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 28 febbraio 2009

Al Consiglio comunale di Todi ancora una prepotenza del centrodestra

Nell’ultima seduta consiliare, si è discussa una proposta dei consiglieri eletti nella lista di Alleanza Nazionale di intitolare in città una via a Giorgio Almirante.
La proposta era chiaramente di stampo ideologico, tesa alla riabilitazione di un uomo politico erede del fascismo, ex-repubblichino, teorico e sostenitore delle politiche razziali di Mussolini contro gli ebrei, coinvolto nella strage di Peteano in cui morirono tre carabinieri (si salvò grazie all’immunità parlamentare e ad un’amnistia quasi ad personam).
La nostra città non può riconoscersi in questa storia politica fino al punto di dedicargli una via, facendolo assurgere a simbolo di esempio politico!
Il Partito democratico, proprio a partire da queste valutazioni storico-politiche, ha invitato il Sindaco e i consiglieri del centro-destra a soprassedere su questa decisione per queste ragioni:
1)Si tratta di una scelta ideologica, riguardante una figura quantomeno controversa, che divide ulteriormente la città, che politicizza anche la titolazione di vie e piega questo atto amministrativo a pure logiche partitiche;
2)Nella nostra città, per scelta lungimirante delle precedenti amministrazioni, si è evitato di titolare vie a politici nazionali che pure hanno costruito la nostra democrazia e la nostra libertà. Ciò non è stato dettato da valutazioni di merito sulla storia di questi personaggi, ma dallo scrupolo di non dar vita a scelte che al tempo potevano dividere le coscienze. Non troviamo infatti vie titolate a De Gasperi, Pertini, Nenni, Terracini, La Malfa, Moro, Berlinguer e tanti altri artefici della costruzione della democrazia nel nostro paese. E non c’è dubbio che meritino questo riconoscimento.
3)In altre città nelle quali recentemente si è avanzata la proposta di titolare vie a Giorgio Almirante, di fronte alle divisioni che si sono manifestate, come a Roma, si è scelta la via del buon senso e di soprassedere sulla decisione.
A Todi, invece, una coalizione sempre più schiacciata sulla destra estremista, sorda ad ogni proposta, ha imposto una scelta che produrrà solo divisione. Ormai governano solo con la prepotenza e l’arroganza, con l’imposizione del loro punto di vista.
Una cosa è certa: nessuna via potrà riabilitare l’ideologia fascista ed il male che questa ha rappresentato per il popolo italiano.
In tutto ciò stupisce (ma non troppo, vista la disinvoltura con la quale ha cambiato schieramento per una poltrona) il voto favorevole dell’ex- socialista Pizzichini. È una vergogna ed un’offesa ai socialisti!
Gruppo consiliare Partito democratico


27 febbraio 2009
Nuovi permessi di accesso al centro storico: di male in peggio

Sono a scrivervi per protestare fortemente contro il nuovo regolamento di concessione dei permessi ZTL, nel particolare vorrei evidenziare due fattispecie.
La prima, è che mentre prima un anziano ultrasettantenne non patentato aveva diritto ad un permesso per la macchina di un parente, magari del figlio, ora non più, quindi un anziano che vive da solo al centro e che magari ha difficoltà di deambulazione non avrà più diritto ad uscire il sabato o la domenica o comunque quando il traffico sarà chiuso perché non potremo più andarlo a prendere sotto casa.
Andargli a fare la spesa o qualsiasi altra cosa ci sia bisogno, e dove la mettiamo l’auto, ci facciamo tutto a piedi da fuori le mura al centro con la merce sulle spalle, oppure ci saranno i muli da soma a noleggio? sarà un modo per mantenere la linea? 
visto e considerato poi che di anziani nel centro ce ne sono molti mi sembra una cosa molto molto grave anzi gravissima.
La seconda è che il secondo permesso per famiglia sarà dato solo se questa è composta da almeno 4 persone e almeno due patenti: ok mi sta bene il non occupare due posti ztl, ma il transito? 
E’ possibile che una famiglia di tre persone con due auto non possa neanche usufruire di un secondo permesso solo per transitare? Cioè faccio un esempio, se la prima auto con l’unico permesso è fuori, con la seconda quando il traffico è chiuso non si può raggiungere casa, magari per scaricare la spesa (sabato pomeriggio), magari perché ci siamo scordati qualcosa, magari perché ci scappa di andare un attimo in bagno, magari saranno anche fatti nostri perché dobbiamo andare un attimo a casa, no non sarà più possibile neanche transitare con la seconda auto, questo sinceramente mi sembra inconcepibile, una limitazione al diritto di godere della nostra proprietà.
Poi si dice che il centro storico si sta spopolando, che sta morendo: sinceramente mi sta passando la voglia di abitare in centro, già era un problema prima, ora molto peggio, ci toccherà programmare la settimana di accesso al centro con i familiari, con calendario e orari in mano. 
Spero poi che l’amministrazione pubblicizzi con largo anticipo le chiusure del centro, così che ci si possa organizzare per tempo su quale auto debba prendere il permesso, sempre sperando che non si abbia l’urgenza di andare in bagno quando si è fuori con la seconda auto senza permesso, non potendo passare un attimo a casa, magari ci toccherà farla davanti al segnale del divieto di accesso.
Siamo passati da una concessione di permessi abnorme a concessioni zero, anzi sottozero, complimenti.
Paolo Cardoni

27 febbraio 2009
Centrali nucleari: siamo solo in ritardo…

Come il solito sulle questioni di primaria importanza si parla sempre con i condizionamenti ideologici e senza conoscere i dati. 
Nel mondo sono in funzione ben 443 centrali nucleari. Di queste, 184 (pari ad oltre il 40%) sono nella sola Europa e presto saranno 193 perché altre 9 centrali sono in costruzione nel vecchio continente. (Perciò chi sostiene che “si sta abbandonando il nucleare” deve aver mal interpretato la notizia che ha letto). Di queste 184 centrali nucleari, 9 si trovano in Spagna, 5 in Svizzera, 17 in Germania, 7 in Belgio, 1 in Slovenia e 59 in Francia (solo per citare i paesi a noi più vicini). Quindi, qualora si dovesse verificare un incidente nucleare in uno di questi paesi, non potremmo certo stare particolarmente tranquilli.
Secondo le stime più accreditate rese note dalla ADN Kronos, il consumo di petrolio nel mondo, entro il 2015 (cioè tra appena sei anni) sarà del 5% superiore alla produzione. Le scorte di petrolio dell’Italia sono appena mezzo miliardo di barili (la Danimarca e la Gran Bretagna, per esempio, ne hanno oltre il doppio e la Norvegia addirittura nove volte tanto le nostre scorte). La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (idrica, eolica, solare, geotermica e biomasse e rifiuti) è di appena il 25% del totale e la domanda di energia elettrica cresce di circa 3000 MW all’anno.
I verdi hanno detto NO all’ energia idrica (non vogliono che vengano alterati i corsi naturali dei fiumi), NO all’energia eolica (i parchi eolici deturperebbero l’ambiente e non sarebbero eco-sostenibili), NO all’energia termica tradizionale (quella derivante dal petrolio, perché si crea l’effetto serra e si inquina).
L’energia solare è ancora imprudente perché oltre ad essere eccessivamente costosa ed ingombrante (per produrre 3 kw di energia, ovvero le esigenze di una famiglia media, necessitano 27 mq di pannelli solari il cui costo complessivo è di circa 21mila euro) non è ancora chiaro se i pannelli hanno una vita tecnica o sono eterni e, qualora non lo siano, nessuno ha ancora chiarito se necessitano di smaltimento e come possono essere smaltiti, quanto costa il loro smaltimento e l’eventuale periodicità di manutenzione e relativi costi.
Inoltre si finge di ignorare che un’azienda lombarda (perdonatemi se la memoria non mi assiste al punto da ricordarne il nome) ha già in produzione reattori nucleari che riciclano le scorie risolvendo all’origine il problema dello smaltimento delle stesse e che dal 2012 potrà produrre tali reattori in serie (in Russia sono già in funzione con successo).
A questo punto, se persistiamo nel non voler ricorrere al nucleare (ci sono centrali nucleari persino in Sudafrica ed in Brasile) la soluzione per non bloccare la produzione industriale e non restare al buio è una sola: costruire gigantesche biciclette con dinamo di proporzionale grandezza e mettere i verdi a pedalare.
Luigi Bigaroni


26 febbraio 2009
Per i problemi dell’ospedale tuderte non cerchiamo capri espiatori nei professionisti sanitari tuderti

Il comunicato del consigliere Cappelletti sui servizi ospedalieri territoriali è condivisibile quando avanza proposte per l’utilizzo dell’attuale ospedale tuderte, lo è molto meno nella parte in cui cerca capri espiatori nell’ambito dei professionisti sanitari tuderti che stornerebbero gli utenti presso altre strutture.
La minore attrattiva del nostro ospedale rimane per noi legata essenzialmente alle scelte assunte da qualche anno a questa parte, in barba alla programazione sanitaria regionale e locale. Atteggiamento di cui siamo costretti, purtroppo, a rilevare una coriacea continuità .
Riteniamo positivo che finalmente sia stato convocato un Consiglio comunale per discutere delle questioni sollevate (stato odierno dei servizi ospedalieri territoriali, lavori del nuovo ospedale e prospettive di utilizzo di quello attuale) con gli approfondimenti necessari e suffragati da elementi oggettivi di analisi.
Alcuni quesiti, preliminari al dibattito consiliare e proprio nell’ottica di un salto qualitativo dello stesso, si impongono comunque quì e adesso.
E’ entusiastica la previsione dei servizi ospedalieri del nuovo nosocomio, a leggere quanto riportato dal consigliere: Medicina, Chirurgia, Ostetricia, Punto Nascita, Pediatria, Neonatologia, Anestesia, Radiologia con TAC, RMN, Emodialisi, Laboratorio, 118, Ortopedia, RSA con 20 posti letto e poi la descrizione dettagliata delle attività chirurgiche. La domanda è: ciò che è stato scritto corrisponde davvero al nuovo PSR in via di approvazione, per Pantalla? E poi, gli atti di riorganizzazione funzionale della USL 2 siamo sicuri che stiano andando verso la previsione sanitaria preconizzata dal consigliere Cappelletti?
In attesa del confronto istituzionale riteniamo positiva l’attenzione che si è riaccesa su queste tematiche grazie anche ai contributi di tutti i soggetti interessati: in altri territori, si vedano per esempio Assisi o Passignano, l’attenzione e la mobilitazione della collettività e delle istituzioni hanno già sortito effetti positivi.
Andrea Caprini -CONSIGLIO COMUNALE DI TODI-GRUPPO CONSILIARE RIFONDAZIONE COMUNISTA 
Per la Sinistra Unita

25 febbraio 2009
La strada del nucleare italiano è piena di "buche"… come la E45

Tutte le etichette mi lasciano perplesso e quella di ecologista non è da meno. Sarebbe lungo e noioso analizzare cosa si intende per ecologista, fino a che punto e via dicendo. Io mi reputo un ecologista ma non un fanatico. 
Sono felice per le certezze del maestro Gelmino: “Il nucleare è solo l’energia più pulita e meno costosa che c’è”. Io non sono in grado di affermare se il nucleare (che verrà fra 15 anni normali e 30 anni italiani) sia la soluzione. 
Mi pongo alcune domande da cittadino. Qualcuno ha deciso sopra le nostre teste la strada del nucleare ma i cittadini saranno disponibili ad accettare sui loro territori le centrali? Saranno altrettanto disponibili ad accettare le discariche contenenti le scorie radioattive (un problema forse maggiore delle centrali stesse)? Se i cittadini si mostrassero un tantino perplessi avremo cariche di polizia e l’esercito?
Sempre se i cittadini non siano del tutto d’accordo arriva l’ordine dall’alto (si fa per dire) che è stato deciso dal Governo (votato dalla maggioranza degli italiani, bla, bla…)? Visto il livello di gestione di questi mega appalti (tangenti e annessi) quali garanzie qualitative si avranno per le loro costruzioni?
Visto il grado di gestione (eccellente) delle discariche attuali di rifiuti quali garanzie abbiamo della gestione delle scorie? Stesso livello di Chiaiano?
L’esempio migliore è la Francia (Germino). Forse, ma noi non siamo francesi. Noi siamo, come richiamato da Zoccoli, quelli della Salerno-Reggio Calabria, quelli delle discariche dei rifiuti che non riusciamo a gestire, quelli delle buche sulla E45 che non siamo in gradi di rattoppare, quelli che non riescono a far volare due aerei, e cosi via. 
Maurizio Pierdomenico

25 febbraio 2009
Ci si rende conto dei disservizi della città di Todi?

Scrivo per comunicare i disservizi della città di Todi. Descrivo con calma la situazione. 
Ieri mio marito, con un handicap deabulatoriale, è stato convocato in Tribunale a Todi per una testimonianza.
Ci siamo trovati difronte a niente parcheggio per i portatori di handicap ed una scalinata priva di ogni sicurezza.
La convocazione è stata fissata in Tribunale: oltre a due scalinate improponibili, ce ne erano ancora 4 rampe di 10 gradini. Hanno avuto l’accortezza di farci fermare in una stanza. L’udienza è stata fissata per le 12,30; il giudice è sceso alle 15.30.
Gli amministratori si rendono conto di cosa può essere tutto questo per un portatore di handicap (grave)? Che cosa significa poter espletare doveri civili? 
Per organizzare manifestazioni i soldi ci sono, per strutture veramente importanti non si fa nulla.
Teresa Valeriani 

25 febbraio 2009
Si può fare: un futuro radioattivo per Todi!

Io, in qualità di ecologista pentito, sottoscrivo in pieno quanto affermato dal sig. Germino. Egli appena sotto Natale denunciò al mondo intero il grande complotto giudaico-massonico cattocomunista sulla falsità della crisi economica affermando che gli italiani avrebbero continuato a spendere e spandere, che non ci sarebbe stato alcun crollo dell’economia, ne problemi di occupazione perchè, in ogni caso, il grande Berlusconi avrebbe preso in mano la situazione.
Visto che la sua teoria economica si è dimostrata esatta e tutto fila a gonfie vele, io sul nucleare gli credo. Difatti mi è incomprensibile per quale motivo tutti i maggiori paesi a sviluppo avanzato ci stanno rinunciando e stanno dismettendo le centrali nucleari. 
Comunque per l’Italia il nucleare – (ovviamente insieme alle Ronde) – è la soluzione dei problemi, perchè è sicuro, economico, non inquina, lo stoccaggio delle scorie non è un problema, se ne frega dei terremoti, (tanto l’Italia mica è sismica!). E poi per un paese come il nostro, dove in un batter d’occhio ti fanno il ponte sullo stretto e la Salerno- Reggio Calabria, fare centrali nucleari è una bazzecola! 
Per questo credo che sia scoccata l’ora delle decisioni irrevocabili: in nome del governo italiano, del comune di Todi e del signor Germino, chiedo, anzi pretendo che Todi offra il suo territorio per costruire la prima centrale nucleare d’Italia, lo deve chiedere ora, prima delle elezioni, con la certezza che il grande consenso di cui gode l’amministrazione comunale, vedrà folle di tuderti esultare di gioia per questa scelta, le frazioni faranno a pugni per averla nel loro territorio. La centrale nucleare, senza dubbio, proietterà Todi verso un radioattivo futuro. Cioè, scusate, radioso.
Carlo Zoccoli

24 febbraio 2009
Studenti dell’Ateneo di Perugia sul piede di guerra per le tasse universitarie

La riforma delle tasse universitarie, che le ha rese proporzionali al reddito, ha disorientato molti studenti e le loro famiglie. Infatti, nonostante la campagna di comunicazione e informazione veicolata anche dalla nostra associazione, in molti non hanno compreso il cambiamento che sarebbe avvenuto con il passaggio da 7 fasce a 20 fasce di reddito.
Questo ha comportato un problema per chi era abituato a non presentare la certificazione ISEUU, perché pensando di ritrovarsi in 7^ fascia corrispondente ad un reddito di 40.000 € come in passato, si è ritrovato nell’ultima fascia, ovvero la 20^, pagando il massimo delle tasse universitarie, corrispondenti ad un reddito superiore a 80.000 € e non disponendo in realtà di un tale introito.
In un periodo di crisi economica come quello che stanno vivendo le famiglie degli studenti, tanto in sede quanto fuorisede, il diritto allo studio è in crisi e la prosecuzione del percorso universitario messo in dubbio. Molte famiglie ragionano sulla loro capacità, anche economica, di mantenere uno o più figli agli studi. In particolare questa situazione di sofferenza è stata evidenziata dagli studenti fuorisede, che non solo subiscono il caro-libri, il costo della mobilità e la tassazione universitaria come tutti gli studenti in sede o pendolari, ma anche il caro-affitti e le spese per la ristorazione.
Non possiamo permettere che ai tanti problemi e alle molte preoccupazioni si aggiungano le rate delle tasse universitarie non corrispondenti al reddito, dunque troppo esose tanto da diventare una spesa non sostenibile.
La riforma delle tasse, con il passaggio da 7 a 20 fasce, serviva a far pagare meno a chi ha di meno e più a chi ha di più. Ad essere avvantaggiato dovrebbe essere il ceto medio che si trova in difficoltà, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo. In linea con questa filosofia di base chiediamo al Rettore dell’Università degli Studi di Perugia di riceverci per ascoltare le problematiche degli studenti che noi rappresentiamo e di aprire un tavolo di trattativa che comprenda gli organi amministrativi e il consiglio degli studenti.
A questo tavolo noi porteremo le proposte elaborate dalla Sinistra Universitaria – UDU:
– Che il termine di presentazione dell’ISEEU sia prorogato fino alla fine del mese di marzo.
– Che chi ha già pagato una tassa superiore al dovuto abbia uno sgravio corrispondente alla cifra in eccesso sulla prossima rata.
– Che chi ha già pagato una tassa inferiore al dovuto si metta in paro con il pagamento adeguato con la prossima rata.
Siamo certi che il Rettore accoglierà le nostre richieste e sarà confermata la positiva collaborazione che ha contraddistinto questi anni di lavoro negli organi collegiali del nostro ateneo.
Tommaso Bori – Coordinatore della Sinistra Universitaria UDU


24 febbraio 2009
I pentiti del nucleare…

Tempo fa, su questa rivista si parlò di nucleare, nel mio intervento definii terroristi gli ambientalisti che erano contrari alle centrali nucleari, come pure Tam Tam, che ha stampato il logo di sito denuclearizzato. Non ricordo cosa altri mi scrissero in proposito, ma non ha importanza. E’ importante ciò che è avvenuto in questi ultimi tempi. 
Ho fatto un po’ di ricerche ed ecco il risultato: “Le centrali nucleari non evocano più l’apocalisse. Le marce del popolo verde a Montalto di Castro sono archeologia storica. Il nucleare, quello che l’Italia ha cancellato con un referendum emotivo, non è più un tabù. Lo dicono gli ambientalisti, di tutto il mondo. Qualcosa è cambiato. Questo è il momento in cui molti ecologisti dicono: ci siamo sbagliati. Le centrali nucleari sono indispensabili per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Il concetto è semplice: per salvare la madre Terra l’unica strada è non demonizzare il caro vecchio atomo. È quello che scrivono sull’Independent quattro inglesi «pentiti». 
Stephen Tindale, fino al 2005, era il direttore di Greenpeace: “È stata come una conversione religiosa. Essere contro il nuc leare era il primo comandamento di un ambientalista, ma mi sono reso conto che l’energia atomica è meglio dei cambiamenti climatici”. C’è Lord Chris Smith of Finsbury, è il presidente dell’agenzia britannica per l’ambiente. Chris Goodall, uno storico pasdaran verde, e Mark Lynas, giornalista e autore di Six Degrees, questi quattro cavalieri dell’apocalisse arrivano perfino a dire che la moratoria sulla costruzione di nuove centrali, ora revocata dal governo di Londra, è stata un «errore enorme, per il quale ora la terra sta pagando il prezzo». 
Gli ecologisti si sono resi conto che l’unica alternativa al nucleare sono le vecchie centrali a carbone. Quelle che hanno riempito il cielo di nebbia verde. Gli ecologisti, per più di vent’anni, si sono mossi nel mondo come una masnada di Savonarola. È stato il loro grande errore ideologico. Il nucleare è solo l’energia più pulita e meno costosa che c’è. Ora, adesso. Come al solito è il male minore. 
La lista dei crociati pentiti è lunga. Patrick Moore, co-fondatore di Greenpeace, ha scritto un mea culpa. «Ho dovuto cancellare trent’anni della mia vita». James Lovelock, padre spirituale del «principio di Gaia», ora sostiene: «L’opposizione al nucleare si basa su una paura irrazionale alimentata da fiction di tipo hollywoodiano, la lobby verde e i media». Stewart Brand, fondatore di The Whole Earth Catalog, assicura che lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi è «un problema sormontabile». 
Qui, in Italia, ha fatto scandalo la conversione di Chicco Testa. Nel 1987 era presidente di Legambiente e fu uno dei promotori dei tre referendum anti nucleare. Il risultato è che il nucleare costa poco, azzera l’inquinamento da biossido di carbonio e i rischi di malattie cardio-respiratorie. L’esempio migliore è la Francia. «Il cielo francese era sporco, oggi è pulito». 
Antonio Germino

24 febbraio 2009
Ben venga il parcheggio al "mercataccio"

Non capisco la polemica sollevata dal PD di Todi in merito al parcheggio del “mercataccio”.
Evidentemente, in analogia a quanto riportato dai quotidiani con frequenza circa gli sconfortanti dati relativi ai buchi di bilancio delle amministrazioni comunali gestite dal PD, il PD tuderte considera di poco conto la cifra che dovrebbe essere improntata per la realizzazione del parcheggio (sono circa 2.000 euro per ciascuna famiglia tuderte, se qualcuno non si è degnato di fare il conto). Oppure il PD tuderte dimentica che durante la sua gestione il comune ha perso un quarto degli abitanti quindi un parcheggio al mercataccio, vicino al centro, rivitalizzerebbe il centro, ridarebbe respiro alle attività commerciali e soddisferebbe sia le esigenze dei turisti che quelle dei residenti che hanno la necessità di raggiungere il centro cittadino? A meno che il PD tuderte non voglia inibire il centro ai cittadini in modo che non possano agevolmente fruire dei servizi del Comune. 
Lodo dunque l’atteggiamento prudente dell’amministrazione comunale che tiene in considerazione tutte le esigenze dei cittadini senza infilare con leggerezza le mani nei loro portafogli.
Luigi Bigaroni

24 febbraio 2009
I giochi di prestigio dell’Amministrazione Ruggiano e del centrodestra di Todi

Certo, sentirsi accusare dal centrodestra tuderte di essere livorosi e rancorosi, dilettanti allo sbaraglio, ignoranti e malinformati è divertente. Davvero divertente.
Leggere per l’ennesima volta, in risposta a precise domande dell’opposizione, solo insulti, piuttosto che elementi di merito e politici, è invece triste e desolante.
Assistere agli sproloqui su un glorioso passato della sinistra che a destra non conoscono è semplicemente ridicolo.
Chi si prende cura di scrivere i comunicati del centrodestra non è ne’ dotto, ne’ spiritoso, ma semplicemente incapace di sostenere il dibattito politico.
Poco meglio riesce a fare l’assessore Serafini, in rappresentanza dell’Amministrazione, che si cimenta in virtuosismi tecnici, ma forse, non ha ben compreso l’obiezione mossa, che allora riproponiamo.
Ad oggi, il progetto per il parcheggio al “Mercataccio”, o Piazza del Mercato Vecchio, non esiste. Non si può far credere alla città che sia di prossima realizzazione.
Converrà, comunque, entrare nel merito della cosa. Andiamo per punti.
1.Nella dichiarazione del Responsabile dell’Ufficio Tecnico si legge che, per quanto riguarda il progetto di un parcheggio al Mercataccio, “è in corso di redazione lo sviluppo del piano di fattibilità”. Quindi, ad oggi, non c’è nulla. NULLA! Non è nemmeno terminato lo studio di fattibilità: figurarsi se potrebbe esserci un progetto!
2.L’Amministrazione ed il centrodestra vanno, invece, sbandierando un presunto progetto dando per scontata una realizzazione che scontata non è.
3.E se anche oggi, tanto per chiacchierare e gettare fumo negli occhi, a questo centrodestra bastasse disporre semplicemente di uno studio di fattibilità, prima o poi il progetto dovrà essere fatto, corredato delle necessarie relazioni e autorizzazioni, esaminato, approvato.
E per un parcheggio in un’area di noto interesse archeologico, su un colle ad alto rischio idrogeologico, al centrodestra sembra così semplice ottenere le autorizzazioni necessarie? Questa volta si pensa di chiederle?
4.Dal piano delle opere approvato in giunta, ma non ancora in Consiglio Comunale, il parcheggio risulta tra le opere da realizzare nel prossimo triennio.
Ma se non c’è ancora nemmeno lo studio di fattibilità, di cosa si parla?
5.La cifra indicata nel piano delle opere pubbliche è di 9 milioni e mezzo di euro. Ma se non ci sono uno studio di fattibilità, un progetto, un computo, su quali basi si sta stimando la spesa?
6.Si dovranno poi trovare i finanziatori dell’opera.
Ruggiano ed il centrodestra continuano a farsi belli di una cosa che bella non è: il Comune non metterà un soldo nel progetto! Chi pagherà quest’opera? Chi la considererà remunerativa, data la cifra iperbolica della quale si parla?
Le amministrazioni di centrosinistra avevano l’abitudine di presentare opere con coperture finanziarie adeguate, reperendo risorse a livello regionale, nazionale e comunitario.
Il centrodestra si rimette all’innovativo project financing, non si sa con i soldi di chi!
Tutto questo, lo ripetiamo, solo per precisare ai cittadini che allo stato attuale il progetto per un parcheggio in Piazza del Mercato Vecchio non c’è, non esiste, mentre l’Amministrazione Ruggiano, in un continuo gioco di prestigio, tra il vedo-non vedo, dico-non dico, continua a proporlo come opera quasi già compiuta.
Fatte queste brevi considerazioni, continuiamo ad essere certi, comunque, che la risposta a tutto ciò arriverà con il tempo. Il futuro ci dirà se, nel giro di poco, esisterà un parcheggio multipiano, così come sbandierato, in Piazza del Mercato Vecchio. 
Partito Democratico Todi

23 febbraio 2009
La frazione di Camerata isolata telefonicamente

Da venerdì scorso in quasi tutta la frazione di Camerata di Todi non funzionano i telefoni. Sollecitata la Telecom più volte, non è stato ancora risolto il problema. La situazione è grave in quanto, essendo Camerata una frazione piuttosto isolata e dove risiedono molte persone anziane che non hanno necessariamente a disposizione un cellulare, la mancanza di una linea telefonica può costituire un potenziale pericolo in caso di situazioni di emergenza.
Speriamo quindi che Telecom si adoperi quanto prima per la riparazione del guasto.
Lettera firmata

23 febbraio 2009
Grazie per le belle parole su mio padre Giuseppe Fifi

Vorrei, se possibile, avere l’opportunità per ringraziare a nome mio, delle mie sorelle e di mia madre quanti, hanno espresso attraverso il Vostro portale, partecipazione alla scomparsa di mio padre Giuseppe Fifi, in primo luogo la stessa redazione di Tam Tam, che per prima ne ha dato notizia. 
Ringraziamo infinitamente per le belle parole l’ex Consigliere Comunale Castrini; il Dott. G.Luca Alvi, che ha saputo sintetizzare in pochi tratti, l’essenza della figura di Giuseppe Fifi: una estrema rettitudine, un profondo amore per Todi, ed enorme rispetto per l’antagonista politico. Prerogative, aggiungo io, di una politica veramente di altri tempi, difficilmente rintracciabili oggi. Grazie, Dott. Alvi, Lei ha saputo davvero e sinceramente commuoverci. 
Grazie agli amici del Partito Democratico di Todi, che hanno voluto ricordare Giuseppe nelle pagine del Corriere dell’Umbria. Grazie, infine, all’On. Catiuscia Marini, che ci ha seguite e sostenute in questo difficile momento. Il babbo aveva profonda stima della Sua figura politica, grande affetto personale nei Suoi riguardi. Le parole che Catiuscia Marini ha scritto hanno dato un sunto perfetto della vita politica e amministrativa del babbo, arricchite anche da quella corrente umana ed affettiva, che veramente dà la misura e l’importanza di valori essenziali alle nostre esistenze: lealtà, onestà , fiducia e rispetto. 
Elena Fifi

21 febbraio 2009
Ospedale nuovo e ospedale vecchio: tante le cose non chiare

Ho partecipato all’incontro organizzato dal PD sul tema della sanità e devo confessare che sono rimasto deluso. Non so se la mia delusione deriva dalla scarsa capacità di comprendere. 
Una delle domande verteva su quali fossero i servizi del nuovo ospedale. La struttura è quasi completata e stiamo discutendo di quali servizi saranno inclusi? 
Negli interventi generici sulla sanità si è fatto riferimento agli anziani (apprezzabile) ma si è continuato a parlare di servizi ospedalieri o servizi generici territoriali garantiti, ma quali, come, dove?
Non è emerso in concreto lo stato degli interventi delle infrastrutture: strade, servizi di trasporto,ecc..
Non ho compreso se la data di gennaio 2010 è la consegna della struttura (immobile) e inizio attività (ovvero con i macchinari consegnati,collaudati e funzionanti).
L’aspetto per me più incomprensibile resta la destinazione della vecchia struttura. Riprendo le parole dell’articolo pubblicato su tamtam “………… progetto che non sembra ancora abbozzato né dalla Usl, attuale proprietaria, né dalla Regione, prossima proprietaria in attesa di trovare un acquirente, né dal Comune che dovrebbe salvaguardare la residua vitalità del centro storico.” Nessuno ha spiegato a chi compete il progetto, cosa può fare il Comune (sembra poco). 
Cosa intende fare la Regione dell’immobile, sta cercando un acquirente? Su quali parametri? Se fosse un privato che ci fa nulla? Ci sono vincoli o si venderà al miglior offerente che ne farà ciò che vuole? Se cosi fosse di cosa stiamo parlando?
Una qualsiasi destinazione d’uso comporterà dei lavori di ristrutturazione e riorganizzazione che determineranno allungamento dei tempi di recupero della struttura. Ad oggi non sappiamo cosa ne sarà figuriamoci quando sarà.
Una proposta (scusate se insisto): abbiamo una eccellenza con la struttura dei disturbi alimentari, perchè non valorizzarla nella sede “vecchio” ospedale? Si è pensato ad un centro di riabilitazione? Si parla di anziani ma solo dal punto di vista lunga degenza e per il recupero? La tanto sbandierata (da tutti i canditati a sindaco) sede universitaria che fine ha fatto? Non potrebbe essere un corso collegato ai disturbi alimentari?
Maurizio Pierdomenico

21 febbraio 2009
L’ospedale di Pantalla visto dal centrodestra di Marsciano

L’ospedale unico di Pantalla rischia seriamente di essere depotenziato a scapito di altre realtà regionali; le recenti affermazioni dell’assessore alla sanità della regione Umbria, unite a quelle del direttore della ASL2 non ci soddisfano e lasciano più di un punto interrogativo sul futuro della nuova struttura ospedaliera della Media valle del Tevere.
In attesa di futuri sviluppi, il centro-destra di Marsciano auspica una maggiore concertazione tra gli attori istituzionali coinvolti (ASL, Regione, Sindaci del comprensorio), per una obiettiva e realistica soluzione riguardante il destino del nuovo ospedale di Pantalla.
Non è una battaglia campanilistica contro il sistema sanitario di Perugia od altro, ma è una constatazione supportata da una serie di razionali indicatori, non ultimo quello concernente il bacino di utenza reale della Media valle del tevere; utenza che da sola dimostra che le scelte sulla necessità della nuova struttura sanitaria devono vertire verso un reale potenziamento del nuovo ospedale, come richiesto a gran voce dagli abitanti del comprensorio di Marsciano Todi e Deruta.
Cristiano Costantini  – consigliere P.D.L. Comune Marsciano

