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Una sentenza della Corte Costituzionale chiede più rispetto per il cittadino al quale deve essere indicato con nome e cognome il funzionario responsabile della pratica

Se le multe e le cartelle esattoriali non indicano chiaramente, con nome e cognome, chi è il responsabile del procedimento di riscossione, cioè il funzionario che lo segue, potrebbero essere solo carta straccia.
Centinaia di migliaia di cartelle esattoriali nate dalle contravvenzioni potranno essere dichiarate illegittime dai Giudici di Pace.
Lo scrive Luca Lippera su “Il Messaggero”. A scatenare il terremoto un’ordinanza della Corte Costituzionale: la numero 377 del 9 novembre scorso, presidente Franco Bile, relatore Sabino Cassese.
Le parole dei giudici supremi sono inequivocabili: ‘…l’obbligo di indicare il responsabile, lungi dall’essere un inutile adempimento, ha lo scopo di assicurare il diritto alla difesa e la trasparenza della attività amministrativà...’.
Ora i cittadini che riceveranno una cartella esattoriale senza i requisiti prescritti dalla Corte potranno fare ricorso con un’enorme possibilità di vederlo accolto: le sentenze dei supremi giudici italiani hanno di fatto valore di legge.
Il discorso vale, potenzialmente, anche per milioni di vecchie cartelle.
Alcune associazioni di consumatori, di fronte alla portata dell’ordinanza, stanno valutando la possibilità di una causa collettiva per far annullare milioni di cartelle e quindi di multe – prosegue l’articolo – L’amministrazione, ovviamente, non starà a guardare. Ci sono in gioco crediti per centinaia di milioni di euro a favore delle varie amministrazioni dello Stato.
La sentenza dei supremi giudici, valida per tutto il Paese, non si occupa specificatamente di multe. I principi vengono ‘dettati’ per tutte le Cartelle e nelle Cartelle può esserci qualunque cosa: tasse sul reddito, Ici, tarsu, contributi evasi: le sanzioni al Codice della Strada, in fondo, sono una parte minore del totale.

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