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In montagna l'aria non è più buona e salubre per effetto degli scarichi in atmosfera provenienti dalle valli e pianure

Forse forse, in piena estate dal prossimo anno per respirare aria buona converrà rimanere chiusi in città.
Vado in montagna per respirare un po’ di aria pulita: questa l’idea dei molti turisti che anche in questi mesi hanno scelto le località alpine per trascorrere le proprie vacanze.
Peccato però che l’aria in montagna proprio pulita non lo sia, come indicano i monitoraggi effettuati dalla Carovana delle Alpi, l’annuale spedizione di Legambiente che analizza lo stato di salute delle nostre montagne.
Anche quest’anno è l’ozono l’osservato speciale, gas tossico che si genera a causa dell’inquinamento atmosferico prodotto da traffico e industrie i cui effetti però si manifestano in modo accentuato sulla montagna alpina e prealpina.

Disastrosa la situazione a Livigno (So), paradiso fiscale dei camionisti, che nel mese di luglio ha raggiunto concentrazioni medie di ozono pari a 139 microgrammi per metro cubo.
Ma anche lo Zoncolan (Ud), storica tappa del giro d’Italia, si posiziona molto male facendo registrare quantità di gas tossico pari a 125 µg/mc.
Sul terzo gradino del podio delle località peggiori troviamo infine Ponte di Legno (Bs), con valori superiori ai 103 µg/mc.
Il quadro è decisamente migliore invece sulle Dolomiti
: si respira bene infatti a Moena (Tn) dove, con livelli di poco sopra ai 31 µg/mc, l’associazione ambientalista assegna un ottimo per la qualità dell’aria.

“L’inquinamento d’alta quota è un effetto collaterale della principale attività economica delle Alpi, quella turistica, con milioni di visitatori che raggiungono le località alpine con l’automezzo privato per mancanza di alternative confortevoli e affidabili”, ha ricordato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.
Precursori della formazione dell’ozono sono in particolare gli idrocarburi aromatici e gli ossidi d’azoto, tipicamente prodotti dai tubi di scarico di auto e veicoli pesanti oltre che da fabbriche e inceneritori.
Una volta formatosi, l’ozono viene trasportato a grande distanza dalle correnti atmosferiche e i suoi livelli sono spesso molto più alti in aree montane rispetto alle stesse città e alle autostrade che ne sono la principale fonte.

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