Di ‘alimentazione’ soffrono in Italia 3 milioni di persone ed ogni anno se ne ammalano oltre 9 mila di nuovi, soprattutto nella fascia d’età tra 12 e 25 anni: mediamente 6 nuovi casi di disturbi del comportamento alimentare ogni 100.000 abitanti.
Lo ha rilevato uno studio dell’Eurispes che ha monitorato il web alla ricerca di quanti cercano questa via per comunicare, chiedere aiuto e consigli.
Secondo questo studio, l’incidenza dell’anoressia nervosa negli ultimi anni risulterebbe stabile su 4-8 nuovi casi annui, per 100 mila abitanti, mentre quella della bulimia nervosa risulta in aumento: è valutata in 9-12 casi annui sempre su 100 abitanti”.
L’Eurispes rivela che sono ben 300.000 i siti al mondo che trattano di anoressia, creati da persone che soffrono di questo disturbo, i cosiddetti siti ‘pro ana’, mentre in Italia, attraverso un monitoraggio della Rete ha censito, in un arco temporale di 10 giorni (dal 28/07 al 6-8 di quest’anno) 260 blog che raccontano di anoressia, bulimia o più in generale di disturbi dell’alimentazione.
Ciò significa che la malattia ha una evoluzione. L’anoressia e la bulimia, infatti, almeno fino all’introduzione delle nuove tecnologie erano vissute in modo ‘privato’, nella segretezza.
Le persone anoressiche o bulimiche tendono infatti ad isolarsi, a nascondersi, a rinunciare ai rapporti sociali. Il senso di inadeguatezza, la paura di farsi vedere ‘grasse’, il nervosismo che deriva dalla deprivazione da cibo conducono ad una vita di solitudine.
Il Web, secondo l’Eurispes, ha interrotto questo isolamento. Oggi i giovani, in particolar modo le ragazze, hanno trovato un mezzo per socializzare pur rimanendo isolati. A casa, i forum, i blog e social network diventano un nuovo luogo di ritrovo di persone accomunate dalla stessa ossessione: il cibo.
Blog, forum e social network, tutti sono creati da ragazze molto giovani: l’età media delle autrici è infatti di 17 anni, ma non mancano 12 o 13enni.
Fra i blog monitorati, più della metà risultano ancora attivi (153), 10 sono sospesi, ossia non aggiornati da almeno un anno, 62 sono stati privatizzati (cioè resi fruibili solo da una cerchia ristretta di persone che accedono solo dopo l’approvazione dell’autore), mentre 36 sono stati oscurati.
Elemento distintivo che accomuna la maggior parte dei siti – prosegue l’Eurispes – è la descrizione del DA (diario alimentare), tutto quello che le autrici hanno ingerito nell’arco della giornata.
E accanto ad ogni alimento c’è il conteggio delle calorie, con la somma finale di quelle assunte nell’intera giornata. I siti sono coloratissimi e non mancano foto delle ‘thinispiration’ (modelle o attrici magrissime che diventano icone ed esempi da seguire)”.
I disturbi alimentari, raccontati sul web, offrono talvolta un’idea diversa del disturbo: le modelle magre e le thinispiration non sempre sono la fonte di ispirazione o la causa della malattia.
Tra le righe – concludono gli autori della ricerca – si legge molta sofferenza che deriva da episodi traumatici vissuti nell’infanzia, abusi e violenze fisiche o psicologiche, da un cattivo rapporto con i genitori o, più semplicemente, dal fallimento di una storia d’amore”.