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31 agosto 2008
Per rilanciare l’Umbria servirebbe "Santa Rita"

Per la promozione turistica dell’Umbria ci vuole un’altra Rita, quella di Cascia e non la Lorenzetti. Dopo il referto di coma profondo stilato per il lago Trasimeno (l’Umbria dei Valori aveva presentato tre anni fa un progetto di reintegro tramite il Tevere neppure preso in considerazione forse perché non prevedeva bustarelle), ora c’è la descrizione precisa e puntuale dello stato in cui versa la E 45 da parte del diffusissimo Quattroruote.
E’ questa un’arteria vitale per la regione in quanto l’attraversa tutta e mette in comunicazione il Lazio con la Romagna. Si legge tra l’altro che "la statale 3 bis Orte-Ravenna è da molti ritenuta la strada peggiore d’Italia, in parte percorribile a doppio senso di marcia su un’unica carreggiata, in parte a senso unico alternato, in parte completamente chiuso per lavori".
L’articolo denuncia la precarietà e la pericolosità di una strada percorsa ogni giorno da migliaia di auto e Tir, sorvegliati in silenzio dagli occhi elettronici degli autovelox dei comuni che si affacciano lungo il percorso, pronti a entrare in funzione appena si esce dalla trappola delle code. Quindi una ‘strada-trappola’ per come è tenuta e per gli appetiti dei comuni che tartassano gli automobilisti già infuriati per i disagi.
Le recenti polemiche sterili dei partiti presenti in Regione se trasformare o meno la E 45 in autostrada hanno ulteriormente ritardato i lavori almeno di sistemazione di questa arteria che cade letteralmente a pezzi ed è spezzata in due dal nodo di Perugia, un tratto su cui si erano abbattuti gli appetiti della politica con procedure irregolari dal punto di vista progettuale e non solo.
Tutte le promesse di intervento di questi ultimi anni sul fronte delle infrastrutture da parte dei governi di tutti i colori si sono dimostrate parole vuote ma la Regione ci mette del suo perché non sa promuoversi nonostante abbia dei giacimenti culturali ed artistici enormi; si può dire che siano soprattutto le strade della fede a salvare la situazione turistica e non si capisce come mai non si siano tradotti in fatti ad esempio i noti ‘itinerari francescani’ o attrezzato adeguatamente il tratto della ‘via Franchigena’ (era nel medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela) percorsa quasi in clandestinità dai pellegrini che spesso sono costretti a chiedere indicazioni alle persone che incontrano del tutto all’oscuro di questa via nota in campo mondiale.
Un panorama desolante, che rischia di diventare tragico con la prossima realizzazione del federalismo fiscale, a causa di una drastica riduzione delle risorse disponibili, a meno che non ci sia uno scatto d’orgoglio degli umbri ed incomincino a costruire in modo e con persone diverso il proprio futuro.
Alberto Laganà – Umbria dei Valori

30 agosto 2008
La libera Ossezia (e non solo) avrebbe bisogno di un’informazione libera

Il fatto che un evento di portata internazionale sia oggetto di un commento su un quotidiano on line di ancora fresca nascita, non deve stupire.
Nel panorama della stampa italiana ho avuto modo di apprezzare la seria equidistanza e l’indipendenza de il tamtam e, anche per esperienza diretta, so quanto questo costi specie in piccole realtà dove i ras locali, più aggressivi più sono piccoli, si sentono in diritto di pretendere ciò che deve essere reso pubblico e finanche il come.
Mi auguro che il tamtam non si sia mai e mai debba trovarsi in questa situazione e perdere la sua indipendenza che è un patrimonio per quanti ancora usano la testa per pensare.
Mi auguro quindi che questa mia possa avere l’ospitalità sulle vostre “pagine”.

Una notizia Ses/Col/Adnkronos, battuta anche dall’Ansa, scopre definitivamente l’ipocrisia imperante sulla vicende dell’Ossezia del sud che pochissimi sulla stampa italiana hanno avuto modo di svelare.
Sulla crisi nel Caucaso, l’Osce punta il dito contro Tblisi. Funzionari dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa avrebbero raccolto indicazioni che dimostrano come azioni compiute dal governo georgiano abbiano contribuito all’apertura della crisi con Mosca.
Secondo ‘Der Spiegel’ on line osservatori militari Osce nel Caucaso avrebbero descritto i preparativi fatti dalla Georgia per attaccare l’Ossezia del sud prima dell’arrivo dei veicoli blindati russi. Il rapporto Osce citerebbe infine anche presunti crimini di guerra da parte dei georgiani.
Boris Biancheri, già ambasciatore a Londra e Washington e quindi poco sospettabile di anti-atlantismo, sul quotidiano on line Wall Strett Italia è uno dei pochi che ha avuto il coraggio di considerazioni che ora appaiono più che fondate.
“Tutti fingono, scrive Bianchieri, di ignorare che l’Ossezia, come d’altronde l’Abhkazia, non è separatista ma è separata. Che non aspira all’indipendenza ma che l’ha già dichiarata ben 16 anni fa. Tutti, uomini di governo e mezzi di informazione, fingono di ignorare che la Georgia, di cui solo nominalmente fa parte, per imporvi la propria autorità deve mandarci l’esercito, come il Presidente georgiano Saakashvili ha imprudentemente fatto l’8 agosto.
In Ossezia si è tenuto alcuni anni fa un referendum per avere conferma che gli abitanti preferissero l’indipendenza alla sovranità georgiana; è risultato che il 98% di loro preferivano l’indipendenza, cioè in pratica che preferivano restare quello che erano già.
E’ stato detto (anche dal Consiglio d’Europa) che quel referendum non aveva valore perché era ammesso al voto solo chi aveva il passaporto dell’Ossezia. Appunto: l’Ossezia era già allora tanto indipendente da rilasciare i suoi passaporti.
Se non ci fosse la Russia di mezzo, state sicuri che l’indipendentismo degli osseti e degli abhkazi riceverebbe il sostegno entusiastico di tutti i benpensanti e i neo-filosofi europei.
Ora però che il problema della Georgia mette in causa lo stato dei rapporti tra la Russia e la Nato, tra la Russia e l’Europa, sarebbe meglio che l’ipocrisia finisca e che si guardi alla sostanza delle cose senza far finta di non vedere che i confini della Georgia sono già cambiati.
Chiedere il ritiro delle forze militari russe che sono entrate in Georgia durante questa crisi è sacrosanto. Ma limitarsi a condannare il riconoscimento unilaterale delle due repubbliche perché costituisce una violazione del diritto internazionale (come ha fatto abbastanza inutilmente il G8, ritornato per l’occasione a G7) non risolve un gran che e suona perfino un poco ipocrita nella bocca di chi ha riconosciuto unilateralmente il Kossovo.
Ma auguriamoci anche che non si mettano ancor più a rischio i rapporti con la Russia a causa di un problema che è più formale che reale e nel quale non sono certo solo i russi ad avere dei torti".
Lettera firmata

30 agosto 2008
Ombre nere si allungano sulla città di Todi

Nel torpore politico di fine estate, è scivolata senza fare troppo scalpore la notizia dell’elezione di Todi a capitale del neofascismo italiano. Troppo impegnati a fare ipocrite strumentalizzazioni intorno alla questione dei diritti umani in Cina, i democratici e i liberali nostrani non si sono accorti che nel cuore dell’Umbria, e all’ombra delle istituzioni, gruppi di estrema destra sognano una riscossa neofascista sulla base di una teoria e di una prassi politica ispirata alla violenza, al disprezzo per la democrazia, all’odio razziale.
L’associazione che sabato metterà in scena la propria festa nazionale a Todi si è impadronita della figura del poeta statunitense Ezra Pound, assunto come icona per la sua ideologia e non certo per la sua complessa e problematica opera letteraria. Trasferitosi in Italia negli anni ’20, simpatizzante del fascismo italiano, durante la seconda guerra mondiale Pound poteva, grazie ad un programma radiofonico italiano, sostenere la propaganda fascista con comunicati e discorsi in chiave antiamericana.
In particolare, Casa Pound, nata a Roma come il primo centro sociale di destra, orienta la propria ideologia politica facendo riferimento alle coordinate del fascismo storico, e conserva giudizi piuttosto ambigui in merito al significato storico del totalitarismo nazifascista.
Del resto, i militanti di Casa Pound Italia affermano esplicitamente di voler proiettare “nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio.”
A proposito della Costituzione italiana, nata dalla Resistenza e da un grande sforzo collettivo di ricostruzione democratica, i camerati di Casa Pound scrivono: “La Costituzione della Repubblica Italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all’indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri. Per un’Italia sovrana, libera e degna, orientata ad essere protagonista delle sfide del Terzo Millennio, riscrivere la Costituzione, sulla base di questo programma, si rivela un compito indispensabile”.
Non è certo un caso che i militanti dell’estrema destra abbiano scelto Todi per celebrare la propria fiducia nella possibilità di “riprendersi tutto”, secondo quanto recita a lettere cubitali il titolo della manifestazione di sabato. Riprendersi, non conquistare: ad ulteriore riprova che questa destra non ha mai rinnegato le proprie radici storiche, e che sua intenzione è riaprire un discorso che il luglio del 1943 prima, e il 25 aprile del 1945 poi, hanno soltanto interrotto. Riprendersi tutto a cominciare da Todi, la città che, secondo quest’ottica, sarebbe già stata “ripresa” l’11 giugno scorso.
E’ innegabile, del resto, che la sorprendente affermazione del centrodestra, trainato dalla destra radicale, nelle ultime elezioni amministrative abbia ridisegnato la geografia politica della regione. E nella nuova geografia politica, Todi è vista da molti come un avamposto dal quale far cominciare una riscossa. Ma di che tipo è questa riscossa? Chi sta per riprendersi tutto? Cosa sta per riprendersi, e con quali mezzi? E qui certamente servirebbe chiarezza da parte della destra istituzionale e sedicente moderata, che troppo spesso si è servita di contiguità e collaborazioni con gli ambienti della destra neofascista.
Il clima politico italiano è troppo delicato perché possano esserci ambiguità su questo punto. La militarizzazione delle città, la proliferazione di divieti e restrizioni dei diritti, la paranoia securitaria, le campagne di criminalizzazione di alcuni gruppi di individui su base etnica o razziale: in questo contesto, la riscossa di gruppi di estrema destra, che non nascondono il proprio riferimento al fascismo storico, assume un significato particolare, e una rilevanza non trascurabile.
Il nostro paese attraversa una crisi politica, sociale e culturale che lo rende particolarmente vulnerabile, e sensibile a richiami irrazionalistici, che propongono per la soluzione dei problemi scorciatoie autoritarie. Ecco perché la celebrazione di una manifestazione come quella di sabato pone dei problemi politici, che la classe politica locale dovrebbe affrontare seriamente.
A chiudere la manifestazione di sabato ci sarà il concerto dei “Legittima offesa”, uno dei gruppi più significativi della scena Rac (Rock against comunism, ovvero rock contro il comunismo). Questo circuito non è ispirato soltanto da sentimenti anticomunisti. Il Rac trova la sua origine negli ambienti Skinhead inglesi degli anni ’70, e discende direttamente dal movimento razzista e xenofobo denominato White Power, Potere Bianco.
I Legittima Offesa sono anche tra i protagonisti di Nazirock, documentario che ha scatenato, da parte dell’estrema destra, reazioni anche molto violente contro chi lo ha realizzato, distribuito e proiettato (si ricordi la spedizione al C.S.O.A di Ponte S.Giovanni).
Intervistati, i Legittima Offesa rivendicano le proprie radici ideologiche nazionalsocialiste (nemmeno fasciste, nazionalsocialiste) e rilasciano dichiarazioni sconcertanti in merito alle leggi razziali e alla shoà. Sostanzialmente, lo sterminio sistematico degli ebrei è sfacciatamente negato da questi ragazzi che affermano di non credere ad una ricostruzione storica scritta unilateralmente dai vincitori.
Non si tratta di fare retorica della memoria. Non serve più a nulla l’antifascismo storico dei discorsi ufficiali. E’ opportuno conoscere approfonditamente questa realtà, monitorarla, sapere di cosa parlano questi gruppi e che cosa propongono. Occorre sapere comek si collocano, rispetto a questi gruppi, i politici del centrodestra che ricoprono cariche istituzionali e amministrative.
Occorre sapere per quale riscossa Todi è stata scelta come punto di partenza: perché all’ennesimo dei tanti silenzi che arrivano dal fronte politico istituzionale succeda un dibattito serio sulla crisi della politica e sui vuoti lasciati dal sistema attuale della rappresentanza. Vuoti dai quali si allungano “ombre nere” sulla città e su tutta l’Italia.
Paolo Gervasi

29 agosto 2008
I seminatori d’odio "non dormienti"

Gli scalmanati, i seminatori d’odio, gli antifascisti di professione non dormono mai. Sono vigili a tutela della libertà e solerti a voler limitare quella degli altri. Dopo aver letto il farneticante documento, colmo di allarmismi e di accuse infondate, mi sento in dovere di sconfessare i “non dormienti” i rifondaroli ed i partigiani che partigiani non lo sono mai stati.
Casa Pound è un organizzazione che affronta problemi socio-culturali, come il Mutuo Sociale ed altre rivendicazioni che dovrebbero essere bagaglio anche della Sinistra radicale. Nessun razzismo, nessun accostamento ad una deriva violenta alberga nei giovani che aderiscono a quest’organizzazione, che fino a poco fa era parte integrante del Movimento Sociale Fiamma Tricolore.
Per sopravvivere politicamente la feccia della più becera Sinistra deve, in ogni occasione, tirar fuori i fantasmi ed il pericolo del “rigurgito fascista”.
I giovani di Iannone sono giovani che si riuniscono per discutere delle problematiche che questa società mondialista e consumustica pone loro davanti. Sono giovani che si ritrovano ad ascoltare musica alternativa e non si propongono certo come sfasciatori di negozi od incendiari di auto. Sono giovani che non aggrediscono i poliziotti. I simboli? Ognuno ha i suoi e certamente i giovani di Casa Pound non usano la falce ed il martello.
La mia solidarietà a Iannone ed ai giovani che si ritroveranno legittimamente al raduno della “Casetta”, pur non avendo aderito personalmente al loro movimento. So che faranno bene e che il loro comportamento farà onore alla comunità anti-antifascista. Non accetteranno provocazioni, anche perché il tentativo di mobilitare chissacchì, di questi tromboni antifascisti tuderti, non ha da tempo più credibilità. E’ per difendere i loro valori, quelli su cui certa Sinistra sputa sopra, che si riuniscono. Onore e Fedeltà ai camerati di Casa Pound.
Mario Epifani – Fiamma Tuderte

