Al nostro tempo dare del “Bifolco” è un modo dispregiativo di rapportarsi con gli altri, mentre dal 1600, a Collevalenza e dintorni, nel comune di Todi, fino agli anni 60, i bifolchi erano l’elite della nostra agricoltura. Bravi allevatori e conduttori di animali così detti a triplice attitudine: lavoro, carne, latte – quest’ultimo ad esclusivo uso familiare o poco più.
Parliamo della famosa razza bovina della Chianina anche detti “giganti bianchi”, presenti in Italia centrale sin dai tempi degli etruschi. Da illo tempore fino agli anni 50 i bifolchi che avessero posseduto una coppia di buoi bianchi (chianini) ed una di neri (maremmani) erano capaci di arare distese di terreni come oggi possono fare i “terzisti” con i loro moderni e potenti trattori agricoli.
La meccanizzazione, oggi, ha surclassato il lavoro degli animali ed il loro destino odierno è il mercato della carne per le tavole degli intenditori. Non solo la famosa bistecca ma ogni parte di quest’animale, in virtù del suo allevamento naturale, brado o semibrado che sia, offre piatti che fanno brillare la cucina italiana e le mede in italy.
Collevalenza e dintorni sono culla dei migliori allevamenti di Chianina ed i suoi protagonisti si radunano in festa, ogni anno, alla fine di agosto intorno al loro santo protettore degli agricoltori – S. Isidoro – la cui statua, donata negli anni 20 dalla famiglia Palmucci, è collocata all’interno della chiesina della Madonna delle Grazie, una chiesa costruita intorno al 1630, proprio dalla allora “Confraternita dei Bifolchi” che, per diversi anni si contraddistinse in efficaci opere sociali sul territorio.
Ed oggi, proprio sul territorio cosi detto dei 6 castelli (Collevalenza, Rosceto, Torrececcona, Chioano Figareto e Monticello) che fanno parte della nuova Unità Pastorale (insieme di ex parrocchie) gli allevatori di eccellenti capi bovini di razza chianina, cogliendo una proposta dell’International Club A.C.L.I. condivisa con la loro Coop Carni Tuder, intendono intraprendere iniziative di promozione per tutte le attività e prodotti del territorio (Agricoltura, artigianato, industria e servizi).
Per questo hanno programmato per il fine agosto 2008 (dal 22 al 31) una “festa dello Sviluppo Sostenibile” sotto lo slogan “Conoscere, conoscersi e farsi conoscere”. Uno sviluppo che si vuole fondato sullo “Spirito della speranza” e per questo la festa inizierà il 22 sera con una riflessione conoscitiva sulla Venerabile M. Speranza, giunta a Collevalenza nell’agosto del ’51 e si finirà domenica 31 onorando S. Isidoro patrono degli agricoltori, come e secondo tradizione votiva ripresa negli anni ‘20.
In mezzo, giovedì 28, incontro pubblico tra operatori locali e rappresentanti di enti, istituzioni e associazioni di categoria per tracciare insieme le linee programmatiche del piano promozionale. Un piano incentrato sul live motive della festa “Conoscere, conoscersi e farsi conoscere”.