può dire che una Santa Messa celebrata per l’inaugurazione dell’anno scolastico sia una manifestazione illiberale, neo-fascista ed illegale? Ma come si permette Sig. Ferracchiati?
Come pensa di poter giudicare tutti dall’alto, come pensa di avere il diritto di offendere chi non la pensa come lei, chi le da la facoltà di dare del “neo-nazista” a dei ragazzi che non hanno paura di pronunciare la parola Patria e di cantare con senso di amore e rispetto un inno nazionale che appartiene alla nostra storia, come può denigrare una gioventù che rispetta una bandiera troppe volte bruciata e vilipesa?
Molti di quei giovani, che lei descrive con disprezzo, hanno manifestato qualche giorno fa in onore dei caduti di Nassiriya a fianco delle Forze dell’Ordine, delle Istituzioni, portando in mano solo una fiaccola che doveva rappresentare la speranza in un mondo troppo buio per dei ragazzi pieni di entusiasmo e di voglia di fare; sono rimasti impietriti mentre veniva intonato il Silenzio e venivano ricordati i nostri militari caduti per la Pace. Sono questi, Sig. Ferracchiati, i nostri giovani a cui lei deve molto più rispetto.
Dire che votare un provvedimento adottato da una giunta di centro-destra equivalga ad appoggiare i neo-nazisti è tanto ridicolo quanto deprimente; il sillogismo porterebbe ad equiparare la maggioranza dei cittadini tuderti a dei pericolosi e violenti estremisti nazisti….mi sembra veramente eccessivo e poco rispettoso!
I cittadini di Todi hanno fatto una scelta che va COMUNQUE rispettata; è giusto e doveroso che l’opposizione faccia il suo dovere, che critichi e manifesti la propria disapprovazione in ordine a provvedimenti che ritenga sbagliati, ma nessuno ha il diritto di offendere la maggioranza della città che ha votato per il sindaco Ruggiano, a nessuno è riconosciuta la facoltà di denigrare chi la pensa in modo diverso, chi appartiene ad uno schieramento politico avverso!
Io ho votato per il sindaco Ruggiano e non sono una neo-nazista!
Elena Baglioni
P.S. Solo per dovere di cronaca mi preme ricordare al Sig. Ferracchiati che il servizio d’ordine durante quella famigerata Messa è stato coordinato anche dai ragazzi di Azione Cattolica che tanto si sono adoperati per la riuscita della celebrazione…… sono neo-nazisti pure loro?
14 novembre 2007
Non ci devono essere "chiusure"
Spett. redazione, permettetemi di non condividere la chiusura relativa allo scambio di opinioni sulla fiaccolata a meno che la scelta non sia dovuta ad una, forse, eccessiva presenza di una parte politica che rischiava di tramutare il tutto in continua propaganda. Certo sarebbe interessante verificare come mai la destra (in particolar modo quella istituzionale) è molto partecipe e presente mentre la sinistra (tranne Romina) latita completamente.
Questo atteggiamento offre il fianco a diverse interpretazioni. Disinteresse? Ritorsioni contro iltamtam.it? Inadeguatezza tecnologica? Mancato rispetto dei lettori e degli elettori? Scarse idee? Alterigia?
Qualunque sia la motivazione trovo che sia una scelta sbagliata.
Penso che conoscere le posizioni e le proposte del centrosinistra sia un dovere dei politici e un diritto dei cittadini. Ciò non solo con qualche freddo comunicato ufficiale ma anche con posizioni personali, con idee, con un po’ di entusiasmo, come quello,già segnalato, latitante del futuro Partito Democratico.
Un invito a Servoli, Rossini, Cappelletti, Isacco, Caprini ecc.. ad utilizzare anche altri canali informativi e non ritirarsi nel loro eremo. I loro elettori non si chiedono dove sono finiti? Cosa pensano? Cosa hanno da proporre?
Maurizio Pierdomenico
14 novembre 2007
L’ultima parola sulla Fiaccolata per i caduti di Nassiriya
Con questo intervento di uno degli organizzatori dell’iniziativa che ha sviluppato un animato ma civile dibattito su queste pagine riteniamo possa chiudersi l’argomento. Ci scusiamo con quanti hanno inviato altre lettere e commenti che, per motivi diversi, non hanno potuto vedere la pubblicazione.
Visti i numerosi interventi che si sono susseguiti in merito alla Fiaccolata in memoria delle vittime di Nassiriya organizzata a Todi sento il bisogno di fare alcune riflessioni.
Prima di tutto vorrei scusarmi con quei componenti del Consiglio comunale si fossero sentiti “feriti” dall’invito ricevuto tramite e-mail, essendo io la causa dello scandalo! Sono, infatti, stato io che sprovvisto dei recapiti dei miei colleghi consiglieri ho pregato l’assistente del sindaco di provvedere ad inoltrare l’invito agli stessi, sperando che la cosa fosse gradita… Così non è stato. Mi scuso pertanto di aver commesso un così grave errore, ritenendo che organizzare una fiaccolata, sotto l’egida di un’associazione giovanile, per ricordare dei ragazzi che avevano perso la vita in un vile attacco terroristico, potesse essere un’iniziativa condivisibile.
Forse hanno ragione quanti hanno detto che siamo dei "fascisti" perché intraprendiamo simili iniziative. Bene, di seguito potrete leggere delle dichiarazioni che altri noti “fascisti” hanno reso alla stampa e che sono consultabili sul sito dell’Ansa.
IL "FASCISTA" GIORGIO NAPOLITANO: "In occasione della cerimonia di posa della prima pietra del monumento dedicato alla memoria dei caduti di Nassiriya, desidero parteciparle il mio personale, commosso ricordo delle 19 vittime di quella terribile strage e di tutti coloro che hanno perso la vita nell’assolvimento delle missioni di pace". Lo scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato al ministro della Difesa Arturo Parisi in occasione dell’anniversario della strage.
IL "FASCISTA" ROMANO PRODI: "L’anniversario della strage di Nassiriya porta il nostro animo a ricordare quei caduti, militari e civili, la cui tragica scomparsa ferì l’animo di tutti gli italiani, che in quel momento acquisirono ancor maggiore coscienza del sacrificio compiuto per la difesa dei valori della pace e della democrazia". E’ quanto afferma Romano Prodi in una nota. "Abbiamo tutti condiviso il dolore delle famiglie – prosegue il premier – con animo affranto. Ed oggi vogliamo ancora inchinarci alla memoria di quei nostri fratelli caduti, unendo nel ricordo anche tutti i militari e civili periti in analoghi contesti. Il loro sacrificio, dedicato alla difesa dei valori di libertà, democrazia e di solidarietà umana non sarà mai dimenticato". "Alle mogli, ai figli, ai genitori e ai familiari tutti – conclude Prodi – rinnovo la mia più sincera e commossa partecipazione.
IL "FASCISTA" FAUSTO BERTINOTTI: Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha inviato – in occasione del quarto anniversario della strage di Nassiriya – un messaggio alle famiglie delle vittime dove sottolinea il fatto che "si rinnova il dolore per una tragedia che ha indelebilmente segnato la comunità nazionale e l’ha unita nel medesimo sentimento di partecipazione alla sofferenza di chi ne ha subito i segni più gravi e profondi nella sfera degli affetti, nei progetti di vita, nella costruzione del proprio futuro". "Nel commosso ricordo dei caduti di Nassiriya, desidero far giungere ai familiari di tutte le vittime – scrive Bertinotti – i sentimenti della mia intensa solidarietà e della più sincera vicinanza, nello spirito del comune impegno ad operare per la costruzione di una pace duratura tra i popoli del mondo, che abbia ragione della guerra e del terrorismo e di tutte le offese arrecate – come a Nassiriya il 12 novembre 2003 – alle più elementari ragioni dell’ uomo".
Ma abbiamo letto bene? Bertinotti parla di: “…più sincera vicinanza, nello spirito del comune impegno ad operare per la costruzione di una pace duratura tra i popoli del mondo, che abbia ragione della guerra e del terrorismo e di tutte le offese arrecate – come a Nassiriya il 12 novembre 2003 – alle più elementari ragioni dell’ uomo”. Signor Carlo Zoccoli, il Presidente non parla del petrolio, che sia diventato anche lui realmente un "fascista"?!?
Un ennesimo invito a tutti: BASTA CON LE STRUMENTALIZZAZIONI E BASTA CON LE FALSITA’!!! Lavoriamo giorno per giorno per dare un futuro a quei giovani cha hanno la fortuna di poterlo avere, sicuramente più fortunati di quelli che hanno perso la vita in quel tragico giorno di quattro anni fa.
Un ultimo ringraziamento doveroso devo rivolgerlo a questo sito che pubblica, senza censure, tutti gli interventi, dando spazio a chi dice la sua apertamente. Un vero esempio di libertà di stampa! Chissà, invece, che concezione di questa libertà ha il corrispondente locale del "Corriere dell’Umbria", che ha ritenuto non importante pubblicare il comunicato stampa riguardante la fiaccolata. Sicuramente era più giusto dare spazio ad un articolo sulle scritte “fasciste” che ci sono sui muri di Todi. O anche al comunicato del consigliere Giorgi riguardante la fiaccolata in oggetto. Una domanda però mi ronza per la testa: ma si può dare spazio ad un intervento che critica una fiaccolata tralasciando di comunicare ai lettori che si sarebbe svolta quella manifestazione… Alla faccia della libertà di stampa…
Michele Martorelli – Consigliere Comunale AN Todi
13 novembre 2007
Azione Giovani ringrazia tutti (fine della fiaccolata)
Il Circolo di Azione Giovani di Todi ringrazia quanti hanno preso parte alla fiaccolata per commemorare le vittime di Nassirya, in particolare il Comando dei Carabinieri di Todi, la Polizia Municipale, l’Associazione Nazionale Carabinieri ed il Signor David Brizioli che con la sua tromba ha eseguito Il Silenzio.
Alla luce dei dibattiti emersi su questo sito si vuole precisare che non si è trattato di una manifestazione di partito. L’unica bandiera presente era un tricolore che ha sfilato in testa al corteo. La sensibilità del gruppo umano che compone il nostro circolo ha fatto si che ci facessimo solo promotori di una iniziativa che voleva e doveva essere rivolta, senza distinzioni, a tutti i tuderti.
Azione Giovani Todi
13 novembre 2007
La vita di 20 militari italiani per proteggere il petrolio ENI e consegnare qualche “camion di riso e medicine”
A leggere i dati contenuti nella monumentale relazione pubblicata sul sito dello Stato maggiore della Difesa, tutta l’operazione Antica Babilonia appare come una voragine, che inghiotte finanziamenti record distribuendo pochissimi aiuti. O meglio, i conti mettono a nudo la realtà di Nassiriya: finora infatti sono stati stanziati 1.534 milioni di euro, poco meno di 3 mila miliardi di vecchie lire, per consegnare alla popolazione della provincia di Dhi-Qar poco più 16 milioni di materiale finanziato dal governo: un rapporto di cento a uno tra il costo del dispositivo militare e i beni distribuiti.
In realtà, però, la spesa totale per le forze armate italiane a Nassiriya è addirittura superiore a questa cifra: tra stipendi, mezzi distrutti ed equipaggiamenti logorati dal deserto la cifra globale si avvicina ai 2.000 milioni di euro! Da questo si percepisce che l’intreccio economico-affaristico di questa guerra, aveva ben poco di umanitario, poche scorte ai medici e agli ospedali mobili (che tra l’altro non sono a Nassirya, ma nella zona di Baghdad), pochi aiuti ai civili. In compenso a Nassirya c’è un mare di petrolio. Ben 300 miliardi di dollari che verrebbero sfruttati ovviamente da chi, dopo la cacciata di Saddam, si trovasse in zona. Già quando c’era lo stesso Saddam l’Eni aveva un accordo di sfruttamento di tutta la zona circa 3 miliardi di barili.
Da "Sole 24 ore" dell’ 8/10/2003: “Il pieno sostegno del Governo Berlusconi alle posizioni degli USA e della GB sulla Guerra all’Iraq …. potrebbe generare importanti ricadute economiche a favore dell’ENI (di cui il Ministero del Tesoro decide ancora dirigenti e politiche, essendo proprietario del 30% delle azioni) ….se la guerra si dovesse fare – prosegue l’autore dell’articolo – si porrebbero le condizioni per l’ingresso del cane a sei zampe in territorio iracheno”.
Il Governo Berlusconi e i vertici dell’Eni sono sicuramente interessati all’affare.