29 agosto 2008
Raduno neofascista: una vergogna per Todi

Da qualche giorno, su internet, purtroppo, il nome di Todi non è associato solo alle proprie bellezze, ma anche ad una iniziativa che in città viene propagandata tramite deliranti volantini dalla grafica e dai toni grotteschi: un raduno di neofascisti che si svolgerà in questa zona, dove si esibiranno anche gruppi musicali di dichiarata matrice neo-nazista che nelle loro esibizioni incitano all’odio razziale, ad azioni violente, alla negazione delle diversità, al più becero sessismo.
A questi personaggi diciamo con forza: non illudetevi troppo, Todi non è la Predappio dell’ Umbria dove far arrivare in pellegrinaggio i fascisti d’ Italia! Noi, antifascisti per memoria storica e per consapevolezza del presente, vogliamo ribadirlo con forza, per questo inviatiamo tutti i cittadini democratici e antifascisti, a condannare fermamente lo svolgimento di questa iniziativa e ad esprimere il proprio dissenso nei confronti del Circolo “la Casetta” che, concedendo il proprio spazio, ha permesso lo svolgimento di questo raduno.
Purtroppo anche nella nostre terre, rispuntano fuori quei disvalori come il razzismo, l’autoritarismo, la discriminazione verso le diversità. Non vogliamo minimizzare un pericolo che serpeggia subdolamente nella nostra città e nel nostro paese, se antifascista è la memoria, a maggior ragione lo deve essere l’azione di vigilanza, di tutela e di prevenzione a difesa della libertà di tutti conquistata a costo di tanti lutti e immani tragedie.
Comitato Antifascista Tuderte “25 Aprile” A.N.P.I. Todi – Ass. Nessun Dorma – Rifondazione Comunista

29 agosto 2008
La gradinata del campo di Ponterio non c’è più: se non hai Santi in Paradiso…

250 giovani calciatori provenienti dal Comune di Todi e da tutti i comuni limitrofi; 15 squadre iscritte ai campionati. Oltre 50 dirigenti al seguito delle formazioni. Partecipazione ai campionati regionali (con Ternana, Perugia, Foligno, Orvietana, Narnese, Campitello) come unica società della media valle del Tevere e con attività calcistica iniziata il 18 agosto.
Nonostante tutto ciò, sostenitori, genitori e pubblico ospite dovranno assistere in piedi ed in mezzo alla polvere alle partite che si disputano al campo sportivo comunale di Pian di Porto.
Da ieri mattina, infatti, la gradinata per il pubblico non c’è più. E’ stata smontata ad insaputa di tutti ed anche dei dirigenti della società che gestisce l’area sportiva per essere destinata ad altro luogo.
Per la verità anche l’anno scorso agli operai del Comune era stata data disposizione di "portare via" la gradinata ed a seguito dei disagi e delle lamentele si era parlato di evitare che ciò accadesse di nuovo. Ma se non hai Santi in paradiso…
Si dirà: chi è padrone delle strutture e dei beni ne dispone come vuole. Un bel metodo!
A parte che i beni comunali sono appunto della comunità e i governanti sono coloro che amministrano per nome e per conto dei cittadini (dissertazione tutta filosofica di questi tempi), equità vorrebbe che, se è necessario utilizzare una gradinata per qualsivoglia manifestazione, e se più di una è presente sul territorio comunale, il disagio fosse a rotazione (anche perchè al mezzo che le trasporta non pesa fare 5 chilometri in più).
Si dirà che, non essendoci i soldi, spendere duemila euro (compreso trasporto, montaggio, smontaggio e messa a norma) per prendere una gradinata a noleggio non è cosa che si può fare. Come se smontare e rimontare, smontare e rimontare di nuovo non abbia dei costi, senza considerare poi il deperimento della struttura.
Certo, parliamo di una gradinata, dislocata al campo sportivo presso la zona industriale di Ponterio-Piandiporto. Cosa volete che sia. I tifosi e i genitori si vedranno la partita in piedi e non rompano…
L’attenzione allo sport, alle problematiche sociali, al mondo giovanile, alle attività ricreative… tutti bla, bla, bla.
La sostanza è che siamo appunto in una frazione dove l’erba può rimanere alta, dove per passeggiare la sera bisogna portare la lampadina tascabile, dove per far divertire i propri figli i giochi li devono comprare ed installare le associazioni ricreative, dove l’unica piazza del paese può essere occupata per mesi da una maxi roulotte con annesso cane e stendino per i panni, dove si fanno le rotatorie con erba talmente alta che si rischia di girare perennemente in tondo, come altre cose…
E’ così, se sei debole e non hai Santi in Paradiso…
Lettera di dirigenti, genitori e tifosi

28 agosto 2008
Tutte quelle strade piene di buche…

Siamo nel 2008, ed ancora oggi trascorsi oltre 60 anni dal disastro della seconda guerra mondiale ed una ricostruzione difficile, l’Italia continua ad essere caratterizzata da una delle sue annose vergogne: uno degli otto Paesi più industrializzati del pianeta, che rimane lo Stato delle strade groviera delle buche e delle voragini.
Ciò che unisce il Nord al Sud d’Italia è la stessa risalente questione: buche, asfalto sconnesso e avvallamenti nascosti sulle nostre strade ogni anno costituiscono la causa diretta di migliaia di incidenti che, puntualmente vengono denunciati agli enti proprietari delle strade, ma il più delle volte mai risarciti.
Da qui la denuncia sull’inciviltà e sull’incuria che pare sia una scelta obbligata di alcune pubbliche amministrazioni, i cui bilanci vacillano per gestioni spesso non oculate, ma che non esime tratti di strade gestite dai privati.
La questione dimenticata, è che molto spesso si sottovaluta che il problema della sicurezza stradale, non riguarda solo la corretta educazione stradale ed il rispetto della normativa da parte degli automobilisti, ma concerne in misura paritaria anche la prevenzione da parte degli enti gestori o proprietari delle strade, troppo spesso impegnati in un’ottica d’emergenza che li obbliga a fare da tappabuchi piuttosto che a pianificare delle opere di ristrutturazione e messa in sicurezza delle nostre strade.
Per queste ragioni, lo scrivente ritiene necessario un rigoroso intervento normativo in materia, che obblighi gli enti proprietari o gestori a mettere in sicurezza le strade, specie dei centri urbani e quelle ad alto volume di traffico e l’istituzione di un organismo di controllo che verifichi da una parte il corretto utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie da parte delle Pubbliche Amministrazioni, che ai sensi dell’art. 208 del Codice della Strada devono essere utilizzati con esclusive finalità preventive e di educazione stradale, e dall’altra il puntuale adempimento degli obblighi contrattuali dei gestori in tema di miglioramento della rete stradale.
Giovanni D’Agata – Dipartimento Tematico "Tutela del Consumatore"

27 agosto 2008
L’ing. Del Monaco replica al sindaco Ruggiano: "scorretto diffamare così i dipendenti!"

In merito alla vicenda sulla gestione del personale del Comune di Todi riceviamo e pubblichiamo, precisando per correttezza nei confronti dei lettori che TamTam ha ospitato solo la presa di posizione inviataci dalla Fp-Cgil seguita all’articolo pubblicato dal "Corriere dell’Umbria".

Le reazioni scaturite da qualche battuta in privato tra “amici” hanno avuto sviluppi imprevisti, giungendo perfino alla divulgazione di notizie false e diffamatorie, tali da imporre, mio malgrado, alcune precisazioni.
Lo faccio per punti, sia consentito, ai fini della massima sinteticità ed efficacia, sperando innanzitutto di fare chiarezza, ed in secondo luogo di chiudere una polemica che è rapidamente divenuta politica, che non prevedevo e che come dipendente non mi appartiene.
1) Incontrando per caso degli amici ho espresso alcune brevissime considerazioni del tutto personali, che riguardavano esclusivamente la mia posizione all’interno dell’Ente, ben lungi dal contestare alcunché: considerazioni che per correttezza non smentisco, ma mi si lasci circoscrivere in un ambito ben più ristretto da quello che rapidamente ha assunto: non potevo certo prevedere una pubblicazione con tale enfasi, nè tantomeno che sindacati, partiti o singoli innestassero nel contesto considerazioni che sono comunque loro, non mie.
2) Il sindaco Ruggiano, pertanto, è stato male informato se mi accusa di “straparlare della gestione del Comune”, perche io non l’ho fatto: se qualcuno ha approfittato dell’articolo allora per cortesia risponda sul piano politico a lui e non a me, come invece sembra fare, per giunta con tratti diffamatori, che impongono necessariamente le puntualizzazioni che seguono;
3) Io non mi aspetto nulla, nè dagli amici né dai nemici, nè ora né mai, semplicemente perché credo ancora negli art. 97 e 98 della Costituzione, per cui sono sempre stato e tutt’oggi mi sento “ad esclusivo servizio della Nazione” e non servo di questa o quella parte politica, contrariamente a quanto invece va ora di moda (ma pare una moda al tramonto, anche grazie a Brunetta, forse) di scegliersi i dirigenti politicamente targati, anzi “DOC”: ma visto che afferma ed ama ripetere che non ha amici o nemici allora viene naturale domandarsi come abbia potuto, tra migliaia di professionisti sparsi per l’Italia, con migliaia di Comuni, Provincie e Regioni, Enti, Ministeri etc., scegliere proprio l’ing. De Crescenzo da Caserta… a caso? o dal curriculum vitae?
E visto che giustamente ha a cuore l’efficienza del Comune mi sono chiesto, come altri, perché questo professionista catapultato qui da Caserta sarebbe più efficiente di me che da quasi 19 anni sono dipendente di ruolo del Comune di Todi, assunto per concorso pubblico per titoli ed esami come Ingegnere Capo Responsabile del Settore Tecnico Comunale?
Perché ho avuto in passato alcuni provvedimenti disciplinari? C’entrano con l’efficienza? Meno male… difficile da capire, ma su questo torneremo tra un attimo; inoltre credo sia abbastanza naturale domandarsi come mai nonostante questi (provvedimenti) ho mantenuto lo status di Capo Servizio per quasi 9 mesi dopo il suo insediamento: allora non contavano?; ed anche come si è potuto ritenere legittimo una revoca assolutamente immotivata, anzi neanche una revoca (procedimento che almeno richiede alcune elementari garanzie) ma una decadenza di fatto: io sono tutt’ora un Funzionario, perché sono un D3 giuridico ex 8° livello, lo sono fin dalla assunzione, e sono anche, in quanto tale, un apicale, perché in questo Comune la dirigenza NON ESISTE (è stata formalmente soppressa!), per cui HO DIRITTO di svolgere il lavoro per cui sono stato assunto, a norma dell’art. 52 del D. Lgs. 165/2001, e MI SPETTA la Posizione Organizzativa a norma dell’art. 15 del vigente CCNL (qua e la ho letto negli atti “visto l’art. 15 del CCNL…”: ma è stato visto bene? Nutro serissimi dubbi, disse una volta un amico, posizione che non mi può essere tolta “a sentimento”, “a simpatia”, né dagli amici nè dai nemici…
Ed infine, poiché sempre l’efficienza e l’efficacia dovrebbero accompagnarsi con l’economicità, mi sono chiesto come mai per me erano troppi 3.5000 euro/anno lordi ed è stato ritenuto giusto togliermene 13.000 dall’oggi al domani (con moglie e 3 figli non proprio un favore… ma per l’efficienza!), per poi dare 84.000 euro/anno all’ing. De Crescenzo: già, i paragoni andrebbero fatti tra situazioni OMOGENEE, e se il Comune di Todi ha complessivamente ridotto le spese per il personale perche "x" dipendenti sono stati pensionati, RESTA UN FATTO che per il Responsabile dell’Ufficio Tecnico spendeva prima € 35.0000 e spende ora € 106.000 (84.000 per il nuovo Responsabile + € 22.0000 per me, dal momento che ancora non è prevista la soppressione fisica…). Non mi servono gli amici, mi basta la Legge. E la Verità.
4) Sui provvedimenti disciplinari… poche asettiche considerazioni, sforzandomi di dominare i sentimenti che prepotentemente premono sulla bocca dello stomaco.
Prima di tutto, ancora una volta la norma: l’art. 24 c. 8 del CCNL 06.06.95 (in vigore) testualmente recita “Non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loro applicazione”. AD ALCUN EFFETTO!
Ma ci vogliamo far viaggiare i treni con questi provvedimenti disciplinari? Cosa si pretenderebbe di giustificare? Il dimensionamento? Ma poi di che parliamo? Parliamo di 5-6 procedimenti che la precedente Amministrazione ha ritenuto di irrogare, 6 ANNI FA, non certo per inefficienza e tantomeno per incapacità, CHE SONO TUTTI IMPUGNATI di fronte al Tribunale di Perugia, in merito ai quali non vi è stato ancora alcun pronunciamento. ALLORA? Di questo la Amministrazione Comunale si fa forte? Complimenti… E’ questo il garantismo che la contraddistingue? Ma gli “ammiccamenti” di ieri, le false solidarietà di molti dei suoi odierni componenti e sostenitori le ha dimenticate o non le conosce?
Mi lasci dire sig. Sindaco, che questo riferimento ai provvedimenti disciplinari davvero non Le fa onore, specialmente nel momento in cui ha tutti i caratteri della diffamazione. Secondo me, poi faccia quello che crede, ma almeno, per cortesia, se vuole mettere in piazza (estremamente scorretto!) vicende del tutto personali, di cui non mi vanto MA NEMMENO MI VERGOGNO, certo come sono di ottenere giustizia prima o poi, spero mi voglia consentire il diritto di precisare.
Ribadito che l’origine della vicenda è stata del tutto casuale, spero che dopo queste precisazioni non vi siano ulteriori strascichi: per quanto mi riguarda non desidero altro che chiuderla quanto prima, perché non amo essere strumento di nessuno.
Ognuno faccia la sua parte, quella politica non è la mia, però l’onore lasciamolo stare.
Andrea Del Monaco – dipendente del Comune di Todi


