Condividi su facebook
Condividi su twitter
Il giornalista presenterà alla sala del Consiglio il libro che racconta le storie di 21 neofascisti uccisi in Italia fra il 1970 e il 1983

Nell’arco di una quindicina di anni, tra il 1969 e i primi anni 80, alcune decine di giovani militanti di sinistra e di destra furono uccisi dagli avversari politici o dalle forze di polizia. Luca Telese, giornalista e redattore de “Il Giornale” ha ricapitolato in “Cuori neri” le storie dei 21 neofascisti uccisi tra il 1970 e il 1983.
Il libro verrà presentato giovedì 28 febbraio, alle 17.30, presso la sala del Consiglio dei Palazzi comunali di Todi, dallo stesso autore che ne discuterà con il professor Alessandro Campi, docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Perugia.
Il lavoro di Telese è frutto di una ricerca molto meticolosa durata anni. Montando con taglio veloce e molto televisivo i risultati del minuzioso lavoro d’archivio e di una vasta quantità d’interviste, è riuscito a restituire il clima di un’epoca.
La stragrande maggioranza delle vittime di cui si racconta erano militanti di base: coinvolti, come decine di migliaia di persone a destra e sinistra, nella lotta politica spesso violenta del tempo. A volte erano a tutti gli effetti combattenti di strada: ce n’erano dall’una e dall’altra parte, avrebbero potuto uccidere come essere uccisi.
In alcuni casi, le vittime non erano neppure implicate nelle vicende politiche: ammazzate per caso, magari perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato, come l’«apolitico» Stefano Cecchetti, fulminato nel corso di un assalto armato contro un bar abitualmente frequentato dai fascisti. Stefano Mattei, invece, aveva otto anni: fu ucciso nel delitto più atroce ed efferato di tutti, il rogo di Primavalle, nel 1973.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter