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Proprio adesso che, su sentenze della Cassazione, stanno per arrivare i primi rimborsi per il canone di depurazione non dovuto, un disegno di legge prevede una tassa per chi non è allacciato

Dopo i riconoscimenti in sede giudiziaria, un’antica battaglia condotta anni fa sulle pagine di TamTam sta giungendo all’inizio dell’epilogo in Umbria. E’ la questione degli oneri di depurazione inseriti nelle “bollette” dell’acqua.
A decidere tra le prime a chiudere la controversia la “Sii – Ato 2” per il comune di Fabro. Qui,
nonostante la costruzione di un nuovo impianto di depurazione, costato oltre un milione di euro, le acque reflue delle utenze continuano ad essere smaltite con un sistema di 6 mega fosse biologiche giudicate non a norma già dal 2002.
Dopo aver pagato per anni, oggi i cittadini di Fabro vedranno tornare indietro l’intero canone degli ultimi 5 anni con tanto di interessi.
Una vittoria sicuramente per chi non ha le sue fogne allacciate ai depuratori, ma potrebbe essere una vittoria di Pirro.
Secondo un disegno di legge attualmente in discussione al Parlamento, infatti, coloro che non usufruiscono di un servizio di depurazione non dovranno più pagare un “canone fantasma” ma bensì una “tassa” per il maggior grado di inquinamento derivante proprio dalla mancanza del sistema di smaltimento delle acque reflue.

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