26 agosto 2008
Le affissioni sulle campane dei rifiuti proprio non vanno

Affissioni selvagge: le abbiamo viste già un anno fa in campagna elettorale con adesivi e manifesti attaccati un po’ dappertutto, ben oltre le plance appositamente predisposte. Evidentemente a simili, incivili modi di farsi pubblicità devono essersi ispirati anche gli autori dell’affissione selvaggia, credo compiuta nella notte fra sabato e domenica, attuata a Todi ai danni di gran parte delle campane utilizzate per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Decine e decine di volantini del formato A4 sono stati attaccati con la colla sulle pareti esterne delle suddette campane. Con precisione trattasi di due diversi volantini: l’uno annuncia per settembre l’apertura di una palestra a Grutti, l’altro reclamizza l’organizzazione di corsi di karate sempre a Grutti e a Massa Martana. Entrambi i volantini sono comunque riconducibili a una stessa committenza in quanto anche il volantino sui corsi di karate riporta il logo della palestra prossima all’apertura.
E’ possibile imbrattare così, per di più firmandosi, dei beni di proprietà pubblica utilizzati per un servizio pubblico quale la raccolta dei rifiuti? Non potevano accontentarsi i gestori di questa palestra e gli organizzatori dei corsi karate del classico volantinaggio sui vetri delle auto in sosta?
Quello compiuto mi pare proprio un illecito che debba essere sanzionato dalla Polizia Municipale di Todi con una multa salata e con l’obbligo a ripulire quanto imbrattato. Quanto poi all’iscrizione alla palestra, la mia se la possono sicuramente scordare!
Massimo Rocchi Bilancini

25 agosto 2008
Saluti e apprezzamenti dagli Stati Uniti

Volevo portare alla redazione un mio personale saluto da Chicago… Vengo da una settimana trascorsa a New York ed ora sono per cinque giorni a Chicago.
Sono costantemente informato sugli eventi del territorio e dell’Umbria tramite TamTam online che rimane un valido ed insostituibile punto di riferimento per le notizie quotidiane dell’Umbria.
Grazie, molte grazie.
Lettera Firmata

24 agosto 2008
Riflessioni intorno all’Olimpiade, su Cina e Tibet

Quando il dolore e le sofferenze delle immagini superano l’inganno del più astuto componimento politico, quello è il momento di fare i conti con la realtà, quella più vicina alla verità, perché rivendica una giustizia che non può essere denudata dei principi fondamentali quali pari opportunità e pari dignità, nei riguardi dell’uomo e della stessa umanità.
Nel mondo ci sono ingiustizie e tormenti istituzionalizzati, dimenticanze studiate a tavolino, una degnazione colpevole al punto da apparire normalità, accettabilità, consuetudine.
Eppure di fronte alle sequenze che ci vengono mosse contro, non è possibile fare spallucce.
Un paese enorme la Cina, invadente e invasivo, per la sua potenza economica e militare, per la sua politica unidimensionale che non arretra neppure al bisogno di se stessa in difficoltà.
La Cina e il Tibet, sembra la favola del gigante e la bambina, ma non si tratta di filmografia né di letteratura, è la scena di una violenza ideologica, è aggressione che non conosce ritardo, a scapito di diritti non meglio definiti, e quando questi non sono del tutto condivisi, diventano motivo di contrasto, al punto da annientare popoli e religioni, la stessa capacità di organizzare il convivere umano.
Business e olimpiadi, censura e ciurma che arresta, tortura, uccide, in nome dell’ordine e dello Stato sovrano, di quanti non rispettano le minoranze destinate all’estinzione.
Il Tibet è lì, in tutta la sua pena, perduto e piagato, all’angolo delle coscienze, con il suo dolore e il suo sangue a rivendicarne la storia, calpestata dalla sordità di chi non sa accoglierne i segni della pace e dell’amore.
Olimpiadi e scelta personale di partecipare, obiettare, rinunciare, condizione del cuore, delle gambe, della testa, dei richiami alla fratellanza allargata, delle eguaglianze, delle mani che stringono altre mani.
Olimpiadi e Tibet in fuorigioco, invisibile testimone del bene e del male che fanno la differenza, debbono esser differenza, per tentare di spiegare le dinamiche, evidenti e mal riposte, che producono violenze inenarrabili, parole e gesti investiti malamente per generare altro male.
Olimpiadi e desiderio di competere, gareggiare, primeggiare, voglia di non esserci alla cerimonia di apertura dei giochi, voglia di dire la mia, di dissentire, voglia di esserci e dare il mio contributo per amore della pace, proprio nel momento in cui si sta consumando un martirio.
Quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che gli uomini intelligenti prendano in mano la propria coscienza e spunto dai propri sbagli per costruire un modo più efficace di funzionare in futuro.
Queste Olimpiadi dovrebbero indurre gli uomini a essere meno arroganti, a percepire il fremito degli atleti che daranno il massimo per vincere non solo una medaglia, non solo un applauso, questi giochi stellari non saranno terreno fertile né facile per chi non si mostra capace di riflessione, riempiendo stoltamente il proprio vivere degli stessi errori ripetuti all’infinito.
Vincenzo Andraous


24 agosto 2008
Tracchegiani: proposte per la selvaggina stanziale

Per ciò che riguarda la selvaggina stanziale, abbiamo sempre sostenuto la validità del concetto di “caccia programmata”, introdotto dall’art. 14 della legge 157/92. Il presupposto della “caccia programmata” è costituito da due distinte azioni: per primo l’immissione nelle zone di caccia di selvaggina sotto forma di ripopolamento, per secondo il prelievo durante la stagione venatoria.
E’ prassi costante che per rimpinguare i territori si usi selvaggina catturata presso le zone di ripopolamento e cattura, o si proceda all’acquisto dei capi necessari presso i singoli allevamenti. Nel tempo tali procedere hanno dato luogo a vari inconvenienti: primo fra tutti l’alto tasso di mortalità di alcune specie a causa del loro scarso valore autoctono.
E’ evidente che questo fenomeno incide pesantemente sull’aspetto finanziario che fa capo alle Amministrazioni Provinciali. Su tale terreno occorre quindi muoversi al più presto, attraverso l’attuazione di una legge regionale specifica, che preveda la possibilità del prelievo di selvaggina, a scopo di ripopolamento, anche all’interno delle aree protette regionali, così come avviene in altre regioni italiane. Il provvedimento legislativo dovrà interessare tutte le azioni necessarie per incentivare l’insediamento di allevamenti di selvaggina, per così dire DOC, relativa al ripristino dei “ceppi originari” della starna italica.
Sull’argomento, in ogni caso, presenteremo al più presto un apposito disegno di legge al Consiglio Regionale dell’Umbria, che ricomprenderà anche ulteriori aspetti operativi, finalizzati a raggiungere e conservare l’equilibrio faunistico ed ambientale nelle aree protette, di cui alla legge regionale 3 marzo 1995, n. 9.
Le linee portanti del disegno di legge, in avanzata fase di strutturazione, riguarderanno in particolare la previsione di poter effettuare nelle Aree Protette gli abbattimenti selettivi e le catture di selvaggina. Le caratteristiche di tali interventi,saranno principalmente mirate a contenere i danni alle colture agricole ed alla copertura forestale.
Un adeguato monitoraggio consentirà di portare la zoocenosi al maggior grado qualitativo ai fini dell’ottenimento di peculiari qualità specifiche dell’ecosistema protetto. Gli organi di gestione dei Consorzi obbligatori per la gestione delle aree protette, si faranno carico dei singoli piani di cattura, che dovranno essere valutati da organismi scientifici a ciò abilitati. Il disegno di legge, darà inoltre specifiche indicazioni alle norme per gli abbattimenti di selvaggina in soprannumero e delle procedure per la reintroduzione di specie in sofferenza. Le catture saranno effettuate a cura del Consorzio gestore dell’area, ed avranno un ristorno economico da parte delle due Provincie.
La nostra proposta prevederà, inoltre, la possibilità che in determinate e circoscritte aree delle zone protette,possano effettuarsi delle gare cinofile o forme di addestramento di cani da ferma, mediante l’’utilizzo di limitate e particolari specie di selvaggina.
Le gare cinofile e l’addestramento degli ausiliari dei cacciatori, oltre a rappresentare per i Consorzi un risorsa finanziaria aggiuntiva, costituirà un valido ausilio ai fini del monitoraggio della fauna selvatica presente.
In conclusione, dobbiamo dire, che ci accingiamo ad assumere questa iniziativa, per il fatto che la normativa regionale vigente non prevede al riguardo nessuna misura. Le aree interessate saranno quelle del MONTE SUBASIO, MONTE CUCCO, LAGO TRASIMENO, PARCO FLUVIALE DEL TEVERE E DEL NERA, MONTE PEGLIA E SELVA DI MEANA, COLFIORITO.
Aldo Tracchegiani – consigliere regionale

23 agosto 2008
Pennellate polemiche sulla riverniciatura dei portoni del teatro di Todi

L’alzata di scudi sul fatto che alcuni amministratori della maggioranza abbiano preso pennello e vernice per dare un aspetto accettabile dei portoni del Teatro comunale, è l’ultima sparata di lor signori. Il Paolo Ferracchiati, oltre a farci delle fotografie non autorizzate e quindi lesive della privay, ci raccontano che sia andato in escandescenze ed abbia telefonato a mezza Umbria per sapere se poteva agire penalmente contro gli amministratori-pittori. Se invece di fare su e giù davanti al Teatro, borbottando e scattando foto, si fosse fermato ed avesse chiesto un pennello, non si sarebbe incavolato, avrebbe colto la sua parte di apprezzamento dei cittadini che passavano ed avrebbe così vissuto con noi un momento goliardico, ma sicuramente teso agli interessi cittadini. Non tanto per confutare il documento del consigliere Alvi, che risulta vuoto di contenuti seri e quei pochi appaiono contraddittori rispetto all’operato della precedente Amministrazione in merito ai portoni in questione, ma certe osservazioni su quanto afferma vanno fatte.
Lui dice: Il restauro di beni storici quali sono i portoni del Teatro, che devono doverosamente essere sottoposti a manutenzioni periodiche…
Dico io: E ce lo dici? E’ un’ammissione di colpa, dato che per decenni, questa elementare manutenzione, non l’avete fatta, lasciando che i portoni si riducessero in quella pessima condizione in cui versavano: screpolati, sporchi e con spaccature vistosissime.” Ed eri anche assessore alla cultura?
Lui dice: Il restauro richiede una professionalità ed un esperienza che può essere posseduta solo da chi è esperto del settore, tanto che, in passato, quel lavoro è stato sempre svolto dai capacissimi dipendenti comunali a ciò adibiti, con il consiglio e la supervisione di valenti ebanisti presenti a Todi.
Io dico: Non è stato effettuato alcun restauro ma abbiamo semplice scartavetrato i portoni per togliere le “coppole” della vecchia vernice che si distaccavano. Dopodiché li abbiamo tinteggiati con una vernice ad acqua (operazione consigliata da “valenti ebanisti tuderti"). Tale operazione ha reso “guardabili” i portoni che voi avete trascurato ed i “valenti ebanisti” di Todi che ci hanno consigliato il da farsi, hanno assicurato che l’intervento non è compromessivo per un futuro restauro.
Lui dice: Il fatto che questa operazione sia stata messa in atto da persone non addette ai lavori, in quanto amministratori e non tecnici, non vorrei dipendesse dal fatto che qualcuno sia stato preso dalla passione per il bricolage, se cosi fosse, sarebbe più opportuno, all’occorrenza, restaurare il portone di casa propria!
Io dico: Usare un pezzo di carta vetrata ed un pennello non credo che renda dei dipendenti capacissimi operai e nemmeno noi ci sentiamo tali. Non ci vuole una specializzazione per fare su è giù con un pennello intriso di tinta per poi incrociare la pennellate. I portoni del Teatro Comunale sono infatti portoni di casa nostra (mia e tua) solo che tu li hai trascurati e resi malridotti ed io ho invece cercato di non far cessare la brutta figura rispetto a chi visita la nostra città, ridando all’ingresso di casa nostra un’accettabile immagine. L’ironia sul bricolage da il segno della pochezza con la quale affrontate il ruolo di opposizione, così come avete svolto quello amministrativo diretto.
Lui dice: A dire il vero questa mi sembra più che altro una goliardata, neppure tanto originale…
Io dico: Se hai cercato di ridicolizzarci, io di contro sono convinto che la figura del “peracottaro” l’hai fatta tu e Ferracchiati che vi siete buttati a pesce su di una vicenda che a noi appare normale e che sicuramente ripeteremo in altre occasioni qualora se ne presentasse la necessità. Certo è che vi infastidisce il messaggio che abbiamo lanciato ai cittadini che il patrimonio pubblico debba essere salvaguardato e che l’amministratore può e deve apparire non come colui che si fa i cavolacci suoi e del proprio partito, ma uno che ama veramente la propria città e per il suo bene è pronto a rimboccarsi le maniche.
Lui dice: …mi fa tornare in mente anche immagini di un passato che pensavo ormai relegato in un determinato periodo storico ossia, per intenderci, quello delle tristi e demagogiche battaglie del grano.
Io dico: Questa ultima “pennellata” te la potevi risparmiare, per la risibilità di un accostamento tra periodi storici diversi, azioni diverse, uomini diversi. Potevi risparmiarti la solita tiritera ideologica e strumentale. Mi dai comunque l’occasione per dire che, personalmente, mi sento umilmente onorato per questa allusione, scritta, magari, pensando di farci chissà quale torto. Erano, checché ne pensi tu tempi molto migliori di questi costruiti da politici come te. Il fatto è che voi, attenti ed occupati a ben altre faccende, non avete mai posseduto la fantasia, l’allegria e la voglia di amare Todi, così come la sentiamo noi e questo vi rode.
Mario Epifani – consigliere comunale


22 agosto 2008
Verniciatura dei portoni del teatro: una triste e demagogica goliardata!

