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Lo studio è stato pubblicato dalla rivista americana Hypertension

Da quando la disponibilità di efficaci farmaci anti-Hiv ha prolungato di molto la sopravvivenza dei soggetti malati sono emersi altri rischi che prima non erano conosciuti.
Secondo uno studio italiano, condotto presso l’Università di Perugia e pubblicato nel numero di agosto della rivista americana Hypertension, l’Hiv favorisce lo sviluppo delle malattie cardiovascolari come l’infarto miocardico e l’ictus cerebrale.
Lo studio ha riscontrato un aumento della rigidità dell’aorta nei pazienti con questa infezione che non hanno malattie cardiovascolari nè fattori di rischio maggiori per la malattia aterosclerotica. La rigidità aortica è un indicatore precoce di arteriosclerosi ed un importante fattore predittivo di mortalità e malattie cardiovascolari.
La rigidità aortica è stata misurata con un nuovo apparecchio non invasivo che registra la velocità dell’onda di polso lungo l’aorta.
È risultato che i soggetti con Hiv avevano una velocità dell’onda di polso significativamente più alta rispetto ai controlli, benchè gli sperimentatori avessero escluso dallo studio i soggetti ipertesi, diabetici, ipercolesterolemici e con altri fattori di rischio vascolare.
La velocità dell’onda di polso aumentava progressivamente dai soggetti normali ai pazienti non trattati ai pazienti in trattamento: ciò suggerisce che sia l’infezione da Hiv di per sè che il trattamento con farmaci antiretrovirali possono avere, indipendentemente l’una dall’altro, effetti favorenti sullo sviluppo della malattia arteriosclerotica.
Il consiglio quindi è che i pazienti con infezione da Hiv, specie quelli con altri fattori di rischio vascolare, si sottopongano a controlli clinici per valutare il rischio cardiovascolare e prendere le opportune misure non farmacologiche per ridurre il rischio di malattia aterosclerotica, quali la dieta, un’attività fisica regolare ed il mantenimento di un peso corporeo normale.

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