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Il consultorio giovani di Perugia mette in guardia contro una nuova moda che non tiene conto dei rischi per la salute

Il nuovo sito Internet del Consultorio Giovani di Perugia, a cui rilancia la pagina web della Usl 2 dell’Umbria, mette in guardia sull’uso della “pillola del giorno dopo”.
Secondo il consultorio sono almeno 400.000 le pillole del giorno dopo vendute in Italia nel 2006, 1.000 ogni 24 ore, con le vendite aumentate del 59% in 7 anni.
“Di lui sono davvero innamorata, a volte quando lo facciamo usiamo il preservativo… Però senza è meglio… E poi, se dovesse succedere qualcosa, tanto c’è la pillola del giorno dopo!”.
Sono tante, tantissime, le ragazze che la vedono così, donne che hanno deciso di pensare dopo anziché prima, che hanno scelto di mettere a rischio la propria salute preferendo una soluzione di emergenza.
E’ più facile. Ma al fatto che è anche più doloroso, a quello, non ci pensa nessuna.
La pillola del giorno dopo non è un aborto. Però la quantità di ormoni che rilascia per impedire l’ovulazione e l’eventuale fecondazione non è una passeggiata. Invece per molte signore e signorine è diventata un contraccettivo. Molte donne, addirittura, l’hanno assunta più di una volta.

Eppure l’offerta di contraccettivi non è limitata. Pillola tradizionale, anelli, spirali, preservativi, cerotti sarebbero un buon aiuto a limitare o eliminare la trasmissione di malattie sessuali e a evitare gravidanze non programmate.
Invece, pur essendo la pillola ancora il metodo più diffuso, non è più così scelta per proteggersi, in particolare dalle under 20.
E il preservativo diventa solo un oggetto fastidioso: dal ’95 al 2005 l’incremento di vendite è stato solo di duemila pezzi. E se il numero degli aborti tra le italiane nel 2005 è molto calato (-60%) rispetto al picco dell’82, di quelle quasi 133 mila interruzioni volontarie di gravidanza, 4.040 sono state effettuate su ragazze tra i 15 e i 17 anni.
Da ciò si intuisce che quello che manca è un’educazione sessuale, che faccia capire alle giovani donne che il loro corpo, la loro salute, devono assumere un ruolo fondamentale, da protagonisti, nella loro vita.
Quando si sceglie di non usare alcun metodo contraccettivo, si sceglie di andare incontro non solo al rischio di gravidanze indesiderate, ma ci si espone anche al contatto con malattie sessualmente trasmissibili (dall’AIDS alla clamidia, dall’erpes genitale alla gonorrea, ecc.).
Allora cosa fare? L’amore si fa in due, quindi è importante che non solo le ragazze ma anche i ragazzi vengano sensibilizzati riguardo ai temi di educazione sessuale.
Così come è necessario riscoprire i consultori. Un’inchiesta fatta tra gli adolescenti del Nord-Est rivela che il 64% delle ragazze e l’86% dei ragazzi non sa neanche dove siano.
Da parte sua, il ministro della Sanità Livia Turco appoggia e promuove l’educazione sessuale, soprattutto a scuola, ma chiede anche di “investire sulla relazione, sull’apertura all’altro, su una vera educazione sentimentale per i giovani”.

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