In merito all’intervento del Pdl di Todi a proposito dell’opera di manutenzione (tinteggiatura) degli storici portoni del Teatro Comunale da parte di due assessori e di un consigliere dell’attuale maggioranza, mi sembra che sia stata effettuata la classica escusatio non petita condita dal solito astio nei confronti di chi esprime legittime critiche, che a dire il vero, forse per lo stupore destato del fatto, nessuno ancora aveva avanzato.
A questo punto l’intervento mi obbliga ad intervenire non solo come consigliere ma anche per il ruolo di assessore alla cultura ricoperto in passato e per il particolare affetto che nutro da cittadino doc di Todi nei confronti del Teatro Comunale.
Il restauro di beni storici quali sono i portoni del Teatro, che devono doverosamente essere sottoposti a manutenzioni periodiche, richiede una professionalità ed un esperienza che può essere posseduta solo da chi è esperto del settore, tanto che, in passato, quel lavoro è stato sempre svolto dai capacissimi dipendenti comunali a ciò adibiti, con il consiglio e la supervisione di valenti ebanisti presenti a Todi.
Il fatto che questa operazione sia stata messa in atto da persone non addette ai lavori, in quanto amministratori e non tecnici, non vorrei dipendesse dal fatto che qualcuno sia stato preso dalla passione per il bricolage, se cosi fosse, sarebbe più opportuno, all’occorrenza, restaurare il portone di casa propria!!!
Senza voler poi entrare nelle problematiche della sicurezza sul lavoro per chi lo esegue, ne’ in quello che rischierebbe l’Ente Comune in caso di infortuni o danni all’opera oggetto dell’intervento, ho sempre pensato che il ruolo dell’amministratore fosse quello di proporre progetti ed obbiettivi da raggiungere per la città, di dare indicazioni al fine di trovare i mezzi per realizzarli e di verificare che vengano portati a termine dai tecnici che operano all’ interno della macchina comunale.
Sarebbe molto più costruttivo da parte di un amministratore sensibilizzare i cittadini, con particolare riguardo ai più giovani, circa l’importanza del rispetto dei beni della città al fine di evitare che vengano danneggiati o imbrattati con scritte di vario tipo.
A dire il vero questa mi sembra più che altro una goliardata, neppure tanto originale al tempo di Presidenti operai, spazzini e quant’altro, la quale mi fa tornare in mente anche immagini di un passato che pensavo ormai relegato in un determinato periodo storico ossia, per intenderci, quello delle tristi e demagogiche battaglie del grano.
Fabrizio Maria Alvi – consigliere comunale del Movimento Repubblicani Europei


22 agosto 2008
Internet veloce: Comune e Regione rimborsino le spese di Ariadsl

Chiedo la pubblicazione di questa lettera, inviata oltre un mese fa al Comune di San Venanzo e alla Regione dell’Umbria, e rispetto alla quale non si è ricevuta alcuna risposta.
La frazione di Ospedaletto risulta fortemente penalizzata nella fruizione di servizi e facilitazioni altrimenti a disposizione di tutte le altre frazioni del comune di San Venanzo. Questo comporta da tempo un progressivo spopolamento di questo centro.
Internet rappresenta, soprattutto per i più giovani abitanti di Ospedaletto, ma non solo, un modo valido per poter supplire alla mancanza di molti servizi. Basti pensare solo alla possibilità di comunicare velocemente, effettuare ricerche e operazioni bancarie, concludere contratti, effettuare acquisti, accedere a biblioteche, etc. senza dover lasciare il paese.
Ad Ospedaletto purtroppo non è possibile accedere ad internet con la tecnologia ADSL ma solo con un dispositivo modem. Questo limita fortemente la fruibilità di internet in questa frazione, implica un notevole dispendio di tempo e rende di difficile realizzazione anche le operazioni più elementari quali l’invio di allegati tramite email.
Un numero importante di cittadini che abitano ad Ospedaletto hanno sottoscritto una petizione indirizzata all’azienda di competenza, Telecom Italia S.p.A., con la richiesta di effettuare i lavori necessari per rendere possibile l’attivazione della ADSL anche nella loro frazione.
Purtroppo la suddetta azienda ha dichiarato ufficialmente di non essere interessata ad effettuare i lavori necessari.
Nel frattempo un’azienda umbra, ARIADSL S.p.A., rende al momento possibile, tramite radiofrequenze, il collegamento a internet ad alta velocità anche nelle aree non raggiunte dall’ADSL via cavo telefonico.
Venerdì 11 luglio 2008 il nutrito gruppo di cittadini di Ospedaletto ne corso di un’assemblea presso l’Associazione Amici del Monte Peglia ha convocato un dirigente di ARIADSL, il quale ha spiegato le modalità di accesso al servizio e le condizioni contrattuali generali di ARIADSL.
Da questo incontro è risultato che l’accesso ad internet ad alta velocità è possibile tramite questa tecnologia alternativa anche nella frazione di Ospedaletto, ma ogni cittadino interessato dovrà fare fronte ai seguenti costi:
Acquisto della parabola e dell’adattatore analogico (192,00 € + 66,00 €), installazione (72,00 €).
A nome e nell’interesse degli abitanti di Ospedaletto, visto che in tutto il comune di San Venanzo soltanto Ospedaletto risulta penalizzato nella fruizione di internet ad alta velocità, chiedo che tutti i cittadini interessati ai servizi di ARIADSL, previa presentazione di certificazione di avvenuta installazione, vengano risarciti, anche parzialmente, delle suddette spese.
Il risarcimento con fondi da parte del Comune e della Regione Umbria sarebbe una dimostrazione concreta dell’interesse di questi enti pubblici a far regredire lo spopolamento e a rendere più attraenti le condizioni di vita dei piccoli centri montani.
Luciana Gonnellini

22 agosto 2008
Un "decoratore vigile" contro l’inquinamento del centro storico di Todi

Già che devono giustamente fare un cartello per vietare il parcheggio nell’area verde a Pontenaia (vedi lettera più sotto, ndr), non sarebbe possibile metterne uno bello grande anche in Piazza del Popolo a Todi? Se mancano i vigili urbani notturni, non si può trovare un "decoratore vigile volontario notturno" per il parcheggio selvaggio in piazza?
Lo sanno gli amministratori della città che l’inquinamento da monossido di carbonio (il fumo delle auto) é uno dei maggiori fattori di degrado dei monumenti e la rapidità con cui i monumenti puliti e restaurati tornano ad annerirsi dà la misura della gravità di questo fenomeno?
E di soldi ne sono stati spesi a valanghe per ripulire i monumenti della piazza, lì non basterà riverniciare! Per mantenere la città, ci sono priorità, ci vuole un grande cervello, non un grande pennello.
Per non parlare della salute delle persone, ma quello oramai è un discorso noioso…
Carlo Zoccoli

21 agosto 2008
Todi: gli amministratori riverniciano le porte del teatro

Nella giornata di martedì 19 agosto, molti tuderti che frequentano il centro storico di Todi, hanno potuto, con curiosità e sorpresa, assistere alla scena che vedeva un piccolo gruppo di operai, alle prese con la manutenzione e la tinteggiatura delle 5 grandi porte in legno del Teatro Comunale. Nulla di strano se ad essere affaccendati nel lavoro di manutenzione non fossero stati gli assessori Antonio Serafini ed Ugo Todini e il consigliere comunale Mario Epifani, recentemente delegato dal Sindaco Antoniono Ruggiano al “decoro del centro storico”.
I tre amministratori con il loro gesto hanno inteso mandare un duplice positivo messaggio a tutti i cittadini.
In primo luogo si è voluto comunicare l’importanza della crescita di una cultura civica che vede il patrimonio pubblico come un bene che ogni singolo abitante del comune deve sentire come proprio contribuendo, attraverso un uso corretto e responsabile, alla sua tutela e conservazione.
Il secondo messaggio, altrettanto significativo, è che l’essere amministratori di una piccola/grande realtà come il Comune come Todi, significa, saper volare alto dal punto di vista progettuale, ma al tempo stesso sapersi umilmente mettersi in dialogo con la città e con le sue esigenze quotidiane, senza paura di rimboccarsi le maniche.
Dai divertiti e anche sorpresi commenti dei passanti, siamo certi che i cittadini abbiamo apprezzato il gesto comprendendone il reale significato al di là delle scontate e sterili critiche dei “soliti noti” che, siamo sicuri, non tarderanno ad arrivare.
Popolo delle libertà Todi


21 agosto 2008
A proposito del vivere in carcere

Ricordo le parole di un grande Magistrato: “Il discorso sulla sicurezza è diventato un’ossessione, ma non bisogna aspettarsi la soluzione dei problemi da un maggior numero di caserme (io aggiungerei di carceri), e sebbene sia giusta e congrua l’azione delle Forze dell’ordine, non dovremmo mai perdere di vista l’essere umano, la fragilità della vita umana".
Quando penso al carcere, mi viene in mente quel nobile russo dell’era zarista a nome Oblomov, di cui mi ha raccontato don Franco Tassone della comunità "Casa del Giovane": era una brava persona, non fece mai male ad alcuno, tanto meno lo si sentì mai lamentarsi. Semplicemente, non faceva nulla, sopravviveva a se stesso, nel più totale disconoscimento del fare, così tutto ciò che gli apparteneva decadeva per usura del tempo e nell’introvabilità di una scelta.
Questo immobilismo è oggi denominato come la patologia dell’ oblomovismo.
Oblomov aveva un sacco di progetti, di architetture mentali, ma morì senza avere costruito nulla, lasciando ai posteri ruderi e miserie.
Sicurezza non è un ramo staccato dal vivere civile.
Sicurezza sta a significare il coraggio con cui affrontare l’insicurezza, che è anche e soprattutto solitudine e mancanza di relazioni umane.
Sicurezza non può essere lo strumento con cui chiedere alla giustizia penale di risanare ogni contraddizione.
Infatti per chi varca la soglia di un carcere, la pena avrà un termine, quella persona uscirà, ma tutto quello che viene prima e deve venire dopo, deve riguardare un intervento che coinvolga l’intera società.
Le scelte di politica criminale non possono essere dissociate da precise politiche sociali. Se ciò non è, allora equivale ad ammettere, per tecnici del diritto ed editorialisti di fama, che reprimere e rinchiudere conviene assai di più che recuperare, rieducare, risocializzare.
Conviene, perché costa meno in termini finanziari, costa meno in risorse umane specializzate, costa meno in termini di ideali cristiani e democratici.
Infine, comporta meno rischi da correre, è inevitabile che sia così.
Eppure la storia è vita, e la vita non è uno slogan elettorale, ci rammenta cosa eravamo, chi siamo, e cosa vorremmo essere.
Un carcere a misura di uomo significa concedere la possibilità di rivedere con occhi e sguardi nuovi ciò che è stato, e soprattutto di intendere il proprio riscatto e riparazione, non come l’assunzione di un servizio statuale, che come tale rimane uno scarabocchio sulla carta, ma dovrà essere inteso come una vera e propria conquista di coscienza.
Rieducare non deve essere un traguardo per pochi privilegiati, ma una realtà costante, alimentata dalla capacità di mediare i principi del vivere civile alla quotidianità.
Ritengo non più dilazionabile l’urgenza di coniugare in modo autentico teoria e prassi, sicurezza e risocializzazione, in quanto entrambe le istanze sono elementi costitutivi della nostra collettività.
Forse, oltre la condivisione dei principi morali, i quali sono logicamente immutabili, sarebbe più consono e umano condividere le modalità e le sfumature, che invece purtroppo cambiano sovente.
Vincenzo Andraous


20 agosto 2008

Nell’area verde di Pontenaia non venga consentito il parcheggio

L’area verde che è stata realizzata a Pontenaia di Todi (tra la pista di atletica e la piscina) e che dovrebbe essere utilizzata per passeggiare, correre, mangiare un panino e bere una bibita (magari buttando nei cestini cartacce e bottiglie, cosa che non tutti fanno) viene anche usata, da qualche fruitore della stessa, per parcheggiare la propria automobile.
Forse sarebbe il caso di adoperare l’adiacente e spazioso parcheggio esistente, lasciando così l’area verde veramente “verde”.
Scrivo per chiedere all’assessore competente, o a chi ha autorità in merito, se è possibile apporre, nell’unico ingresso carrabile della citata area, un segnale per il “divieto di accesso e parcheggio” autovetture. L’area verde ringrazia
Roberto Giovenali

20 agosto 2008
La Regione dell’Umbria dica dove finiranno le scorie dei cancrovalorizzatori!

