Fra pochi mesi, a febbraio, festeggerà il suo secondo compleanno. E’ dunque una “creatura” ancora piccola ma che promette un gran bene. Stiamo parlando dell’ASDA di Fratta Todina, l’Associazione Sportiva Diversamente Abili che, con sacrificio e senza clamori, è diventata in poco tempo una realtà insostituibile di cui il territorio della media valle del Tevere può andare fiero.
In Umbria di soggetti come l’ASDA, che è affiliata al Comitato italiano paraolimpico, se ne contano sulle dita di una mano (oltre che nei due capoluoghi di provincia, ne esistono altri a Foligno, Gubbio e Città di Castello). Come una cosa simile sia potuta nascere e radicare in un piccolo centro come Fratta è un miracolo.
Un miracolo che però ha poco di divino e molto di umano, grazie ad una rara simbiosi tra sensibilità istituzionale, con in prima fila l’assessore comunale ai servizi sociali Paolo Pascocci, e mondo del volontariato, impersonificato nell’occasione da Maria Carla Tomassini, anche nella sua veste di operatore sociale di quartiere, e da Fausto Cristofari, presidente dell’associazione. Intorno a loro tre un gruppo affiatato di una decina di persone che, del tutto gratuitamente, mandano avanti un’attività meritoria che coniuga insieme sport, riabilitazione fisica ed integrazione socio-culturale.
Ad usufruire di tanto impegno sono attualmente ventiquattro persone disabili alle quali viene data la possibilità di praticare diverse discipline sportive, anche a livello agonistico (nei mesi scorsi due atlete dell’ASDA hanno ottimamente figurato in una competizione a Terni).
Provenienti da pressoché tutti i comuni del comprensorio, agli iscritti ai corsi viene messa a disposizione una proposta che, supportata dalla presenza di personale altamente specializzato, è fisica e ludico-ricreativa insieme, ma anche educativa per il contributo che riesce a fornire ai processi di progressiva autonomia delle persone coinvolte.
Le attività, che si svolgono presso il palazzetto di Fratta Todina e, per quanto riguarda il nuoto, presso la piscina di Pantalla, prevedono infatti il graduale distacco dall’assistenza familiare, ai cui nuclei viene fornito in tal modo un supporto di non poco conto. Il tutto, ovviamente, attraverso una sperimentata metodologia che parte dall’analisi della documentazione clinica per arrivare ad un progetto sportivo individualizzato che viene monitorato di continuo.
Grazie alla stretta collaborazione con la Asl e al sostegno dell’Ambito territoriale n. 4, di recente è stato aperto anche un nuovo fronte: quello dell’ippoterapia, ovvero un progetto di riabilitazione equestre che si svolge presso la country house “La Peschiera” di Monte Castello di Vibio. Per l’ASDA si tratta di un ulteriore passo in avanti che, unitamente all’apertura della pratica sportiva ai normodotati e all’auspicata creazione di una Fondazione a sostegno delle attività svolte, va in direzione di un miglioramento della struttura organizzativa.
Certo, di lavoro da fare ce n’è ancora tanto e di mezzi e risorse da trovare ancora di più, ma il trio Pascocci, Cristofari e Tomassini un primo risultato l’ha già raggiunto: l’aver fatto germinare a livello locale, grazie ad una ragnatela di rapporti e di iniziative, la cultura della sensibilità.
- Gilberto Santucci
- 24 Novembre 2007
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