È cominciato stamattina come previsto il processo a carico di Roberto Spaccino di Marsciano, accusato dell’omicidio della moglie Barbara Cicioni.
La Corte d’Assise di Perugia ha deciso di vietare tv e foto durante lo svolgimento del processo per limitare gli “eccessi” del diritto di cronaca. Sul provvedimento sono state d’accordo tutte le parti. “Le riprese sono qualcosa che va oltre ciò che i cittadini hanno diritto di sapere”, ha detto il pm Antonella Duchini, sottolineando anche come sia necessario tener conto della presenza di due bambini, i figli della coppia che sono in affidamento ad un zio e che si sono costituiti parte civile tramite il legale rappresentante.
La Corte ha ammesso solo due associazioni per la difesa dei diritti delle donne – sulle quattro che avevano presentato istanza – tra le parti civili nel processo: si tratta di «Telefono rosa» e «Comitato internazionale 8 marzo». Oltre alle finalità specifiche dei rispettivi Statuti ed alla loro rispondenza con il procedimento in questione, la decisione è stata motivata con il radicamento e la rappresentatività delle due realtà sul territorio.
Come annunciato, davanti al palazzo di giustizia di Piazza Matteotti, si è tenuto in mattinata un sit-in promosso dalla «Rete delle donne umbre», caratterizzato da cartelli e striscioni, con slogan contro la violenza sulle donne nella famiglia e la società.
L’imputato è in aula, dove è arrivato in trasferimento dal carcere di Terni dove è rinchiuso. Presenti anche i genitori di Barbara Cicioni.
In aula c’erano anche alcuni parenti dell’imputato che però sono stati fatti uscire perchè dovranno testimoniare nel processo.
Nel pomeriggio, è stato deciso di ridurre a 60 i 136 testi proposti dalla difesa. Il pm Antonella Duchini ha chiesto anche un sopralluogo sul luogo del delitto, sopralluogo che è ritenuto importante per far rendere conto alla Corte della grandezza della casa, tuttora sotto sequestro, della ubicazione delle stanze e della vicinanza delle altre abitazioni dei familiari di Spaccino.
Fra le prove che il pm intende produrre anche gli articoli scritti da alcuni quotidiani nei quattro giorni immediatamente successivi al delitto e la registrazione di alcune trasmissioni televisive andate in onda su reti nazionali.
Fra i testimoni citati, inoltre, pure due giornalisti che giunsero tra i primi sul posto ed ebbero modo di intervistare a “caldo” lo stesso Roberto Spaccino.
Le prossime udienze del processo sono già state fissate per quatto giorni consecutivi: dall’11 al 15 luglio.