21 febbraio 2009
Todi: belle (le mura), ma solo di notte…

Sulle torrette medioevali delle mura urbiche presso Porta Fratta, a Todi, si sta installando una strana illuminazione con l’apposizione in bella vista di lampade aggettanti, tubi in rame, scatole di derivazione in plastica e lunghi tratti di uno spesso cavo elettrico grigio che contorna le torrette. 
La netta impressione è di un impianto molto casareccio, privo di una qualsiasi valutazione di ordine estetico e, forse, di sicurezza, che non rispetta assolutamente il valore storico del monumento, una di quelle cose che non faresti nemmeno a casa tua… Addirittura un tubo è stato fissato sulla porta a sesto acuto del torrione della Consolazione! 
Ma è normale autorizzare un impianto del genere? Perchè se faccio un impianto così a casa mia, oltre che anti estetico risulterebbe pure fuori norma, e lì, oltretutto all’aperto e su un monumento storico no? Non si poteva studiare un progetto alternativo meno impattante, ad esempio con punti luce messi al suolo ed impianto interrato? Considerazione finale: l’effetto generale notturno, a chi piace il luna park, sarà’ pure gradevole, ma di giorno fa schifo.
Carlo Zoccoli

20 febbraio 2009
Il custode della ragione portavoce dell’Amministrazione di centrodestra

Grazie alla replica del consigliere Mario Epifani al quale stanno molto a cuore le sorti e i dirigenti dell’Italia dei Valori di Todi, possiamo tornare sul tema molto delicato ed importante quale quello della viabilità del centro storico.
Purtroppo non possiamo che evidenziare le scarse argomentazioni riportate dal rappresentante di Fiamma che si limita a giustificare l’installazione di semafori quando i provvedimenti in atto, denunciati nel nostro comunicato precedente, sono molteplici e alquanto in contrasto con le norme regolamentari vigenti!
Forse neanche Fiamma Tuderte è al corrente di ciò che sta accadendo? Forse perché nulla è al vaglio del Consiglio Comunale ma investe solo l’esecutivo di governo della Città?
Ciò ci stupisce e forse qualche volta è proprio vero che è bene tacere Consigliere Epifani! In fondo noi dell’IdV chiediamo soltanto il rispetto delle procedure amministrative secondo il percorso istituzionale previsto dalla legge e con una maggiore partecipazione democratica per una questione di trasparenza e di legalità!
Tra l’altro ci domandiamo come mai ad ogni intervento sull’operato dell’Amministrazione Comunale a rispondere, con poco garbo e tanta rabbia della quale non capiamo la radice, sia sempre e solo Lei. Forse è stato delegato ad essere non solo decorante ma anche portavoce del centrodestra? Una sorta di “cane da pajaro” dell’Amministrazione di Centrodestra? Ci può stare, però si documenti e soprattutto, visto che è sempre custode della ragione, risponda su quanto abbiamo sollevato senza alcuna mistificazione o allusione a fantasmi nel centrosinistra, perché allora sarebbe bene che riflettesse sulla Sua Amministrazione fantasma. 
Idv – Circolo di Todi

19 febbraio 2009
Ora per mettere un semaforo ci vuole il Consiglio comunale!

Non mi stupisco più di nulla, ma la “sparata” dell’IdV, che addirittura bolla come antidemocratica la decisione dell’Amministrazione di installare dei semafori, è veramente un modo di fare politica che lascia sconcertati. 
Innanzi tutto va detto che l’Italia dei Valori, dopo aver usufruito di un consigliere comunale, le cui dimissioni sono tuttora molto oscure, senza battere ciglia, ha rinunciato ad essere rappresentata in Consiglio comunale. Strano atteggiamento quello di dare poi la dirigenza del circolo locale ad un consigliere che si dimette e lascia il partito senza rappresentanza. Ma queste sono valutazioni sui comportamenti ed ognuno può decidere di tagliarsi gli attributi per far dispetto alla moglie, se così vuole. 
Se i dirigenti dell’Italia dei Valori avessero seguito l’evolversi delle discussioni sulla viabilità, saprebbero che quei semafori sono stati installati dietro richiesta (con petizione) di molti cittadini residenti, che si trovano impossibilitati nel lasciare la zona dove abitano e nel rientro a casa, quando la piazza è chiusa per manifestazioni o altro motivo. Dunque la ragione che lampeggiano è quella che quell’impianto semaforico entra in funzione soltanto quando nella piazza viene interdetto il traffico. Non una decisione a favorire i commercianti, bensì quei cittadini dei quali l’Idv si fa strumentalmente paladina. 
La tesi poi che per installare un impianto semaforico, riservato al servizio già dichiarato, si deb ba portare la discussione in Consiglio appare ridicola, però la prossima volta cercheremo l’avallo dei dirigenti locali di questo partito fantasma, basta che ci si dica a chi dobbiamo rivolgersi. Altro che principi democratici! Prima di straparlare si dovrebbero seguire gli eventi e conoscere i fatti. Contrariamente si fanno delle brutte figure.
Mario Epifani – Fiamma Tuderte


18 febbraio 2009
L’Idv attacca Ruggiano: "adesso compaiono pure i semafori a sorpresa"

All’improvviso in alcune strade principali del centro storico sono stati installati diversi semafori che funzionano soltanto lampeggiando il giallo come segnale di attenzione. 
Ciò fa pensare all’adozione di nuovi provvedimenti in tema di viabilità da parte dell’Amministrazione Comunale. 
Forse è imminente un nuovo Piano della Viabilità che dovrebbe dare una svolta al traffico cittadino e una razionalizzazione dei parcheggi nel Centro Storico come ad esempio quello relativo alla piazzetta San Quirico? Sta forse modificando le zone a traffico limitato visto che sembrerebbe momentaneamente sospeso il rinnovo dei permessi per i residenti? Ma i cittadini non ne sanno ancora nulla! 
L’Italia dei Valori capisce e apprezza lo sforzo dell’Amministrazione nel tentare di risolvere gli annosi problemi relativi alla viabilità all’interno delle mura urbiche, ma ritiene decisamente illegittima l’installazione dei semafori senza la previa adozione delle dovute norme regolamentari attraverso l’approvazione di un nuovo Piano di competenza del Consiglio Comunale.
Mostriamo sconcerto per la mancanza del buon senso e del rispetto dei principi democratici! 
Ancora una volta, come per la vendita dell’area edificabile di Ponte Naia, ci sembra fuori luogo e fortemente antidemocratico estromettere il Consiglio Comunale dal confronto e dal dibattito relativo a materie che vedono direttamente coinvolta l’intera cittadinanza. 
Anche in questo caso si profila il fatto che l’Amministrazione tuderte ha già fatto istallare i semafori, quindi spendendo denaro pubblico, ancor prima che la “pratica” sia stata discussa in Consiglio Comunale, unico organo competente in materia di regolamenti. Crediamo che anche in questa situazione ci si trovi di fronte a metodi e sistemi a dir poco edificanti per qualsiasi pubblica amministrazione. 
Tutto ciò non può non creare disagio e disorientamento nei cittadini! Suggeriamo quindi al Sindaco di convocare un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza per illustrare le eventuali proposte finalizzate ad un nuovo Piano della Viabilità prima di qualsiasi decisione nel merito. 
Non basta riunirsi solo e per i commercianti, perché crediamo che il Centro storico di Todi non è costituito di sole attività commerciali ma anche e soprattutto di abitazioni che hanno ben altre esigenze. 
Italia dei Valori – Circolo di Todi


18 febbraio 2009

Il Crocefisso non è un soprammobile
Vorrei esprimere il mio disaccordo con gli ultimi interventi in merito. A partire dal Sig. Graziani che esprime una posizione che esterna fastidio mascherato da richiami normativi. Libero di non credere e se per lui il Crocefisso rappresenta nulla perchè prendersela tanto? Il maestro Gelmino che non ha perso occasione di infilarci dentro le sconfitte elettorali della sinistra. Elena che richiama il messaggio del Cristo per poi esordire nel suo intervento con un passaggio che di tolleranza ha ben poco.
Stiamo perdendo di vista e veri problemi del paese. Stiamo trasformando anche i valori in propaganda politica. Ci stiamo nascondendo dietro simboli o eventi pur di non prendere coscienza di come stiamo messi.
Molte persone si accenderanno intorno al Crocefisso (appeso o no) tanto non costa nulla. Ma quanti vivono una vita cristiana? Quanti applicano fratellanza, tolleranza, solidarietà, pace e misericordia?
Mi sembra di tornare a qualche mese fa quando si parlava di tutela della famiglia da parte di divorziati. 
Chiariamo, nulla contro i divorziati, intendo richiamare l’attenzione sulle incongruenze tra il dire e il fare.
Il punto non è se il Crocefisso è presente nella scuola o meno ma se la sua presenza rappresenta un richiamo a valori da seguire. Oggi mi sembra che nella scuola accada il contrario.
Il maestro Gelmino esprime una osservazione interessante: “Essere agnostico non è un peccato, ma propagandare sui pulmans l’inesistenza di Dio, mi sembra un grave peccato di presunzione e arroganza. La fede è personale.” Forse la tolleranza richiamata anche da Elena non dovrebbe consentire a chi non crede di esprimere la sua opinione? La fede è personale, concordo, ma allora perchè non viverla nel segno dell’amore e non sbandierarla per altri fini? Io non ho paura di chi non crede farà sempre in tempo a redimersi. Ho paura da chi vuole imporre le scelte.
Maurizio Pierdomenico
18 febbraio 2009
Sul Crocefisso posizioni lontane anni luce…
Il signor Marini sostiene che la presenza del crocifisso nelle aule non rispetterebbe il diritto alla libertà di pensiero. Mi consenta di dissentire, signor Marini, proprio in nome di quella libertà (se non ci fosse la libertà di pensiero né io né Lei staremmo a scrivere su questo spazio, non crede?). Tralascio qualsiasi personale opinione su quanto da Lei scritto, perché è chiaro che le nostre posizioni sono lontane anni luce e solo un miracolo potrebbe permettere un avvicinamento, ma Lei ai miracoli non crede.
Mi limito ad osservare che nel suo “razionale” intervento, Lei ha scritto che i cattolici considerano la crocifissione di Gesù un’ingiustizia.
Mi spiega come mai, Lei, a suffragio delle teorie degli agnostici, atei e razionali, argomenta un fatto che, secondo il vostro credo, non sarebbe mai accaduto?
Poi sono certo che Lei saprà anche razionalmente spiegarmi perché, nonostante l’influenza del crocifisso in aula, in Italia da oltre trent’anni siano presenti leggi sull’aborto e sul divorzio. 
Mi spiega, poi, perché contro il ”privilegio”concesso ai cattolici (in un paese a maggioranza cattolica) Lei si prende a cuore la causa islamica e non, che so, quella dei greco-ortodossi? Oppure quella dei buddisti? Forse perché questi, a differenza degli islamici, non… come posso esprimermi senza il rischio di censure e senza tirare in ballo dolorose fratture di attributi maschili… non “fanno rumore”? Sono certo, poi, che il cittadino islamico, qualora io mi trovassi a subire un processo in un paese musulmano, si affretterebbe a far sparire dal tribunale qualsivoglia segno di islamicità dalle aule del tribunale, per tranquillizzarmi che la (loro) legge sarà uguale anche per me (infatti, tempo fa, ad una signora italiana violentata in un paese musulmano, non è stata nemmeno accettata la denuncia per violenza perché non c’era la testimonianza di due uomini o di quattro donne, ovvero il responsabile della violenza non era reo confesso). 
Peraltro, mi passi l’espressione, signor Marini, a me non me ne può fregare di meno se il cittadino islamico si turba della presenza del crocifisso nell’aula del tribunale. Nessuno gli ha chiesto di venire a delinquere in Italia. Può delinquere liberamente nel suo paese con la certezza che avrà la sua giustizia e, sono certo, invocherebbe di essere giudicato e detenuto in Italia, indipendentemente dalla presenza del crocifisso in aula.
Luigi Bigaroni

17 febbraio 2009
Il Crocefisso non si tocca!

Oltre a ritenere ignobile e vergognoso quanto scritto dal Sig. Graziano Marini mi domando con quale coraggio si possano anche solo pensare certe assurdità.
Mi dica Sig. Marini, cos’è del Crocefisso che le fa tanta paura e che lede la sua serenità? Sarà forse il messaggio di fratellanza e tolleranza? forse la turbano i principi di carità, solidarietà e amore che scaturiscono da quel simbolo tanto caro al popolo italiano? Forse la sconvolge il grido di quel Cristo crocefisso che chiede agli uomini pace e misericordia?
Ma come può pensare che l’integrazione tra diverse culture si attui togliendo al popolo che ospita lo straniero ogni diritto, ogni tradizione, ogni dignità? Come può pensare che una mortificazione così grave possa rendere il popolo italiano più incline al dialogo?
Forse sarà assurda per lei l’idea, condivisa dal Consiglio di Stato, secondo cui il Crocifisso è parte del patrimonio storico-culturale italiano; per me e per milioni di italiani che da secoli alzano gli occhi a quel Crocefisso riversando su quel corpo esamine le proprie paure, le proprie angoscie, le proprie speranze quel simbolo di amore infinito rappresenta un baluardo della nostra civiltà e della nostra storia.
Non è mortificando un popolo, non è togliendogli le proprie tradizioni più radicate, non è privandolo della propria storia che si creerà quell’utopica civiltà multietnica tanto osannata……. solo con il rispetto per il Paese che ospita, solo con il rispetto dei principi e delle tradizioni del popolo che apre le proprie porte allo straniero, solo con la RECIPROCA tolleranza, solo con il RECIPROCO scambio di tradizioni si creerà una società dove le diverse etnie potranno vivere in pace ed armonia.
Se due civiltà si scambiano le proprie tradizioni entrambe ne escono arricchite; se ad una civiltà vengono tolti i propri simboli e le proprie tradizioni questa è destinata a perire.
Ben venga quindi il dialogo tra le varie culture e religioni, ben venga il diritto per lo straniero di professare liberamente e senza alcun ostacolo il proprio credo, ben venga il sacrosanto diritto della stragrande maggioranza degli italiani di aggrapparsi ai propri simboli al proprio credo e alle proprie tradizioni!
Il Crocefisso non si tocca!
Elena Baglioni

17 febbraio 2009
Il Crocefisso resterà appeso a furor di popolo!

Egregio Graziano Marini, poeta e scrittore, non ricorda che un giudice, ha dichiarato, in una sentenza, che la presenza del Crocifisso negli uffici pubblici e a maggior ragione, nelle scuole, fanno parte della cultura e della tradizione di un popolo? Quindi a furor di popolo continuerà a rimanere appeso. Noi rispettiamo gli islamici, e loro rispettano noi. Siete voi, falsi agnostici, che alimentate gli odi con queste storie che tirate fuori ogni qualvolta prendete una sonora 
bastonata elettorale. Non avendo il coraggio di voltare le spalle a chi, da anni vi sta prendendo in giro con chimerici progetti, tirate fuori gli scheletri. Gli Islamici, esimio pittore e scrittore, quelli onesti intellettualmente, NON HANNO NULLA DA RIDIRE sulla presenza del Gesù messo in croce. La loro religione, ammettono l’esistenza di Maria, ammettono la vita di Gesù, è storicamente accertato la sua vita terrena. 
Il grande Profeta Maometto ha imperniato la Sua dottrina sugli insegnamenti di Gesù. Quindi se lei parla di essere agnostico, parla di un Dio che non esiste, ma non può negare, eccellente pittore e scrittore, l’ esistenza di Cristo. Lei si dovrebbe definire un ateo-cristiano in quanto qualcuno della sua parte politica, tempo fa disse che Gesù era di sinistra. 
L’educazione religiosa, se per caso non lo sa, nelle scuole italiane è una libera scelta delle famiglie. Se a suo figlio (se ne ha) non lo vuol far contaminare, basta che chieda l’esonero, e noi maestri e professori, attiviamo un progetto alternativo. Questa è vera democrazia, non è con la levata dei Crocifissi che si è più liberi. 
Essere agnostico non è un peccato, ma propagandare sui pulmans l’inesistenza di Dio, mi sembre un grave peccato di presunzione e arroganza. La fede è personale. 
Antonio Germino

17 febbraio 2009
Crocifissi negli edifici pubblici: perchè sono presenti, perchè non rimuoverli?

