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L'Unione Europea ha finalmente deciso di seguire l'esempio dell'Italia e di etichettare il prodotto indicando il paese d'origine delle olive

Per una volta tanto l’Europa copia l’Italia. L’impegno, l’insistenza e la costanza del Ministero dell’Agricoltura del Governo Prodi ha piegato le obiezioni europee.
L’obbligo di etichettatura dell’olio extravergine d’oliva italiano, anziché essere censurato, verrà esteso anche a livello comunitario. Lo ha annunciato il Commissario Europeo all’agricoltura Mariann Fischer Boel.
E’ questa una grande occasione per i territori, come l’Umbria, che ad una ottima qualità dell’olio riusciranno ad abbinare una fama di coltivazione sane, senza residui di pesticidi ed una immagine complessiva “pulita”.
La “comunicazione” ormai è il più grande valore aggiunto per qualsiasi prodotto e l’olio ci si deve “attaccare” con tutte le sue forze perché ha tutti i numeri per primeggiare.
Tuttavia fatta la legge occorre farla rispettare: a distanza di alcuni mesi dall’entrata in vigore della norma nei supermercati – ha denunciato la Coldiretti – sono ancora troppo poche le bottiglie di extravergine correttamente etichettate in un Paese dove l’importazione dall’estero per 5,5 milioni di tonnellate ha superato la produzione nazionale di circa 5 milioni di tonnellate nel 2007.

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