Approvazione delle linee generali del piano dei rifiuti da parte del Consiglio Regionale Umbro. Si tratta del famoso piano dei rifiuti che prevede la chiusura del ciclo con l’incenerimento.
Si diceva tra l´altro che sarebbe aumentata la raccolta differenziata al 75% (ad oggi a un misero 19%!), ma sappiamo bene che sul piano non ci sono le indicazioni di come verrà realizzata (tra l´altro a Perugia ci sono quartieri dove non esistono nemmeno i secchioni per la plastica, vetro, umido…), mentre il piano non prevede nessun impianto biologico per il trattamento dei rifiuti a freddo, bensì l´ampliamento delle discariche e l’incenerimento (anche nei cementifici)!
Vogliamo sapere dove finiranno le scorie e le ceneri (rifiuti tossici speciali) dei vari cancrovalorizatori. Bruciare non significa fare scomparire!
Ebbene il Consiglio Regionale ha approvato con la maggioranza, compreso il voto dei Verdi e Rifondazione, senza consultare minimamente le popolazioni direttamente interessate.
Proprio quando al congresso di Rifondazione vince la cosiddetta linea Ferrero, quella delle scelte popolari e del "mai più senza i movimenti"!
Come si pretende di stare con il popolo se si fanno scelte così antipopolari da compromettere la salute dei cittadini, solo per favorire imprenditori, costruttori e qualcun altro ma non di sicuro la popolazione umbra!
Ma non è bastata la rapida morte per tumore dell’operaio dell´inceneritore di Terni, ora sotto sequestro?
Ma il sindaco della citta di Terni non è responsabile della salute dei suoi concittadini?
Per tutta risposta diffonderemo la "consultazione popolare per scegliere dove insediare il nuovo inceneritore". Siamo proprio curiosi di vedere quanti vorranno vivere su un posto dove l’aria che si respira è piena di veleni.
FORUM UMBRO DEI MOVIMENTI IN LOTTA PER I BENI COMUNI

19 agosto 2008
Luci pubbliche spente: l’Enel e non l’assessore chieda scusa

Credo sia lodevole la precisazione dell’assessore del Comune di Todi Antonio Serafini circa i black out della pubblica illuminazione nel tuderte. Ho impiegato un po’ per riprendermi dallo shock dopo aver letto le pubbliche scuse alla cittadinanza. Fatto unico, da parte di un pubblico amministratore, a Todi e, credo, nel resto dell’Italia.
Detto ciò mi chiedo se (come per i privati cittadini) i Comuni possano consorziarsi in una class action contro ENEL. Se intervenisse l’ANCI, sarebbe ancora meglio (non solo gettoni di presenza e spartizione politica ma azioni vere nell’interesse della popolazione).
Non sono esperto di leggi ma credo che l’interruzione di pubblico servizio si possa ipotizzare (se poi il cambio dei contatori comporta un peggioramento del servizio con un aggravio dei costi, c’è di peggio…), così come l’attentato alla sicurezza dei trasporti (!).
Visto poi, come riferisce l’assessore, che ENEL se ne frega di rispondere, perchè non cambiare gestore (se possibile per la pubblica illuminazione)?
Ribadendo il mio plauso all’opera di trasparenza amministrativa intrapresa dall’assessore Serafini, ringrazio.
Francesco Menghini

19 agosto 2008
Anche a Todi black out all’illuminazione per colpa dell’Enel

Prendo spunto dalla lettera del sindaco di Giano dell’Umbria, Paolo Morbidoni (pubblicata più in basso, ndr) per esprimergli vera e sincera solidarietà nei riguardi della situazione dei black out legati alla installazione dei nuovi contatori di linea (che rispetto ai preesistenti non tollerano superi di potenza assorbita).
La stessa identica situazione si è presentata in 16 linee di pubblica illuminazione disseminate variamente nel territorio di Todi, le quali, senza alcun preavviso da parte dell’ente distributore, sono state dotate dei nuovi apparecchi andando sistematicamente in tilt.
Per nostra fortuna si è rivelato provvidenziale il prontissimo intervento da parte degli operai comunali Eraldo Santini ed Emanuele Alberti (addetti alla pubblica illuminazione) che hanno lavorato alacremente per ripristinare anche parzialmente le predette linee ed a fornire a tempo record i dati relativi agli aumenti da effettuare.
Nonostante la celerità da parte degli uffici comunali l’ente distributore, col quale tra l’altro è sempre più difficile parlare se non lo si voglia fare con un disco pre-registrato, ci ha fatto sudare le classiche sette camicie sia per fornire i preventivi di spesa relativi agli oneri suppletivi da liquidare (tra l’altro mancano ancora due linee l’appello… e questo a distanza di quasi sei mesi) che per erogare le nuove potenze sufficienti alla riattivazione ex ante delle linee.
Personalmente mi scuso coi cittadini che hanno dovuto subire (e che ancora stanno subendo) il disagio che non dipende assolutamente dalle volontà e/o dalla lentezza della macchina comunale, bensì da un sistema ed un servizio alla clientela adottato dall’ente distributore che lascia molto a desiderare.
Antonio Serafini – Assessore Lavori Pubblici del Comune di Todi

18 agosto 2008
Cappuccini: le rotatorie finalmente… forse!

Dopo anni di continue delusioni, finalmente un primo segnale positivo che potrebbe riaccendere quella speranza che credevamo ormai perduta.
La notizia che la Provincia ha promosso il progetto preliminare per la realizzazione delle rotatorie di Cappuccini di Todi, presentato dai nostri Tecnici e Amministratori comunali, dopo le note esternazioni che non lasciavano presagire niente di buono, non può che riempirci di gioia e spingerci a rivolgere agli autori un doveroso plauso.
E’ un primo passo sicuramente importante sul piano formale, ma non è ancora il dato definitivo che può liberare il grido di vittoria, dal momento che ci sono ancora alcuni ostacoli da superare.
Infatti, come ebbi a dire in precedenza, la rotatoria prevista dal progetto all’altezza del distributore Esso, presenta , per come è stata ideata, considerevoli difficoltà sia pratiche che burocratiche in riferimento agli espropri da eseguire necessariamente, oltre agli elementi tecnici veri e propri.
Per questo mi ero permesso di suggerire lo sdoppiamento dell’intervento in maniera tale che l’uno non influenzi la fattibilità dell’altro e per l’altro intendo la rotatoria in corrispondenza dell’innesto di Via 1° Maggio con la Tiberina, molto più semplice da realizzare sotto ogni aspetto e senz’altro più urgente, anche perché per l’incrocio difronte alla Esso, potrebbero esistere soluzioni alternative, seppur provvisorie e meno impegnative, sotto l’aspetto sia procedurale che economico.
Sono certo che tale accorgimento non sarà sfuggito ai nostri responsabili e che useranno tutte le accortezze del caso in sede procedurale, per scongiurare tale eventualità, a mio parere non del tutto remota e arrivare finalmente quanto prima ad una concreta soluzione, ne hanno veramente bisogno i cittadini e la sicurezza del traffico nel nodo più importante della città. Per quanto mi riguarda, sarà il coronamento di un sogno, dopo tanti anni di insistenze personali; rimandiamo “l’evviva” a tempo debito, solo per una doverosa cautela.
Elio Andreucci

18 agosto 2008
Illuminazione pubblica: il sindaco di Giano scrive all’Enel

Duole constatare che malgrado i numerosi solleciti telefonici non sono ancora pervenuti (ad eccezione di uno) i preventivi relativi alle richieste di aumenti di potenza relativi ad alcuni tratti di illuminazione pubblica in varie località del comune di Giano dell’Umbria.
Rammento che tale situazione si è determinata a causa dell’inusuale procedura di istallazione dei nuovi contatori elettronici effettuata dalla vostra Società, avvenuta senza preavviso, che ha determinato in diverse zone del comune improvvisi black out e disagi per i cittadini, nonchè costi per il Comune a causa dei numerosi interventi di ripristino.
Non bastando questa situazione di disagio, ora assistiamo ad un ritardo inaccettabile nel dare corso alla procedura di aumento di potenza dei contatori, avendo il Comune effettuato la richiesta nel mese di aprile.
Ciò determina il protrarsi di situazioni di pericolo per la pubblica incolumità causate dalla presenza di tratti di vie urbane rimaste parzialmente al buio. E’ evidente che in caso di problemi che si dovessero determinare, la vostra società sarà chiamata a rispondere per tale inaccettabile disservizio.
Paolo Morbidoni – sindaco di Giano dell’Umbria

18 agosto 2008
Tracchegiani: ben vengano Leonessa e Magliano Sabina in Umbria ma…

Come umbro e come politico non posso che essere contento degli attestati di stima che ci vengono rivolti dai cittadini dei comuni di Leonessa e Magliano Sabina, che guardano alla nostra regione come un territorio che riesca a venire maggiormente incontro alle esigenze della sua popolazione e di cui desiderano far parte.
Le istituzioni provinciali e regionali hanno l’obbligo di tutelare i propri cittadini ed investire sul territorio ed è increscioso che a Leonessa si voglia declassare il 118 a mera struttura volontaristica, malgrado la bassa densità abitativa ed il territorio montuoso.
È necessario che si punti a qualificare anche quei territori investendo nelle infrastrutture, nella sicurezza della viabilità, nello sviluppo del turismo con decisione e perseveranza, considerato anche la bellezza dei posti ed il forte richiamo estivo di villeggianti.
Se questo non accade è forse perché ci sono politici che mirano ad investimenti che garantiscano risultati immediati e pronti ritorni in termini elettorali: è certamente più difficile e rischioso assumersi la responsabilità di stanziare fondi che daranno frutti a medio o lungo termine, ma che costituiscano quella reale propulsione per il rilancio di un territorio totalmente lasciato a sé stesso, ma ricco di potenzialità.
Siamo contenti delle affinità storiche ed identitarie che legano gli abitanti dei due comuni ai cittadini umbri, così come siamo felici del modello che stiamo contribuendo a formare, di cui – evidentemente – si ravvisano i risultati positivi e che vedono l’Umbria fra le regioni con la migliore qualità della vita. Nello stesso tempo dobbiamo però avvisare i leonesi che l’Umbria non è la panacea di tutti i mali, come dimostrano i recenti scandali che hanno visto protagonista la giunta perugina e diversi altri settori che necessitano provvedimenti urgenti: sanità, edilizia e ambiente fra tutti, sempre gestiti da personaggi legati ad un colore politico che ha caratterizzato questa regione per decenni.
Aldo Tracchegiani – consigliere regionale dell’Umbria


17 agosto 2008
Ancora sul senso unico davanti alla scuola di Collevalenza..

Il Circolo PD Collevalenza è intervenuto dopo 5 mesi perché è un organo che parla con tutti, a dispetto di qualcun altro e ha voluto sapere come la pensava la cittadinanza tutta.
Il Circolo PD Collevalenza non è fazioso, se lo fosse, avrebbe detto o fatto capire quello che da mesi, dalla comparsa del senso unico, è sulla bocca di tutti, ma noi non vogliamo crederci, sarebbe troppo squallido, il Circolo interviene per dare voce alle esigenze della comunità non per criticare a priori scelte fatte. Il Circolo del PD non cerca visibilità casomai è qualcun altro che pur di averla è pronto a tutto e che da tempo si è eretto a padrone della frazione.
Comunque veniamo ai fatti:
1. Le file e i disagi, che comunque si creano anche con la soluzione adottata, all’ingresso/uscita scuola, li crea proprio chi non rispetta il divieto di sosta con rimozione forzata, che non viene rispettato tuttora a prescindere. Dato che a noi del PD piace essere precisi e veritieri, come al solito, sono a disposizione le foto con le auto che non rispettano il medesimo.
2. I minuti contati ce li hanno tutti, anche chi i figli li ha accompagnati in altra scuola e passa lì per andare a lavorare, o chi lo fa nella medesima prendendoci il dovuto tempo e non lascia la macchina in divieto di sosta (e poi ha invece il tempo di fermarsi a chiacchierare con gli altri genitori e con gli Auser), anche chi passa li solo per lavorare ha i minuti contati, si vede che a Collevalenza i minuti contati di qualcuno sono più contati ed importanti rispetto a qualcun altro,non né avevamo dubbi.
3. Perché mantenere il senso unico anche in quei giorni e in orari in cui il problema non esiste, niente niente è solo una scusa, proprio in questi giorni in cui la scuola è chiusa, la castroneria fatta si è palesata in tutta la sua magnificenza.
4. Se bisogna soddisfare a tutti i costi questa esigenza, noi abbiamo dato dei suggerimenti alternativi e qui non ci ripetiamo.
5. Vogliamo far presente che la soluzione degli specchi è inadeguata in quanto in condizioni di scarsa visibilità (nebbia, pioggia battente, forte irraggiamento solare, neve, ecc) i medesimi sono totalmente inutili e poi a memoria d’uomo non si sono mai verificati incidenti davanti alla scuola e questo invece non si può dire per gli altri due incroci e strade su cui è deviato il traffico, questo dimostra che è peggio la toppa del buco. Se queste sono le idee del nuovo comitato di frazione per risolvere i problemi dei cittadini…
Ci è sembrato strano, che in dissenso dal comunicato del Circolo PD, si sia sentito di intervenire chi come ruolo istituzionale, al di là dell’appartenenza politica, dovrebbe mantenere una certa obbiettività proprio per il bene della frazione, dimostrando anche di non aver letto bene il primo comunicato, dato che, risposte a quanto si asserisce in difesa dell’indifendibile senso unico, sono proprio nel medesimo (classico di chi per forza deve intervenire a tutti i costi e vuole avere l’ultima parola); chissà,forse è arrivato un ordine dall’alto forse il Comitato di Frazione e Presidente sono un po’ troppo schiacciati sulle posizioni dell’attuale Amministrazione e pensare che si vorrebbe far passare noi per dei faziosi.
Tanto per dovere di cronaca nei 125 appartenenti al Circolo PD Collevalenza, c’è chi ha figli che frequentano la scuola in questione, soltanto che a differenza di qualcun altro, non hanno la faccia tosta di metterli avanti per ottenere privilegi a discapito dei diritti di altri o per mero riscontro politico. In questo caso, qualcuno, ha perso una buona occasione per stare zitto.
Circolo Pd Collevalenza

15 agosto 2008
I Liberali sullo spirito olimpico

Lo spirito olimpico è un ancestrale strumento di libertà perché , invece di imporre la verità con la forza, realizza la necessità di sospendere le guerre per dare spazio ad un’altra dimensione umana, quella delle capacità individuali a prescindere dalle passioni di potere dominanti.
Il fatto che queste Olimpiadi si tengano in un paese che nel suo quotidiano istituzionale non corrisponde in modo adeguato al principio di libertà, valorizza lo spirito olimpico proprio perché testimonia che alle manifestazioni di libertà non si può rinunciare neppure laddove di solito la libertà non si pratica.
Solo chi è distante dalla cultura della libertà, può pensare di mettere in discussione lo spirito olimpico accampando una insufficiente apertura alla libertà del paese ospitante. La libertà non può che essere un continuo impegno per cogliere ogni occasione di far crescere l’esprimersi delle diversità individuali.
Federazione dei Liberali