La guerra andava fatta anche in nome e per conto della più grande azienda petrolifera italiana. Non a caso il contingente italiano fu dislocato a Nassirya.
Tante ancora sarebbero le storie da raccontare di questa folle avventura, che oggi, almeno per gli italiani, è finita. Mentre la guerra continua, con le sue 100.000 vittime civili, per la popolazione irachena. Non servono commenti.
Carlo Zoccoli
13 novembre 2007
Nessuna fiaccolata per Nicola Calipari, italiano anche lui e caduto anche lui sul lavoro
Invito il capogruppo di Alleanza Nazionale Stefano Marchetti e chiunque abbia letto la sua ettera pubblicata più sotto a rileggere con maggiore attenzione il mio intervento in merito alla commemorazione dei caduti di Nassiriya. Per prima cosa, mi permetto di dare un consiglio di tipo editoriale. Quando si sta riportando il pensiero altrui e lo si deduce da un testo scritto sarebbe auspicabile non mettere tra virgolette parole che non appartengono al testo di partenza.
Lei dice che io parlo di Nassiriya come di un “semplice incidente sul lavoro”. Ebbene, io quelle parole non le ho mai scritte, e metterle tra virgolette sarebbe uno scorretto tentativo di mistificazione, se non fosse fatto, come lei sicuramente lo ha fatto, in buonafede. Tanto più che il concetto racchiuso tra virgolette, che non appartiene al mio pensiero ma solo ad una scorretta interpretazione di esso, è esattamente l’opposto di quanto era nelle mie intenzioni affermare.
Inserendo i caduti di Nassiriya nel novero dei morti sul lavoro, io non volevo affatto (e mi sembra risulti chiaramente dalla lettura dell’articolo) banalizzare e declassare quelle morti, tutt’altro. Io credo che le cosiddette morti bianche siano un crimine contro l’umanità. E anzi le morti in Iraq non sono un “semplice” caso di morte sul lavoro, ma sono la morte sul lavoro nella sua forma suprema. Sono il momento in cui il capitalismo armato manda le sue avanguardie a morire unicamente per conquistare nuovi mercati, nascondendo il tutto sotto pesanti dosi di retorica militare, e patriottica. Per non parlare della retorica, indecente, della democrazia da esportare.
Il nesso tra guerra e lavoro è ancora più evidente negli Stati Uniti, dove i soldati sono reclutati nelle aree più povere, a più alto tasso di disoccupazione, specie tra la popolazione di colore. Per molti dei soldati statunitensi la guerra è un lavoro nel senso letterale, in quanto unica alternativa alla disoccupazione. Il mio proposito, dunque, non era affatto banalizzare quelle morti. Era al contrario valorizzarle, dare loro un significato diverso e più profondo leggendole da una prospettiva inusuale, per evitare che fossero schiacciate sotto quintali di retorica, quella stessa retorica che porta il signor Marchetti a scrivere ITALIANI a caratteri cubitali.
Mi meraviglio sempre che si riesca a fare del nazionalismo fuori tempo massimo, e per di più sulla pelle di morti ai quali non sono certo io a mancare di rispetto, quando ci troviamo chiaramente di fronte ad un conflitto globale, che in più di un’occasione ha costretto l’Italia a calpestare la propria identità e sovranità nazionale in nome degli interessi atlantici. Nessuno ha scritto a caratteri cubitali il nome di Calipari, nessuno ha acceso fiaccole. Eppure si tratta di un ITALIANO al quale sono state negate giustizia e memoria perché ad ucciderlo è stato l’amico americano. Un italiano morto sul lavoro mentre era alle dipendenze di una ditta che aveva subappaltato un lavoro sporco. Quando c’è di mezzo un subappalto, si sa, i morti sono sempre scomodi, e se ci si trova in un cantiere, ci si limita a trasportare il cadavere fuori dalle recinzioni, e lo si abbandona lì.
Non sono io a banalizzare la morte, le morti. Infanga la memoria dei caduti chi continua ad utilizzarli a fini politici. Chi li chiama eroi ma non ha esitato a sacrificarli, e non per la Patria o per l’Onore, ma per l’unico dio che è ancora saldo sul suo trono: il Denaro.
Paolo Gervasi
13 novembre 2007
A proposito di fiaccolata e di pacifismo…
Se fossi in Luca Cardaio (vedi lettera più in basso, ndr) non mi addentrerei nell’analisi della storia del movimento pacifista perché, a quanto pare, non ne conosce né gli attori principali nè quelli secondari.
Dopo anni di attivismo in un’associazione pacifista, mi viene da sorridere nel vedere che c’è qualcuno che come al solito fa discorsi generici tanto per dire e per fare polemica inutile. Credo di essere legittimata ad usare i termini pacifista e pacifica quanto mi pare. A quanto sembra non è nemmeno avvezzo alle manifestazioni di piazza perché al contrario saprebbe che è difficile schedare tutti i partecipanti quando si tratta di centinaia di migliaia di persone che partecipano in massa ad una mobilitazione. I casi di esagitati fuori luogo sono stati sempre emarginati dalle persone serie, dagli organizzatori e dalle diverse forze politiche, ma certo se ci limitiamo ad ascoltare e a dare retta solo ad una parte dell’informazione che ci viene fornita… avremo una visione alquanto parziale.
Col lavoro che ho svolto in questi anni credo di aver portato il dovuto rispetto ai caduti di Nassirya, non è la partecipazione o meno ad una fiaccolata che deve dimostrarlo. E comunque… questa fiaccolata a Todi è stata fatta per onorare qualcuno o per vedere se il centrosinistra avrebbe partecipato?
Romina Perni – consigliere comunale L’Ulivo Todi
13 novembre 2007
Ora Ruggiano deve promuovere le iniziative di tutti i partiti
Seguo sul vostro sito i dibattiti che via via si sviluppano sui vari argomenti della politica ed ora in particolare quello sulla fiaccolata di Nassirya.
Tutte belle parole, a cui mi associo per quanto riguarda l’onore ed il rispetto per i caduti, ma nessuno che abbia detto che i nostri soldati sono morti perchè qualcuno ha voluto una guerra assurda.
Un invito ai partiti del centrosinistra ed una domanda al sindaco Ruggiano. Organizzate una fiaccolata in onore dei caduti della seconda guerra mondiale e della resistenza ed inviate il volantino al sindaco Ruggiano. Lo invierà a tutti con l’email del Comune come è successo per la fiaccolata organizzata dai Giovani di Alleanza Nazionale? Io sono sicuro di si perché ormai dovrà inviare con l’email del Comune tutti i
volantini di tutte le iniziative che i partiti a Todi organizzeranno.
Caro sindaco Ruggiano per chi rappresenta le Istituzioni e quindi tutti i cittadini, anche quelli che non lo hanno votato, la forma è sempre sostanza.
Marcello Bigerna
13 novembre 2007
I morti di Nassiriya non meritano di essere banalizzati
Vorrei rispondere a Paolo Gervasi con riguardo alla commemorazione dei caduti di Nassiriya.
Mi spiace intervenire su un pensiero di qualcuno che non conosco, ma sono veramente scandalizzato da questo tentativo di banalizzare l’attentato di Nassiriya dove furono uccisi 12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili ITALIANI come un caso di morte sul lavoro.
È vero che quegli uomini stavano al loro posto di lavoro, comandati a svolgere una missione di peacekeeping dal proprio Governo, ma non si è trattato di un “semplice incidente sul lavoro”.
Ogni morte merita rispetto, ma non si può sminuire il significato di quanto successo a Nassiriya, sarebbe come dire che i tre morti che mediamente avvengono ogni giorno sui luoghi di lavoro sono poca cosa rispetto agli oltre tredici che sempre ogni giorno perdono la vita a causa degli incidenti stradali.
Quando sono morti i diciannove italiani a Nassiriya è morta anche una piccola parte di me, quei ragazzi, quegli uomini sono morti perché erano Italiani, perché erano li a rappresentare l’Italia mentre compivano il loro dovere, la loro missione.
Così anche quando un carabiniere, un poliziotto un qualsiasi rappresentante dello Stato viene ammazzato da un delinquente, un mafioso, un terrorista o anche da un balordo qualsiasi, questo uomo (donna) muore per difendere l’Italia e tutti noi.
È in queste circostanze che le parole Patria, onore, sacrificio e martirio assumono un valore e un significato, almeno per me, almeno per qualcuno di noi, per le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato a Todi alla fiaccolata in ricordo dei nostri morti a Nassiriya.
Questi uomini e queste donne rischiano la loro vita per far sì che questo mondo sia migliore, perché in Italia tutti possano essere più liberi e sicuri, i martiri di Nassiriya stavano lì per questo.
Per questo onore a quei morti con la speranza che la fiaccola del rispetto e del ricordo non si spenga mai.
Stefano Marchetti – capogruppo A.N. Todi
13 novembre 2007
Alla fiaccolata per Nassiriya nessun consigliere del centrosinistra: bel rispetto!
Questa sera alle 19, come da programma, dal parcheggio della Consolazione, dopo la deposizione di una corona davanti al monumento dedicato ai Carabinieri, un piccola folla di persone, piccola ma sincera, fiaccole in mano, ha mosso i propri passi, direzione Giardinetti.
È vero, non eravamo molti. Ma cosa importa. Ciò che conta sono le intenzioni. E, mia cara Romina, non è questione di “appunti” al sindaco. È questione di rispetto. Rispetto per chi, o per onorare la Patria, o “semplicemente” per onorare il proprio lavoro, per non venir meno al proprio dovere, ha perso la vita.
E usare insieme termini come “pacifiste” e “pacifiche”, beh non è proprio una scelta felice. Già perché abbiamo assistito, purtroppo, a diverse, numerose, manifestazioni “pacifiste” per niente “pacifiche”; manifestazioni che in nome della pace hanno visto gruppi di “pacifici pacifisti” fare danni a destra e manca, distruggere vetrine, negozi, auto, e chi più ne ha più ne metta, tutti beni di proprietà, e molto spesso di sostentamento, di cittadini pacifici e padri di famiglia.
Vedi, la fiaccolata non era per spalleggiare la guerra, ma proprio per ricordare coloro che sono caduti, con la speranza che prima o poi, meglio prima, i conflitti finiscano. Ma, come troppo spesso accade, tutto viene strumentalizzato politicamente. Anche la migliore iniziativa, se parte dal versante “sbagliato” viene caricato di significati negativi, sbagliati; come se il “buono”, il “giusto” sia solo dalla “vostra”.
Meglio una fiaccolata per non dimenticare, che un’assenza in nome della pace. Oggi erano presenti il sindaco, il vicesindaco, gli assessori, i consiglieri (tranne chi era assente per impegni di lavoro), le forze dell’ordine tuderti, il presidente del consiglio comunale, ma nessuno, dico nessuno dei consiglieri della sinistra.
Bella prova di rispetto. Rispetto per chi, quando necessario, non fa distinzione tra destra e sinistra, tra “rosso” e “nero”, quando c’è da scendere in campo e rischiare in prima persona per difender i diritti delle persone.
Luca Cardaio
13 novembre 2007
Nessuna fiaccolata per i morti "per lucro"
Non amo le fiaccolate e non partecipo. Non giudico chi aderisce. Mi piacerebbe che tanta partecipazione sia presente anche in altre occasioni. Con lo stesso sentimento vorrei che tanto fervore che circonda le varie commemorazioni emerga anche in altre circostante e/o iniziative.
La sensazione, spiacevole, che tutto venga strumentalizzato mi tiene lontano da queste iniziative. Anche il clima dialettico lascia a desiderare se basta "non condividere" per insinuare ricatti. Anche il sindaco avrebbe fatto meglio ad utilizzare una mail personale (meglio ancora se di AN) per promuovere l’iniziativa e non quella istituzionale. Sarà questione di forma? Forse. Sempre per rimanere nella "forma" inizio a provare un certo fastidio verso questo "sorridere comunque" anche perchè mi porta alla mente un modo di dire del mio paese che "ridendo, ridendo …" (il resto lo tralascio).
Colgo l’occasione per prendere a prestito da Beppe Grillo parole che avevo nei miei pensieri e su cui varrebbe la pena di riflettere, manifestare, indignarsi.
"Nel 2006 ci sono stati 1.302 morti sul lavoro, 930 mila infortuni, circa 27 mila invalidi. Un costo sociale di 41 miliardi di euro ogni anno. 5/6 tesoretti. Nel 2007 il numero sarà superato senza problemi. Solo lo scorso 5 novembre sono state assassinate sul lavoro 5 persone. I loro nomi erano Immacolata, Alan, Francesco, Cristiano e Paul. E’ una guerra che i giornali non raccontano, i che politici ignorano o usano.
Ci sono più caduti in Italia in un anno che soldati statunitensi nella guerra in Iraq. Non basta? Dove si vuole arrivare? E perchè nessuno ne fa una battaglia nazionale, da vincere, da combattere fino in fondo senza fare nessun prigioniero?
Oggi, domani, per tutta la settimana i media ci satureranno il cervello con la violenza del calcio. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma per i morti sul lavoro nessuno si indigna, nessuno carica la polizia, nessuna prima pagina (aggiungo io nessuna fiaccolata).
Il calcio è uno strumento di distrazione di massa. Non fa pensare. E’ come il delitto di Perugia, quello di Garlasco o la Franzoni. Occuparsi di cose più serie come la morte per motivi di lucro di 1.500 lavoratori all’anno. Lucro perchè la sicurezza costa all’azienda molto di più di una causa per un “incidente” sul lavoro.
Maurizio Pierdomenico
12 novembre 2007
Nassiriya, un’occasione per meditare e chiedere scusa (anche a Todi)
E’ un dovere morale, almeno per me, ricordare oggi, 12 novembre, i nostri connazionali caduti a Nassiriya quattro anni fa, vittime della feroce e barbara violenza terroristica. Eroi semplici, figli della nostra Italia, che non si sono mai arresi alla paura e che, grazie al loro sacrificio, ci lasciano una lezione, un esempio, ma anche un duro monito.
Il giorno dei funerali l’Italia tutta si strinse attorno alle loro bare, stando vicina al dolore straziante dei familiari. Veniva riscoperto il senso della nazione, della comune appartenenza ai valori fondamentali della nostra civiltà. Tutto quanto con grande dignità e fermezza. Disse il Cardinale Camillo Ruini: "I nostri soldati sono in Iraq per tenere una grande e nobile missione. L’Italia non fuggirà dalla sfida dei terroristi assassini, li fronteggeremo con coraggio".
Un applauso dunque meritato ad Azione Giovani, la voce della destra giovanile (non dell’estrema destra, generalizzare è pericoloso) che ha promosso questa fiaccolata commemorativa, a cui non ho partecipato direttamente perché influenzato, ma a cui testimonio da queste colonne tutta la mia solidarietà umana e morale.
Non è il sindaco a doversi vergognare, ma un governo (quello di Prodi) che, come ha ricordato lucidamente Pier Ferdinando Casini sul “Corriere della Sera” di ieri, si è ben guardato dal promuovere alcuna commemorazione ufficiale. L’ennesima volta che lo Stato dimentica i suoi eroi e i suoi caduti. Una volta tanto, invece di ripetere la solita pappa del pacifismo utopico, non sarebbe stato giusto partecipare a questa fiaccolata, visto che i valori della identità nazionale sono trasversali e bipartisan? O anche essa rientra nella strategia di fascistizzazione di Todi?
Concludo riportando le parole di Casini: “A quelle famiglie (dei caduti, nda) dobbiamo dire che i loro cari non sono morti invano. Il modo migliore, anche se non facile, è riconoscere ed essere all’altezza della lezione che ci hanno dato: l’eroismo consiste nel compiere ogni giorno onestamente il proprio dovere, nel fare bene il proprio lavoro, nel coltivare dentro di sé quei pochi e stabili valori da tramandare ai figli. Sarebbe bello almeno che ciascuno di noi, domani, celebrasse dentro di sé con un minuto di silenzio i diciannove eroi di Nassiriya, e meditasse sul significato del loro sacrificio. Per meritarlo e anche, sommessamente, per chiedere scusa”.
Umberto Magni – coordinamento comunale Forza Italia Todi
12 novembre 2007
Fiaccolata per Nassiriya? Meglio rinnovare un messaggio di pace
Come ha detto Padre Ernesto Balducci nel 1991: “La guerra non ha più senso per il semplice fatto che non si vince più. Per il semplice fatto che anche una guerra vinta non chiude il conflitto che voleva chiudere: lo riapre in forme più nuove e terribili”.
Il problema della strage di Nassirya è il problema dell’Iraq – ancora, nonostante la guerra sia "finita" – e il problema del Medio Oriente. Il dolore profondo che ci ha unito alle famiglie delle vittime della strage e che ci unisce ancora a loro deve dare impulso ad un rinnovato impegno comune per impedire che la guerra e il terrorismo possano continuare a prevalere sulla domanda di pace, libertà, dignità e giustizia che proviene da ogni parte del mondo.
Più che fiaccolate per ricordare il valore dei caduti e per sottolineare il senso della patria, quello che ritengo giusto fare per ricordare quelle vittime è rinnovare un messaggio di pace. Sempre meglio schierarsi con chi non vuole la guerra, con chi riflette su quali siano le vere motivazioni di azioni belliche unilaterali com’è stata quella condotta in Iraq. Sempre meglio stare dalla parte di chi vuole ricordare veramente quello che è successo: quei carabinieri non sono altro che le vittime di una spirale di odio e violenza che una guerra portata avanti con motivazioni false – e strumentalizzate politicamente, com’è stata quella in Iraq – ha certamente contribuito ad alimentare.
Io ho sempre partecipato a manifestazioni pacifiste e pacifiche dove le degenerazioni – se ci sono state – sono state causate da pochi casi isolati. Invece di sottolinerare lo sforzo di migliaia di organizzazioni della società civile, enti locali, singoli cittadini che ogni giorno lavorano seriamente per la pace, continuiamo sempre a far notare il lato "scandaloso" delle manifestazioni pacifiste, quello che dai mass-media viene esaltato in modo che l’attenzione si sposti su ciò che non conta ma che fa più notizia. L’unico vero appello che può unire tutti è quello contro la guerra e per la pace, proprio per ricordare i morti di Nassirya.
Romina Perni – consigliere comunale dell’Ulivo
P. S. Ma veramente non si può fare un appunto al Sindaco che subito si è accusati di sogghignare o di tramare chissà quali iniziative per paralizzare la città? Anche io sono rimasta un po’ sconcertata quando ho visto girarmi come invito ufficiale un volantino di Azione Giovani. Con questo, non credo che qualcuno stia tramando chissà quali cose segrete e sinistre. Non venitemi a dire che non si può più dire nulla, vi prego!!!
11 novembre 2007
Nassiriya: partecipate alla fiaccolata invece di stare a criticarla
Credo di poter affermare che definire Azione Giovani estrema destra sia eccessivo, visto e considerato che sono “i giovani” di AN, che di certo non è un partito estremista. Al di là di ciò, invece di lodare l’iniziativa, si và a cercare il pelo nell’uovo per trasformare una commemorazione in un atto politico.
Che male c’è se il sindaco, nell’appoggiare l’iniziativa, diffonde il volantino della manifestazione? Se AG ha realizzato un volantino di sicuro non l’ha fatto per sé, ma per rendere pubblica l’iniziativa. Oltretutto mi sembra che le precedenti amministrazioni abbiano appoggiato diverse iniziative dei movimenti politici che le hanno sostenute. La critica poteva essere avanzata se fosse successo il contrario, se non fosse stata approvata.
Inoltre sempre meglio schierarsi con chi non vuol dimenticare, con chi rispetta militari e carabinieri inviati in zone di guerra, che partecipare a manifestazioni i cui partecipanti urlavano “dieci, cento, mille Nassirya” con un tale Diliberto in testa, per poi salvare la faccia con pseudo-smentite tardive. Quindi, per una volta, sarebbe molto più lodevole partecipare domani sera alla fiaccolata, piuttosto che passare giorni a criticarla. Al di là dei colori politici.
Luca Cardaio
11 novembre 2007
Giorgi che fa: ricatta, si vuole salvare la faccia o è sempre un sinistro?
Caro Mauro Giorgi, se pensi di poter ricattare il sindaco ed il centrodestra, caschi male. Liberissimo di muovere critiche all’operato di qualsivoglia amministratore e le sue scelte, ma nessuno ti ha invitato a sorridere assieme a noi e se proprio vuoi, torna pure a sogghignare con i tuoi ex compagni.
Non mi sembra che il clima, per te, fosse idilliaco, con Cappelletti capogruppo e Contessa alla Comunità Montana. Se invece le tue dichiarazioni sono solamente un tentativo per salvarti la faccia e dimostrare che sei sempre un sinistro, fai pure, ma, da amico, ti dico che hai sbagliato strada.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore
11 novembre 2007
D’accordo su Nassiriya, ma il sindaco non deve fare il P.R. all’estrema destra
Premettendo che è importante e giusto onorare e ricordare i nostri caduti di Nassirya, sia militari sia civili, che sono rimasti uccisi mentre si prodigavano a garantire l’ordine e la sicurezza in un Paese straniero, rimango però inevitabilmente e fortemente sconcertato per l’atteggiamento del sindaco Ruggiano.
Egli ancora una volta dimostra di saper ben integrare il proprio “dopolavoro”, con l’attività di “PR” a favore delle organizzazioni politiche di destra, con l’incarico di capo dell’amministratore comunale della città. Ciò scaturisce dal fatto che, in qualità di consigliere, mi sono visto arrivare una mail dall’indirizzo di posta elettronicasindaco@comune.todi.pg.it con allegato il volantino della commemorazione a firma Azione Giovani, organizzazione politica di destra.
Non si vuole mettere in discussione la celebrazione, i caduti meritano il più alto rispetto di tutti, così ho accettato di buon grado l’invito del sindaco ma, se mi si permette, credo che da parte del capo dell’Amministrazione comunale sia molto grave allegare il volantino per promuovere l’iniziativa di una forza politica.
Potevo capire e sarebbe stato del tutto normale se l’iniziativa fosse stata promossa dall’Amministrazione comunale, come del resto poteva essere fatta, ma che Ruggiano “appalti” un’iniziativa politica mi sembra molto grave e fuori di ogni logica per un sindaco il quale avrebbe dovuto evitare la strumentalizzazione politica, come invece è avvenuto in questa circostanza. Certi atteggiamenti non possono non denotare che il capo dell’Amministrazione comunale tuderte è espressione unicamente di una sola parte dei cittadini.
Mi sembra che anche in questa occasione Ruggiano, contrariamente ai suoi proclami, venga meno al ruolo che si è prefissato e cioè di essere il sindaco di tutti, anche in forza dei consensi elettorali che ha ottenuto da parte di tantissimi elettori del centrosinistra. Da un sindaco “di tutti” mi sarei aspettato un atteggiamento diverso e più equilibrato senza essere ostaggio di una parte politica. Non è la prima occasione che Ruggiano resta “ostaggio” dell’estrema destra, dalla quale, nonostante le sue belle parole che, “con il sorriso sulla bocca”, proclama ai quattro venti.
Personalmente ho dimostrato con le mie recenti scelte tutta la mia autonomia politica ed istituzionale, spero che anche il sindaco Ruggiano dimostri anche con i fatti di saper fare altrettanto, altrimenti dovrò rivedere le mie posizioni, anche io “con il sorriso sulla bocca”.
Mauro Giorgi – consigliere comunale di Todi
11 novembre 2007
Indennità parlamentari, privilegi onorevoli e maggioranze trasversali
Giorni fa una notizia è passata rapidamente sui giornali senza ricevere lo spazio adeguato e soprattutto senza suscitare troppe reazioni. Un senatore (di centrosinistra, se questo può contare) ha presentato un emendamento alla Finanziaria proponendo il dimezzamento delle indennità dei parlamentari.
Ottima idea, che io avrei integrato proponendo anche il cambiamento del termine "indennità", che suona inadeguato e soprattutto offensivo per gli italiani che vivono del proprio lavoro. Infatti indennità è quanto corrisposto "per risarcimento…o per speciali oneri o disagi connessi allo svolgimento di una prestazione". Quali siano gli "speciali oneri o disagi" che subiscono i parlamentari è un mistero, mentre è chiaro come il sole che in molti casi il "risarcimento" dovrebbero essere loro a pagarlo a noi e non il contrario.
Attenzione, non si tratta solo di una questione terminologica. Qualcuno ha detto che le parole sono pietre ed è vero. Non a caso nostri rappresentanti preferiscono il termine indennità ad un altro che sarebbe molto più appropriato: PRIVILEGIO. Cos’è un’indennità non dovuta se non un un privilegio ("vantaggio attribuito a una o più persone,che permette di sottrarsi a determinati obblighi")?
