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I dati turistici dell'estate 2007 analizzati da uno studio regionale che pone in evidenza luci ed ombre del settore

Nonostante le difficoltà del comparto turistico a livello nazionale, nella scorsa estate l’Umbria si è confermata come meta ambita dai visitatori.
“Nel 2007 – ha detto direttore regionale allo sviluppo economico Ciro Becchetti – è proseguito il trend positivo dello scorso anno con un incremento del 2% dei flussi di presenze. Un dato significativo che dà continuità al fenomeno di risalita registrato nel 2006 e in controtendenza con l’andamento nazionale.
La Regione Umbria – ha aggiunto – in questi giorni ha presentato il Documento triennale di indirizzo sulle attività turistiche nel quale l’obiettivo più importante è di consolidare una crescita del 10%. Ciò sarà possibile se aumentano anche le iniziativa private e tutto fa pensare che ciò sarà possibile. Per il futuro la Regione punta ad un rinnovamento complessivo dell’immagine e della comunicazione per favorire la crescita di settori sempre più qualificati”.

“Dopo l’estate appena trascorsa gli operatori turistici possono tirare un sospiro di sollievo – ha spiegato la ricercatrice di Isnart, Flavia Coccia. L’Umbria, infatti, non ha fatto le spese di una stagione difficile per tutto il turismo italiano, nonostante per le caratteristiche della sua offerta, non sia una destinazione prettamente estiva”.
Tenendo conto dell’assenza del turismo balneare che traina gli spostamenti estivi, i risultati di giugno e luglio sono positivi: nel primo mese dell’estate le strutture ricettive hanno raggiunto un’occupazione del 43%, migliorandola di 10 punti percentuali a luglio, quando oltre la metà delle camere è stata occupata.
Ad agosto invece, le strutture raggiungono il livello massimo, vendendo 6 camere su 10.
Unico momento di flessione è giugno, ma le presenze registrate negli altri mesi hanno fortemente compensato il dato non esaltante. “Inoltre – ha segnalato Coccia – l’Umbria sta conquistando spazio nelle vacanze più lunghe rispetto ai tradizionali fine settimana. Altro dato significativo è l’aumento di turisti nelle zone tradizionalmente meno frequentate come la montagna e il Ternano, preferite sia da italiani che da stranieri”.

Al contrario, le città d’arte e le mete tradizionali stanno attraversando una fase di stazionamento e necessitano di un riposizionamento e rilancio.
Sul fronte prenotazioni il ricorso all’intermediazione è una prassi piuttosto diffusa tra le strutture (la scorsa estate ne ha coinvolto oltre il 37%) e inoltre, esse possono contare su quasi il 14% dei clienti che prenota la vacanza attraverso intermediari di viaggio, che arrivano fino al 18% nella provincia di Terni. Il 40,6% delle prenotazioni avviene tramite internet.
Tra le diverse tipologie di ricettività si registra una forte difformità dei risultati turistici: da un lato, un’occupazione sempre elevata nelle strutture non imprenditoriali (le case religiose e le case per ferie) e nelle strutture per una vacanza open air, come i campeggi dove si registra un terzo di presenze straniere e due terzi di italiani.

Gli agriturismi, invece, vendono un numero sufficiente di camere soltanto ad agosto (70,8%)
e possono contare su una stagione cortissima.
In termini di offerta, le potenzialità maggiori sembrano risiedere nel Lago, che in tutto il periodo resta la destinazione più dinamica. Queste strutture, infatti, hanno i livelli di occupazione migliori e una clientela composta prevalentemente da turisti stranieri (53,5%), che proprio qui effettuano la vacanza più lunga, di oltre 6 notti.
Tra le particolarità segnalate c’è il fatto che gli operatori del territorio diversificano i canali di commercializzazione e si avvalgono fortemente dell’aiuto degli intermediari (oltre il 60% delle strutture ubicate nella zona del Lago, quasi il doppio della media regionale).
Un altro elemento di riflessione scaturisce dalla presenza di un target molto importante, quello delle famiglie, che in Umbria riveste un peso pari quasi al 40% della clientela (ed arriva al 56% nelle zone del Lago), e da una vacanza che va dalle 4 notti per gli italiani alle oltre 6 per gli stranieri.
“Si sente quindi forte l’esigenza di specializzare servizi per attirare e fidelizzare questo target – hanno riferito i ricercatori Isnart – e di creare proposte, anche organizzate, per far vivere a pieno ritmo i giorni di vacanza su tutto il territorio umbro”.
Per Andrea Massarelli di Unioncamere, si evidenzia che “la crescita del comparto deve essere accompagnata da un’offerta maggiore di servizi rivolti al turista che, in questo momento, rappresentano un punto su cui lavorare”.

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