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Dai piccoli comuni un esempio che varrebbe la pena sperimentare per ridurre le spese di energia elettrica per la pubblica illuminazione

Mentre a Todi si pensa all’aspetto estetico, intonato col passato, dell’illuminazione pubblica (vedi la sostituzione dei lampioni dei Giardinetti) vi sono altri piccoli comuni che sono già proiettati nel futuro e pensano a non gravare troppo sulle tasche dei contribuenti.
Le normali lampade a basso consumo, con una durata stimata fino a 10.000 ore (rispetto a 1.000 ore della lampadina ad incandescenza), sono ormai sorpassate dalle lampade a Led che promettono una durata da 50 mila a 100 mila ore. Perciò dovrebbero essere proprio i Comuni a diventare, in un prossimo futuro, i maggiori risparmiatori energetici.

L’illuminazione pubblica, oggigiorno, rappresenta per un’amministrazione locale una voce di spesa sempre più pesante da sostenere, per il duplice effetto di costi energetici in aumento (dipendenti dal caro petrolio) e dall’aumento di utenze
(nuove lottizzazioni residenziali, commerciali e produttive, piste ciclabili, segnaletiche stradali, ecc).
Esiste già un paese in Italia dove le strade, i parchi e le gallerie sono illuminate non da lampade ad incandescenza, ma da Led. Torraca, comune in provincia di Salerno di poco più di 1.200 anime, vanta, infatti, un impianto di illuminazione di questo tipo.
Per la cittadina sono installati 700 punti luce per un investimento, grazie a fondi regionali, di 280 mila euro che, si prevede, rientreranno entro 6 anni. L impianto ha generato un risparmio energetico del 65%, una riduzione dei costi di manutenzione del 50% e dell’ inquinamento luminoso del 90%.

I LED sono costituiti da ‘briciole’ di semiconduttori (materiali usati comunemente per costruire i chip dei computer) che, quando vengono attraversati da corrente elettrica, emettono luce visibile. È sufficiente che due sottili strati di materiale vengano messi a contatto: uno di essi presenta un eccesso di elettroni, l’altro invece scarseggia di cariche negative, ma abbonda di cariche positive. Quando la corrente passa attraverso il semiconduttore, gli elettroni vengono ‘forzati’ a ricongiungersi con le cariche positive, emettendo così luce visibile.
Fino ad oggi, però, nessuna lampadina LED era mai stata avvitata nei nostri lampadari, perché la sua luce è rossa o gialla. Per ottenere luce bianca si deve disporre anche di un LED blu (ottenuto di recente grazie all’impiego di nitruro di gallio). In questo modo il ‘frullato’ ottico dei tre colori permette l’emissione di luce bianca.
Ma già oggi i LED ad alta efficienza (i cosiddetti ‘Dragon’) forniscono fino a 75 lumen per ogni Watt di assorbimento elettrico, rispetto ai 10-20 lumen per watt di una tradizionale lampadina ad incandescenza.

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