Nelle scuole, nelle aule di tribunale, negli ospedali troviamo spesso esposto il crocifisso cattolico. Con alcune disposizioni emanate in piena era fascista tra il 1924 e il 1928 (regî decreti e, nel caso dei tribunali, addirittura una circolare ministeriale), la presenza del crocifisso ha trovato una base giuridica che le successive novità legislative non hanno scalfito, nonostante la Costituzione del 1948 statuisca l’eguaglianza delle religioni di fronte alla legge e nonostante diverse sentenze della Corte Costituzionale riaffermanti la laicità dello Stato e la supremazia dei principî costituzionali su altre norme e leggi.
Diverse richieste di rimozione formulate negli ultimi anni sono state invariabilmente cassate proprio in base alla mancata esplicita abrogazione delle norme del ventennio. Ad esempio, leggi un parere del Consiglio di Stato sull’esposizione del crocefisso nelle scuole. Anche in questo caso l’esposizione viene motivata, tra l’altro, con l’assurda tesi che il crocifisso sia parte del patrimonio storico-culturale italiano (ma non certamente l’unica, e in ogni caso l’unica ad avere questo privilegio).
In uno Stato laico, nella piena attuazione di una costituzione che non prevede religioni di Stato, la presenza di simboli costituisce un’inammissibile privilegio per la religione cattolica. Essendo chiaramente assurdo concepire la presenza dei simboli di tutte le religioni (visto il loro gran numero), l’unica strada da percorrere è la rimozione dei crocifissi dagli edificî pubblici.
La presenza nei tribunali è poi ancora più inconcepibile, in quanto abbinata al motto La legge è uguale per tutti: come può sentirsi giudicato serenamente un cittadino islamico, in un’aula in cui una religione (e di conseguenza i suoi fedeli) sono considerati più “uguali” degli altri? Senza contare che, per gli stessi cattolici, la crocifissione di Gesù rappresenta un’ingiustizia…
Anche la presenza dei crocifissi nelle scuole non ha alcuna valida motivazione. L’educazione dovrebbe essere impartita in modo imparziale, senza alcun condizionamento ambientale in grado di turbare la necessaria serenità da assicurare agli alunni. La Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, ratificata dal parlamento italiano con la legge 176/1991, esige che sia rispettato il loro diritto alla «libertà di pensiero, di coscienza e di religione»: la presenza del crocifisso promana inequivocabilmente un messaggio diametralmente opposto.
Graziano Marini,membro U.A.A.R. Unione Atei Agnostici Razionalisti

15 febbraio 2009
Pensioni calate del 30% in quindici anni

Aumenta il costo della vita e contestualmente diminuisce il potere d’acquisto delle pensioni.
Rispetto alla media delle famiglie dei lavoratori dipendenti, l’erosione del potere d’acquisto che colpisce le famiglie dei pensionati è più elevata.
Il problema dell’impoverimento peraltro, non può essere risolto con provvedimenti parziali e poco efficaci sul piano economico.
Giusto provvedere prima di tutto alle pensioni minime, ma se veramente vogliamo rilanciare i consumi ed evitare che altre famiglie scivolino oltre il limite che oggi è considerato di povertà, bisogna rivalutare TUTTE le pensioni che, nell’ arco degli ultimi quindici anni, hanno perso ben oltre il 30% del loro potere d’acquisto. E’ necessario ricostituire, quindi, un ceto medio che come è noto all’interno di ogni Paese, attraverso i consumi, svolge un ruolo trainante dell’economia.
D’altra parte non è possibile ipotizzare che la gente spenda di più, se non può disporre di un reddito che consenta qualcosa in più dello stretto necessario e del pagamento delle bollette sempre più care!
Se qualcuno ha ancora dei risparmi non credo intenda intaccarli, se possibile, proprio per la crisi presente e per la grande incertezza del futuro.
La situazione ad oggi è la seguente: le pensioni minime non sono state concretamente adeguate al costo della vita, le pensioni che sono ancora decorose rischiano in breve tempo di non esserlo più se non altro per il prelievo rapace in particolare della fiscalità locale.
La soluzione quindi, si deve trovare per TUTTE le pensioni e la cosa migliore da fare tanto per iniziare sarebbe quella di adottare un paniere ISTAT, tarato sui bisogni e sui consumi essenziali degli anziani.
Si può anche agire sulla leva fiscale, detassare la tredicesima potrebbe essere una ipotesi, abbassare le aliquote di prelievo erariali,regionali e comunali potrebbe essere 
un’altra ipotesi.
L’ amara riflessione da fare è solo una, i soldi si trovano per tutto e per tutti meno che per i pensionati.
Ci assale spesso il dubbio che non tutti i cittadini siano uguali, pare che i pensionati costituiscano una specie particolare non protetta!
Giovanni Censini-Segretario Generale FNP-CISL Terni

14 febbraio 2009
Comunità Montana: il PD di San Venanzo non molla la difesa dell’Ente
Dopo la non elezione degli organi della Comunità Montana nel recente Consiglio del 10 febbraio si è aperto un fronte di accuse, incomprensioni, in cui tutti si scagliano contro tutti, ma solo pochi si prendono veramente a cuore il problema di garantire, soprattutto ai lavoratori, la continuità di gestione. Il PD vuole dare un contributo costruttivo al momento di difficoltà che il nuovo Ente sta vivendo.
In questa ottica respingiamo con forza le accuse che il PSI di San Venanzo ha rivolto al Partito Democratico regionale, provinciale e locale, anche perché ricordiamo che la riforma è stata approvata unanimemente da tutte le forze della coalizione di centro sinistra, socialisti compresi.
Anche la destra solo oggi, di fronte alle difficoltà manifestatesi, prende le difese di quello che ha sempre definito soltanto un carrozzone da chiudere il prima possibile. 
La Regione Umbria ha forse la “colpa” di aver realizzato il ridimensionamento del numero delle Comunità Montane riducendole da 9 a 5 e operando, in modo poco lungimirante, pesanti squilibri territoriali. Già prima che la legge di riforma venisse approvata, sia l’Amministrazione Comunale che il P.D. di San Venanzo avevano espresso forti perplessità rispetto alla gestione dell’ambito territoriale individuato, ritenendolo troppo vasto e costituito da territori non omogenei.
Riteniamo quindi di avere la coscienza a posto e di aver messo in campo tutte le possibili energie per far valere le nostre ragioni ai livelli comprensoriale, provinciale e regionale, rinunciando anche, per senso di responsabilità, ad arroccarci nella difesa della Presidenza, che, con ampia condivisione, sembrava la più legittima.
Per il prossimo futuro continueremo senza dubbio la nostra battaglia per dare dignità ed autorevolezza alla nuova Comunità Montana, per assicurare ai dipendenti certezza di lavoro e salario, e per garantire a tutti i cittadini, soprattutto a quelli operanti nel settore agricolo, l’efficienza dei servizi dell’Ente. Sono in particolare i piccoli Comuni e le aree più svantaggiate e marginali che hanno bisogno della Comunità Montana e delle funzioni che essa può svolgere a sostegno dell’economia locale e della salvaguardia dell’ambiente.
E’ con questa costruttiva riflessione che ci permettiamo di proporre a tutte le forze del centro sinistra, ai Comuni e alla Regione, un duplice percorso: nell’immediato assicurare una gestione realmente operativa dell’Ente; successivamente modificare la legge e gli ambiti territoriali individuati.
Se sarà necessario siamo pronti anche a scendere in piazza a fianco dei dipendenti perché crediamo che sia ancora possibile riportare al centro dell’attenzione, non le sterili polemiche, ma i risultati positivi in termini di servizi erogati e di qualità del lavoro svolto dalla Comunità Montana.
PD- San Venanzo
13 febbraio 2009
Orgogliosi di aver condiviso con Giuseppe un tratto di strada

La scomparsa di Giuseppe Fifi ci ha colti di sorpresa e ci ha profondamente addolorati. Ci piace ricordarlo ancora attento alla vita politica della nostra città e dell’Italia, curioso, appassionato e solidale con i più giovani. 
Ad uno dei primi incontri del Partito Democratico dell’estate scorsa, Giuseppe Fifi ci manifestò la sua vicinanza e la voglia di militare nel nuovo partito con l’entusiasmo, il rigore e la fiducia che sempre lo hanno contraddistinto nella sua attività pubblica e professionale. 
Siamo orgogliosi di aver condiviso con Giuseppe un tratto di strada, anche se troppo breve, nella costruzione del Partito Democratico.
Alla famiglia giungano i sentimenti di affetto e di vicinanza dei Democratici Tuderti.
Partito Democratico Todi
13 febbraio 2009
Il centro storico di Todi è solo dei commercianti?

L’altra sera c’è stato un incontro dell’Amministrazione con i commercianti. Il sindaco Ruggiano ha informato gli operatori tuderti su quanto si sta facendo e quali siano i progetti in animo per regolamentare la viabilità e ridare vita economica e sociale al centro storico. Fa piacere venire a conoscenza che il centro storico è dei commercianti. E i residenti? Non importa basta ascoltare le richieste dei commercianti. 
Mi permetto di chiedere, sono veramente sicuri che i problemi del commercio siano dovuti alla possibilità di accesso al centro con le auto? Personalmente resto dell’idea che sia esattamente il contrario. Più isola pedonale uguale a maggiori introiti. I commercianti invece di stare sulla porta a guardare il cielo prestino ascolto alle parole di coloro che transitano (scusate cercano di transitare) a piedi. Il bene o il male del commercio è fatto in primo luogo da cosa si offre, dall’appeal degli articoli e dei negozi e se questi chiudono non è per colpa della chiusura o meno del traffico. 
Mi spiace ma oggi non trovo un motivo valido di fare spese in centro sia per i residenti che per i turisti e non a causa della possibilità di entrare nel negozio con l’auto ma per l’offerta che viene proposta. Il passaggio elettronico è indispensabile che sia sbarra o dissuasori interrati perchè cosi come è oggi è una presa in giro. Ridefinire i permessi ztl. 
Dobbiamo fare i conti con la realtà urbanistica che consente scelte limitate. L’importante è decidere il progetto futuro della città (turistica? commerciale? cattedrale nel deserto? mortorio?) e agire.
Maurizio Pierdomenico

13 febbraio 2009
Crocifisso tolto dall’aula: il professore si arrampica sugli specchi

Le giustificazioni addotte dal professore ternano in merito alla rimozione del crocifisso dall’aula, sono da “arrampicata sugli specchi”. Infatti lui ha detto “non esiste alcuna norma che imponga la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole superiori. Le norme che lo prevedevano risalgono al 1924 e al 1928 e sono state eliminate, o stanno per esserlo, in base alla semplificazione legislativa introdotta dal ministro Calderoli”. 
Se le norme “stanno per essere eliminate”, di fatto sono ancora in vigore. Se un professore di lettere non ha ben chiara questa differenza sarebbe opportuno rimuoverlo dall’insegnamento per manifesta incapacità.
Né regge il virtuosismo legal/didattico nel quale si è avventurato con il supporto del suo avvocato e dei cobas: la scuola è degli studenti e per gli studenti quindi spetta a loro ed ai loro genitori stabilire se la presenza o meno del crocifisso in aula turba le loro menti o le loro coscienze. 
Infine, sarebbe stato professionalmente corretto se il professore, prima di agire, avesse consultato il responsabile dell’istituto in modo che fosse emanata una disposizione univoca all’intero istituto. L’esempio fornito dal professore, visto che invoca tanto la didattica, è assolutamente diseducativo: insegna agli studenti ad agire in maniera autonoma infischiandosene di regole, disposizioni e volere del prossimo.
Se il professore non gradisce la presenza del crocifisso in aula (perché questo è il punto), può sempre crearsi una propria occupazione dove potrà decidere liberamente cosa appendere alle pareti.
Luigi Bigaroni

13 febbraio 2009
Le sceneggiate del centrosinistra alla nuova Comunità Montana

La nuova Comunità Montana Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte, a 50 giorni dall’insediamento del Consiglio, è ancora ferma al palo; la maggioranza di Centro-Sinistra non è ancora riuscita ad eleggere gli organi destinati a governare l’Ente.
Dopo l’incredibile sceneggiata alla quale abbiamo assistito in occasione del primo Consiglio, tenutosi lo scorso 23 dicembre, martedì scorso è stata scritta un’altra pagina buia, se possibile, ancora più inquietante; oltre al solito penoso teatrino fatto di ritardi, rinvii e sospensioni dovuti alla profonda spaccatura tra i partiti di maggioranza ed in particolare alle lotte fratricide all’interno del Partito Democratico, è accaduto di più: una parte del Centrosinistra ha provato ad eleggere presidente e giunta tentando di far passare la soluzione proposta come condivisa da tutte le forze in aula.
Quello che è seguito è stata la logica conseguenza: gli ennesimi veti incrociati in vista della spartizione delle poltrone delle prossime elezioni amministrative hanno gravato pesantemente sul regolare svolgimento dei lavori, ed alla fine il candidato alla presidenza Mocio ha raccolto appena 39 voti in un consiglio di 90 persone; queste folli strategie hanno solo un effetto: portare la Comunità Montana Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte alla paralisi totale!
Noi, rappresentanti del Comune di Todi nell’Ente siamo stanchi di vedere giocare partite differenti da quelle attinenti alla Comunità Montana, fatte di logiche strumentali e di partito, e ci impegneremo a fondo per far si che l’Ente possa ritornare nei binari della funzionalità e della regolarità, in modo da tutelare i dipendenti e i cittadini dei nostri comuni che esigono giustamente il massimo rigore nella gestione della cosa pubblica. 
Sono anni che invochiamo una revisione completa dell’organizzazione delle Comunità Montane, ed ora ci ritroviamo con una confusa legge regionale che ha creato un “carrozzone” fatto di 90 persone, la cui maggioranza di centro-sinistra è completamente incapace di governare.
Nemmeno la soluzione istituzionale prevista dalla Regione, si è rivelata adeguata per far uscire l’Ente Montano dalla grave situazione di impasse, infatti la Giunta è stata convocata solo una volta, come il sindacoRuggiano, coinvolto suo malgrado a far parte della Giunta stessa in seguito alla clausola di salvaguardia regionale, ha denunciato più volte pubblicamente. Tanto è vero che, persino il Sindaco Mocio, presidente pro-tempore ed eminente rappresentante del PD, ha provato, notizia di ieri, a rassegnare le proprie dimissioni.
Noi, rappresentanti del Popolo della Libertà, rimaniamo comunque responsabilmente in attesa di una proposta condivisibile da parte della maggioranza, al fine di scongiurare le ipotesi di paralisi sopra citate, e ci riserviamo sin d’ora di utilizzare ogni mezzo a nostra disposizione per salvaguardare le posizioni degli oltre 150 dipendenti e lavoratori, che rischiano di perdere il lavoro, ai quali i “capibastone” del centrosinistra hanno dimostrato di non pensare assolutamente. 
Claudio Ranchicchio, Stefano Gimignani- Popolo della Libertà

23 febbraio 2009
Nessun flop della raccolta differenziata a Gualdo Cattaneo

Su due quotidiani regionali del 12 febbraio sono apparsi articoli che danno una immagine errata del servizio di raccolta differenziata e dati non attendibili relativi al Comune di Gualdo Cattaneo gestito dalla SIA – Società Igiene Ambientale.
Per leggere e interpretare correttamente i dati della raccolta differenziata sono necessarie alcune premesse, omettendo le quali (volutamente o no) si falsa la situazione e si corre il rischio di disincentivare i cittadini che collaborano invece in modo sempre crescente.
In Italia oggi non esiste una metodica unica per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata e questo provoca un mancata omogeneizzazione di dati e criteri su tutto il territorio nazionale. 
Dal 1° gennaio 2008 la Regione Umbria ha stabilito nuovi criteri per la modalità di calcolo della percentuale di raccolta differenziata che valgono per tutti i Comuni della Regione. Tali nuovi criteri hanno escluso dal calcolo alcune tipologie di rifiuti che vengono raccolti e che prima erano correttamente inserite nella percentuale di calcolo; ad esempio sono stati esclusi imballaggi ed altri materiali recuperati da operatori terzi o da associazioni di volontariato, materiali inerti provenienti da civili abitazioni, verde proveniente da aree pubbliche, ingombranti non recuperabili raccolti in modo differenziato, rifiuti urbani pericolosi quali pile esauste, farmaci scaduti, tossici-infiammabili raccolti in modo differenziato ed avviati a corretto smaltimento.
Nonostante la penalizzazione che questo nuovo sistema di calcolo ha determinato, nel corso del 2008 i dati della raccolta differenziata nel Comune di Gualdo Cattaneo sono in costante aumento passando dal 30,72% del 2007 al 32,89% del 2008 con un incremento percentuale di 2,16 punti. Infatti, proprio per le motivazioni sopra espresse, non sono diminuiti i rifiuti raccolti in modo differenziato bensì questi sono stati e sono attualmente in continua crescita.
Dottorini dice bene quando auspica un servizio di raccolta differenziata domiciliare, l’unico in grado di far progredire la raccolta differenziata, ma forse ignora (o finge di ignorare) che l’Amministrazione Comunale e la SIA hanno già messo in campo questa modalità di raccolta: 1.001 famiglie su 2.161 (il 46,32% delle famiglie) sono infatti servite con il sistema “porta a porta” per la raccolta di carta, cartone, vetro e plastica .
Lo svuotamento dei contenitori stradali per la raccolta differenziata viene effettuata ogni 3 settimane circa, periodicità perfettamente in linea con la volumetria e capienza dei contenitori medesimi. Nessuna segnalazione di disservizio ci risulta pervenuta per mancato svuotamento.
Facciamo presente che la SIA si è dotata da qualche mese di un nuovo servizio a disposizione degli utenti “SIA RISPONDE”: per informazioni, disservizi, reclami, suggerimenti, richieste si puo’ telefonare ai numeri 075 5743343 – 87997237 il lunedì, mercoledì e giovedì dalle 15,00 alle 17,30.
Nessun “flop” quindi, ma un incremento che fa ben sperare in un andamento ancora migliore nel corso del corrente anno grazie sia all’impegno dell’Amministrazione e della SIA sia dei cittadini che sempre più utilizzano correttamente il sistema “porta a porta” che verrà in un prossimo futuro ancora più esteso.
Franca Caramello – Sia spa

13 febbraio 2009
Fifi, una persona leale con cui si poteva parlare

Voglio esternare le mie più sincere condoglianze alla famiglia Fifi ed alla Comunità Tuderte che ha perso un personaggio politico di spessore. Io lo ricordo nel recente passato sui banchi del Consiglio Comunale quando gli ero di fronte con il mio schieramento e tengo a dire che con Lui, nonostante l’appartenenza a contrapposte forze politiche, ho trovato sempre varie convergenze in moltissimi argomenti, convergenze che a volte stentavo a trovare con altri Consiglieri del mio schieramento: ciò derivava dal comune attaccamento alla Città e dalla comune forte sensibilità verso le problematiche sociali. Anche per questo lo ricorderò sempre con affetto.
Gianluca Alvi
 
13 febbraio 2009
Castrini: la scomparsa di Fifi una perdita per la comunità tuderte

Esprimo le più vive condoglianze alla famiglia Fifi. Ricordando Giuseppe, l’amico e il compagno di tante lotte politiche, seduto per molti anni negli scranni del Consiglio comunale. Come Uomo, persona molto seria sia in famiglia, stimato professionalmente sul lavoro. L’ultima volta che ho avuto il piacere di salutarlo è stata la presentazione del suo libro, in quell’occasione l’ho trovato emozionato come non mai. Credo che la Comunità Tuderte, perda una personalità che ha dato tanto alla sua città, che amava profondamente. 
Giancarlo Castrini – ex Consigliere comunale 


13 febbraio 2009
Ancora bocconi avvelenati per far morire i cani…

Vi scrivo per rendere noto il fatto che in diverse zone del comune di Corciano, specialmente sul Colle della Trinità, si trovano bocconi avvelenati che hanno provocato la morte di alcuni cani. Il dispiacere per la perdita di un animale innocente è enorme e la preoccupazione che queste cose possano di nuovo accadere mi spinge a fare un appello ai vostri lettori/ascoltatori. 
Chiunque di voi passeggiando in campagna trovi dei bocconi, di solito sono salsicce, pezzi di mortadella o di carne, lo porti al più presto all’istituto zoo profilattico di Perugia in via Gaetano Salvemini 1 accanto alla facoltà di veterinaria (tel. 075 3431),lì verrà analizzato al costo di 10 euro e si potrà scoprire il tipo di veleno usato nella zona per tentare di salvare altri animali avvelenati . Per alcuni tipi di veleno usato per queste barbarie non c’è antidoto ma per altri la cura esiste e possiamo insieme aiutare veterinari e padroni a salvare queste sfortunate bestiole. 
Dott. Arch. Giulia Giovagnoni
13 febbraio 2009
A proposito di Ruggiano e delle cose che non ha detto…

Tra le cose dette non dette da parte dell’Amministrazione Comunale dobbiamo notare la puntuale informazione su ciò che avviene sul davanzale del Sindaco.
Maurizio Pierdomenico
12 febbraio 2009
Tutto quello che Ruggiano non ha detto ai commercianti di Todi

Il Sindaco Ruggiano non ha detto ai commercianti di Todi, in occasione dell’incontro pubblico di alcune sere fa…
1) Che il Piano triennale delle opere pubbliche 2009_2011 non è stato ancora approvato dal Consiglio comunale e pertanto siamo ancora alla fase delle intenzioni:
2) Che il Piano triennale delle opere necessità di ingenti risorse finanziarie delle quali al momento si ignorano le consistenze e le provenienze;
3) Che le opere previste, parcheggio in Piazza del Mercato Vecchio compreso, sono in project financing, cioè bisogna trovare chi, tra i privati, le finanzia!
4) Che in questo piano sono contenute iniziative che porteranno gravi danni al centro-storico, alle sue attività e al suo profilo turistico:
a-Realizzazione di una Multisala cinematografica in loc. Crocefisso, con conseguente chiusura dell’attuale sala Jacopone che annualmente attrae circa 17.000 utenti;
b-Realizzazione di una sala congressi in loc. Crocefisso che svuoterebbe il centro-storico di convegni ed iniziative simili;
c-Spostamento dell’Ufficio Informazione ed Accoglienza al Turista dal Centro a Porta Orvietana, cioè da una posizione centrale per tutti i flussi pedonali ad un luogo isolato e a servizio solo di una parte di turisti. Se mai, nei punti esterni di afflusso di turisti e visitatori si possono aprire punti informativi stagionali, come avviene nelle altre città.
In compenso, ha detto molte cose che AVREBBE FATTO MEGLIO A NON DIRE. Ne citiamo solamente due:
1)L’indecoroso e vile attacco all’Ufficio informazioni, ai lavoratori e, di conseguenza, alla Pro-Todi. Accuse di mancanza di professionalità e di violazione delle norme regionali sul ruolo degli IAT. Qualunque problema esista (se veramente esiste) ben altri sono i modi, le sedi e il linguaggio per affrontarlo e risolverlo! Si è lesa la dignità di persone assenti all’incontro e il lavoro di un’associazione di volontariato!
2)Sul rilascio dei permessi di accesso alle zone a traffico limitato del centro storico, si è sostanzialmente detto che l’ufficio viabilità dei Vigili non ha rispettato il regolamento in vigore. Insomma si è parlato di un reato commesso da pubblici ufficiali. Delle due l’una: o non è vero e allora si smetta di dire falsità o è vero e allora sorge spontanea la domanda: quali provvedimenti sono stati presi?
E per concludere, alcune osservazioni:
1)Perché invece di investire su una batteria di semafori inutili e sul sistema di rilevazione degli ingressi illeciti alla Consolazione (che servirà solo ad elevare multe!), non si investe sul potenziamento del trasporto pubblico, sulla segnaletica, sulla pulizia del centro-storico?
2)Il progetto del parcheggio pluripiano in Piazza del Mercato Vecchio in che relazione sta con la sicurezza e la stabilità della porzione di città soprastante, viste le condizione geologiche del colle di Todi e i soldi spesi per consolidarlo? Come si concilia con la tutela del patrimonio archeologico lì presente? Ed il maggior flusso di auto non genererà rumore e smog? I residenti ringrazieranno, così come l’ambiente. 
C’è bisogno di discussione vera, di partecipazione e non certo delle parate e della faciloneria a cui ci siamo dovuti abituare.
Perché questa Amministrazione decide senza ascoltare? Perché il Consiglio comunale non può discutere questi temi? Perché le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e le altre parti sociali non vengono chiamate a discutere con l’Amministrazione prima di prendere decisioni che riguardano la collettività?
Basta con i giochini ed i sogni! Servono competenza, concretezza e serietà.
Partito Democratico Todi

11 febbraio 2009
Marsciano non è messa bene come ai tempi del sindaco Cappuccelli

Nel P.D. marscianese la discontinuità amministrativa dalla Giunta Chiacchieroni tiene banco ed è agitata da alcuni partiti assieme ad autorevoli esponenti politici del centro-sinistra; d’altronde è stato facile costruire e trovare consenso intorno alla crescita, mentre risulta difficile trovarlo intorno alla poca crescita, dovuta soprattutto alla crisi finanziaria che ha investito il mondo intero.
Razionalità delle risorse, entrate da trasferimenti in conto capitale dello stato sempre più esigue, comporterranno atteggiamenti di responsabilità, che non dovranno lasciare spazio ad atteggiamenti mentali rivolti al passato, magari conditi con proposte di facile impatto emotivo che lascio immaginare a chi è un acuto osservatore dei processi politici, sociali ed economici.
Per sgomberare il campo da tutto ciò, le future scelte di chi andrà a guidare l’amministrazione Comunale, saranno condizionate da tante variabili economiche che incideranno sui conti del bilancio del Comune di Marsciano (il centrodestra, proprio su questo, elaborerà una sorta di libro bianco). 
Ben vengano allora le proposte che provengono dalla commissione europea dal Vicepresidente della stessa, Antonio Tajani (oltretutto eletto nel P.D.L. nella circoscrizione Umbria -Toscana -Lazio ), il quale anticipa che sono al vaglio numerose proposte per fronteggiare la crisi; una di queste è quella di pensare ad investimenti di fondi pensionistici o Bond B.E.I. da destinare agli enti locali, anzichè cambiare il patto di stabilità nei comuni, per stimolare la crescita in un periodo come questo.
Tornando a noi, se qualcuno ha nostalgie passate si faccia avanti; da quello che mi dicono, Marsciano, con Luciano Cappuccelli, negli anni 80 ed a seguire, non stava messa tanto bene mentre tutta l’Italia, guidata allora se non sbaglio da Bettino Craxi, era nel pieno del boom economico.
Cristiano Costantini – Capogruppo Consiglio Comunale P.D.L. Marsciano


11 febbraio 2009
Laffranco attacca sulla nuova Comunità montana

Condivido appieno il giudizio espresso dal consigliere regionale De Sio sulla vicenda concernente la Comunità montana Narnese-Amerino-Orvietano-Tuderte, nella quale non solo il Pd dimostra totale irresponsabilità istituzionale ma anche un utilizzo dell’ente a meri fini di spartizione interna, stavolta neppure riuscita.
La pessima figura fatta dal PD ternano conferma appieno la necessità dell’abolizione di molti enti intermedi che stiamo perseguendo a livello parlamentare, non solo per sacrosanti fini di risparmio delle risorse pubbliche e per più efficiente funzionamento della macchina pubblica, ma, a questo punto, anche per una più corretta concezione delle Istituzioni, che non possono e non devono essere usate a fini di spartizione di poltrone.
Pietro Laffranco – deputato della Repubblica

11 febbraio 2009
Non convince il varco elettronico per entrare al centro storico di Todi

La partecipazione alla iniziativa del 10 febbraio testimonia ancora una volta l’attenzione dei commercianti alle problematiche legate al futuro di Todi, al rilancio della città oltre che alle soluzioni per affrontare la crisi economica.
L’iniziativa si è rivelata interessante anche perché ha rappresentato l’occasione per conoscere gli intenti futuri dell’amministrazione Ruggiano sulla riqualificazione urbana, in considerazione del fatto che il Consiglio comunale è stato totalmente snobbato e non è stato messo in condizione di valutare costi, benefici e concrete possibilità dei progetti annunciati.
Si tratta certamente di progetti estremamente ambiziosi sulla cui fattibilità, sui tempi di realizzazione e sul ruolo delle annunciate partecipazioni di privati è assolutamente necessario un approfondimento, nelle sedi istituzionali opportune, che ad oggi è stato di fatto negato.
Quello che assolutamente non convince è la scelta di predisporre un varco elettronico all’ingresso della città, anche questa scelta sottratta al confronto politico – istituzionale, giustificandola sulla base di avveniristici propositi. Una forzatura che a fronte dei tempi prevedibili di attuazione, e sempre nel caso in cui questi siano effettivamente concretizzabili, rischia di allontanare i cittadini dal centro storico. Non si può costruire una casa cominciando dal tetto!
Riteniamo anche per questo che la Giunta Ruggiano abbia frettolosamente e superficialmente assunto decisioni e investito fondi pubblici per un sistema, quello del varco elettronico, che cozza con le richieste avanzate dagli stessi commercianti di maggiore flessibilità nelle politiche di viabilità cittadina in concomitanza di una crisi che rischia di mettere in ginocchio le piccole e medie realtà commerciali, filiera economica fondamentale per la nostra città.
Auspichiamo un rapido ripensamento in attesa di tempi migliori oltre che un adeguato confronto istituzionale su tutto il piano di sicurezza urbana.
Andrea Caprini – Rifondazione comunista


11 febbraio 2009
Centro storico di Todi: cambiare senza dare una "mazzata" al tessuto commerciale

Ieri sera c’è stato un incontro dell’Amministrazione con i commercianti. Il sindaco Ruggiano ha informato gli operatori tuderti su quanto si sta facendo e quali siano i progetti in animo per regolamentare la viabilità e ridare vita economica e sociale al centro storico. Bisogna ponderare bene le scelte da prendere, tenendo conto di fattori non trascurabili. Sento parlare di regolamentazione del traffico e di vocazione turistica da oltre trent’anni e se le passate Amministrazioni non hanno avuto il coraggio e la capacità di risolvere questi annosi problemi, certo è che noi non abbiamo la bacchetta magica né la presunzione di voler imporre decisioni se non in maniera condivisa da tutti gli attori interessati. 
Va presa in considerazione la situazione economica generale ed il momento particolare di crisi. Va considerato il fatto che i danni causati all’economia cittadina da scelte inconsistenti del passato, presentano una situazione non facilmente reversibile. Dobbiamo quindi intervenire con cautela senza propinare al tessuto commerciale una “mazzata” che potrebbe essere definitivamente mortale. D’altra parte, anche gli operatori del commercio dovranno fare la loro parte e non sono scevri da responsabilità individuali. 
Personalmente sono del parere che i permessi per i residenti vengano “sfoltiti” e che i gestori delle attività commerciali si abituino a venire al lavoro senza auto, così da non occupare un posto macchina durante tutta la giornata che potrebbe, invece, utilizzare un loro cliente. Due passi a piedi fanno anche bene alla salute. Il progetto della realizzazione di un parcheggio sotterraneo al Mercataccio, con i relativi percorsi per giungere in piazza, è la soluzione che potrebbe permettere di tradurre in realtà la creazione di un’ampia zona pedonale. Ma non si possono attuare scelte dipendenti da un progetto che si prospetta realizzato a lungo termine. 
Solo dopo la fruibilità di un tale parcheggio si potranno prendere forti e concrete decisioni per eliminare totalmente il traffico nel Centrostorico. Per quanto riguarda la barriera elettronica alla Consolazione, che in molti hanno criticato, credo sia opportuno installarla. Ai fini concreti non cambia nulla con il passato se non l’eliminazione di una postazione di vigili urbani, che potrebbero fare servizi più consistenti, e la rimozione di quell’orrenda transenna che sembra esser un confine di Stato. Diciamo che la chiusura all’accesso debba essere messa in atto soltanto in stati di vera necessità, poi, chi procede senza essere autorizzato, se viene ripreso dalla telecamera e multato, subirebbe una più che meritata lezione. 
A parer mio si potrebbe delimitare la Piazza Grande con quegli orrendi panettoni e qualche fioriera, lasciando una corsia di percorso che non permetta però alcuna sosta di auto. La piazza diventerebbe uno spazio interdetto a qualsiasi mezzo e quindi fruibile come zona pedonale. Tutti noi dobbiamo acquisire una coscienza civica e non possiamo seguitare a far finta di non esserci accorti di quanto male stiamo facendo alla nostra città. Il Sindaco ha detto bene quando ha messo in rilievo il desiderio e la volontà di ottenere in proiezione futura una diversa e migliore città. Adoperiamoci insieme affinché ciò si realizzi, dando ognuno un contributo che non sia d’ordine egoistico ma finalizzato al bene comune. 
Mario Epifani – Fiamma Tuderte

10 febbraio 2009
Candele accese per Eluana sul davanzale del sindaco Ruggiano

In questo giorno di tristezza, dopo le troppe parole spese intorno al caso della povera Eluana è giunto il momento del silenzio e della riflessione. Questa notte, sul davanzale della finestra della stanza del Sindaco resteranno accese delle candele, simbolo di vita e di fede. L’Amministrazione di Todi ricorderà così questa giovane donna, con la speranza che la luce prodotta da questi lumi possa illuminare le menti e gli animi delle persone in questo momento di profonda oscurità.
Amministrazione comunale di Todi

10 febbraio 2009
La morte di Eluana e la insensibilità della classe politica tutta

Una vicenda drammatica, struggente e sempre più lacerante entrata di prepotenza nelle nostre case si è conclusa questa sera.
Quella ragazza che tutti noi ormai conoscevamo attraverso le foto di quando era nel fiore smagliante della sua gioventù e salute, si è spenta per sempre.
Ora però tutti dovremmo fare in modo che la sua morte non sia vana. 
Uno Stato, una classe politica nella sua interezza, in anni ed anni, non è riuscita ad emanare una legge, a determinare una procedura, neppure a dare al singolo individuo la libertà individuale di decidere secondo coscienza in casi così drammatici.
Politicanti da strapazzo, succubi della propria ideologia, delle proprie convinzioni religiose, delle convenienze politiche occasionali, non sono riusciti a fare nulla che impedisse che tutto gravasse sulle spalle di un singolo individuo, già segnato così profondamente dal dolore e sulla coscienza di giudici che, senza una precisa legge , hanno dovuto trovare, senza strumenti adeguati, una risposta ad una domanda terribile.
Impotenza? Noncuranza? Incapacità? Opportunismo? Non lo so, ma cosa importa? L’unica cosa certa è che siamo stati tutti lasciati nella più completa solitudine, insieme a quel padre.
I tribunali d’Italia e d’Europa si sono espressi in mille ed estenuanti giudizi. L’ultimo e supremo organo di giustizia, l’Alta Corte di Cassazione, ha emanato una sentenza definitiva, ma anche questo non è bastato. La vita e la morte di una persona, di una cittadina di questo Paese è stata inesorabilmente segnata comunque da una lunga ed estenuante lotta per avere dignità.
Un padre, summa del dolore e dello strazio, che solo lui può conoscere dopo anni ed anni di sofferenze prive di ogni speranza, oggi è solo con il suo dolore, come è stato lasciato solo quando ha chiesto, a gran voce, a tutte le massime cariche dello Stato una legge perché questo calvario la sua creatura lo avesse potuto affrontare attraverso una strada prevista e degna di un Paese libero, civile e democratico. 
Quest’uomo è stato costretto dall’insensibilità e dall’opportunismo politico di molti, a proporre addirittura di mostrare sua figlia in quel letto di dolore, purché chi conta e chi può, avesse avuto la consapevolezza di quanta dignità servisse per quell’essere ormai incapace di tutto.
Fino a questo è arrivata la pietà di un padre. L’avrebbe voluta mostrare a questi, perché essi avessero potuto “toccare con mano” invece di parlarne soltanto senza aver mai provato una volta un minimo di emozione e di coinvolgimento personale.
Questa è l’ennesima barbarie a cui questi due esseri sono stati indecorosamente sottoposti. Da umano, da cittadino, non posso non provare un senso di vergogna e di rabbia al solo pensare che un padre sia stato costretto a giungere a tanto. 
Mi chiedo come sia stato possibile arrivare a tali angherie? In nome di quale dio o di quale Stato tutto ciò è possibile? Tutto questo non è stato altrettanto brutale di quella brutalità che molti dicono si sia compiuta dando seguito alla sentenza di un tribunale? Onestamente dentro di me provo lo stesso sconforto. Ma coloro che “ ci comandano” l’hanno sofferta veramente questa scelta? Hanno tentato d’impedirla veramente per interessi superiori, oppure ancora una volta hanno mentito a sé stessi ed al popolo che rappresentano? 
La sensazione che tutto sia stato strumentalizzato e che nemmeno il minimo sentimento di “pietas” sia mai aleggiato nelle loro menti, è forte e nauseabondo. 
Il Potere non può commuoversi. Il Potere non deve provare emozioni che potrebbero coinvolgerlo. Il Potere non si è mosso. Altrimenti che Potere sarebbe. Il Potere ha continuato la sua battaglia. Il Potere ha seguitato a sfruttare tutto ciò che di utile ,cinicamente, in questa tremenda storia poteva essere sfruttato.
Riescano almeno ora a fare il loro dovere sensatamente e con coscienza.
Paolo Ferracchiati

9 febbraio 2009
La crisi economica si fa sentire anche nel tuderte

La crisi finanziaria ed economica internazionale sta prospettando un 2009 particolarmente difficile. Basta guardare i dati sulla diminuzione della produzione industriale, sul calo dei consumi, sulla diminuzione della ricchezza nazionale (PIL), sull’aumento vertiginoso delle ore di cassa integrazione e sull’espulsione dal mondo del lavoro dei precari. 
Anche il nostro territorio, ovviamente, comincia a registrare difficoltà. In alcuni casi la crisi finanziaria ha aggravato lo stato di salute già precario di alcune importanti imprese che rischiano di chiudere con grave danno per l’economia e l’occupazione. Difficoltà si registrano anche nei settori del commercio, dell’agricoltura e dell’artigianato, nell’edilizia. Insomma si prevede un 2009 davvero complicato anche per le nostre realtà.
Di fronte a ciò preoccupa, per non dire altro, la latitanza e il disinteresse dell’attuale amministrazione comunale, che in questi mesi è riuscita persino a bloccare i pagamenti a tutte le ditte fornitrici del Comune, appesantendo una gestione del momento già abbastanza complicata in sé.
Per questo concordiamo con la proposta di istituire un tavolo di monitoraggio della situazione a cui chiamare non solo le associazioni imprenditoriali e sindacali, ma anche i tanti istituti di credito operanti in città e i rappresentanti del privato sociale.
Per questa stessa ragione di preoccupazione è da valutare positivamente l’iniziativa assunta dalla Confcommercio che si farà garante presso gli istituti di credito di una parte del credito corrente concesso alle imprese commerciali.
Ma non basta: occorre da subito pensare anche ad interventi straordinari per il sostegno alle imprese di tutti i settori e al reddito delle famiglie, anche utilizzando al meglio tutti gli strumenti regionali, nazionali ed europei. Questo territorio, attraverso i suoi rappresentanti istituzionali e associativi, deve tornare a progettare il proprio futuro.
Proponiamo, quindi, all’amministrazione comunale di fare fino in fondo la propria parte nel tenere alta l’offerta sociale, con misure a favore dei pensionati, dei disoccupati, dei licenziati o cassaintegrati, facendo crescere la sinergia con realtà di privato sociale e di volontariato che si occupano di tutela delle fasce deboli e servizi alla persona e rendendo più efficace l’azione di sussidiarietà tra pubblico e società civile.
Per quanto riguarda le imprese, invece, riteniamo utile, anzi necessario, che l’amministrazione comunale ipotizzi interventi che facilitino l’accesso al credito delle imprese stesse, anche attraverso il ricorso a forme di partecipazione ai fondi rischi del sistema regionale di garanzia, costituito dai consorzi fidi.
Partito Democratico Todi

9 febbraio 2009
Rifondazione, Idv e Sinistra democratica attaccano Legato
Salutiamo con immenso piacere la “discesa in campo” (politico) del Direttore Generale della USL2 dell’Umbria! Ne siamo veramente contenti. Consiglieremmo, però, di dismettere il ruolo tecnico/applicativo e scegliere finalmente, candidandosi ovviamente, il vero volto di programmatore sanitario.
In merito alle ultime esternazioni di stampa, segnaleremmo al Direttore che, relativamente ai servizi ospedalieri di Todi cui fa riferimento, la disarticolazione della programmazione sanitaria vigente (Piano Sanitario e PAL) attraverso estemporanee iniziative organizzative non può essere liquidata sic et simpliciter mediante la teoria della “difesa d’ufficio di qualche professionista” definendo come implementazione di servizi il reale cambiamento delle strutture e di alcune funzioni ospedaliere e, al contempo, rivendicando la magnificenza di altre strutture extraospedaliere, quelle sì, suggestive di sovraesposizione di alcuni professionisti della sanità. 
Vede Direttore, a differenza dell’attuale Giunta Ruggiano, noi non siamo interessati davvero al destino di singole figure professionali. Noi eravamo e siamo interessati al destino delle funzioni assistenziali che un Ospedale come il nostro deve continuare a garantire così come previsto nei documenti di programmazione sanitaria. Su tali basi non intendiamo partecipare alla disputa tra PdL e PD perché crediamo, analogamente ad alcune tendenze “Gattopardesche”, che si faccia tanto clamore proprio per non cambiare nulla.
Intanto prendiamo atto delle dichiarazioni rilasciate dalla Direttrice sanitaria dei presidi ospedalieri di Todi e Marsciano Dottoressa De Santis che, intervistata da Radio Aut di Todi, afferma la volontà di mantenere un ospedale di comunità nella nostra città e dello stesso Direttore generale che annuncia quanto da noi sostenuto anche nel programma elettorale del centro – sinistra: utilizzare l’attuale struttura del nosocomio tuderte per l’accorpamento dei servizi di assistenza sanitaria di distretto attualmente dislocati in strutture periferiche. Evidentemente l’attenzione che in città si è risvegliata comincia a sortire effetti. Vigileremo affinché alle mere dichiarazioni di intenti seguano atti e fatti compiuti confermando nei prossimi giorni una raccolta di firme in città e nelle frazioni per sostenere la difesa dei servizi ospedalieri territoriali.
Le segreterie locali di Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Sinistra Democratica 

8 febbraio 2009
Anche a Todi va di moda una perfida matrioska politica

Rischiando di essere giudicato monotematico, ripetitivo, forse perfino spocchioso, disposto pertanto anche a subire riscontri acrimoniosi, tuttavia non riesco ugualmente ad esimermi dall’esternare alcune valutazioni sul contenuto di certi accesi dibattiti epistolari di recente pubblicazione, riguardanti alcuni problemi veramente importanti ed altre decisamente meno. 
E’ lapalissiano che gran parte della politica nazionale ha miseramente perso la propria identità, discostandosi da quella prospettiva orizzontale che ha sempre contraddistinto storicamente, la base dei valori e riscontri sociali, finendo per avventurarsi nell’affannosa rincorsa di un verticismo esasperato, non più ideologico ma esclusivamente personalistico, colmo di arrivismo e disposto anche a vendere l’anima pur di rimanere ancorato a quel meccanismo infernale e perverso chiamato “potere”, assoluto dispensatore di facili ed iniqui privilegi. 
E così assistiamo impotenti al meschino spettacolo offertoci dalla fabbrica delle “scatole” vuote, dalle quali escono messaggi fumosi, intrisi di veleni e false verità, di dogmatismi improvvisati, capaci solo di inibire la lucidità della gente, chiamata ad offrire preferenze in cambio di illusioni. 
Ho sempre sperato che la nostra piccola realtà, potesse rimanere incontaminata da questa perfida matrioska politica, che non arrivasse fino a noi il suo influsso devastante, in fondo siamo così pochi e socialmente uniti, sia per vicinanze caratteriali che per relazioni umane, tanto da poter trovare facilmente un’intesa salvifica, che tuteli e consolidi quell’esile equilibrio sociale ancora in atto. 
Purtroppo non è così, basta seguire la “semplice” diacronia degli interventi, spesso dal contenuto politico così esiziale, da farci dimenticare che esiste anche un futuro con il quale scommettere e non soltanto un passato pieno di colpe negate, dalle quali patire un’inevitabile nemesi storico-politica. Come altrettanto significativi sono i continui richiami e l’ostinata elencazione delle accuse per supposte carenze e manchevolezze amministrative, spesso pretestuose, per rendersi conto quanto siamo lontani dalla speranza di poter instaurare la tanto attesa sinergia amministrativa tante volte richiamata. Un confronto leale, fattivo e responsabile in linea con le esigenze dei tempi, con i processi evolutivi in atto, rivolto ad affrontare i veri e più seri problemi che ci attendono, abbandonando una volta per tutte le frequenti e futili demagogie, fonti di superflui scontri, le cui tendenziosità appartengono ad un epoca finita nelle obsolescenze. 
Difronte a scelte imperiose, fondamentali per il nostro futuro e quello della nostra città, in primis ma non solo scuola e sanità, in un momento economico, ed anche sociale, che non esito a definire drammatico a livello mondiale. Come è possibile assistere a certi battibecchi di una sterilità disarmante ai limiti dell’inconsapevolezza, anziché affrontare le molteplicità dei problemi che incombono , con spirito unitario, senza pregiudizi di parte, accantonando dipendenze e faziosità, condizionamenti e dettami di indubbia provenienza apicale, con atteggiamento necessariamente più laico, mettendo in primo piano il nostro destino e non quello di chi vorrebbe lucidarsi e vestirsi con la nostra pelle, dimenticandosi che sulla griglia ci siamo noi tutti.
Aspettiamo con ansia di poter leggere finalmente la saggezza del buon amministratore piuttosto che il crepitio del fatuo rancore, avendo ognuno il “coraggio di servirsi della propria intelligenza” .
Elio Andreucci 

8 febbraio 2009
Epifani: "A sinistra provano fastidio che io salga le scale del Comune da protagonista"

