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La struttura tra Gubbio e Gualdo Tadino è un altro passo verso il rinnovamento della rete ospedaliera dell'Umbria; il presidio manterrà un punto nascita che si avvarrà delle tecniche più evolute

Il primo marzo sarà inaugurato a Branca il nuovo ospedale unico dell’Alto Chiascio, al confine tra i territori di Gubbio e Gualdo Tadino. E’ il secondo nuovo plesso realizzato nel territorio di competenza della Usl 1, dopo l’ospedale di Città di Castello.
La rete ospedaliera dell’Umbria fa dunque un altro passo verso il profondo rinnovamento delle sue strutture, concretizzatosi anche con i nuovi presìdi di Orvieto e Foligno e che vedrà le prossime tappe nell’apertura del polo unico di Todi-Marsciano-Deruta e, più avanti, nella realizzazione dell’ospedale comprensoriale del Trasimeno.

Il percorso per arrivare alla nuova struttura di Branca era iniziato nell’agosto del 1997 con la firma del protocollo di intesa per lo studio di fattibilità. Nel 1998 la Regione aveva dato il via al Consorzio Umbria Sanità per una relazione tecnica. Nel 2000 il Ministro Bindi indicò nell’Inail il soggetto realizzatore da affittare poi alla Regione-Asl.
Nell’ottobre 2004 la cerimonia della prima pietra. A luglio dell’anno scorso l’Inail ha consegnato ufficialmente alla Asl 1 l’ospedale. Da quel momento è iniziato il lavoro per il vero e proprio “allestimento” del nosocomio.

L’ospedale di Branca mantiene il suo punto nascita che si avvale delle nuove tecniche. Il dipartimento materno-infantile è dotato complessivamente di 12 camere ed è attrezzato con due sale di travaglio e parto, di cui una con vasca per il parto in acqua.
Anche a Branca dopo il parto sarà possibile per i genitori stare 24 ore su 24 insieme al bambino durante la degenza, continuamente assistiti da un’equipe multidisciplinare ma il minimo indispensabile sarà la durata del ricovero, mediamente tre giorni, e dalla quinta alla settima giornata tornerà in ospedale per una visita pediatrica-neonatale.
Tramite il dipartimento materno-infantile sarà possibile continuare la donazione di sangue cordonale (ricco di cellule staminali identiche a quelle presenti nel midollo osseo), un servizio attivo già nell’ospedale di Gubbio ma che nella nuova struttura, in collaborazione con l’ospedale e la banca di sangue cordonale di Careggi, potrà essere potenziato.

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