13 agosto 2008
Il Pd si è accorto del senso unico con 5 mesi di ritardo

Resto sorpreso leggendo l’intervento del Circolo del Partito Democratico di Collevalenza che evidentemente ultimamente sta cercando un po’ di visibilità attaccando un po’ tutto quello che viene fatto o detto nel nostro paese. Innanzitutto credo che accorgersi del senso unico 5 mesi dopo la sua istituzione (e in un periodo in cui le scuole sono chiuse) sia sintomatico della faziosità dell’articolo. Mi sembra strano che l’istituzione di un senso unico possa, parole testuali “creare pericolo per i fruitori della strada”, a meno che il senso unico non venga rispettato…
Avendo una figlia che frequenta la scuola elementare ho avuto modo di parlare con altri genitori e di sperimentare in prima persona la situazione: da quando non c’è più il doppio senso di marcia la situazione è migliorata notevolmente (anche secondo gli Auser del traffico) tanto che le code che prima si facevano all’arrivo degli scuolabus sono praticamente scomparse.
Evidentemente gli amici del PD non hanno bambini da accompagnare a scuola, e quindi non hanno vissuto in prima persona i disagi di quelli che la mattina hanno “i minuti contati” e devono arrivare in orario al lavoro passando prima a lasciare i propri figli a scuola.
Per quanto riguarda il problema sicurezza, è vero, non è del tutto risolto ma solo perché, come dicevo prima, qualcuno ancora non si è accorto del divieto per chi viene da Chioano e non rispetta il senso unico mettendo in pericolo i bambini e chi passa per quella strada nel giusto senso di marcia.
Capisco che il ruolo di chi fa opposizione è quello di criticare le scelte fatte da altri ma per favore non tirate fuori il discorso dei "soldi dei contribuenti" perché se non ricordo male qualche anno fa, quando è stato rifatto il tratto di strada che oggi viene utilizzato grazie a questo senso unico, non doveva servire come strada alternativa al passaggio davanti alle scuole?
Allora mi chiedo, visto che sono passati anni e quella strada praticamente è rimasta inutilizzata fino a oggi, quelli non erano soldi dei contribuenti?
Il vero problema, che l’articolo del PD non mette in evidenza, è mettere in sicurezza gli incroci che oggi vengono utilizzati per immettersi sulla provinciale, ma su questo il Comitato di Frazione di Collevalenza ha già chiesto l’installazione di alcuni specchi che risolvano il problema della visibilità.
Alessandro Trappolini – Presidente Comitato di Frazione di Collevalenza

13 agosto 2008
Un senso unico senza senso in quel di Collevalenza

Da circa cinque mesi a Collevalenza è comparso, da un giorno all’altro, un senso unico in Viale Madre Speranza, davanti alla scuola elementare, il transito è vietato per le auto che provengono dalla strada di Chioano, dal medesimo sono esclusi gli scuolabus. Questo senso unico crea una serie di disagi e di rischi per l’incolumità dei fruitori della strada per vari motivi:
1. Il senso unico fa deviare il traffico per due strade di cui: una molto stretta,l’altra passa per un centro abitato che non sembra proprio il caso di aggravare ulteriormente e tutte e due sfociano per incroci a bassissima visibilità
2. Ai motivi suddetti si aggiunge il fatto che, l’incrocio dove è sempre passato il traffico, oltre che essere a visibilità ottima, è stato dotato di un semaforo alcuni anni fa, quindi perché privarsi di tale risorsa dove si è scelto, secondo noi, più che giustamente di investire in passato i soldi dei contribuenti?
I presunti e non meglio identificati motivi che potrebbero aver portato l’attuale amministrazione ad istituire il suddetto senso unico, senza interpellare la cittadinanza, ci sembrano solo delle scuse perché:
3. In un solo senso il pericolo, se esiste, per i bambini, permane ed è solo abbassato. All’uscita e all’entrata degli scolari l’accesso del pulmino dal senso vietato e la sosta delle autovetture nel senso consentito creano comunque notevoli disagi e poi, basterebbe fargli rispettare il divieto di sosta con rimozione forzata sempre e tuttora presente. Per l’intralcio, causato dallo scuolabus che si posiziona nei pressi dell’ingresso, nella fase discesa e salita dei bambini, il medesimo non sussiste o se c’è in maniera molto blanda, in quanto il mezzo è un mini-bus e dove si posiziona è presente uno slargo che rende l’occupazione da parte del medesimo della strada quasi inesistente; se fosse per il traffico che si congestiona la domenica per l’afflusso al Santuario dell’Amore Misericordioso, questo problema non sussiste, perché è a disposizione dei fruitori del medesimo ci sono ampi parcheggi di recente costruzione oltre il supporto del semaforo sopra indicato.
Possibili soluzioni alternative potrebbero essere:
– lo spazio dove si posiziona lo scuolabus con un minimo intervento, di portata irrisoria di costo per la comunità, potrebbe essere ampliato.
– il senso vietato lo si istituisca in maniera temporanea e circoscritta, agli orari di ingresso e di uscita e potrebbe essere supportato anche dal sempre puntuale e cortesissimo ausilio degli Auser del traffico.
Il circolo democratico di Collevalenza si chiede come sia stato possibile tutto ciò senza chiedere l’opinione della comunità. Per quanto ci riguarda siamo aperti a qualsiasi soluzione anche quella di far passare il traffico per un’altra strada trovandola o creandola.
Il Circolo del PD Collevalenza, per il bene di tutti i cittadini, spera vivamente che l’amministrazione Ruggiano la smetta di fare interventi demagogici che non hanno nessuna utilità per la comunità.
Il Circolo del PD di Collevalenza nella speranza che il senso unico davanti alla scuola elementare venga tolto al più presto, togliendo dal disagio la cittadinanza, su questo chiederà un interpellanza consigliare.
Circolo PD Collevalenza

12 agosto 2008
Todi esponga la bandiera dell’Ossezia insieme a quella del Tibet!

Non voglio ripetere quanto giustamente espresso nel comunicato di CasaPound, ma solo esprimere identico pensiero da parte del popolo de La Destra. La comunità internazionale si dimostra sempre più condizionata dal volere americano e dipendente dal potere economico dell’energia in qualsiasi evento; la politica non è più indipendente (se mai lo è stata) da fattori economici ed imperialisti. Sappiamo che l’Ossezia è un enorme serbatoio petrolifero ed un punto nevralgico per il controllo del petrolio e del gas del territorio caucasico.
Si ripetono i fatti che da sempre condizionano la nostra storia; di nuovo gli Stati Uniti, con la scusa non nuova di essere garanti della democrazia mondiale, interferiscono su fatti che non li riguardano e l’ectoplasma Europa segue quanto deciso dal petroliere Bush. Io vorrei solo una risposta ad un quesito: perché tutto il mondo ha salutato con un entusiamo esagerato la nascita dello Stato indipendente del Kosovo sottratto alla Serbia mentre è invece ostile che al fatto che l’Ossezia meridionale possa ricongiungersi a quella settentrionale, già sotto il controllo della Federazione Russa?
Il popolo dell’Ossezia è ancora largamente in prevalenza di etnia russa (dico ancora perché se prosegue lo sterminio da parte dei georgiani, tra i profughi che stanno fuggendo in terra russa ed i numerosi morti, la prevalenza degli abitanti dell’Ossezia potrebbe divenire georgiana) ed è normale che voglia tornare sotto la madre patria invece di essere soggetto alla pulizia etnica in atto in queste ore da parte della Georgia. Invece di preoccuparsi del legittimo intervento russo, l’Onu, gli Americani, l’Europa dovrebbero occuparsi degli altri enormi drammi che affliggono il mondo; sono tutti a festeggiare alle Olimpiadi plaudendo allo sfarzo dell’inaugurazione, che ricorda tempi in cui i regimi totalitari si avvalevano di tali manifestazione per dimostrare la loro potenza, fregandosene altamente di quanto vengano calpestati i diritti umani in Cina; si sono tutti dimenticati, nella grande festa olimpica, del grave problema della fame nel mondo che sta crescendo in progressione geometrica a causa dell’aumento vertiginoso delle materie prime alimentari; sempre in questa festa ci si dimentica della tragedia dei popoli birmani, palestinesi, iracheni e curdi che anzi, quando tutti sono occupati a divertirsi, nel silenzio rischiano di essere ancora più aggrediti dai loro oppressori.
No questi problemi non interessano; l’unico problema che in questo momento interessa il mondo non è l’oppressione e la fame dei popoli, ma solo impedire che uno Stato, i cui abitanti sono di assoluta prevalenza russa, non possa riannettersi alla propria patria; quello che dà più fastidio è che tutto ciò venga osteggiato da parte degli Stati Uniti d’America e dell’Europa (Italia compresa)esclusivamente per i soliti interessi economici e non per motivi umanitari come invece vogliono farci credere. La speranza è che la questione venga risolta tra Russia e Georgia e che non ci siano interventi militari di altri soggetti estranei perché allora potrebbe esserci un’escalation il cui esito non sarebbe prevedibile.
Una richiesta al sindaco di Todi; perché a fianco della bandiera Tibetana finalmente esposta sul palazzo comunale non affianca quella della Ossezia del Sud? Sarebbe un grande atto in difesa dell’autodeterminazione dei popoli.
Gianluca Alvi – La Destra Todi

11 agosto 2008
Rose Rosse d’Europa anima il dibattito nel Pd

Da quando è nata l’associazione Rose Rosse d’Europa ha cercato di stimolare il Partito democratico a discutere della scelta, oramai non più rinviabile, della collocazione internazionale. L’imminente arrivo delle elezioni europee obbliga il Pd a fare presto una scelta di campo. Arrivare all’appuntamento elettorale senza aver preso una decisione chiara sarebbe un autogol clamoroso.
Sappiamo che non è semplice, che nel Partito democratico convivono anime, storie e valori diversi, ma sappiamo anche che evitare la discussione sia la soluzione peggiore per la questione. Per questo abbiamo deciso di avviare noi la discussione, di essere noi di Rose Rosse d’Europa lo stimolo della discussione, di offrire noi il luogo del confronto.
Per questo nel nostro sito (www.roserossedeuropa.eu) abbiamo avviato una serie di interviste ad esponenti nazionali e internazionali del Partito democratico su questo tema. Per il momento abbiamo on line le interviste agli eurodeputati Catiuscia Marini e Gianni Pittella (capodelegazione italiana nel Pse al Parlamento europeo) e al deputato Sandro Gozi. Speriamo che il nostro contributo possa essere utile per l’intero partito.
Roberto Vicaretti – Rose Rose d’Europa

11 agosto 2008
Dall’Umbria solidarietà all’Ossezia

Duemila morti e trentamila profughi.
E’ questo il risultato dell’aggressione portata dalla Georgia a danno della popolazione dell’Ossezia del Sud, la cui unica colpa è quella di essere di etnia russa e di voler un ricongiungimento con la madre patria.
Numeri atroci, risultato del primo giorno di aggressione delle armate georgiane contro quella regione caucasica che da molti, troppi anni subisce una guerra latente, terribile e catastrofica per la popolazione che se la ritrova sulle proprie teste.
Come non ricordare i poveri bambini di Beslam, cittadina dell’Ossezia, che solo 4 anni fa vennero massacrati da delle belve chissà al soldo di chi?
Casapound Italia esprime dunque piena solidarietà alle migliaia di profughi che stanno affluendo nei campi d’accoglienza allestiti in territorio russo.
Un genocidio che avrebbe potuto essere ancora di più vaste proporzioni se le autorità russe non avessero deciso d’intervenire prontamente, e che però non sembra interessare gli sciacalli in servizio permanente effettivo delle catastrofi internazionali, pronti a lanciarsi in appelli televisivi e in maratone di raccolte fondi a sostegno delle popolazioni coinvolte, solo ed esclusivamente nei casi in cui la loro convenienza politica e mediatica trae il massimo profitto.
Il Coordinamento Umbro di Casapound Italia chiede che le istituzioni italiane, il presidente della regione Umbria Lorenzetti e quelli delle Province di Perugia e Terni, si attivino per dimostrare fattivamente la solidarietà del popolo dell’Umbria e dell’Italia tutta alla popolazione russa dell’Ossezia.
Sperando al contempo in un immediato cessate il fuoco ed in una pace duratura che consenta un rapido rientro dei profughi nelle loro case, o di quel che ne resta, e che li legittimi nel legame con la loro terra aldilà dei giochi di potere, economici ed energetici, decisi su qualche scrivania a migliaia di chilometri di distanza.
Il Coordinamento Umbro di CasaPound Italia


8 agosto 2008
Nestore: ti ricordo con tanto amore… Ti guardo, oggi, con tanta rabbia…

Dopo sessanta anni mi trovo a passeggiare con il mio cane lungo una riva di un meraviglioso fiume, che era ieri, e una grossa fogna puzzolente, che è oggi!
Quando ero bambina con la mamma e le altre donne si andava al fiume a sciacquare “la bucata” fatta con il “ranno”, cioè acqua bollita e cenere.
Per noi bimbi era una festa meravigliosa: il nostro fiume ci aspettava felice, saltellante, ridente, così chiaro, così limpido e pulito, profumato, con le fronde verdi degli alberi che si immergevano nell’acqua e ci si specchiavano con vanità.
Di fiori sulle rive ce ne erano a centinaia. Le farfalle variopinte si appoggiavano sui sassolini dandogli i loro colori meravigliosi. Gli uccelli volteggiavano, si immergevano nelle acque a bere, le accarezzavano con le loro piume come a fargli il solletico.
Di pesci ce ne erano a miriadi, colorati, saltellavano felici e guizzavano tra le nostre mani e le nostre gambe… a volte avevamo paura di fargli male.
Quando arrivavamo avevamo ognuno la propria pietra per sciacquare la sua biancheria …le donne sbattevano, sbattevano… si lavava bene solo d’estate!!
Parlavano, parlavano, cantavano …erano così serene nella loro semplicità e noi bimbi come i pesci facevamo il bagno e stavamo per ore seduti sulle pietre con i piedi nell’acqua.
È questo il fiume meraviglioso che ricordo ,che ci accoglieva gioioso, felice di sentire il nostro chiacchiericcio , che ci accarezzava con la sua purezza.
Pensate che quando dovevamo fare pipì e lo dicevamo alle nostre mamme loro ci rispondevano: “la pipì si ma se dovete far altro andate sul greto!”.
Oggi! Non ci sono parole per descrivere quale sfacelo vedo quando guardo “il mio fiume”.
Il letto non è più un letto ma una discarica: le pietre sono nere e melmose , gli alberi non si specchiano più, e gli uccelli sono così schifati che non si tuffano più… Le farfalle? non esistono più..
I fiori ? si sono estinti..
E l’acqua? Una fogna putrida , puzzolente , io credo nociva anche per noi che vi abitiamo vicino.
E lui, il mio fiume, disperato, pieno di dolore, sembra guardarmi con tanta rabbia, risentito con me e con tutti quelli che lo hanno ridotto così.
I nostri interessi personali non guardano in faccia nessuno, né l’uomo, né la natura.
E mentre una volta i fiumi e le piante erano fonte di salute oggi sono fonte di malattia.
L’uomo con il proprio egoismo, ti ha distrutto, non sta ascoltando il tuo grido… con te sta distruggendo se stesso…
Ofelia

