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Per il troppo rumore, il sindaco del sobborgo romano vuole allontanare i voli low cost prima che sia pronto l'aeroporto di Viterbo

Se “l’arrabbiatura” del sindaco di Ciampino non è finta e durerà si potrebbe aprire una “finestra temporale” per l’aeroporto di Sant’Egidio nella corsa ad accaparrarsi il traffico low cost di Ryanair.
Il primo cittadino del sobborgo romano è infuriato con la compagnia aerea irlandese: “Ancora una volta la Ryanair non vuole capire che l’Italia è uno Stato sovrano, in cui le leggi le fa lo Stato e le compagnie aeree le debbono rispettare e non imporre. Cawley ha ripetuto di nuovo che gli aerei low-cost non farebbero rumore e che esisterebbe uno studio Enac-Adr che lo dimostrerebbe”.
Motivo della “sparata “del sindaco è la dichiarazione con cui il deputy chief executive della compagnia aerea, Michael Cawley, aveva escluso “la possibilità di una chiusura al traffico commerciale del Pastine (l’aeroporto di Ciampino) dal 2011”.

Il sindaco ha poi precisato, e questo riguarderebbe indirettamente il futuro dello scalo perugino, che “all’inizio del 2009 abbiamo appuntamento con il ministro dei Trasporti Matteoli per la lettura dei dati definitivi del monitoraggio del rumore (nei primi sei mesi ha fornito valori di rumore costantemente al di sopra, anche di 15 decibel, dei valori consentiti dalle leggi, sia di giorno che di notte) che, se verranno confermati, sanciranno la necessità di riportare, da subito, l’aeroporto di Ciampino ad un volume di traffico non superiore a 61 movimenti aerei complessivi al giorno, a fronte dei 168 giornalieri medi dei primi sei mesi del 2008″.

“Così come abbiamo affermato nel comunicato stampa congiunto il ministro Matteoli ed il sottoscritto – conclude il sindaco – ribadisco a Ryanair che è necessario che lo scalo di Ciampino, ancor prima della realizzazione del nuovo aeroporto di Viterbo, presumibilmente prevista per il 2011, dovrà tornare ad essere uno scalo riservato esclusivamente ai voli istituzionali”.
Se così sarà, Ryanair dovrà trovare uno scalo fuori del Lazio per i suoi voli per almeno due anni, se nel frattempo, per la crisi Alitalia, le piste di Fiumicino non verranno occupate anche per i voli low cost.

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