Bene, dopo le accese polemiche sui costi della politica, sul dilagare dell’antipolitica proprio a causa del distacco dei parlamentari e dei partiti dai problemi reali del Paese, su una platea di 312 votanti solo 36 senatori si sono espressi a favore della mozione. In un Senato dove si gioca costantemente sul peso di un singolo voto per permettere a un governicchio di vivacchiare senza affrontare con convinzione alcuno dei grandi temi della nostra società, una maggioranza trasversale schiacciante che di solito si vede solo su argomenti di altissimo significato politico istituzionale (emergenze nazionali, guerre, etc) permette di bocciare sonoramente un piccolo, modesto passo verso la civilizzazione del nostro sistema politico.
Ma non finisce qui, perché il governo ha disposto la riduzione del numero di ministri/sottosegretari, ma A PARTIRE DALLA PROSSIMA LEGISLATURA! Qui la casa sta bruciando, e noi invece di chiamare i pompieri ordiniamo le tendine nuove. La casta non si castra potrebbe essere un valido slogan per questa gente.
Queste riflessioni amare dovrebbero far riflettere quelli che ancora si accaniscono su contrapposizioni storiche che, come si vede, hanno ormai senso solo nell’intimo delle coscienze. Per carità, la memoria storica va coltivata ed è sacra. Ma siamo sicuri che strepitando su manifesti strappati o scritte murali non facciamo il gioco di chi vuole che si parli d’altro, che si faccia chiasso e polverone per coprire accordi trasversali, inciuci, collusioni?
Abbiamo tutti sotto gli occhi lo squilibrio del contenuto dei telegiornali: cronaca nera e rosa, gossip, gastronomia, occupano molto più spazio della politica. La gente non deve pensare, può farle male… E’ questa la società per cui, chi dalla parte giusta chi da quella sbagliata, si è combattuto fino al sacrificio della vita? L’altro giorno in TV si parlava del muro di Berlino, e alcuni giovanissimi intervistati non sapevano chi l’avesse costruito né quando. In un liceo di Todi l’altro ieri una ragazza, nel parlare dello spettacolo teatrale Prima pagina ha ipotizzato che Gianmarco Tognazzi fosse il figlio di quel Tognazzi che nel dopoguerra presiedeva il PCI. Coltiviamo la storia, coltiviamo le coscienze, e soprattutto proviamo a dosare meglio il concime, perché il letame sta prevalendo sui fiori.
Maurizio Giannini
10 novembre 2007
Allarmi, allarmi! Il futuro ospedale ha già bisogno di essere difeso!
Mentre s’incrociano subdole manovre e si lanciano proclami da ogni parte politica, la strategia anti-Todi prosegue con l’indifferenza dei cittadini e dei politici: sia quelli di Sinistra, sia quelli di Destra.
Alle paventate possibilità di slittamento dell’ultimazione del Nosocomio unico Todi- Marciano (per altro previste e denunciate più volte da Fiamma Tricolore) si aggiunge la possibilità che il nuovo ospedale non avrebbe un reparto di oculistica a vantaggio di quello d’Assisi. Oltre alla lotta tra Todi e Marsciano, s’apre ora il fronte verso la città di San Francesco. Quel che certo è che noi non abbiamo santi in regione.
Ha ragione chi scrive che un ospedale non significa solo un fabbricato ed una targa. Invece di lanciare appelli antifascisti, non sarebbe il caso che tutte le forze politiche tuderti si ritrovassero a compiere unitariamente un’azione dura a difesa di questi nostri diritti, sempre più disattesi? Saremo ancora soltanto noi di Fiamma Tricolore a gridare con forza: allarmi? O, almeno le forze di centrodestra prenderanno coscienza che aspettare e tollerare ci metterà dalla parte dei cornuti e bastonati?
Almeno su questo importante punto si auspica che ogni politico ed ogni cittadino, che non si sia venduto al nemico, metta a disposizione la sua persona e le sue potenzialità politiche, per sventare l’annosa manovra ai danni di Todi e che parte da Perugia.
Mario Epifani – consigliere comunale di Todi
10 novembre 2007
Scritte sui muri… di destra e di sinistra!
Signor Carlo Zoccoli, bisognerebbe evitare di parlare di Simbologie Terroristiche rivangando gli anni ’70 perche anche voi comunistelli non eravate mica dei stinchi di santo. Ma delle scritte che fanno i compagnucci (di cui la Rocca è piena) non dice nulla?
La Croce celtica avrà fatto dei morti ma anche la vostra A di anarchia e la Falce e Martello ne ha falciati parecchi. Perchè non ne parla dei vostri simboli che imbrattano i muri? Oppure quelle bisogna chiamarle opere d’arte?
Federico Bocchini
10 novembre 2007
La festa del 4 novembre vissuta a Marsciano, senza neppure la bandiera italiana in Comune
Vengo a scrivervi da Marsciano per evidenziare un altro comportamento, a mio avviso quantomeno deprecabile, sintomo dei nostri tempi, nonchè di un andazzo generale orientato sempre più a svilire e far perdere di valore anche quei simboli e tradizioni che fanno parte della nostra storia oltre che della nostra cultura. Mi riferisco alle celebrazioni del 4 novembre.
In quelle giornata viene celebrata la Festa della unità nazionale e quella delle Forze Armate. Oltre alle varie iniziative lasciate alla discrezione delle amministrazioni che le pongono in essere, esistono però delle norme di comportamento generale, che devono essere poste in essere dalle amministrazioni pubbliche locali, in quanto espressioni periferiche del potere centrale, ed a questo assoggettate.
Il Presidente della Repubblica Napolitano, in tempi non lontani, e comunque di questo "governo",aveva emanato una Direttiva, nella quale disponeva l’obbligo per gli edifici pubblici, Comuni, Provincie, Regioni, Scuole, etc. di esporre la bandiera Italiana e quella Europea, specialmente in occasione di celebrazioni a carattere nazionale o che riguardassero eventi legati alla Repubblica Italiana; nella stessa stabiliva anche di togliere dalle facciate degli stessi edifici bandiere o vessilli che non fossero di interesse pubblico o esprimessero posizioni o ideali di parte, particolarmente riferito alle cosiddette "bandiere della Pace".
Bene. Che succede allora il 4 novembre a Marsciano? Bastava passare di fronte al palazzo comunale per accorgersene: NON C’ERA NEANCHE UNA BANDIERA! NE’ IL TRICOLORE, SIMBOLO DELL’UNITA’ NAZIONALE, NE’ QUELLA EUROPEA. CHE VERGOGNA.
Ma da chi siamo amministrati?!! Ma chi sono questi signori che occupano gli edifici pubblici, ricoprendo cariche varie? Questo è l’esempio di rispetto che si vuol dare alle nostre generazioni? Questi sono i valori che loro hanno, e vogliono inculcare? O forse non si è inteso offendere la sensibilità di chi non è italiano, sulla scia di quanto avviene per il crocefisso? Oppure la risposta stà nel fatto che è anche la festa delle forze armate, e si è voluto dissentire da queste istituzioni, in virtù di un sentimento cosiddetto pacifista, che pare essere appannaggio solo della sinistra? Quella sinistra che non perde occasione di manifestare tutta la sua"Democrazia", di cui si fregia nelle sigle di vecchi e nuovi partiti, e che si estrinseca mancando di rispetto verso tutti quelli che non la pensano allo stesso modo? Chi ha ridotto tale giornata in questo modo, così come aveva già fatto per il 2 giugno, dovrebbe prima di essere comunista, ricordarsi di essere Italiano, cosa di cui troppo spesso da parte di una certa sinistra ci si dimentica o addirittura, vergogna, ed anche di aver giurato fedeltà ad uno Stato ed alla sua Costituzione per la realizzazione dei quali, molti hanno pagato con la vita, compresi quei fratelli Ceci, ai quali è stato reso omaggio con la deposizione della corona, ma senza fregiarli dell’onore della bandiera, per la libertà della quale hanno pagato con la vita.
Ma forse la politica è entrata anche qui, forse si è voluto interpretare il sacrifico dei fratelli Ceci come partigiani, e come tali combattenti del Fascismo e perciò di sinistra. Sarebbe stato diverso se fossero stati Democratici Cristiani, o Socialdemocratici? Avrebbero avuto la corona in quel caso?
Dimenticavo: qualcuno ha attaccato un foglio all’ingresso del Comune con frasi forti all’indirizzo di chi si è fregiato di tale mancanza; risultato: fino alle 11.30 non c’era niente, più tardi all’uscita della Messa il comune era addobbato a festa; festa che è comunque durata poco; poco dopo infatti tutto era tale e quale. Sarebbe meglio dire: Tale e Qualunquista.
Roberto Proietti
9 novembre 2007
La fascistizzazione di Todi: a quando le frasi sui palazzi della città
Mi collego all’articolo apparso sul "Corriere dell’Umbria" per segnalare che le scritte fasciste a Todi sono ben più di quelle segnalate, difatti se ne trovano in Via Mazzini con un fantomatico "no droga ma onore" corredato da simbologie di organizzazioni terroristiche di estrema destra accusate di stragi (sarebbe quello "l’onore"!?), poi ancora in Piazza del Mercato Vecchio, sempre un noto simbolo di gruppo terroristico fascista degli anni ’70 sul muro del liceo,ancora in Via del Teatro Antico, qui un pò più virile, sul paramento del muro romano del teatro, campeggia un fallo con celtica, non è bello da vedere e andrebbe pulito. Poi nelle strade periferiche, ad esempio sui segnali stradali in direzione frazione Quadro.
Questa più recente moda, ricordo, è cominciata all’indomani della vittoria del centro destra a Todi, difatti Todi venne tappezzata di scritte fasciste e insulti personali verso i candidati sconfitti del centro sinistra. Naturalmente sempre per "onore". Evidentemente l’opera di "fascistizzazione" di Todi parte anche da queste piccole cose, presto appariranno le frasi sulle facciate dei palazzi del tipo "Tutti gli enti saranno raggiunti!" oppure "E’ Epifani che traccia il solco e Ruggiano che lo difende".
Ancora, come annuncia Epifani nel proprio Blog, presto verrà dedicata un monumento a Mario Castellacci, (motivazione:"…un riconoscimento ad un Uomo di cultura e di teatro, ma anche ad un Uomo che fu un giovane repubblichino e patriota, che mai ha tradito la Sua Idea", sempre per l’onore) presso il tempio della Consolazione, spero non vada a cozzare con le architetture del tempio e che abbiano almeno chiesto un parere alla Soprintendenza ai Beni architettonici dell’Umbria.
Ultimo appunto: in questo forum in corso su TamTam alcuni ce l’hanno con gli idealismi; a coloro vorrei dire che l’idealismo non trascura la realtà, conservare la memoria storica non è pratica fuori moda, una perdita di tempo "perchè la gente c’ha i problemi e non vuole pensare a ‘ste cose" , non è in contrasto con la realtà poichè afferma l’identità tra pensiero e realtà, interagisce con i modi di pensare e di agire, anche di chi amministra una città, quindi sulle scelte politiche.
Per fare un esempio pratico di questa interazione, occuparsi ora dei lampioni dei giardinetti è sicuramente una spesa inutile, si potrebbero spendere i soldi per cose più serie, però in questo caso vince una chiara vendetta politica dettata da un ideologia contrapposta verso chi li ha messi prima.
Vi da tanto fastidio sentir parlare di memoria storica, allora io ne parlo Oggi. L’esercizio della memoria storica è reso ancor più necessario non solo dagli effetti negativi del trascorre del tempo, che porta con sé i testimoni diretti di quegli avvenimenti, ma soprattutto dal fatto che il nostro paese sta perdendo sempre più il contatto con la sua memoria storica. A sessant’anni dalla liberazione dal nazifascismo, un preoccupante calo di coscienza, di tensione civile ha aperto ampi spazi a chi per interesse o per opportunità, armato di un assurdo revisionismo che annulla ogni differenza tra partigiani e repubblichini – tra chi motivato da un credo umano prima che politico lottava per un progetto di libertà e chi, succube dei tedeschi, li guidava nelle rappresaglie contro i civili – cerca di riscrivere i princìpi su cui si basa la convivenza civile nel nostro paese.
Una considerazione è d’obbligo: un simile clima politico non può che imbaldanzire vecchi e nuovi fascismi, basta osservare gli slogan razzisti e bandiere proliferano negli stadi, quali tetri simboli tornano a coprire i muri dei nostri paesi o prestare attenzione alle cronache dei sempre più frequenti atti dimostrativi, quando non veri e propri attacchi, contro associazioni e centri sociali.
