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Il collaboratore di TamTam guarda da Parigi in tv la scene dei rifiuti a Napoli e legge sul nostro sito le proteste per i cassonetti pieni a Todi e non può non osservare che "lì è un altro mondo"

Parigi, 6 gennaio 2008 – Rue Val d’Osne attraversa sul lato nord il municipio di Saint Maurice che ha per confine da un lato il bosco di Vincennes e dall’altro la Marna. E’ nella periferia di Parigi, nell’Ile-de-France, che questo borgo abitato da poco più di undicimila persone, dopo avere scavalcato il ponte, si congiunge con Maison Alfort e dall’altro lato con Charenton, dove ha una fermata la linea otto della metropolitana.
Dalla finestra della casa che ci ospita in Rue Val d’Osne, lunedì 24 dicembre ho visto il camion degli addetti all’immondizia. Era servito da due ragazzi di colore in tuta gialla che hanno agganciato al sollevatore il contenitore lasciato sul marciapiedi davanti al cancello. L’operazione è stata fatta in fretta e poi di corsa verso il prossimo contenitore, pochi metri più sotto. Era la vigilia di Natale e non mi lasciò indifferente l’efficienza di quel servizio.
Tre volte alla settimana i camion arrivano e ripartono con un carico diverso: un giorno plastica, carta, cartoni e lattine; il secondo giorno il vetro; il terzo giorno l’immondizia comune, quella che va all’inceneritore, la cui ciminiera si vede impennacchiata oltre il fiume. “E’ un calendario che ogni famiglia conosce e rispetta” mi dice Susanna che aveva provveduto a sistemare sul marciapiedi uno dei tre contenitori, quello di colore grigio. Tutti quelli che hanno il giardino – e sono molte le case di questo quartiere periferico a nord-est della grande Parigi a possedere alcuni metri di terra – utilizzano i resti di cucina per fare il compost.

E’ la mattina del primo gennaio, martedì, e verso le dieci sento il rombo del camion addetto al carico. Corro alla finestra e i due ragazzi di colore in tuta gialla sono lì che affidano al sollevatore i contenitori. Il rumore delle bottiglie che s’infrangono nel cassone non lascia dubbi: è il giorno riservato al vetro. “Ma è mai possibile, il primo dell’anno?” chiedo stupito, e Susanna sorridendo mi fa notare che essendo martedì scorso Natale, quel giorno anche gli addetti alla raccolta hanno riposato. E non potendo lasciar passare una settimana intera senza il servizio, ecco anche a Capodanno garantito il prelievo del vetro.
Non basta. Due o tre volte alla settimana, anche nei giorni di festa, alcuni uomini con la tuta verde e le bande gialle percorrono le strade del quartiere e raccattano con delle lunghe pinze tutto quello che si trova per terra: qualche pezzo di carta, le cicche, un brandello di plastica, i biglietti dell’autobus che qualcuno ha lasciato cadere sull’asfalto invece che nei tanti contenitori di ferro che si trovano agli angoli delle strade ed alle fermate dei bus. Li segue un camioncino per il carico di quel poco che viene raccolto.
Non ho finito. Nel parco giochi del quartiere – dotato di altalene, scivoli, casette, corsie di arrampicata con corde e gradinate e la pavimentazione elastica perché se i bambini cadono non si facciano male – i contenitori per l’immondizia vengono ispezionati due volte alla settimana. Andiamo spesso lì con Bruno e Martino, otto e tre anni, ed abbiamo visto uno di quegli addetti controllarli tutti, con cura. Avete letto bene: ispezionati tutti con cura. E quando sono pieni, ecco il puntuale cambio del sacco di plastica.

Saint Maurice è ricca d’alberi e di giardini e la caduta autunnale delle foglie non viene subìta con noncuranza. Quei tre o quattro, sempre gli stessi, percorrono le strade con sulla schiena apparecchi che soffiano aria attraverso un lungo tubo e le foglie vengono ammucchiate tutte e velocemente raccolte. Il solo disagio è prodotto dal rumore dei motori non adeguatamente silenziati. Ma si accetta volentieri quel fastidio – ben minore dello sguaiato rombo di tanti motorini affidati ai ragazzi prepotenti delle nostre città – grati della pulizia dei marciapiedi.
Gli slarghi di Saint Maurice, gli incroci e i sezionamenti stradali sono arricchiti di fiori. Tanti fiori in splendide aiuole che vengono rinnovate un paio di volte all’anno. E’ così diligente la cura dedicata dai giardinieri della municipalità a questi spazi fioriti, che i residenti hanno qualche volta lamentato l’eccesso di risorse che avrebbero potuto essere impiegate in altri servizi. Ma cosa fare di meglio se tutto funziona, se gli autobus passano al minuto promesso, se le fermate sono protette da pensiline con gli orari , il percorso e altre informazioni sempre leggibili e non oltraggiate da scritte o vandalismi? Cosa fare di diverso e di meglio organizzato per la raccolta dei rifiuti? Che cosa offrire di più nei luoghi riservati ai bambini se la ricchezza di attrezzature è tanta e così ben curata da indurre anche i grandi alla tentazione del gioco?

Regalo ai lettori di TamTam questa cronaca il giorno della Befana mentreleggo le proteste per i contenitori dell’immondizia che traboccano a Todi, e vedo le scene disgustose di Napoli.
Qui sembra un altro mondo, tanto è ordinato, efficiente, pulito.
Quale è la ragione di tanta differenza? Che cosa rende possibile una così profonda demarcazione tra efficienza e degrado? Mi viene da rispondere: é la qualità degli uomini. E’ il livello di professionalità che caratterizza il comportamento del cittadino e degli addetti ai pubblici servizi: qui elevato e responsabile; da noi basso. Professionalità, certo, anche nel comportamento della gente che non deve dimenticare prima i doveri per poi rivendicare i diritti.
Per Saint Maurice c’è tanta gente a passeggio oggi con i cani e non tutti sono al guinzaglio e non tutti i padroni raccolgono le cacche. Ecco una cosa che non funziona. Ma oggi a Parigi c’è il sole mentre sull’Umbria diluvia. Il cielo sa essere generoso sempre con tutti, ma a giorni alterni.

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