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Il quotidiano "Le Monde" ha praticamente stroncato lo spettacolo prodotto dal Teatro stabile dell'Umbria, con la regia di Antonio Latella e con Giorgio Albertazzi

È critico “Le Monde” sullo spettacolo ‘Moby Dick’, prodotto dal Teatro stabile dell’ Umbria, con la regia di Antonio Latella e con Giorgio Albertazzi, che è il capitano Achab, messo in scena nella capitale francese.
Per il giornale parigino l’adattamento del romanzo culto di Herman Melville è stata “una scommessa azzardata” e “sfortunatamente Antonio Latella, nonostante qualche momento di grazia, non convince”.
Anche Giorgio Albertazzi, per il prestigioso quotidiano francese, “grande figura della scena italiana, delude e fatica a rendere sensibile l’insondabile desiderio del capitano”.
Tuttavia – conclude il giornale – “restano alcune belle scene, quelle recitate nella lingua dei segni, quelle, vicine allo spirito del circo, nelle quali a parlare è il corpo degli attori, in una poesia che basta a sè stessa”.
La scena si apre con Ismaele (Marco Foschi), un ragazzo di New York, “il reietto, il cacciato” e l’unico che poi si è salvato dalla tragedia della spedizione in mare perchè “deve testimoniare la storia”, che si chiede “per chi, per cosa, sono qui” e viaggiando vuole scoprire il mondo. Perchè ‘Moby Dick’ è per Federico Bellini, che ha curato la drammaturgia dello spettacolo, prima di tutto “l’enigma dell’esistenza”. Il suo Moby Dick è contaminato in alcune parti dall’Amleto di Shakespeare, quando per esempio il capitano Achab alla fine si chiede “essere o non essere, questa è la questione” e dai Canti dell’Inferno di Dante.

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