Concludendo voglio ricordare che nessuna conquista è per sempre, ma necessita di una costante vigilanza, di una forte coscienza e quindi educazione civile.
Carlo Zoccoli
9 novembre 2007
Quelle fesserie della sinistra a cui non crede più nessuno
Rifiutata la mano che comunque, non per la persona di Caprini in sé, avevo teso con un certo sforzo, ecco riapparire il rancore e gli appelli antifascisti. Avanti compagni! Riaffermiamo la nostra resistenza. Aduniamoci e magari manifestiamo in piazza contro il rigurgito violento e fascista di Epifani e la Fiamma Tricolore.
Sono fesserie alle quali non crede più nessuno e poco importa ai tuderti se qualcuno si scalmana e grida al fascista. Sono ben altri i problemi che i cittadini vogliono veder risolti. Problemi annosi e trascurati da chi fino a ieri ha disamministrato questa nostra città. Non si preoccupi, il consigliere Caprini, tutti noi ci stiamo interessando di molteplici questioni che sono prioritarie rispetto alle beghe ideologiche. La sostituzione dei corpi illuminanti dei Giardinetti è una di queste. Cancellerà una bruttura che avete avallato per i soliti sistemi di nepotismo e clientelismo che vi caratterizzano.
A proposito della vicenda Pizzichini e del suo impeachment, il sorcetto tanto operoso e che rosicchia nella sua tana il lavoro di sintesi del Centrosinistra, non sarà mica una sorchetta?
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore
8 novembre 2007
E continuano ad aver paura dei fascisti…
Anche ieri nelle pagine on-line del TamTam ancora richiami all’antifascismo come collante della fragile unione della sinistra tuderte, richiami alla “serietà del sindaco” nei suoi interventi sulla testata giornalistica, prima smentite e poi quasi conferme sul possibile impeachment…
Tutto tranne affrontare i problemi ed i temi importanti per la città. Speriamo che la finanziaria, tra le tante “idiozie” che metterà in campo, ne faccia almeno una giusta: eliminare gli ATO (notizia ugualmente riportata da TamTam). Un’altra inutile fonte di spesa per la nostra regione, e quindi noi: basti considerare che un residente a Perugia paga, mediamente, una delle tariffe più alte di Italia, lievemente inferiore solo a Roma, tra i capoluoghi in cui è in vigore la TIA e, confrontata su scala nazionale con chi ha ancora la TARSU, è la quarta tra la brutta graduatoria delle più care.
Fortuna che la nostra regione è “rossa” altrimenti chissà cosa avremmo fatto con i fascisti al potere! Magari ci troveremmo nella situazione della lontana Lombardia… Cito solo alcuni dati, poi ad ognuno la libera interpretazione.
LOMBARDIA: Abitanti: 9.030.000 – Dipendenti: 1 ogni 3.000 abitanti – Dirigenti: 1 ogni 36.000 abitanti – Consiglieri: 1 ogni 115.000 abitanti.
UMBRIA: Abitanti 826.000 – Dipendenti: 1 ogni 629 abitanti – Dirigenti: 1 ogni 7.720 abitanti – Consiglieri: 1 ogni 27.500 abitanti.
Luca Cardaio
8 novembre 2007
Il polverone anche sul 4 novembre
Così scopriamo che anche Todi fa parte dell’Italia dei veleni. Sì perché finora ci reputevamo l’isola felice(non dei famosi) , dove il tempo sembrava si fosse fermato o quantomeno procedesse a velocità ridotta; la gente rassegnata all’immobilismo, priva di spirito reattivo, un clima relativamente sereno, anche perché non c’erano motivi di grandi clamori, né sociali né politici, dopo decenni di appiattimento e di monodirezionalismo amministrativo.
L’improvvisa esplosione di certi idealismi, che credevamo assopiti o almeno silenti, forse per mancanza di spunti pretestuosi data la debole contrapposizione politica, non sarebbe tanto deprecabile se non fosse perché è assolutamente fine a se stessa. Il rammarico da una parte e la rivalsa dall’altra; non sono questi i sentimenti che dovrebbero infondere chi è preposto al governo della città.
Non è edificante né concepibile che ci si affanni alla ricerca di qualsiasi pretesto per esacerbare gli animi e fomentare odio e feroci contrasti. Sappiate che alla gente non interessano le vostre contese politiche, serviranno forse a placare i vostri rancori personali, ideologici, ma non ci possono coinvolgere emotivamente se non con atteggiamenti di aspra disapprovazione più o meno palesi, che non giovano di certo alla vostra causa politica e sono decisamente nocivi all’azione amministrativa a cui siete chiamati.
La libertà di esprimere le proprie idee l’abbiamo conquistata attraverso tanti sacrifici umani ed ognuno dovrebbe poterla esercitare come vuole, ma nel rispetto degli altri, non condividere il pensiero altrui non può contemplare la provocazione che diventa ancora più grave qualora si arrivi a strumentalizzarne la reazione, l’esplicitazione dei dissensi va esercitata nelle forme e nei luoghi preposti altrimenti è reazionaria e quindi non accettabile sotto il profilo democratico.
Quindi per favore cessate questo indegno teatrino, ne abbiamo abbastanza a livello nazionale, non aggiungete insipienza alla già precaria situazione in cui siamo costretti a vivere, siete stati eletti per amministrarci e non per dare sfogo ai vostri risentimenti. Viviamo in mezzo a tanta violenza, tanta incertezza, a tante fobie, che rivendichiamo il diritto ad una maggiore serenità almeno nel nostro piccolo ambito dove le relazioni umane sono ancora strette e auspicabilmente unite. Concedete rispettosamente un appello da chi segue costantemente le vostre vicende ed ha a cuore le sorti della nostra città: occupatevi maggiormente dei nostri problemi, delle nostre necessità, al benessere della città, è vostro precipuo dovere agire costruttivamente e non solo per scopi politici, voi questo lo sapete bene, aspettiamo che lo mettiate in atto.
Elio Andreucci
8 novembre 2007
Todi tra cronaca e fantapolitica…
“Di ora in ora la situazione si fa sempre più complicata. Di fronte al tremendo e dilaniante dilemma “Che fare?”, la sinistra che ruzza, dopo aver riunito il Soviet Supremo, il Comintern e il Politburo, ha proceduto alla costituzione del CLNR (Comitato Nazionale di Liberazione da Ruggiano). La sezione tuderte è stata intitolata al compagno Sandro Servoli, caduto l’11 giugno sul campo di battaglia contro il capo delle forze oscure della reazione, nonché membro attivo del SIM, stato imperialista della multinazionali.
Il suddetto comitato, riunitosi molto di frequente ultimamente in qualche covo (sembra uno scantinato) nel centro-storico, intende sviluppare l’eroica Resistenza su due livelli.
Il primo è quello di agire con piccole e incruente azioni di guerriglia per innervosire lo sporco avversario fascista. Da qui la scelta dell’uomo sandwich e della resistenza pacifica ad oltranza e non violenta. La linea è quella di coalizzare più oppositori possibili. La scelta di utilizzare Gandhi può essere molto utile quindi anche per captare il consenso della massa cattolico-democratica pacifista. Il prossimo obiettivo sarà quello di far rimanere senza luce, riscaldamento ed elettricità l’ufficio del sindaco, in modo che egli capisca le reali condizioni della classe operaia e contadina.
Il secondo livello (con tanto di piano A e B, entrambi facenti parte dell’operazione “Giuda 2007” intende colpire scientificamente coloro che, in questi tragici 4 mesi di regime totalitario e soffocante, hanno prestato collaborazione e sostegno (sia esso attivo, passivo od occulto) all’Amministrazione Ruggiano. Il primo della lista (“Pizzichini socialista, sei il primo della lista”) è ovviamente chi, come il Presidente dell’illegittimo Consiglio Comunale, si è prestato a giochi di potere con la porcilaia fascista, tramando chissà quali misfatti sulla pelle delle nostre masse popolari.
Le pene previste per costoro saranno probabilmente scelte dai canti dell’Inferno dantesco. I più fortunati avranno la possibilità di farsi fucilare bendati alla schiena e poi di essere esposti davanti al legittimo furore popolare.”
Un po’ di fantapolitica, un po’ di ironia. L’antidoto più efficace per debellare la ruzza della sinistra tuderte.
Umberto Magni -coordinamento Forza Italia
7 novembre 2007
Ringrazio il Pronto Soccorso di Todi di esistere
Domenica 4 novembre, alle ore 11.15, ho chiamato il 118 di Todi perchè venissero in soccorso di mia madre di 93 anni. Vorrei esprimere i miei più sentiti ringraziamenti per l’eccellente servizio espletato con professionale efficienza, prontezza e gentilezza, il che vale anche per l’equipe del Pronto Soccorso in sede dell’ospedale.
Io e la mia famiglia, e lo stesso so di molte altre persone del comprensorio, ci auguriamo vivamente che questo valido servizio del 118 di Todi possa rimanere attivo in Todi anche dopo che il nuovo ospedale di Pantalla diventerà operativo.
Silvana Aliantis e Camillo Pennati
6 novembre 2007
Da Forza Italia a proposito di 4 novembre e del caso Pizzichini
Ho seguito attentamente il dibattito politico di questi giorni. Ho fatto le solite chiacchierate con gli amici, ma non sono voluto intervenire perché il senso di nausea me lo ha impedito.
Nausea per un dibattito che non sta né in cielo né in terra, con tutti i problemi che il nostro territorio ha. Sembra di essere ritornati agli anni ’70, alla guerra civile e alla legittimazione reciproca.
La colpa è sempre del provocatore fascista, che vuole tappare la bocca agli avversari. Sono molto dispiaciuto del comportamento che ha avuto il Consigliere Caprini; anche lui si sarà fatto trascinare dal turbine dell’odio e della rivalsa che gira a pieno regime negli ambienti diessini.
La sinistra ha testimoniato a perfezione la sua vocazione al martirio e al vittimismo, la sua civiltà democratica, la sua igiene morale. C’è anche chi, come la educata compagna Daniela Luzi, sembra scambiare Tam-Tam per Radio Londra e manda accorati appelli di strenua resistenza ai suoi sodali di partito. Approfitto per avvertirla che la marcia su Todi già l’abbiamo fatta, stiamo preparando in queste ore un golpe per attribuire pieni poteri al Sindaco Ruggiano e per reprimere ogni forma di dissenso. Si barrichi in casa quindi…
Le considerazioni sul tema fascismo/anti-fascismo le ho svolte sempre su queste colonne un po’ di mesi fa e non voglio abusare della spazio.
Dico solo però che si è strumentalizzato un fatto di cronaca politica, gonfiato a dismisura, per bloccare e paralizzare l’attività dell’Amministrazione. E’ un giochetto che continua da mesi. Su questa strada ci hanno lasciato la spalla (elezione del Presidente del Consiglio), il muso (approvazione del bilancio), ora rischiano di sfasciarsi completamente la testa.
Dicano chiaramente se vogliono andare alle elezioni. Con la gente che li comanda ora rischiano di prendere il 20% e fare l’opposizione per un bel po’ di anni. Prospettiva che sinceramente giudico molto interessante.
Adesso vogliono l’impeachment del novello Clinton Pizzichini, a distanza di quasi quattro mesi dal primo Consiglio Comunale. Sono talmente pieni di odio, di livore nei nostri confronti che manderebbero in rovina la loro stessa città. Questi signori sono personaggi squalificati, ormai con molta poca dignità, molto attenti ai loro interessi particolari e poco a quello generale. Gente, lo dico quel cuore, che si meriterebbe mille 11 giugno, perché uno forse non è bastato.
Questa è una pagina che va chiusa in fretta. Serve un radicale rinnovamento nella macchina amministrativa. Ma questa volta facciamolo sul serio, senza ripensamenti e senza fare prigionieri.
Umberto Magni – coordinamento comunale Forza Italia
5 novembre 2007
Non dividiamoci sul passato, battiamoci per il futuro
"… Mi chiedo se l’Italia di oggi – e quindi noi tutti – non debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri; non perché avessero ragione o perché bisogna sposare, per convenienze non ben decifrabili, una sorta di inaccettabile parificazione tra le parti, bensì perché occorre sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà. Questo sforzo, a distanza di mezzo secolo, aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani, a determinare i confini di un sistema politico nel quale ci si riconosce per il semplice e fondamentale fatto di vivere in questo paese, di battersi per il suo futuro, di amarlo, di volerlo più prospero e più sereno. Dopo, poi, all’interno di quel sistema comunemente condiviso, potranno esservi tutte le legittime distinzioni e contrapposizioni…". Con queste parole il 10 maggio 1996 Luciano Violante si insediava alla Presidenza delle Camera.
