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La produzione nazionale è meno ricca di residui dei "veleni" usati nella coltivazione rispetto ad altre nazioni europee ma, a sorpresa, ne ha più di quelle americane e russe

Per una volta non siamo, in Italia, gli ultimi, anche se meglio di noi stanno i russi e gli americani.
I succhi di frutta inglesi sono i più ricchi di pesticidi, seguiti a breve distanza dagli analoghi spagnoli. Centrifughe e spremute imbottigliate in Italia sono più sicure di quelle francesi, svizzere e tedesche, ma meno rispetto a quelle statunitensi e russe. Lo ha rivelato uno studio dell’Università di Jaèn, in Spagna.
Dopo aver analizzato oltre cento campioni di marchi a distribuzione mondiale provenienti da quindici diversi Paesi, gli scienziati hanno concluso che la quantità di antiparassitari contenuta in molte delle bibite oltrepassa la soglia massima di sicurezza stabilita dall’Ue per l’acqua potabile.
Carbendazim, tiabendazolo, imazalil e malatione sono solo alcune tra le più note delle cento sostanze chimiche con funzione antiparassitaria che i ricercatori hanno trovato nei campioni.
In media il residuo delle sostanze incriminate è 300 volte il livello di residuo massimo (Mrl) fissato dall’Ue per l’acqua corrente o imbottigliata, anche se rimane ben al di sotto dei livelli consentiti per frutta e verdura fresca.

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