7 agosto 2008
Assemblea Cisl con i dipendenti del Comune di Todi sulla produttività

La F.P. CISL di Perugia informa i lavoratori del comune di Todi che, a seguito dell’ulteriore incontro sindacale che si è svolto ieri, tra la RSU del Comune di Todi, unitamente ai rappresentanti sindacali provinciali, e l’Amministrazione Comunale è emerso che a causa dello sforamento del patto di stabilità interno che gli Enti locali sono tenuti a rispettare per non incorrere in sanzioni, è a rischio per i lavoratori dipendenti il premio produttività anno 2008.
Questa sarebbe la prima volta nella storia del Comune di Todi che non viene rispettato e garantito un diritto riconosciuto contrattualmente a tutto il personale dell’Ente!
E’ di una gravità enorme per la scrivente organizzazione sindacale che per non rispettare il Patto di stabilità interno, a pagarne le conseguenze siano tutti i lavoratori dipendenti.
Inoltre il Decreto Legge n.112/2008 del Ministro Brunetta oltre a bloccare il fondo accessorio nella parte variabile destinata al pagamento della produttività rende impossibile per l’amministrazione comunale di Todi ogni stabilizzazione o assunzione di personale.
Le prime vittime di ciò sono gli ex responsabili di posizione organizzativa che nell’ambito della ristrutturazione dell’Ente, che ancora oggi non si è conclusa, e che a seguito degli ultimi eventi rischia la non piena attuazione, creando disagio e disorientamento negli stessi dipendenti comunali, con spostamenti all’ultimo minuto.
Diversi erano i lavoratori comunali che da anni svolgevano una collaborazione mediante contratti a termine dando il proprio contributo all’efficienza della macchina comunale, al quale non gli è stato rinnovato il contratto.
Quindi i lavoratori hanno avuto un aggravio dell’attività lavorativa quotidiana, anche in funzione di nuove deleghe che lo Stato ha decentrato alle autonomie locali e nonostante ciò non percepirà nessun riconoscimento economico.
A fronte della gravità della situazione creatasi, la F.P. Cisl territoriale ed aziendale solleciteranno un’assemblea unitaria di tutti i lavoratori dell’Ente al fine di informare e di concordare insieme il percorso sindacale da mettere in atto.
Il segretario generale F.P.CISL Perugia SAS-Aziendale e Ubaldo Pascolini RSU Comune di Todi

6 agosto 2008
Il Codice Deontologico Bancario favorisce l’usura

Dopo le tante chiacchiere, spesso inutili, sull’altrettanto inutile legge sulla Privacy e sull’ancora maggiore inutilità del Garante che dovrebbe assicurarsi della legittimità e della legalità di tutti quelle leggi (codici deontologici) che in settori specifici regolano il trattamento dei dati, ho, in lieve ritardo, appreso della legalizzazione dell’usura favorita niente meno che dal comportamento di banche e istituti creditizi con la complicità, per l’appunto, di chi dovrebbe tutelare i nostri diritti.
Ma veniamo ad un esempio concreto. C’è un individuo (potrei benissimo essere io) che ottiene un finanziamento a media scadenza (5/6 anni) ed al contempo ha anche il mutuo della casa da pagare. Tutto fila relativamente liscio e le rate vengono regolarmente pagate. Poi succede quello a cui abbiamo assistito negli ultimi due/tre anni e cioè il calo del potere d’acquisto dei nostri soldi e sfido chiunque a dire che si tratta di quel due o tre per cento di inflazione: potrà anche essere così se guardiamo la base annua sull’euro, ma se facciamo un raffronto con l’ultimo periodo della vecchia Lira credo proprio che questi numeri sono proprio errati.
A ciò si aggiunge la “cara” BCE e “cara” in senso affettuoso, come lo si direbbe ad un’amica, ma “cara” col significato di costosa visto che, con i suoi continui “aggiustamenti” e “adeguamenti” dei tassi di interesse ha fatto sì che la rata di un mutuo medio (intorno ai 400 euro mensili) sia aumentata di quasi 100 euro di interessi… E poi c’è sempre l’imprevisto (come se quanto sopra fosse prevedibile…) che potrebbe essere una momento familiare difficile. Risultato: quando i meno sono dispari (ci insegna la vecchia algebra) il risultato non può che essere negativo, cioè l’individuo non paga qualche rata. Non la paga al momento della scadenza ma riesce a regolarla il mese successivo ed a portarsi “al paro”. Se la situazione negativa si protrae un po’ più “del dovuto” (non si può dire “del prevedibile” visto che è imprevista!) il risultato sarà peggiore ancora.
La soluzione potrebbe essere chiedere un affidamento temporaneo di credito (leggasi fido bancario) per far fronte alle necessità e superare degnamente e dignitosamente la situazione negativa. E qui interviene il Codice Deontologico che mi chiedo cosa abbia di deontologico se non la difesa dei soli interessi di banche e società creditizie, mentre il suo scopo dovrebbe “impedire di ledere la dignità o la salute di chi sia oggetto del loro operato”.
Tale codice, creato ad hoc dagli istituti di credito, sancisce, in poche parole, che i nostri dati anagrafici vengano associati a numerose altre informazioni (rate scadute, dopo quanto sono state pagate, ecc.) che permettano, giustamente, di valutare il rischio del credito ma, impunemente, non al solo servizio di chi li archivia (e che ne avrebbe tutti i diritti) ma utilizzabili e consultabili, nella pratica, da tutti.
Risultato: se ci si viene a trovare in una situazione del genere nessuno, sulla base di queste informazioni che possono essere conservate da 6 fino a 36 mesi a seconda della “gravità” dell’indempimento, sarà disposto a concedere un credito. Nessuno se si è privati cittadini o piccoli imprenditori perché l’esperienza ci dimostra che le grandi aziende, anche se con pesanti bilanci negativi (quindi sicuramente indebitate) vengono comunque aiutate e sostenute dalle banche (in barba al codice deontologico!). Quindi l’unica soluzione per il semplice, comune, mortale cittadino, a meno che non abbia parenti o amici facoltosi disposti ad aiutarlo, sarà rivolgersi, perché a ciò porta il codice deontologico, a persone poco raccomandabili, ma in questo caso raccomandate anche da qualche meno raccomandabile, che dispongono di denaro e lo concedono facilmente perché il loro codice deontologico lo consente: sono usurai! Grazie Garante della Privacy.
Luca Cardaio

6 agosto 2008
L’ultimo oltraggio al Tevere

Il Circolo Legambiente di Perugia e il Comitato Popolare I Mulini di Fortebraccio di Pontevalleceppi, da sempre attenti alla salvaguardia del Tevere nel territorio comunale di Perugia, si dichiarano fortemente indignati per lo stato di conservazione di un fiume che tanta importanza riveste nell’intero territorio regionale. La strage di pesci dei giorni scorsi è l’ennesimo caso che dimostra come il suo ecosistema sia esposto a continui rischi. Fenomeni simili non possono essere considerati conseguenze stagionali di condizioni naturali e tutte le responsabilità devono essere appurate e denunciate. Sono da verificare eventuali illeciti commessi da aziende private anche perché nel tratto subito a monte della nuova centrale idroelettrica non è difficile individuare i soggetti interessati, così come carenze nella rete dei controlli da effettuare a vario titolo. Anche l’ente gestore della diga di Montedoglio non sembra immune dall’accusa di non tener conto dello stato siccitoso restituendo preventivamente al Tevere quello che è del Tevere. Insomma non si tratta di maledizioni bibliche da accettare con fatalismo. E’ una questione di civiltà e rispetto di storie e culture radicate nei tempi legate al fiume Tevere. Invitiamo i cittadini a un presidio di consapevolezza e protesta che avrà luogo lunedì 11 agosto dalle ore 17 sul ponte di legno di Ponte San Giovanni.
Annarita Guarducci – Presidente Legambiente Perugia
Goffredo Moroni – Presidente Comitato I Mulini di Fortebraccio

5 agosto 2008
L’Amministrazione di Todi dia una risposta sugli impianti sportivi

Le ultime schermaglie più o meno dotte, accompagnate dalle maestrine dalla penna rossa che hanno registrato la pronta risposta di esponenti l’attuale Amministrazione mi spingono a richiedere una risposta precisa su un tema che ho cercato di affrontare a fine giugno proprio per evitare problemi ma la cui soluzione sembra piuttosto nebulosa.
Per svolgere attività sportiva la U.S. ACLI Todi necessita di spazi e più precisamente di una palestra per il Tennis Tavolo e Campo per il calcio a 5 e presto, mi auguro, anche un campo per il rugby.
In breve i fatti. A giugno ho provveduto ad inoltrare richiesta all’Istituto Agrario, al Liceo Classico “Jacopone da Todi”, alla Scuola Media Cocchi. Perchè a giugno? Perchè a settembre iniziano i campionati (in particolare il Tennis Tavolo) e entro il 5 settembre dobbiamo procedere all’iscrizione comunicando campo di gara con relativi orari. Ho pensato, diligentemente, di attivarmi in tempo… ma mai fare i conti senza l’oste.
Risposte:
– l’Istituto Agrario ha negato l’utilizzo;
– il Liceo Classico non ha risposto e devo attendere fine agosto data presunta di piena operatività del nuovo Preside. Nel frattempo ho raccolto alcune indicazione su quale fossero le modalità d’uso e se dovevo procedere con altri adempimenti amministrativi. La risposta più interessante è scaturita dagli orari d’uso dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 18.30!
Ora mi chiedo che fa attività sportiva in quegli orari? Probabilmente in pochi. Chi vuole utilizzare la sera e giocare dei campionati (spesso il sabato e la domenica) che fa? A cosa e a chi serve una palestra a queste condizioni?
– la scuola media mi ha comunicato che la palestra interessata (Aosta) sarà gestita dalla scuola elementare e dovrò attendere decisioni in merito a questa nuova definizione.
Cari amministratori, forse io sarò petulante e rompiscatole, ma perchè non proviamo a rispondere anche a ciò che serve veramente oltre che a manifestare saccenza, permalosità?
Maurizio Pierdomenico – US Acli Todi

4 agosto 2008
La Giunta Ruggiano alle prese con le "maestrine dalla penna rossa"

Da quando sono all’opposizione ad ogni stormir di fronde le maestrine dalla penna rossa del PD tuderte non cessano di trinciar giudizi apocalittici e pronosticare sfracelli amministrativi e finanziari tutti dovuti naturalmente alla “dilettantistica e raffazzonata gestione di Ruggiano e compagni” ed alla “maldestra approssimazione e superficialità” con cui viene gestita l’Amministrazione prefigurando addirittura “una deriva pericolosa per la città ed il suo futuro”.
Se poi qualcuno, stufo di tanta arroganza e supponenza, si prende la briga di rispondere per le rime allora è “scialbo” e “permaloso” ed il minimo che gli può capitare è di doversi “rimettere alla clemenza della corte”.
A parte ogni considerazione sul discutibile buon gusto di certe roboanti affermazioni in realtà non la raccontano neppure giusta dato che ad esempio evitano accuratamente di dire che nel caso dell’architetto Farabbi i limiti imposti dal D.L. 112/2008 sono scattati solo ed unicamente perché nell’anno 2007 non è stato rispettato in bilancio il cosiddetto “patto di stabilità”, ma ciò è avvenuto solo in conseguenza di scelte già effettuate dalla precedente Amministrazione di centro-sinistra che hanno obbligato la nuova Giunta allo sforamento. In pratica si sono pagati oggi errori commessi ieri ma non dalla Giunta Ruggiano.
Non la raccontano giusta neanche quando si stracciano le vesti accusando la Giunta attuale di spese folli perché sono gli stessi che non hanno battuto ciglio a fronte di ben 859.883 euro spesi nell’ anno 2006 solo in consulenze. Non sono stati minimamente turbati neanche dai 5.400 euro spesi per sapere come si gestisce un parcheggio. Figurarsi cosa sarebbe successo se una spesa del genere l’avesse autorizzata il Sindaco “Mangiafuoco”.
Non la raccontano giusta neanche quando con ben due interrogazioni a firma dell’intero gruppo PD inerenti il contratto di quartiere di Ponte Rio provano ad insinuare dubbi sulla correttezza delle procedure di gara per finire poi totalmente smentiti da altrettante note legali degli Uffici Comunali.
Pertanto, care maestrine dalla penna rossa ma con la coda di paglia, meno indisponente supponenza e meno allarmismi perché a forzare esageratamente i toni si finisce con il perdere credibilità ed in tal caso non ci sono esami di riparazione ma solo sonore bocciature, come quella di giugno scorso.
Renzo Boschi – capogruppo F.I. verso il Popolo della libertà
Antonio Angeli Ortenzi – coordinatore comunale

4 agosto 2008
Il vicesindaco Primieri: "e meno male che c’è la clemenza della Corte"