Ho letto "Se questo è un uomo" di Primo Levi, ho letto "Il sangue dei vinti" di Giampaolo Pansa, ho studiato la Seconda Guerra Mondiale sui libri di testo scolastici e non. Tanti tasselli di un enorme puzzle che a distanza di molti anni non ha visto ancora il suo completamento. Forse sarebbe giusto lasciare agli storici il compito di svolgere serenamente questa analisi. Io non sono uno storico, e con tutto il massimo rispetto penso non lo siano neppure le persone che mi hanno preceduto nei loro interventi. Una sola cosa mi permetto di dire: credo solo che in quella tragica occasione a perdere fu il popolo italiano che si ritrovò a combattere contro se stesso, fratelli contro fratelli, in una guerra civile cruda e terribile.
Vorrei quindi, riprendendo le parole di Violante, che per il semplice e fondamentale fatto di vivere in questa meravigliosa città ci si batta per il suo futuro, mantendendo anche legittime distinzioni e contrapposizioni, ma lavorando INSIEME nel solo ed esclusivo interesse di TUTTI I TUDERTI per essere sempre più vicini alle reali esigenze della gente.
Michele Martorelli – consigliere comunale Alleanza Nazionale
5 novembre 2007
Tante chiacchiere ma niente a che vedere con il 4 novembre
Non posso fare a meno di inviare quest’ultimo breve commento. Leggo sempre gli interventi pubblicati, tra cui quello della sinistra giovanile che, in quanto tale, dovrebbe aver più memoria storica in quanto la Grande guerra credo si studi al terzo/quarto anno di superiori.
Non per polemizzare, come ha anche detto Epifani, ma un piccolo episodio è andato ingigantendosi più del dovuto, e di nuovo vengono tirati in ballo nascita della Repubblica, Memoria, Resistenza: tutti argomenti legati alla seconda Guerra mondiale. Nulla a che vedere con il 4 novembre.
Si può contestare Epifani, da una parte, e Caprini, dall’altra: ognuno difenderà il suo rappresentante ed contesterà l’operato dell’altro. Ma nulla a che vedere con il 4 novembre (1918!).
Luca Cardaio
5 novembre 2007
Perchè non parliamo anche di Nassiria e dell’omicidio Biagi?
Ho letto le bellissime parole scritte da Paolo Gervasi col quale non posso che complimentarmi per la profonda analisi e per la pacatezza dei termini.
Mi dispiace solo constatare che al suo elaborato mancava una parte che forse non andrebbe sottovalutata.
Chi oggi grida allo scandalo, chi si strappa le vesti immolandosi sull’altare della libertà, chi cavalca l’onda con polemiche talvolta sterili e sgarbate, chi non perde l’occasione per esacerbare gli animi non ha detto una parola quando in diverse manifestazioni della sinistra si gridava amabilmente “ 10, 100, 1000 Nassiria”, non mi è sembrato di vedere gesti di spiccato disappunto quando qualcuno ha cercato di giustificare la morte del giuslavorista Biagi solidarizzando con i compagni brigatisti.
Forse i nostri soldati di Nassiria non meritavano sit-in di protesta quando la loro memoria veniva vilipesa, perché quelli stavano dalla parte sbagliata, perché combattevano in nome di valori che non vanno condivisi e pertanto la loro morte non va rispettata.
Chi se ne frega di Biagi e del suo lavoro morti entrambi in nome di una giustizia sociale che ha il volto di terroristi che, in qualche modo, vanno giustificati perché se l’hanno fatto avranno avuto le loro buone ragioni; loro, infondo, stanno dalla parte giusta!
No ragazzi, non è così che funziona!
Chi è che decide quali morti vadano rispettati e quali no, chi è che ha il compito di decretare quale sacrificio vada onorato e quale no?
Concordo con chi dice che i tutti morti vadano rispettati, così come sono convinta che ognuno di noi abbia la libertà assoluta di manifestare il proprio disappunto. Permettetemi, però, di inorridire dinanzi a tanta faziosità.
Elena Baglioni
5 novembre 2007
Epifani: "diamoci un taglio, stasera con Caprini ci stringeremo la mano"
Tanto per smorzare polemiche sterili e prese di posizione ideologiche che sono andate oltre ogni logica su quanto è accaduto domenica mattina tra me e Caprini, voglio solo rassicurare, chi poi ha sproloquiato, che, pur in contrapposizione e con voci alterate, né io né Caprini abbiamo proferito offese e minacce l’uno nei confronti dell’altro. Sono episodi che accadono, purtroppo, ma che non inficiano i rapporti di conoscenza ed istituzionali che intercorrono tra me e Caprini.
Penso di esternare anche il pensiero di Andrea nel dire che ambedue siamo responsabili del ruolo che ricopriamo e concluderemo il nostro “scontro” stringendoci le mani non più tardi di questa sera, in occasione della conferenza dei capigruppo.
Gli interventi astiosi e fuori tema sono serviti ad ingigantire un episodio dove la contrapposizione è stata solo verbale e, ripeto, assolutamente non offensiva. Rimarremo fermi, ognuno di noi due, sulle proprie posizioni, ma ci daremo la mano.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore Todi
5 novembre 2007
Il silenzio del "sindaco di tutti" sulla vicenda è assordante
Quanto accaduto ieri mattina a Todi è molto grave, e non saranno i maldestri tentativi degli esponenti della Fiamma Tricolore a poter minimizzare. Una persona manifesta liberamente il proprio pensiero, in maniera pacifica e non offensiva, ed un’altra, per di più consigliere comunale quindi “si presume” con una responsabilità istituzionale maggiore, glielo impedisce. Ciò può accadere e sarebbe accaduto solo nell’Italia che avete in mente voi, quella che commemorate voi, non nell’Italia libera e democratica nata dalla Resistenza.
Esprimiamo solidarietà al compagno Caprini per il suo gesto e per la risposta che ha ottenuto. Vincere le elezioni fa pensare a queste persone che tutto è loro concesso, ma non è così.
Altrettanto grave è la visione politica e storica che c’è dietro certi fatti: due anni fa abbiamo contestato con una raccolta firme il tentativo dell’allora maggioranza parlamentare di centrodestra di concedere con una legge lo status di belligeranti a coloro che prestarono servizio nello stato fantoccio della Repubblica di Salò. La storia non si calpesta, e non si calpesta la Memoria, ed è necessario ancora oggi distinguere tra chi scelse la democrazia e la libertà e spese la propria vita per questa causa, e chi si schierò dalla parte delle dittature, non in nome dell’Italia ma del fascismo. La coesione nazionale, anche ieri richiamata dal Presidente Napolitano, purtroppo sarà lontana, fin quando certe persone e certi ambienti politici non riconosceranno il valore fondativo della nostra Repubblica della Resistenza.
A parte le lezioni di storia che tanto sono inutili per orecchie che non vogliono sentire, i metodi e la violenza della Fiamma Tricolore a Todi sono quelli che conosciamo fin dalla campagna elettorale.
Continuate pure, continuate così, i cittadini di Todi si stanno rendendo conto con chi hanno a che fare!
Aspettiamo una parola del Sindaco Ruggiano, che pretende di essere il Sindaco di tutti: se anche stavolta non parlerà, il suo silenzio complice sarà assordante.
Sinistra Giovanile Todi-Massa Martana
5 novembre 2007
Quelle appropriazioni indebite della memoria
Di assurdità se ne vedono sempre più spesso, ma questa di domenica sempre un siparietto di Zelig! Ormai tutte le festività vengono strumentalizzate politicamente e “prese” di diritto dal popolo della sinistra.
Per chi ha scarsa memoria, tale da affermare che il 4 novembre è un “pretesto” per ricordare chi è morto in difesa di una dittatura, vorrei ricordare che invece è proprio la ricorrenza delle forze armate e, sempre per chi non ha memoria, fu istituita proprio nel periodo fascista e proprio per ricordare l’occupazione di Trento e lo sbarco a Trieste che segnavano la fine della prima guerra mondiale. Guerra in cui l’Italia era semmai contrapposta alla Germania, la culla di quel nazismo che viene sempre tirato in ballo. Guerra in cui ci furuno milioni di morti in tutto il mondo (più di 650.000 solo tra i militari italiani). Ed anche, per equità, niente a che vedere con la Repubblica Sociale Italiana (Salò) nella cui memoria storica il 4 novembre non rappresenta nulla. È purtroppo come altre festività nazionali di cui una parte politica, quasi sempre la stessa, cerca di appropriarsi, o già l’ha fatto.
Vedi il primo maggio, festa del lavoro, trasformata in festa dei lavoratori che sventolano bandiere rosse, come se i lavoratori appartengano, o debbano appartenere con presunzione, solo ad un versante politico. Vedi il 25 aprile, in cui in Italia cade sì il regime per mano dei partigiani, ma i partigiani non erano solo della sinistra come si vuol far apparire, ma un insieme di cattolici, liberali, azionisti, anarchici, monarchici e comunisti e socialisti.
Invece di appropriarsi indebitamente della memoria storica nazionale, sarebbe meglio che pensassero tutti al futuro del Paese e, nel nostro caso più ristretto, del nostro Comune.
Luca Cardaio
5 novembre 2007
Bocca l’antifascista è lo stesso del "manifesto della razza"?
Vorrei sapere da Romina Perni se il Bocca che ha scritto l’articolo sulle primarie del Partito Democratico è lo stesso Bocca che nel 1938 fù firmatario del "Manifesto della razza" e che diventato poi giornalista scrisse articoli antisemiti e razzisti su "La Provincia Granda – Sentinella d’Italia" salvo poi passare alla resistenza armata contro il fascismo l’ 8 settembre 1943, giorno dell’ armistizio.
Letizia Picecchi
5 novembre 2007
Facciamo una cosa: occupatevi delle cose concrete della città
Il fatto che a quasi 70 anni dalla fine della guerra siamo ancora a questo punto significa solo che non abbiamo la volontà di metabolizzare la nostra storia valutandola serenamente e con animo sgombro da pregiudizi ideologici. Le scelte che compirono uomini, donne e tantissimi ragazzi nei giorni forse più drammatici della nostra storia andrebbero sicuramente valutati da tutti noi oggi con molta più attenzione e rispetto.
Non credo che fossero scelte facili da fare, fare i partigiani e rischiare la pelle, darsi alla macchia o aderire alla R.S.I. per difendere l’onore dell’Italia fino alla morte furono decisioni prese molto spesso avventatamente, non sempre avendo una visione chiara e definita di quello che si andava a fare. Per noi oggi, a posteriori è molto facile dare giudizi su fatti e comportamenti che sono ormai storia. Emblematico il caso di Dario Fò, scelse di far parte della Repubblica Sociale, a suo dire si sbagliò, non capiva molto bene dove andare a sbattere la testa e se non era chiaro a lui, futuro nobel!
Luciano Violante disse non molto tempo fa che anche i caduti della R.S.I. sono pur degni di essere commemorati, non fa parte anche lui del P.D.? Non è anche lui un antifascista? Non credo che ci sia contraddizione nell’essere antifascisti ed avere la capacità di commemorare anche chi può aver fatto scelte da noi non condivise, così come i militanti della Fiamma Tricolore dovrebbero comprendere che morire lottando contro la tirannia in quegli anni non fosse poi un’idea così peregrina.
Vista la stima e l’amicizia che nutro nei confronti sia di Andrea Caprini che di Mario Epifani, permettetemi la presunzione di darvi un consiglio; abbiate il decoro di commemorare indistintamente tutti coloro che persero la vita combattendo per una causa che a torto o a ragione allora credevano fosse giusta e poi se non volete onorarli o rispettarli, abbiatene almeno umana pietà evitando di strumentalizzarli.
Da cittadino mi aspetto che vi occupiate dei problemi della città, le provocazioni lasciano il tempo che trovano.
Ugo Todini
5 novembre 2007
Todi: "Guerriglia" in piazza…
Certo… dopo aver letto tutti questi interventi sembra che ieri mattina in piazza ci sia stata una "guerriglia urbana", si parla di aggressioni, di arroganza, di provocazioni, dei "loro metodi", di atti incivili… mi meraviglio di non aver ancora letto frasi del tipo " nazisti picchiano consigliere di Rifondazione Comunista in piazza "….questo é l’ ennesimo atto di strumentalizzazione tipico di una certa area politica che da anni si diverte a prendere in giro gli italiani…… Ebbene anche questa mattina hanno dimostrato di essere incoerenti….. Non sono per caso "loro" a definirsi democratici, rispettosi degli ideali altrui, pacifisti?