Tra le tante strategie dei Sinistri c’è quella della demonizzazione degli avversari. Nei miei riguardi cominciò durante la campagna elettorale quando, a più riprese, fui dipinto come un truce fascista che girava in campagna elettorale con tanto di camicia nera e con un manipolo di giovani poco raccomandabili. Con i risultati elettorali e la mia personale affermazione capirono che non aveva funzionato. Dopo cominciarono a sostenere che un’amministrazione con dentro una componente come quella che io rappresento non avrebbe permesso di governare la città. Hanno provato inutilmente di acuire i normali contrasti di opinione che sono intercorsi tra me ed il Sindaco, ma certamente, né io né tantomeno Ruggiano, siamo così ingenui da cadere nei loro meschini tranelli e ci vuole ben altro per minare l’affetto e la stima che ci legano. 
Oggi, sulla scia della mia costante presenza ed azione amministrativa e politica, tentano nuovamente la carta di seminare zizzania, cercando di solleticare gelosie politiche all’interno del Centrodestra. Oggi, con dichiarazioni alla stampa e con un selvaggio volantinaggio, mi si raffigura l’uomo forte della Maggioranza che ha il potere di condizionare: Sindaco, Giunta municipale e consiglieri comunali. Magari fosse così!
Voglio ricordare ai Diessini tuderti che il sottoscritto non ha mai preteso cariche di potere o che fossero remunerate. Io, il loro spauracchio, ha scelto di operare per il bene della Città senza nessuna pretesa. Magari fosse come dicono loro. Mi ascoltano poco e forse fanno anche bene, in qualche caso. Ho comunque il mio spazio ed il mio ruolo all’interno di quest’Amministrazione che cerco di onorare con il mio impegno, ma nulla di più. Però, mi sento lusingato nel constatare che io sia considerato dai Sinistri il nemico numero uno, la figura che da fastidio e che non trascura la battaglia politica. 
Che onore! Ma falliranno anche in quest’occasione, poiché, di là delle normali divergenze che si presentano tra noi tutti e che con responsabilità portiamo al confronto, c’è tra tutti gli esponenti di Maggioranza una coesione che non riusciranno a scalfire: nemmeno con meschini atti da untori. Ho speso una vita politica nel combatterli e se oggi, dopo averli sconfitti, mi ritrovo ad essere il loro bersaglio, è per me grande motivo di orgoglio. Fanno bene a combattermi perché sono intenzionato a profondere ogni mia energia affinché Todi non ricada nelle loro mani. 
Mi rendo conto di quanto fastidio provino nel vedermi salire le scale del Comune con una veste da protagonista che ho loro strappato con decenni di opposizione, ma dovranno portare pazienza ed aspettare la prossima tornata elettorale. Senza illudersi troppo però.
Mario Epifani – Fiamma Tuderte


8 febbraio 2009
Ecco cosa si nasconde dietro la vicenda di Eluana Englaro

E’ evidente che quanto sta accadendo intorno al corpo di Eluana Englaro non ha più niente a che fare con la vicenda, dolorosa e privata, della famiglia Englaro. Non della vita di un individuo si sta parlando. Le uniche parole possibili sono, purtroppo, parole che parlano di politica. Sarebbe preferibile il silenzio (lo è sempre più spesso, nell’avvilente panorama politico), ma visto che la questione è stata totalmente portata sul piano politico, i cittadini a questo punto hanno non il diritto, ma il dovere di esprimersi. 
Al Vaticano e al governo non interessa affatto tutelare la vita di un singolo individuo. Non si stanno occupando di questo. Si stanno occupando di tutelare il loro potere di dirigere le vite degli altri individui, di organizzarle, di disporne. Interesse del potere politico di tutti i tempi e di tutti i luoghi non è impedire che i cittadini muoiano, ma poter decidere, in misura variabile a seconda dei regimi, quando e come debbano morire. 
Attualmente, si può morire in guerra o sul lavoro, non si può morire per interruzione delle terapie. Si può morire di Aids, non si può “morire” di aborto. Prevengo l’accusa: non sto strumentalizzando. La vicenda privata di Eluana purtroppo non c’entra niente. Su quella taccio, e credo che solo chi è coinvolto direttamente ha la facoltà, comunque tragica, di decidere.
La politica sta rabbiosamente rivendicando il proprio diritto di gestire non le relazioni tra i corpi (come sarebbe sua prerogativa), ma direttamente i singoli corpi a prescindere dalle loro relazioni. Berlusconi ha accelerato vistosamente in questi giorni il processo di instaurazione di un regime biopolitico ad alto livello di autoritarismo. Per farlo, ha bisogno di mettere mano alla Costituzione, perché le regole fondamentali della nostra democrazia sono state scritte in un periodo in cui era priorità assoluta regolamentare i rapporti tra individui, ma sancendo l’assoluta inviolabilità della persona umana (che era stata ampiamente violata dai regimi totalitari). I nuovi poteri hanno bisogno di scardinare quella inviolabilità, per poter disporre integralmente dei corpi dei cittadini. 
Questo è quello che si nasconde dietro la vicenda di Eluana Englaro, che non è più la vicenda di Eluana Englaro. Solo per distogliere l’attenzione dal nucleo del problema si continua a chiamare la vicenda con il nome di un individuo, e a coprirla con le foto di una ragazza della cui vita purtroppo probabilmente solo a chi vorrebbe lasciarla andare interessa davvero.
Paolo Gervasi

7 febbraio 2009
Cosa ne sappiamo noi di Eluana?

Prendo spunto dall’intervento di Pinotti per invitare al silenzio. Chi vuole preghi e accenda candele ma soprattutto facciamolo in silenzio. Tutti stanno spettacolarizzando una vicenda personale, intima, tragica, struggente.
Tutti ci sentiamo in diritto di decidere per gli altri cosa è giusto. Cosa ne sappiamo noi di ciò che voleva Eluana?
Cosa ne sappiamo noi di ciò che hanno passato i familiari? Cosa ne sappiamo noi di ciò che è giusto?
Ci sentiamo in diritto di parlare, giudicare, dare soluzioni in casa altrui, tanto non costa nulla.
Teniamoci i nostri pensieri, rivolgiamo una preghiera per Eluana con discrezione.
Maurizio Pierdomenico

7 febbraio 2009
Tracchegiani: "sul caso Eluana Fini peggio di Zapatero"

La posizione del Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini, è sconcertante, soprattutto in relazione all’orientamento interno al suo partito ed alla decisione unanime del Consiglio dei Ministri. È la prima volta nella storia repubblicana che un esecutivo risponde in tempi brevi a sollecitazioni che vengono dall’intera Nazione su tematiche di questo genere, accogliendo una sensibilità diffusa, anche se con metodi che potevano essere meglio ponderati, e la risposta dell’ex presidente di Alleanza Nazionale è negativa e controcorrente. Non voglio delegittimare la posizione di Napolitano, tuttavia è bene pensare anche di rivedere e riesaminare, se serve, le sentenze della magistratura: l’Italia non può assecondare una deriva laicista che – anche se viene spacciata come segno di modernità da alcune parti politiche – è un segno della carenza di spiritualità e valori profondi della vita umana
Aldo Tracchegiani


7 febbraio 2009
Ospedale di Todi, l’assessore regionale verrà il 20 prossimo

Il comportamento tenuto dall’Amministrazione e dal Sindaco Ruggiano a proposito delle problematiche riguardanti l’Ospedale di Todi ci lascia veramente sconcertati: indire una manifestazione come quella annunciata per sabato 7 febbraio, invece di discutere e approfondire gli argomenti in questione in un’apposita riunione del Consiglio Comunale, ci sembra un grave errore sia da un punto di vista istituzionale che politico.
Una posizione unitaria avrebbe dato maggiore forza al Sindaco nel confronto indispensabile con i vertici Regionali in merito non soltanto alle decisioni prese in questi giorni, decisioni che riguardano il pensionamento di alcune figure professionali con più di quaranta anni di servizio adottate tra l’altro, per dare esecuzione alle disposizioni del Ministro Brunetta e che non significano certo chiusura del Pronto Soccorso e del Servizio di Anestesia, ma anche su tutte le problematiche inerenti l’apertura del nuovo Ospedale di Todi, infatti non bisogna dimenticarsi che Pantalla è una frazione della nostra città e quindi, fino a prova contraria, territorio comunale.
Per quanto riguarda il nuovo Ospedale, infatti, devono essere affrontate dal Sindaco e dall’Amministrazione varie problematiche tra cui quelle della viabilità, dello smaltimento fognario, della dotazione organica e strumentale e delle funzioni che andrà a svolgere questa struttura nell’economia sanitaria dell’Umbria.
Inoltre c’è da definire la destinazione d’uso dello stabile che ospita l’attuale nosocomio, la quale dovrà permettere il rilancio economico del quartiere di Porta Romana e di via Angelo Cortesi che possono essere considerati come il secondo centro storico di Todi.
A fronte di tutto ciò il Sindaco, facendosi trascinare dalle frange più estreme della sua coalizione, si abbandona a manifestazioni di piazza che non servono a niente se non a creare confusione, polveroni e timori nella popolazione.
Noi crediamo invece che il nuovo Ospedale sia una grande opportunità per il miglioramento dei servizi sanitari di Todi.
L’attuale struttura per vari motivi non può più svolgere tutte le funzioni che sono necessarie alla nostra comunità, come ad esempio il Punto nascita e la Pediatria, con gravi disagi e sprechi economici dovuti alla necessità di far ricorso a prestazioni presso le Aziende Ospedaliere di Perugia e Terni: il nuovo ospedale non risolverà certamente tutti i problemi, ma con la razionalizzazione che ne deriverà renderà sicuramente un servizio migliore ed efficiente. 
Dichiarare che il nuovo Ospedale nasce morto, come scritto in un volantino dell’Amministrazione circolato in questi giorni è un grave errore e non aiuta certamente a raggiungere il “bene della Città” del quale i nostri amministratori si riempiono la bocca.
Ieri il Sindaco in un comunicato ha detto che su temi come questi non ci si può dividere, ebbene, SIAMO PIENAMENTE D’ACCORDO, ma queste affermazioni vengono fatte dopo giorni e giorni di proclami populistici e demagogici e di accuse strumentali alla minoranza da parte del Sindaco e delle forze politiche che lo sostengono.
Per questo motivo Noi in piazza non ci saremo, ma cercheremo di favorire un confronto costruttivo tra le forze politiche, la Regione e la Usl, nelle apposite sedi Istituzionali come già da tempo l’Amministrazione avrebbe dovuto fare e a tal riguardo cercheremo di fare chiarezza in merito all’intera vicenda partecipando ad un incontro con tutti i cittadini fissato in data 20 febbraio, presso i Palazzi Comunali, con la partecipazione dell’Assessore alla Sanità della Regione Umbria. 
Sez. Movimento Repubblicani Europei Todi

6 febbraio 2009
Anche dalla città di Todi si levi un appello per Eluana

Cari concittadini di Todi, facciamo qualcosa per non far “MORIRE ELUANA”. Qualcuno, un’Autorità religiosa, un’Associazione, prenda un’iniziativa ed una Croce e ci chiami, a qualsiasi ora, in qualsiasi posto della città, in una Chiesa, in una piazza. PORTIAMO DELLE FIACCOLE ACCESE, non per mostrare di esserci, ma per pregare e dimostrare, al tempo stesso, anche un pacato “silenzio” di protesta.
Enzo Jannacci oggi ha detto: “In questi ultimi anni la figura del Cristo è per me diventata fondamentale: è il pensiero della sua fine in Croce a rendermi impossibile anche solo l’idea di aiutare qualcuno a morire. Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, avremmo così tanto bisogno di una sua carezza”. (Corriere della Sera-pag-3-del 6 febbraio 2009).
Parole totalmente condivisibili. Come è condivisibile il Decreto emanato questo pomeriggio dal Governo. 
Antonio Pinotti

6 febbraio 2009
Ospedale: Ruggiano non protesti in piazza, faccia il sindaco!

La questione ospedale è importante per tutti i cittadini e pertanto deve essere trattata partendo da dati oggettivi ed esigenze reali, evitando di cadere in strumentalizzazioni propagandistiche.
La problematica attuale scaturisce dal collocamento a riposo di alcuni primari per sopraggiunti limiti di anni di servizio così come disposto dal Ministro Brunetta per i dipendenti pubblici.
Riorganizzare i servizi è doverorso, altra cosa è invece vigilare e verificare che dietro tali pensionametni non si attivi un processo di depauperamento della struttura ospedaliera.
Sarebbe sicuramente più proficuo per gli interessi della città che della questione se ne facesse oggetto di discussione nel Consiglio comunale quale luogo naturale deputato.
I Socialisti di Todi non condividono il continuo esautorare il Consiglio comunale delle proprie prerogative istituzionali dato che la maggioranza che governa Todi non si presenta mai con programmi e progetti per discutere dello sviluppo della città: tantomeno si ritiene che con manifestazioni di piazza si possa supplire a tale grave carenza, caso mai la si può mascherare!
Prova ne sia che nel dibattito polemicamente alimentato dal centro destra non si affrontano le questioni strategiche riferite al nostro ospedale e cioè:
– riflessione sullo stato attuale di tutti i servizi sanitari;
– quale tipo di ospedale e quali servizi costruire nella nuova struttura di Pantalla;
– quali e quante risorse umane impiegare;
– quale bacino di utenza si intenda assumere a riferimento;
– quali infrastrutture predisporre a servizio del nuovo ospedale prima del suo completamento (strada di accesso? rete fognaria e depurazione?…);
– come riutilizzare l’attuale struttura ospedaliera Via Piana non diventi una nuova zona morta della città;
Questi riteniamo essere i reali problemi da affrontare che interessano i cittadini, i quali sempre meno comprendono manifestazioni di facciata, da qualunque parte provengano, che non permettono di discutere e confrontare proposte concrete per la soluzione dei problemi.
La cosa sicuramente utile sarebbe che l’Amministrazione comunale, purtroppo sempre più assente, aprisse un confronto istituzionale con Asl e Regione per concordare prospettive e progetti.
Partito Socialista di Todi
6 febbraio 2009
Pinotti aderisce alla manifestazione per l’ospedale, ma…
Aderisco ben volentieri alla manifestazione del nostro ospedale, promossa dall’Amministrazione comunale per le ore 12 di sabato 7 febbraio 2009.
Non mi interessa protestare però contro alcuna forza politica, tanto meno per un partito politico della quale non faccio parte.
Antonio Pinotti

6 febbraio 2009
Rifondazione, Idv e Sinistra democratica preoccupati per l’ospedale di Todi

Le segreterie locali dei partiti Rifondazione Comunista, Italia dei Valori e Sinistra Democratica, esprimono forti preoccupazioni per le recenti decisioni della Asl in merito al depotenziamento dell’ospedale tuderte. 
Le modifiche apportate alla struttura organizzativa del dipartimento Chirurgia-Pronto Soccorso e all’Area Anestesiologia rappresentano di fatto un depotenziamento del nosocomio tuderte. Dopo la pediatria e i problemi emersi per la chirurgia ortopedica, viene impoverito un altro settore di attività importante in nome di una incomprensibile riorganizzazione soprattutto perché decisa alla vigilia della discussione del nuovo Piano Sanitario Regionale e, conseguentemente, dei Piani Attuativi Locali.
Siamo per la razionalizzazione e la riqualificazione dei servizi sanitari territoriali ma non comprendiamo perché Todi debba essere sempre la città a pagare il prezzo più alto mentre per altre realtà della stessa Asl la Direzione Generale dalle pagine della stampa locale comunica l’arrivo di due nuovi primari. E l’Assessore Regionale competente sta a guardare! 
Esprimiamo soddisfazione in merito all’attenzione che finalmente viene dedicata sulla stampa all’ospedale tuderte; cosi come riteniamo positivo che anche il Sindaco Ruggiano si sia accorto, dopo quasi due anni, che qualcosa non funziona. Tuttavia non possiamo non sottolineare come l’appello lanciato dal primo cittadino cozzi con il volantino che la stessa amministrazione comunale, da lui rappresentata, ha diffuso nelle ultime ore, strumentalizzando le questioni dell’ospedale per mera propaganda politica. 
Il timore è che il muro contro muro a cui abbiamo assistito in questi giorni sulla stampa inibisca l’efficacia di una mobilitazione della nostra comunità che non può e non deve diventare l’occasione per mettere bandiere e bandierine.
Per quanto ci riguarda siamo pronti a confrontarci con tutti per garantire il mantenimento, e in questo caso il ripristino, di tutti i servizi dismessi o depotenziati. Una battaglia che necessita del contributo e il lavoro di tutti gli attori della politica e dei cittadini, nelle sedi istituzionali e in tutte le iniziative che avranno come obiettivo la difesa concreta dell’ospedale e dei servizi sanitari sul territorio. 
Considerata l’importanza del servizio ospedaliero per la comunità tuderte è ora di abbandonare qualsiasi tipo di polemica e di strumentalizzazione politica proveniente da destra e da sinistra, pertanto daremo vita ad una raccolta di firme che vedrà il coinvolgimento dell’intera cittadinanza, frazioni comprese e di tutte le Associazioni tuderti ad esclusiva difesa dei diritti della nostra comunità. 
Segreterie Comunali di Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Sinistra Democratica 

