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Movimentato arresto dei trafficanti che avevano venduto dosi mortali di eroina tagliata male; il capoluogo umbro, ancora all'onore della cronaca nera, si conferma la capitale dello spaccio in Italia centrale

Con l’accusa di avere venduto le dosi di eroina di pessima qualità, che nel giugno scorso avevano provocato la morte di tre persone in provincia di Siena, tre spacciatori sono stati arrestati dai carabinieri a Perugia.
Si conferma così, dopo le morti di Orvieto, che il capoluogo umbro è centro di smistamento della droga per gran parte dell’Italia centrale.
E’ qui dunque che si dovrà concentrare la ricerca delle organizzazioni che trafficano in stupefacenti, con la speranza che i malviventi, una volta individuati, non tornino a spacciare in breve tempo per “buchi” nella giustizia. Buchi che non dovrebbero esistere se è vero che, come in questo fatto, lo spaccio equivale sostanzialmente ad un omicidio o, al minimo, ad un potenziale tentativo di omicidio, sia che la droga sia stata tagliata male sia che “l’operazione” sia stata fatta a regola d’arte.
Infatti, occorre decidere una volta per tutte, comportandosi di conseguenza, se la droga è pericolosa per la vita o no; nel primo caso chi la spaccia è sullo stesso piano di chi colpisce con un’arma e va trattato a tutti gli effetti come tale.
Quanto meno la messa in libertà degli spacciatori dovrebbe essere impedita dal fatto che la ripetizione del reato potrebbe essere pericolosa per altre persone.
Movimentato l’arresto dei tre, due extracomunitari clandestini ed un italiano, in quanto due si erano barricati all’interno di una abitazione del centro storico perugino e i carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale di Siena, con la collaborazione dei loro colleghi del capoluogo umbro, hanno anche dovuto chiedere l’ aiuto dei pompieri che hanno sfondato la porta.

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