Non siamo noi ad esserci comportati da aggressori, ma il "Signor Caprini" con il suo atteggiamento provocatorio presentandosi poco prima della commemorazione in onore dei caduti della Repubblica Sociale Italiana, davanti al nostro quadro murale, con un manifesto molto poco rispettoso e assai poco civile……. considerando che non sono mai stati compiuti atti da parte di militanti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Todi di questo genere…. Signor Carlo Zoccoli, dov’è la libertà di pensiero?
Permettetemi di dire che l’atteggiamento avuto ieri mattina è stato assai poco democratico, ma soprattutto molto arrogante… Come fa il consigliere Caprini a dire che i morti non hanno tutti la stessa importanza… E’ forse Gesù Cristo? Ebbene ci siamo stufati di lezioni morali, da parte di coloro che si credono giusti portando un simbolo che ha causato e che causa ancora morti.
Vorrei terminare il mio intervento con una frase "Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità. Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate, quelle dei vincitori, diventano STORIA".
Andrea Nulli – Segretario di Sezione MS Fiamma Tricolore
4 novembre 2007
A Todi il mondo della politica sembra ormai capovolto…
Non posso fare altro che esprimere anche io la mia solidarietà ad Andrea Caprini per quanto accaduto questa mattina. Ormai il mondo sembra capovolto: chi manifesta pacificamente da solo non è comunque una persona da rispettare, ma un pagliaccio; il 4 novembre non è la ricorrenza della fine della Prima Guerra Mondiale e la giornata delle Forze Armate ma un pretesto per ricordare chi è morto molti anni dopo in difesa di una dittatura che ha piegato l’Italia; l’ordine non viene fatto rispettare da chi ufficialmente ha questo ruolo ma da chi, in maniera improvvisata, si sente chiamato in causa.
Il tutto genera veramente molta tristezza: fascismo e anti-fascismo risultano decomposti in un magma indistinto, privo di spessore e di memoria storica e usato solo per strumentalizzazioni politiche di bassa lega. Finché sarà possibile mi batterò perché chi è contrario all’arroganza e alle “radici profonde” della Fiamma Tricolore possa manifestare il proprio dissenso. L’antifascismo è e deve rimanere lo sfondo culturale della nostra Italia. Non esageriamo nel gonfiare gli eventi ma non permettiamoci che azioni di questo tipo, anche se piccole, finiscano nel dimenticatoio e perdano il loro significato.
Sarei inoltre molto curiosa di sapere cosa pensano le altre forze politiche di centro-destra di questo simpatico gesto!
P.S. – Credo che sia interessante come spunto per una discussione, anche in vista dei fatti di oggi, il pezzo di Bocca sulle primarie del Partito Democratico "Il ritorno degli antifascisti".
Romina Perni – Consigliere comunale “L’Ulivo–Per il Partito Democratico”
4 novembre 2007
Alla fine tutto si riduce all’eterna lotta tra il rosso e il nero
Vedo con rammarico, che tutto poi si riduce all’eterna lotta tra il rosso e il nero. Quella che doveva essere un semplice, silenzioso e doveroso omaggio ai caduti è stato fatto diventare un “oltraggio fatto con spirito di sfida nei confronti di chi invece è morto difendendo lo Stato Italiano”.
Signor Giorgi, la contestualità della commemorazione come di certo lei saprà, è dovuta solamente al fatto che il 4 novembre, giornata delle forze armate, si rende omaggio ai caduti. Indipendentemente dalla fazione politica a cui appartenevano.
Nessuna commemorazione che stride con un’altra, tant’è vero che nel pomeriggio, parte delle persone che si trovavano di fronte alla bacheca di Fiamma stamattina, erano a Collevalenza a commemorare i caduti della frazione, che magari inseguivano gli stessi o altri ideali ma comunque sempre degni di essere ricordati. Se per voi esporre un manifesto che insulta la commemorazione di un morto, fosse stata anche la persona più spregevole sulla terra, è legittimo, magari vi sentireste anche liberi di partecipare al funerale di un vostro nemico con manifesti che lo ingiurino e ne insultino la memoria.
Per quanto riguarda invece le vicende personali Signor Zoccoli, lei ha pienamente diritto di odiare chi le ha provocato dolore. Come io magari sono libero di odiare i partigiani che a Collevalenza uccidevano i soldati con il forcone. Niente da ridire per carità, è un bel modo di morire, è solo per far presente che le
persone spregevoli esistono sia da una parte che dall’altra, e che andando a stringere, non c’entra niente con quello che stamattina, pacificamente e senza altri fini, stavamo facendo.
Federico Ranieri
4 novembre 2007
Più che martire sono un po’ incazzato col fascismo (col permesso di Epifani)
Caro Mario Epifani, la stoffa da martire proprio non mi si addice, semmai, dopo aver avuto un nonno anarchico perseguitato e ridotto al silenzio per venti lunghissimi anni dal regime fascista (locale, con nomi e cognomi), subendo anche la galera con 5 figli sulle spalle e la nonna a supplicare per un tozzo di pane i gerarchi (sempre locali), un padre che seppure bravino, non ha potuto studiare perchè non fu mai figlio della lupa, uno zio che seppure fascita, per colpa del fascismo s’è fatto 10 lunghi anni di prigionia in India, una zia giovane e carina, sorella di mio padre, impazzita in un lager in Germania, e poi tutto il resto che ne è conseguito, se permetti più che martire sono un po’ incazzato col fascismo…
Carlo Zoccoli
4 novembre 2007
Todi resti antifascista e Ruggiano faccia davvero il sindaco di tutti
In merito ai fatti accaduti questa mattina nel centro storico di Todi e che hanno visto protagonisti due esponenti politici tuderti nonché consiglieri comunali, Andrea Caprini di Rifondazione comunista e Mario Epifani di Fiamma Tricolore, esprimo profonda amarezza e seria preoccupazione per la politica tuderte ultimamente sempre più al centro di provocazioni che fino a qualche mese fa non erano state mai così strumentali e forzate soprattutto in occasioni di commemorazioni e anniversari. Momenti che sono sempre presi come occasione per arrivare allo scontro, fortunatamente finora solo dialettico.
A quanto sembra in questi ultimi mesi l’arroganza di una parte del centrodestra sta alzando notevolmente i toni. Il fatto di sentirsi “forti” per aver vinto le precedenti elezioni amministrative nella nostra città penso non autorizzi nessuno alla prepotenza perché credo che fino a quando vivremo in libertà, quella libertà conquistata liberandoci dal fascismo, si possano manifestare le proprie idee con profonda e grande civiltà.
Fermo restando che non esistono i caduti di serie A e di serie B, credo comunque che una cosa sia commemorare coloro i quali sono caduti combattendo contro il costituito Stato Italiano, a favore della dittatura e dei nazifascisti, organizzazione messa al bando ancora dalla vigente Costituzione Italiana e quindi fuori legge, l’altra è, appunto, “denunciare” l’oltraggio di quella celebrazione fatta contestualmente e con spirito di sfida nei confronti di chi è caduto difendendo invece lo Stato Italiano e della cui libertà ancora viviamo.
Tornando ai fatti accaduti credo che la manifestazione messa in atto dal segretario tuderte di Rifondazione comunista sia legittima, improvvisata e per questo forse un po’ meno regolare ma a seguito di questa “violazione” non spettava a nessuno fare il “gendarme” della situazione se non a chi è preposto dalla legge e pertanto semmai doveva essere chiamato per rimuovere l’anomalia. Ancora una volta da una certa parte politica emergono metodi e sistemi “fai da te” soprattutto quando si tratta di ordine pubblico. Sarà un caso?
Alla luce di quanto, di come è accaduto e delle precedenti considerazioni esprimo piena solidarietà al segretario di Rifondazione e consigliere comunale Andrea Caprini per quanto è stato costretto a subire nella mattinata di oggi. Inoltre condanno l’episodio e quanti si adoperano e si adopereranno perché passo dopo passo vogliono arrivare allo sdoganamento di quegli anni terribili e di quanti ne sono stati protagonisti negativi.
Ovviamente mi batterò affinché Todi resti antifascista come lo è sempre stata e invito il sindaco Ruggiano, che ad ogni occasione sottolinea di essere il sindaco di tutti, a prendere le dovute distanze da simili atteggiamenti, perché poco carino e per nulla edificante si è rivelato il siparietto che ha visto lui da un lato ed il suo consigliere Epifani dall’altra ad essere protagonisti di due commemorazioni particolarmente stridenti fra loro. C’è sicuramente qualcosa che non quadra.
Mauro Giorgi – consigliere comunale di Todi
4 novembre 2007
Uno solo che manifesta in piazza suona difficile per chi rimpiange le piazze di antica memoria
Sono stato molto indeciso se intervenire. La risposta di Daniela mi ha dato il "là" per trovare la forma.
Anch’io non intendo entrare in un contenzioso personale ne tantomeno in una analisi storica (non ne ho lo spessore) ma un commento su alcune espressioni usate da Elena Mengaretti vorrei esprimerlo.
Apostrofare un ragazzo come "pagliaccio" perchè ha il coraggio di esporsi per le sue idee si commenta da solo. Certo suona difficile, per chi rimpiange le piazze di antica memoria, che una sola persona manifesti in piazza.
Vede il concetto di offesa è un po’ più complesso di come lo liquida Lei, Signora. Rilegga le parole di chi come Lei si richiama al vittimismo perchè mi sembra che né faccia abbondante uso.
Maurizio Pierdomenico
4 novembre 2007
Solidarietà ad Andrea Caprini: "so cosa si prova"
Non voglio aprire un ennesimo contenzioso con Epifani. Ormai i toni e i metodi di governo di questa città che amo profondamente e nella quale ho scelto di vivere non consentono più neanche di esprimere idee e dialogare in maniera civile e costruttiva.
Troppe volte sono stata fatta oggetto di ingiurie e quant’altro, tanto da indurmi a non voler più intervenire di persona nei vari dibattiti. E me ne dispiace, molto,perche’ penso che forse ognuno di noi ha qualcosa da dire, da trasmettere e anche da imparare. Per cui mi limito a far pervenire ad Andrea Caprini la mia più profonda solidarietà e il mio affetto per ciò che sta succedendo.
So cosa si prova, Andrea, ci sono passata. Li ho visti in faccia, ho visto da vicino le loro camicie nere e i loro metodi. Bravo, continua la tua battaglia. E stiamo uniti. Al di là e al di sopra di tutto. Solo così ce la possiamo fare a batterli.
Daniela Luzzi
4 novembre 2007
Sul caso Caprini/Epifani consiglierei calma ad entrambi
Ragazzi, calma. La gente ha già troppi problemi quotidiani, e non ha tanta voglia di dedicarsi a persone che, pur rispettabilissime e degnissime, di tanto in tanto inciampano sonoramente.
A entrambe le parti dico che questo accade a chi cammina con la testa girata all’indietro….
Maurizio Giannini
4 novembre 2007
Da sempre chi vince manipola la storia
Caro Carlo Zoccoli, già una volta in passato su TamTam sono dovuto intervenire per confutare le tue deliranti prese di posizione e l’aria da martire e perseguitato che sempre cerchi di metterti addosso. Incivile sarai tu. Il mio comportamento è stato estremamente pacato: ho solo rimosso un manifesto provocatorio che non aveva motivo di essere posto a tre metri dal quadro murale di Fiamma Tricolore. La provocazione e la tentata prevaricazione è stata messa in atto da Caprini. Quando ho tolto ed appallottolato (non strappato) il manifesto per poi consegnarlo nelle mani del compagno Caprini, ho soltanto esercitato il mio diritto a non essere insultato: Noi di Fiamma ci teniamo alla nostra dignità ed ai valori per i quali facciamo politica.
