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L'indagine archeologica è parte di un progetto ricompreso in un accordo di programma stipulato con i Comuni limitrofi di Acquasparta e di Sangemini volto alla valorizzazione del territorio "martano"

Presentati oggi i primi risultati della campagna di scavi avviata due settimane fa nell’area di Santa Maria in Pantano a Massa Martana. L’indagine archeologica del Vicus Martis Tudertium, che proseguirà fino alla prima settimana di luglio, viene condotta da dieci studenti americani della Drew University di Madison, New Jersey, guidati dal prof. John Muccigrosso e assistiti dall’equipe di archeologi dell’impresa Intrageo di Todi sotto il controllo del dott. Paolo Bruschetti della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria.
“Sono molto soddisfatto per il clima di collaborazione e cordialità che ci ha accolti”, ha dichiarato il
professor Muccigrosso nel corso della conferenza stampa. “Tutto questo è premiato dal ritrovamento di alcune interessanti strutture di epoca romana, che sembrano rafforzare l’ipotesi riguardo l’esistenza del vicus in quell’area“.

Il Vicus Martis Tudertium, è una delle stationes lungo il percorso della via Flaminia, ricordata e citata negli itineraria, fra i quali la Tabula Peutingeriana. Dal punto di vista archeologico, il sito costituisce un elemento di fondamentale importanza per le conoscenze dello sviluppo del territorio massetano in relazione con l’antica Via Flaminia.
I dati acquisiti, saranno infatti utili per approfondire gli studi sui vici in epoca romana, strutture organizzative anche molto complesse che ospitavano al loro interno attività artigianali e produttive, assumendo a volte l’aspetto di villaggio autarchico, oltre quello di centro specializzato.

Le indagini inoltre sono legate a un progetto di più ampio respiro che è in corso di attuazione, grazie ad un accordo di programma stipulato con i Comuni limitrofi di Acquasparta e di Sangemini, con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e con le Università di Firenze e Perugia, volto alla valorizzazione del territorio “martano” nelle varie epoche storiche.
Come descritto in conferenza stampa dall’architetto Anna Romanini, “da una prima analisi del territorio sono state individuate delle linee di forza consolidate che possono migliorare la fruizione dei luoghi storici, valorizzando emergenze o realtà già acquisite. Gli interventi previsti – continua la Romanini – prediligono per ciascun Comune elementi differenti in ambito storico, architettonico e turistico, ma legati da un unico filo conduttore Turismo-Cultura-Ambiente”.

Da evidenziare le innovative tecnologie, utilizzate per le indagini geofisiche sul sito. “Per queste fasi di scavo – ha spiegato da Tommaso Mattioli, del Dipartimento Uomo e Territorio dell’Università di Perugia – accorre in nostro aiuto il magnetometro, uno strumento che legge le anomalie del campo elettromagnetico terrestre superficiale. In questo modo siamo in grado di individuare elementi importanti ai fini di scavo senza invadere il sottosuolo. Queste tecnologie – conclude Mattioli – sono rapide e soprattutto utili per prospezioni territoriali come le carte di rischio archeologico”.

“La Soprintendenza – ha commentato il dott. Bruschetti – non può che essere soddisfatta per queste collaborazione fra istituzioni italiane e straniere, per tali sinergie tra soggetti pubblici e privati, volti a far conoscere aspetti di grande importanza nella vicenda storica di un territorio fondamentale nello sviluppo della regione in epoca antica; la via Flaminia costituisce infatti uno dei principali canali di diffusione della civiltà romana e della cultura classica verso le regioni settentrionali e verso la costa adriatica, ponendosi come elemento principale di contatto fra popolazioni diverse fra loro. L’attività di scavo – precisa Bruschetti – non sarà pertanto fine a se stessa, ma elemento qualificante di una più larga operazione volta alla valorizzazione e promozione di un territorio finora poco noto, ma potenzialmente capace di permettere un grande sviluppo, anche dal punto di vista turistico ed economico“.

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