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L'85% delle sale operatorie degli ospedali della regione ferme per la protesta contro "il medico dell'emergenza unico"; in Italia sono saltati circa 50.000 interventi chirurgici di elezione programmati

Altissima, l’85%, la percentuale degli anestesisti e rianimatori degli ospedali dell’Umbria che oggi si sono astenuti dal lavoro a testimonianza di quanto la “riforma Moratti” non sia gradita alla categoria degli specialisti.
“Lo sciopero è stato proclamato – si legge nella dichiarazione del presidente nazionale dell’A.A.R.O.I – non per difendere interessi corporativi o per chiedere aumenti economici, ma per affermare l’identità professionale della categoria all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
Gli anestesisti rianimatori sono contro la nascita di figure di medici “tuttologi e omniscienti” che dovrebbero essere capaci di fare di tutto e che dovrebbero sostituirsi a specialisti già qualificati nel settore. Non si può far nascere una figura professionale attribuendogli in esclusiva il titolo di “medico specialista dell’Emergenza”.
Non hanno scioperato gli anestesisti – rianimatori della Regione Calabria che hanno “così voluto esprimere la loro affettuosa vicinanza alla famiglia della giovane Eva Ruscio, deceduta nei giorni scorsi presso l’ospedale di Vibo Valentia.
La protesta andrà avanti fintanto che i Ministri dell’Università Mussi e della Salute Turco non si decideranno a convocare un Tavolo di confronto istituzionale con le categorie interessate.

Per Vincenzo Carpino, Presidente dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani (AAROI) – hanno aderito allo sciopero l’87,5% dei sanitari interessati, con punte del 100% nelle Marche e in molti ospedali di altre regioni.
Sono state bloccate quasi tutte le Sale Operatorie dove erano programmati circa 50.000 interventi chirurgici di elezione.
Ecco la percentuale delle sale operatorie italiane in cui non si sono effettuati interventi chirurgici:

Abruzzo 95 %
Basilicata 90 %
Campania 95 %
Emilia Romagna 80 %
Friuli Venezia Giulia 95 %
Lazio 90 %
Liguria 85 %
Lombardia 80 %
Marche 100 %
Molise 95 %
Piemonte – V. Aosta 80 %
Provincia Au. Trento 85 %
Puglia 90 %
Sardegna 85 %
Sicilia 85 %
Toscana 80 %
Umbria 85 %
Veneto 82 %

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