Vero è che da sempre chi vince manipola la Storia a proprio uso e consumo. Per fortuna ci sono i vari Pansa a ristabilire certe verità. Non voglio entrare in polemica, ma quando mi si dà dell’incivile, allora, un po’ mi altero. Incivile è pretendere che una comunità politica non possa onorare Quelli che considera i Propri Morti. Incivile e l’ideologia che ti muove e che in ogni angolo del mondo ha versato sangue, “proletario”, diresti tu. Siete dei seminatori d’odio. Noi missini, con il nostro manifesto, si voleva onorare dei Caduti che avevano dato la vita per qualcosa in cui credevano fermamente. Se non meritano il tuo rispetto, sei padrone di pensarla come vuoi, ma non puoi pretendere che io non li ricordi e non li onori. Bella la tua democrazia e quella di Caprini! Tanto bella che la calpestate ogni giorno ed in ogni parte del mondo. Non venirmi a dare lezioni di civiltà, te ne prego.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore
4 novembre 2007
Io, orgogliosa dei miei giovani camerati
Sono orgogliosa e fiera di essere stata presente, stamattina alla commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana, che si è svolta in maniera composta e silenziosa, nonostante la provocazione di Rifondazione comunista, spiacevole e disgustosa; nessuno di noi si è mai intromesso nelle loro commemorazioni ai partigiani, tanto meno ci saremmo mai permessi di oltraggiare dei morti.
Mi dispiace anche che un ragazzo che, fino a poco fa ritenevo intelligente si sia umiliato a fare un sit-in da solo in mezzo alla piazza, facendo la figura del pagliaccio. Poteva farsi gli affari suoi, dal momento che la nostra iniziativa non è stata offensiva per nessuno. E poi saremmo noi, i provocatori e violenti?! Invece mi congratulo molto con i miei giovani camerati, per l’atteggiamento maturo con cui hanno decisamente snobbato quella provocazione, mentre dall’altra parte qualcuno ha cercato la lite, o peggio, la rissa.
Elisa Mengaretti (aderente Fiamma Tricolore)
4 novembre 2007
A Todi nessuna aggressione ma atti incivili degli eredi del nazi-fascismo
Qui non si parla di “aggressione fascista” ma di “atti incivili” contro il consigliere Caprini. Fino a prova contraria in Italia c’è la libertà di pensiero e di espressione, se qualcuno ritiene di assistere ad un reato (vedi manifesto abusivo) deve sporgere una denuncia e non fare giustizia da se, “quei tempi sono finiti!!
E poi, chiamare combattenti i repubblichini, combattenti per chi? E contro chi? La risposta è semplice: combattenti a favore del nazi-fascismo, della dittatura, delle leggi razziali, dei campi di sterminio, della strage delle razze cosiddette inferiori; combattenti contro il legittimo Governo italiano, contro la grande alleanza antifascista (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Unione Sovietica), contro la libertà, la democrazia e l’eguaglianza dei diritti. Se avessero vinto loro oggi l’Europa sarebbe nazificata.
“Il più onesto, il più idealista, il più dolce dei repubblichini si batteva per una causa sbagliata, la dittatura. Il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato si batteva per una causa giusta, la democrazia”, scrisse Italo Calvino.
E i bambini, le donne, i vecchi uccisi dai nazisti e dai repubblichini? E i militari trucidati? E quelli imprigionati nei lager? Meritano anch’essi rispetto, ricordo, riconoscenza. Il loro sacrificio, insieme a quello dei partigiani, ha generato la Costituzione, la Repubblica, la nostra democrazia.
In quanto al rispetto, signor Ranieri, lasciamo perdere! La lapide dei partigiani imbrattata tempo fa con un barattolo d’inchiostro? La corona bruciata il 25 aprile 3 anni fa? La testa di un maiale posta sotto la lapide?
Carlo Zoccoli
4 novembre 2007
Epifani: "Caprini doveva fare l’uomo sandwitch in piazza"
A prescindere dalle falsità contenute nel comunicato di quelli che non dormono, noi missini rivendichiamo il diritto di commemorare i NOSTRI CADUTI. Voglio solo aggiungere che, all’infuori del mio atto di rimozione ed appallottolamento del manifesto di Caprini, messo con lo scotch su di una spalliera da sedia da bar, nessuno lo ha aggredito o ingiuriato. Ho fatto presente al consigliere Caprini che era un manifesto abusivo e provocatorio, anche perché posto a tre metri dalla nostra bacheca. Gli ho quindi consigliato di andare a fare l’uomo sandwitch in piazza. Cosa che ha fatto. Nessuna violenza, né minaccia, né tantomeno insulti. Questi sono i fatti.
Mario Epifani – consigliere comunale Fiamma Tricolore
4 novembre 2007
Fiamma Tricolore: "per Caprini i morti non sono tutti uguali"
Era scontato che Andrea Caprini o chi per lui, sarebbe ricorso ai media con il solito vittimismo che contraddistingue la sua classe politica in questi casi. Parlare di "aggressione" è ridicolo e squallido allo stesso tempo, in quanto nessuno è stato aggredito, se non il suddetto manifesto che era esposto, appeso ad una sedia, di fronte alla bacheca di Fiamma Tricolore dove si era reso omaggio ai Caduti della Repubblica Sociale Italiana.
Insultare in questo modo delle persone morte per un ideale in cui credevano non merita rispetto. Nessuno di noi si permetterebbe di andare a manifestare sotto la lapide in memoria dei partigiani nè di scrivere manifesti che ne offendano la memoria. Evidentemente però, come lo stesso Caprini ha affermato stamattina, I MORTI NON SONO TUTTI UGUALI.
Federico Ranieri – Responsabile stampa MSFT -Todi
3 novembre 2007
Quei tardivi ritornelli "torna a casa Lassie"
Anche Ranieri si è aggiunto a chi invita il Dottor Friggi al ritorno a casa. Cosi come con Mauro Giorgi. Mi chiedo perchè solo dopo queste uscite decise ci si accorge delle persone? Penso che pesa a tutti compiere scelte a volte impopolari e travagliate internamente. Quando si manifesta un disagio all’interno di un apparato non si presta la dovuta attenzione, il giusto ascolto.
Non ci ferma un attimo a riflettere che lo stesso disagio potrebbe essere condiviso da altri cittadini (elettori). Molti di noi hanno, veramente, passione nella politica, nel volontariato e vedersi emarginati, inascoltati porta un malessere che ad un certo punto esplode. Dove non c’è menefreghismo certi comportamenti feriscono, lasciano il segno ma non vengono capiti. Successivamente tutti a richiamare questo o quello perchè bene o male possono portare dei voti e non per il loro apporto costruttivo, perché se cosi fosse stato l’avrebbero apprezzato prima…
Maurizio Pierdomenico
2 novembre 2007
Anche il consigliere Ranieri chiede a Friggi di rientrare in Forza Italia
Caro dottor Friggi, come ben ricorderà abbiamo condiviso gioie e dolori prima e durante le elezioni ma francamente pensavo che il risultato ottenuto non per merito di questo o di quel canditato ma dell’intera coalizione avesse chiuso un passato da dimenticare. Qualche sera fa invece ho dovuto ricredermi. Pensavo che noi di Forza Italia facevamo politica per divertimento, per ritrovarci ogni tanto fra amici, per allargare le nostre conoscenze sempre nel rispetto delle regole e delle buone maniere e soprattutto con la serietà che contraddistingue ognuno di noi. Qualcuno ha voluto invece stravolgere la nostra quiete con insinuazioni del tutto fuori luogo e non consone al partito a cui apparteniamo.
Lei sa bene che noi Forzisti non cerchiamo poltrone per favorire amici e parenti per elargire posti in comune e/o in qualsiasi altro ente da noi amministrato per scambi oscuri ecc.
Il nostro sindaco ha detto in mille modi che sarà un’amministrazione trasparente e ciò lo conferma con la conferanza stampa settimanale. E allora perchè tanta diffidenza e incomunicabilità e soprattutto quali sono i fondamenti di una serena convivenza che sono venuti meno? Le manovre subdole che lei denuncia sono insite in tutti i partiti purtroppo, ma alla fine come ben ricorderà tutto è rientrato nella normalità ed allora faccia un serio ripensamento e ritorni a darci quel supporto necessario a far decollare quei progetti di rinnovamento finalizzati come Lei afferma alla crescita del partito ed alla coalizione. Con infinita stima.
Franco Ranieri – consigliere comunale di Forza Italia
1 novembre 2007
La Provincia di Perugia "lucra" sulla tassa dei rifiuti
Si è tenuta la Commissione di Controllo e Garanzia della Provincia di Perugia sul prelievo aggiuntivo provinciale del 5% sulla tassa di smaltimento rifiuti applicata dai Comuni. Il sottoscritto, in qualità di presidente, ha illustrato ai Commissari come, nonostante il detto prelievo sia stato abrogato nel 2006 dal decreto Matteoli, la Provincia di Perugia ha continuato ad applicare il balzello ai danni dei cittadini.
La Commissione ha accolto la richiesta e procederà nei prossimi giorni all’audizione dell’assessore al bilancio Daniela Frullani e del Dirigente del settore finanziario per i dovuti approfondimenti.
Stefano Zuccherini – consigliere Forza Italia Provincia di Perugia
1 novembre 2007
Epifani invita il dottor Friggi a ripensarci
Voglio esprimere la mia stima e la mia solidarietà al carissimo dottor Friggi. Questo senza entrare minimamente nel contenzioso politico che serpeggia in Forza Italia di Todi.
Conosco il dottore da quando ero ragazzino e mi ricordo il rispetto con il quale, più volte, l’ho incontrato per proporgli candidature a livello locale. Era ed è un uomo di destra che noi missini non siamo mai riusciti a coinvolgere direttamente, ma che è stato sempre disponibile al supporto umano ed ideologico. La sua professione, diceva, non gli permetteva un’esposizione pubblica. Poi la scelta di aderire a FI e la sua elezione a consigliere comunale. Contro di lui ha giocato l’inesperienza di militante di partito e mi rammarico per questa sua decisione.
Da allora a tutt’oggi il nostro rapporto è stato di profondo apprezzamento e reciproca ammirazione ed è per questo che mi permetto di consigliare al mio amico Friggi di ritirare le proprie dimissioni, poiché Forza Italia, Todi ed il centrodestra hanno bisogno di persone come lui e non ci possiamo permettere defezioni così importanti. Un caro saluto al mio amico dottor Friggi ed un’esortazione a non mollare.
Mario Epifani – capogruppo di Fiamma Tricolore Todi
1 novembre 2007
Legambiente Umbria ribatte alla Presidente Lorenzetti
C’è poco da essere soddisfatti per la raccolta differenziata in Umbria ancora molto lontana dalle percentuali previste dallo stesso decreto Ronchi e dai territori più virtuosi d’Italia. Le dichiarazioni della Presidente Lorenzetti sono state forse un po’ troppo trionfalistiche.
Se negli anni, per fortuna, si è visto un costante incremento nella percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata, passando dal 9,3% del 1996 al 29,34% del 2005 dobbiamo però anche costatare che la produzione dei rifiuti è aumentata in modo esponenziale e la raccolta differenziata nella nostra regione non è poi così diffusa in tutti i territori, non raggiunge le percentuali previste dallo stesso decreto Ronchi ed è ben lontana dai risultati dei territori più virtuosi d’Italia che riescono a raggiungere addirittura percentuali intorno al 70%.
Speriamo che il nuovo piano regionale dei rifiuti in via di partenza sia l’occasione per riorganizzare tutto il ciclo dei rifiuti, a cominciare dalla loro riduzione, puntando su una raccolta differenziata spinta e garantendo anche la reale partecipazione dei cittadini, dei comitati e delle associazione alla sua costruzione.
Alessandra Paciotto – segretaria regionale Legambiente Umbria
1 novembre 2007
La delusione del dottor Friggi è valida anche su altre sponde
Non conosco il Dott. Friggi e, come nel caso della Sig.ra Breschi, prendo spunto dalle sue parole per esprimere apprezzamento verso chi ha a cuore una politica trasparente e fattiva. Forse è superfluo ribadire che sono molto lontano dalle posizioni politiche di Forza Italia ma non posso che condividere lo stato d’animo di chi, anche su posizioni diverse, vive situazioni non più sostenibili.
Le parole "Sono rammaricato nel constatare che quanti fino a poco tempo fa condividevano con me progetti di rinnovamento e miglioramento finalizzati alla crescita del partito, li vedo coalizzati da altra parte nella volontà di osteggiare e isolare soggetti ritenuti scomodi, ma il cui dinamismo è stato di grande utilità al partito" possono essere valide per altri in altre sponde.
Purtroppo, caro Dott. Friggi, il "fare" per il bene comune e la crescita è visto come scomodo, come "rompi". E’ tempo di recuperare trasparenza, etica, volontà di agire concretamente, dialogo (anche aspro) e di farla finita con le manovre e manovrine personali.
Maurizio Pierdomenico