Meno male che noi abbiamo ancora la clemenza della Corte (il riferimento è all’intervento pubblicato in questa stessa pagina più in basso, ndr), peggio per il P.D. che è stato bocciato anche dal Giudice di Berlino. Ci sarà pure un giudice a Berlino. Disse il mugnaio di Potsdam di fronte alla prepotenza del re di Prussia. Molti conoscono la vicenda del mugnaio di Saint Souci, il quale difese il proprio mulino e finì per ottenere giustizia. Ma non dai giudici, bensì dal Re.
Capisco che alla dirigenza del P.D. le carte gli si stiano mischiando, mentre sperava ancora di avere qualche riferimento all’interno di una struttura comunale gonfiata ad arte oltre ogni misura, contro ogni logica di sana gestione e soprattutto contro un sano senso di efficienza ed economicità.
L’Amministrazione ha intrapreso il percorso di razionalizzazione, riduzione delle spese ed aumento della competitività interna degli uffici e lo porterà fino in fondo senza dare ascolto a chi per anni ha pensato soltanto alla spartizione politica. Tutti i mali che fino ad oggi sono stati riferiti al comune sono la conseguenza di una gestione clientelare e becera del centro sinistra, che ha sempre ritenuto prioritario di organizzare la macchina amministrativa secondo ripartizioni politiche usando il personale dipendente come merce di scambio, anziché sulla scorta delle concrete capacità di ognuno per rendere più celere ed incisiva l’attività del pubblico impiego.
Il centro destra a Todi ha un disegno politico chiaro che porterà avanti con capacità di autonomia e di decisione. Ciò anche in considerazione del fatto che l’unità di intenti e di strategie politiche che abbiamo manifestato fino ad oggi ci hanno dato notevoli risultati, viste le ultime elezioni amministrative del 2007.
Nessuno, tanto meno il P.D., può venirci ad imporre una gestione del personale che è miseramente fallita sotto la passata amministrazione, la quale non ha mai avuto di mira i risultati di medio – lungo tempo, ma soltanto aspetti clientelari.
Per tornare all’argomento del Responsabile del Settore Urbanistica non è dato capire quale sia stato l’errore dell’amministrazione, considerato che, come è stato sottolineato dal P.D. si è data la giusta applicazione al D.L. 112/2008.
In ogni caso torno a far sapere che siamo solo all’inizio di una riorganizzazione della macchina comunale, la quale, nei prossimi tempi, appena arriveranno i primi risultati del controllo messo in atto dalla Giunta sui risultati degli obiettivi a suo tempo assegnati, vedrà ancora degli aggiustamenti, qualora necessari.
Moreno Primieri – vicesindaco di Todi

4 agosto 2008
CasaPound è con il popolo del Tibet

Il Coordinamento regionale umbro di CasaPound Italia, a pochissimi giorni dall’inizio delle Olimpiadi in Cina, intende esprimere la propria vicinanza al popolo tibetano vittima del genocidio culturale e della repressione fisica del governo di Pechino.
Plaudendo alla decisione del XX Municipio Romano di far sventolare una bandiera tibetana a Ponte Milvio durante le Olimpiadi, auspica che anche i comuni umbri possano intraprendere analoghe iniziative di protesta.
Da parte nostra, inizieremo da lunedì una campagna di sensibilizzazione , distribuendo volantini di solidarietà al popolo Tibetano. Mai più di oggi il silenzio evoca complicità, ed è dovere di tutti gli uomini liberi al di là delle posizioni ideologiche agire concretamente con azioni di protesta e sensibilizzazione perchè la Cina sia obbligata a concedere libertà e autonomia alla millenaria civiltà Tibetana.
Chi di noi ricorda la tragedia di Tienanmen, e l’atteggiamento insensibile al di là delle parole di circostanza delle grandi potenze del mondo di fronte a quello scempio, non può che auspicare che questa volta vi sia invece un diverso comportamento almeno da parte Europea.
Cristiano Coccanari – Coordinatore Regionale di CasaPound Italia

4 agosto 2008
Le rotonde di Cappuccini saranno fatte a spese del Comune di Todi

Ritengo opportuno esprimere alcune precisazioni in merito alle informazioni pubblicate su alcuni organi di stampa sulla prossima realizzazione delle rotonde lungo la via Tiberina nel quartiere di Cappuccini di Todi.
Vorrei precisare che l’opera pubblica in oggetto è, sia per quanto concerne la parte relativa alla progettazione, ma soprattutto per quanto riguarda l’aspetto del finanziamento delle rotonde, totlamente a carico del Comune di Todi e non della Provincia di Perugia, la quale ha per il mometo provveduto, come disposto dalla legge, ad esprimere parere tecnico per la convalida della fattibilità dell’intervento. Ho sentito il dovere di precisare questo aspetto perchè gli articoli comparsi sulla stampa, rischiavano di semplificare la realtà dei fatti non mettendo chiaramente in evidenza il prezioso lavoro di progettazione svolto dagli uffici comunali e lo sforzo finanziario dell’Ente locale che per ora, in assenza di un auspicabile contributo da parte della Provincia, finanzierà con risorse proprie, attraverso il piano triennale delle opere pubbliche, un intervento attesissimo dai residenti del più popoloso quartiere della città.
Franco Ranieri – consigliere comunale Pdl-Forza Italia


3 agosto 2008
Sul caso Farabbi, il vice di Ruggiano si rimetta alla "clemenza della corte"

Il Partito Democratico tuderte prende atto con particolare interesse della presa di posizione del vice del sindaco Ruggiano in merito alla triste vicenda Farabbi, ma nel contempo rileva che la difesa d’ufficio, che ben si confà anche al ruolo professionale svolto, è proprio scialba, sconclusionata e priva di argomentazioni valide e sostenibili.
Rispettiamo chi lavora sulla “res pubblica”, in particolar modo abbiamo sempre avuto rispetto per coloro che questo lavoro lo svolgono con attenzione e competenza, purtroppo questo, come i professionisti di chiara fama c’insegnano, non appartiene al caso di specie.
Questa vicenda si può annoverare semplicemente fra le topiche o gaffe, che dir si voglia, che questa amministrazione ha preso. Uno svarione che si aggiunge al Lapidario, alla mostra del Pintoricchio, agli uffici in via del Monte, al parcheggio con ascensore di Porta Romana, all’innalzamento delle tasse, eccetera, eccetera.
Tutto ciò è un bel primato, ma sappiamo che questa giunta è giovane e deve imparare, peccato che lo faccia sulla pelle dei cittadini. Ma così ha voluto il giudizio popolare ed a questo c’inchiniamo. Ciò non toglie che il ruolo di opposizione in consiglio comunale, assegnatoci dal trasformismo e dall’opportunismo e non dal giudizio popolare, c’impone di sottolineare, per il bene della città, le magagne che ci sono e gli errori che vengono commessi.
La difesa dell’atto amministrativo è stata così sciatta ed inconsistente che, alla semplice lettura, è apparsa priva di una qualsivoglia argomentazione. Il politichese ha prevalso in maniera preponderante, non si è spiegato nulla, non si è entrati nel merito della cosa ed è stata malcelata la rabbia di essere stati colti con le mani nella marmellata.
Sentir parlare di allarmismo per generare paura, ansia e timore nei cittadini da parte di un esponente di un Centrodestra che ne ha fatto e ne sta facendo leva per le elezioni, spesso smentito dal suo stesso Sottosegretario al Ministero degli Interni, ci sembra perlomeno grottesco. Ma tant’è e ne prendiamo atto.
Sinceramente avremmo preferito che allo sproloquio senza senso sulla dirigenza del PD, si fosse preferito un modo diverso di affrontare la contestazione.
Ci saremmo aspettati che si ammettesse il pastrocchio e che ci fosse la presa d’atto che chi ha responsabilità dirigenziali non ha saputo svolgere il proprio compito adeguatamente.
Siamo i primi noi, d’altra parte, a sostenere che gli amministratori non possono essere tutti avvocati ed esperti giuristi per correggere questi svarioni. Sarebbe stato un bel segnale di maturità amministrativa, un modo di avere più rispetto per tutti i cittadini ed in particolare per i tecnici che quotidianamente debbono confrontarsi in un ambito così delicato per la città.
Purtroppo questa maturità non c’è stata e si è cercato di parlare d’altro. Ne prendiamo atto. Vogliamo solo però dare un consiglio professionale e scusate se ce lo permettiamo senza averne titolo, in casi come questo… rimettetevi alla clemenza della Corte!
Partito Democratico Todi

3 agosto 2008
Il centrodestra passerà a settembre con la sufficienza piena!

Si è ben capito, dall’ultima intervista di TamTam a Rossini, che a Carlo la torta del primo compleanno della Giunta Ruggiano rimane proprio indigesta. Questo è più che comprensibile, dato che i Sinistri erano usi a tagliare ed a spartirsi ben altre torte: troviamo briciole un po’ da per tutto delle loro abbuffate e sessant’anni di potere incontrastato sono un arco di tempo che ha lasciato il segno. Logico dunque il livore con il quale il “professore” bolla con uno zero spaccato l’operato amministrativo del Centrodestra.
Ciò che non è del tutto giustificabile è l’accanimento rancoroso contro la persona del Presidente del Consiglio Pizzichini, che non è il primo socialista che abbia fatto una scelta di campo. Forza Italia ne è piena e la diaspora del Partito Socialista è imputabile alla persecuzione messa in atto, prima dal PCI e poi da Veltroni.
Ciò che infastidisce è l’ipocrisia e la falsa moralità e questo in considerazione di quanto ebbi già a dire sul fatto che, nel tentativo “dell’acquisto” dell’undicesimo, ebbi un ruolo che mi fa affermare che altri componenti del Centrosinistra non avrebbero disdegnato di lasciare la barca che affondava. Forse la strategia del Centrodestra, che ha inteso valorizzare la persona di Pizzichini eleggendolo con un colpo di mano a Presidente del Consiglio, ha spento qualcuna di queste velleità. Forse i dissensi all’interno di tanta decantata compattezza a Sinistra (vedi Giorgi e Caprini) facilitò il tutto, relegando Rossini e compagni vari al ruolo di minoranza.
Il leader del Centrosinistra si azzarda a criticare il così detto Lapidario, che per quanto opinabile ha un fine culturale e non certamente di interesse particolare, dimenticandosi delle scelte amministrative nefande da loro poste in atto. Tanto per fare un esempio: l’acquisto del capannone della Galibia costato alla comunità due miliardi e mezzo di lire con una stima, per un’eventuale alienazione attuale, di circa 800.000 euro. Bisognerebbe accertare di chi si sono fatti gli interessi in quest’oscura operazione.
Altro esempio? Il mancato aggiornamento, dovuto per legge, delle tariffe degli oneri urbanistici che ha determinato un mancato introito nelle casse comunali. Su questa vicenda avrebbe sicuramente da eccepire la Corte dei Conti. La smettano di piangere per il mancato coinvolgimento nelle scelte amministrative, coinvolgimento che mai hanno attuato negli anni del loro strapotere nei confronti della Minoranza.
Se è vero che questa Amministrazione ha trascurato delle priorità è altrettanto vero che durante quest’anno sono andati in pensione una quindicina di dipendenti comunali e che la crisi economica generale limita gli impegni di spesa e ci vieta nuove assunzioni. Altrettanto vero è che non hanno lasciato tesoretti in cassa ed altrettanto assodato è che queste, che Rossini chiama priorità, sono problemi annosi che non hanno risolto loro stessi negli anni passati, quando si divertivano a fare il percorso profumato per ciechi sulla rocca, trascuravano le frazioni, si facevano depredare l’ospedale e così avanti.
Ci ha rimandati agli esami di riparazione a settembre. Bene. Ammettiamo di non meritare una promozione su tutte le materie, ma stiamo studiando ed a Settembre, con sua grande delusione, passeremo agli esami con piena sufficienza. Già, non abbiamo, dice lui, un’idea di cosa e come dovrà essere la Todi di domani. Certamente non sarà la cosa come l’avrebbero voluta e la vorrebbero i Sinistri. Siamo anche disposti ad ammettere errori che rientrano nella non completa maturità del ruolo di Maggioranza, ma loro devono guardare dentro la bisaccia che hanno dietro le spalle che è piena di “sbagli” e non sempre disinteressati e cristallini.
Mario Epifani – capogruppo di Fiamma Tuderte

1 agosto 2008
Ma sono davvero finite le ideologie

A meno di 6 mesi dalle ultime elezioni, caratterizzate dalla radicale semplificazione del quadro politico italiano e dalla scomparsa dal Parlamento di alcuni partiti storici, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani si interrogano sul futuro della politica e della democrazia.
‘Destra e sinistra dopo le ideologie’ è infatti il titolo del 41° Incontro nazionale di Studi delle Acli che si svolgerà quest’anno a Perugia dall’11 al 13 settembre. Cosa vogliono dire ancora destra e sinistra dopo il tramonto delle ideologie e alla luce anche delle recenti vicende elettorali? Hanno ancora un senso, usciti dal Novecento, queste parole e queste tradizioni? Quali nuove prospettive di significato possono offrire?
Se lo domandano le Acli partendo dalla percezione diffusa che antichi equilibri siano diventati instabili, che sia aumentata l’onda di oscillazione e la fluidità tra i cittadini-elettori, e che pertanto le tradizionali categorie del pensiero politico abbiano bisogno di una verifica pubblica e di una ridefinizione non faziosa e non autoreferenziale.
A questo tema sarà dedicata in particolare la prima giornata del convegno di studi – giovedì 11 settembre – con gli interventi previsti, tra gli altri, degli storici Andrea Riccardi e Marco Revelli – autore di un recente volume ‘Sinistra Destra, l’identità smarrita’ – e del ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, che prendendo spunto dal suo ultimo libro, ragionerà di ‘paura e speranza dopo le ideologie’. Previsti ancora il sottosegretario al Lavoro, la Salute e le Politiche sociali Eugenia Roccella, su vita, famiglia e ideologia; quindi mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano.
Ma sono davvero finite le ideologie? E’ questo il quesito che aprirà la seconda giornata di studi – venerdì 12 settembre – con gli interventi di Mario Capanna, Marcello Veneziani, Salvatore Natoli, Pier Paolo Baretta. E poi ancora ancora: ‘Democrazia e globalizzazione tra nuove povertà, nuove paure e nuove opportunità’. Con gli interventi, tra gli altri, di Enrico Letta, Stefano Zamagni, Lugino Bruni, Maurizio Ambrosini e Sandro Calvani. Infine la giornata di sabato 13 settembre, dedicata al rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia d’opinione. Previsto l’intervento di Joaquin Navarro Valls, per più di 20 anni direttore della Sala Stampa Vaticana con Giovanni Paolo II.
Acli Perugia

 

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