Condividi su facebook
Condividi su twitter
Il vantaggio fiscale si è realizzato durante l'anno, per i redditi sotto i 40 milioni, in virtù di detrazioni che operano solo per dodici mesi

Sul totale annuo (ovvero tenendo in considerazione tutte le 13 mensilità) i dipendenti italiani, con un reddito sotto i 40 mila euro, grazie agli effetti fiscali della Finanziaria 2007, hanno registrato maggiori vantaggi economici rispetto al 2006.
Tuttavia, quest’anno sotto l’albero i dipendenti italiani che attendono dicembre per l’agognato ‘doppio’ stipendio, la tredicesima, avranno un’amara sorpresa. Dai 15 ai 74 euro in meno rispetto al 2006.
A sentenziarlo è il team dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre che ha condotto una dettagliata indagine sul tema per diversi scaglioni di reddito e spiegando che “la dieta forzata della tredicesima è la conseguenza del fatto che nel calcolo delle ritenute entrano in gioco solo le aliquote Irpef corrispondenti agli scaglioni di reddito e non si considerano le detrazioni, né gli assegni familiari che nell’ultimo anno sono state particolarmente “generose” per i redditi medio bassi e per coloro che hanno familiari a carico.

Ritornando al “peso” delle tredicesime si comincia dunque da chi con un reddito di 20 mila euro all’anno e senza familiari a carico al posto dei 1.184, 62 euro del 2006 si troverà 1.169, 38 euro con una perdita, quindi, di 15,2 euro. Di circa 25 euro, invece, l’impoverimento della tredicesima per chi ha 23 mila euro di reddito con un figlio a carico.
Mentre sale a 33,7 euro il decremento della tredicesima di chi percepisce un reddito di 30 mila euro ed ha moglie e un figlio a carico; arrivando poi a redditi di 50 mila euro con moglie e figlio a carico, la tredicesima verrà ridotta di 46, 5 euro. Circa 75 euro in meno, infine, si ritroveranno coloro che dichiarano un reddito di 80 mila euro ed hanno moglie e due figli a carico.

La tredicesima comunque sfumerà in gran parte in scadenze fiscali, mutui e rimborsi dei debiti più che in regali e tempo libero. Secondo l’Adusbef, nelle tasche degli italiani resterà appena il 16% della tredicesima mensilità, mentre l’84% verrà letteralmente “mangiato” da imposte, mutui, assicurazioni e bolli.
Secondo l’associazione dei consumatori il monte tredicesime in arrivo a dicembre sarà quest’anno di 33,4 miliardi. Categoria per categoria, ai pensionati arriveranno 9,9 miliardi, ai lavoratori pubblici 8,6 miliardi e ai dipendenti privati di agricoltura, industria e terziario 14,9 miliardi.
Circa il 60% sarà però assorbito da fisco e rate, mentre un altro 24% servirà per pagare i prestiti contratti in un anno durissimo di rincari e aumenti che hanno falcidiato i redditi delle famiglie, con una perdita di potere d’acquisto del 6% rispetto allo scorso anno.
A “bruciare un’ampia fetta” sarà innanzitutto l’Ici: entro il 17 dicembre, spiega l’Adusbef, saranno infatti versati in totale 5,6 miliardi di euro (il 16,7% del totale).

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter