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Le quantità acquistate di spumante sono diminuite del 21% e quelle del vino del 5%: il dato è considerato una riprova delle ristretteze

Se a calare, pur in presenza di un aumento di popolazione, è il consumo di pane, pasta, frutta e verdura la cosa preoccupa, ma non dà la dimensione esatta delle cause perché secondo gli economisti la domanda di questi generi è “inelastica”.
Per quanto aumentino i generi alimentari, infatti, non se ne potrà mai farne a meno o ridurre i consumi oltre certi limiti.
Ma per le bevande il discorso è diverso: siamo di fronte ad un bene voluttuario il cui consumo si può ben piegare proporzionalmente in caso di ristrettezze.
Ed il ripiegamento misura esattamente le ristrettezze che per gli italiani sono davvero gravi se, sulla base degli ultimi dati dell’osservatorio ismea/acnielsen, emerge anche un “pesante ridimensionamento” degli acquisti di spumante: a dicembre 2007, rispetto allo stesso mese del 2006 si è registrato un meno 21% delle quantità consumate ed un meno 17% dei corrispettivi monetari.
Anche per il vino è stato un crollo verticale: nel 2007, infatti, gli acquisti domestici sono scesi sia in quantità (meno 5%) che in valore (meno 2%) rispetto al 2006.

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