5 febbraio 2009
Ospedale di Todi, appello de La Destra: guardiamo al presente ed al futuro

Noi di La Destra faremo il possibile per frenare lo stillicidio che sta colpendo la Città di Todi, partecipando alla manifestazione organizzata per sabato prossimo di fronte all’Ospedale di Todi ed agendo a favore della Città in sede di Consiglio Regionale. Sono anni che sta avvenendo questo impoverimento dell’Ospedale Tuderte e il popolo della destra tuderte ha sempre dovuto subìre tutti i torti che le Amministrazioni Regionali, con la connivenza delle Amministrazioni Comunali di Todi, tutte di sinistra, gli hanno inferto continuamente (l’unico soggetto di sinistra che si era opposto a ciò, ad onor del vero, era stato l’allora Consigliere regionale Antonio Pinotti, al quale va ancora la nostra gratitudine per la sua occupazione dell’aula del Consiglio Regionale nel lontano 1994, periodo nel quale io ero Consigliere Comunale di AN ed in tale qualità avevo portato direttamente nell’aula occupata la solidarietà dell’allora mio partito al Consigliere Pinotti). La perdita del Pronto Soccorso è l’ultimo graviissimo atto perpetrato ai nostri danni: a questo punto ci stanno privando di tutto e quindi bisogna reagire sia a livello popolare che a livello istituzionale. A livello popolare già questa prima manifestazione avrà sicuramente il suo peso ed altrettanto sicuramente, se non lo avesse a sufficienza, sarà opportuno organizzarne altre sempre più energiche. A livello istituzionale la nostra Amministrazione si mobiliti con tutta l’energia possibile, non tanto in piazza perché la piazza è prerogativa del popolo, ma a Perugia costringendo la Regione, la Asl e tutte gli Enti ed i dirigenti preposti, a ritornare sui propri passi. Io vorrei vedere sabato la popolazione compatta a protestare numerosa di fronte all’Ospedale ed il Sindaco ed i Suoi Assessori a Perugia a protestare e rivendicare i propri diritti sui tavoli giusti. A questo punto non c’è più tempo per polemizzare, attaccare e rispondere all’armata Brancaleone della sinistra tuderte; ora bisogna andare dai loro capi che sono quelli che veramente stanno strategicamente e scientemente distruggendo Todi. Sappiamo che la colpa di tutti i depauperamenti tuderti sono stati pianificati a tavolino da sempre dai vertici provinciali e regionali della sinistra e che tutti i partiti di sinistra tuderti ed i loro Sindaci sono stati semplici esecutori di quanto gli era stato dettato, ma a questo punto dobbiamo muoverci noi, perché oramai l’Amministrazione di Todi è di destra e quindi non più succube di quanto architettato a Perugia. Non dobbiamo più pensare alle responsabilità del passato, anche perché tutti le conoscono e ne sono consapevoli; se vogliamo veramente salvare quello che resta della Nostra Città guardiamo al presente ed al futuro, consapevoli che a Perugia abbiamo dei nemici e che quindi la lotta sarà più dura e per questo da combattere a tutti i livelli con tutta la forza possibile. Noi saremo presenti a Todi insieme a tutti coloro che vogliono bene a questa Città, ma le nostre Istituzioni vadano a lottare a Perugia perché altrimenti tutti i nostri sforzi resteranno vani. 
Gianluca Alvi Segretario La Destra Todi

4 febbraio 2009
A Marsciano il Pdl è pronto a sfidare Alfio Todini

I cittadini marscianesi hanno parlato ed Alfio Todini è il candidato ufficiale del P.D. che si contrapporrà a quello del P.D.L., dopo un serrato testa a testa che ha tenuto con il fiato sospeso gli elettori del centro-sinistra e non solo.
Chi ci mette la faccia per rappresentare gli interessi anche degli altri merita rispetto, come lo merita Stefano Massoli autore di un risultato che pochissimi avrebbero pronosticato alla vigilia; nelle primarie svoltesi domenica, i gruppi di interesse strutturalmente più organizzati hanno avuto più voce di altri, ne più ne meno di quello che avviene in tutti i paesi con consolidate forme di governo democratiche; le frasi ad effetto tipo poteri forti o altro, che spostano continuamente indietro le lancette della politica, le lasciamo volentieri ad altri.
I complimenti al vincitore finiscono qui; il P.D.L., da oggi, è pronto a sfidare Todini con un candidato forte ed autorevole, in una campagna elettorale che sarà lunga dura e senza sconti, mettendo in campo personalità motivate provenienti dai più svariati ambiti sociali e professionali, per dare avvio a quell’alternanza politica nel governo della città che in maniera sistematica non c’è mai stata dal 1948 ad oggi.
Cristiano Costantini – Pdl Marsciano


4 febbraio 2009
A Todi c’è un’Amministrazione comunale da terzo mondo

Di fronte all’ultimo comunicato stampa dell’Amministrazione Ruggiano non rimane che prendere atto della situazione: siamo ad un livello garantito di democrazia prossimo allo zero, degno dei regimi populisti.
Solo in alcuni paesi dell’Africa e del Sud-America chi amministra può scagliarsi contro i partiti d’opposizione, promuovendo manifestazioni in loro danno: nelle democrazie degne di questo nome cose del genere non si sono mai viste!
E così, tanto per restare a casa nostra a goderci quest’angolo di barbara arretratezza, sulle vicende dell’Ospedale di Todi non intervengono i partiti di centrodestra, ma l’Amministrazione comunale, che fa diventare il Municipio la sede di una parte politica ed i soldi di tutti i cittadini, tanto di destra quanto di sinistra, strumenti per la propaganda di regime.
Con un comunicato stampa pieno di falsità, l’Amministrazione Ruggiano si scaglia contro il maggior partito di opposizione, promuovendo una manifestazione che diviene, di fatto e prima di tutto, una manifestazione contro il Pd.
Il Partito Democratico, a differenza dell’Amministrazione Ruggiano, non insulta e non fomenta! 
Continua a porre domande alle quali non viene risposto.
Perché dei problemi importanti riguardanti la città non si può discutere in Consiglio comunale?
Dove dovremmo esprimere le nostre opinioni e verificare eventuali convergenze che, tra l’altro, darebbero più forza ed autorevolezza all’azione del Sindaco e dell’Amministrazione comunale?
Discutere nelle sedi proprie danneggerebbe il Sindaco o al contrario accrescerebbe la sua forza e la sua autorevolezza?
Perché l’Amministrazione comunale ha disertato gli incontri in tutte le sedi nelle quali si discuteva di Todi e dei suoi servizi sanitari?
Perché si continua a parlare senza sapere, evitando il confronto con Asl e Regione?
Perché si continua a tardare nella realizzazione delle opere (strade, fognature…) necessarie al nuovo Ospedale di Pantalla e di competenza del Comune di Todi?
Perché si continua a non lavorare per giungere quanto prima all’apertura della nuova struttura sanitaria?
Questa Amministrazione è forse contraria alla realizzazione del nuovo Ospedale comprensoriale di Pantalla?
Si fa forse il bene della città continuando a non discutere in maniera seria ed approfondita dei problemi e promuovendo solo barricate?
Noi crediamo che la città abbia bisogno di un serio confronto politico, di un dibattito costruttivo al quale con le nostre domande stiamo contribuendo.
Non ci interessa la speculazione politica dei facili allarmismi. Continueremo a lavorare seriamente per il bene di questa città, che proprio grazie al lavoro di anni avrà presto un nuovo ospedale per il quale la Regione sta investendo 50 milioni di euro.
Il resto è solo un inganno a danno dei cittadini, una gazzarra che non produrrà nulla di positivo, un puro atto di propaganda politica per coprire l’assenteismo del Sindaco e l’incapacità politica del centrodestra.
Alle grida scomposte noi risponderemo con una pubblica discussione che terremo il 20 febbraio alla presenza dell’Assessore regionale alla sanità e alla quale invitiamo tutti i cittadini a partecipare.
Basta con le strumentalizzazioni politiche di una destra ormai alla deriva estremistica!
Partito Democratico Todi

4 febbraio 2009
Casapound Italia: l’ospedale di Todi non si tocca! 

Abbiamo poca voglia di commentare gli autori dell’ennesima critica rivolta nei confronti del nostro Sindaco Antonino Ruggiano, anzi, non ne abbiamo affatto. 
Persone del genere nella condizione in cui si trovano non meritano neanche quel minimo di pubblicità che il loro nome, inserito in queste poche righe, gli porterebbe. Ragione questa, per la quale ci limitiamo a dare il nostro appoggio morale e politico al Sindaco Ruggiano, e alla lodevole iniziativa che a difesa dell’ospedale si vuole mettere in atto.
Saremo quindi presenti alla manifestazione in difesa dell’Ospedale, che si terrà sabato 7 febbraio alle ore 12 presso la piazza antistante l’Ospedale. Saremo presenti, sempre, in difesa di ciò che è nostro e di ciò che ci è dovuto. Anche senza il benestare della critica.
L’Associazione di Promozione Sociale Casapound Italia si scaglia con fermezza contro chi vuole fare del nostro Ospedale un piccolo studio medico. Non permetteremo a nessuno, soprattutto a dei politicanti, di boicottare il diritto alla salute di noi tutti, e se non dovesse bastare la manifestazione di sabato daremo inizio, con forza, a tutto quello che è possibile fare in merito. Niente escluso.
Casapound Italia – Direttivo Nucleo di Todi

4 febbraio 2009
Sull’ospedale, 14 anni dopo, siamo punto e a capo

Caro Signor Pinotti io nel 1994 ero ancora una ragazzina e la politica la vivevo con il distacco di chi ha 15 anni e crede ancora negli ideali puri, non negoziabili.
Mi ricordo bene il comitato a favore dell’Ospedale, mi ricordo una manifestazione a Perugia e una in Piazza con tantissima gente, mi ricordo il volto di tutte quelle persone che si batterono perchè l’Ospedale di Todi rimanesse vivo ed operante, mi ricordo il loro entusiasmo, la loro determinazione.
Oggi a distanza di 14 anni siamo ancora punto e a capo, alcune di quelle persone non ci sono più ma di nuovo la Città è mossa da un sussulto di orgoglio che la porterà sabato alle ore 12 a manifestare davanti all’Ospedale per far sentire alla Giunta Regionale il grido di una comunità che non intende lasciarsi schiacciare dalle decisioni dannose ed arbitrarie prese contro la Città.
Quello che Le vorrei domandare è questo: cosa la spinse nel 1994 a schierarsi con la cittàe contro la sua maggioranza? perchè oggi la sinistra tuderte non ha il coraggio di mettersi contro la Giunta Lorenzetti? perchè ha così tanta paura di una manifestazione popolare a difesa dell’Ospedale?
Elena Baglioni

4 febbraio 2009
Quando per difendere l’ospedale di Todi occupai il Consiglio regionale

Mi ricordo bene quando “occupai” nel 1994, per sette giorni, giorno e notte, la sede del Consiglio Regionale, in difesa dell’ospedale della mia città. Era la prima volta, ed è ancora la sola, nella storia della Regione dell’Umbria, che un consigliere protesta contro la “sua” maggioranza, tenendo conto esclusivamente degli interessi della comunità ove abita. 
Su questioni così sensibili ritenni che era giusto disgiungermi da una stretta logica di appartenenza politica. E’ ne si può dire che lo feci per un interesse politico, in quanto dal 1995 ho lasciato, grazie a Dio, la politica attiva.
L’occupazione fu reale, e ringrazio ancora i tantissimi cittadini che manifestarono a Todi ed a Perugia, la solidarietà per l’azione intrapresa.
Quella dura presa di posizione consentì di ottenere, alle due di notte, in una “tesissima seduta” del Consiglio Regionale, l’approvazione all’unanimità di un O.d.G che prevedeva la possibilità d’istituire un “settore dell’emergenza” sanitaria nel nostro ospedale ed in quello di Castiglione del Lago.
Infatti, il potenziamento di una struttura ospedaliera, era ed è strettamente rapportata alla presenza di tale requisito. Tanto per dovere di cronaca…
Antonio Pinotti

3 febbraio 2009
Una moratoria per le dichiarazioni ISEU all’Università di Perugia

La poca informazione riguardante la presentazione entro e non oltre il 31 dicembre della dichiarazione I.S.E.U. all’Università di Perugia ha creato grandi problemi agli studenti. Sono stati infatti decine e decine i casi di ricevimenti, da parte delle famiglie o degli studenti stessi, degli avvisi di pagamento della seconda rata delle tasse universitarie classificati come ventesima fascia contribuente, ossia la più alta, penalità spettante a chi non ha presentato l’indicatore della propria situazione economica, che sancisce la fascia di reddito alla quale corrisponde una certa tassazione. Decine di famiglie si trovano quindi a pagare oltre 900 euro pur avendo diritto ad importi decisamente inferiori e gli studenti hanno così inviato ai dirigenti della segreteria lettere indirizzate al Rettore, richiedendo una moratoria in direzione dell’accettazione dell’I.S.E.U. oltre il 31 dicembre, onde evitare di portare sul lastrico famiglie che faticano per consentire ai propri figli di studiare. La Destra sostiene con forza questa richiesta al fine di raggiungere una reale equità e solidarietà sociale che non penalizzi chi vuole studiare e sostenga con una corretta e tempestiva informazione le famiglie e gli studenti, già taglieggiati dal caro vita, dagli aumenti nei trasporti e dal rincaro dei libri di testo
Aldo Tracchegiani – consigliere regionale "La Destra"


3 febbraio 2009
Dopo vent’anni si chieda scusa per le offese personali e le prese in giro

A nome di tanti cittadini tuderti, viste le nuove sensibilità maturate, a distanza di più di 20 anni, chiedo scusa all’ex assessore Antonio Pinotti, per le prese in giro, le offese personali, le critiche, la berlina a cui fu sottoposto per aver fatto installare 2 semafori presso la frazione di Duesanti di Todi.
Paolo Ferracchiati

2 febbraio 2009
Renzo Boschi (Pdl Todi): solidarietà a Ruggiano e difesa vera dell’ospedale

Come Capogruppo del PDL ed esponente di Forza Italia desidero prima di tutto esprimere la piena solidarietà mia personale, dell’ intero Gruppo Consiliare e del Movimento Politico cui appartengo al Sindaco Antonino Ruggiano a fronte degli attacchi scomposti falsi e calunniosi del PD tuderte. 
In questi ultimi giorni infatti , a forza di stravolgere fatti e verità al solo fine di poter attaccare sempre e comunque il Sindaco, il PD locale ha veramente passato il segno. Emblematica in ciò la vicenda degli accorpamenti scolastici, a ristabilire la verità infatti ed a far cadere nel nulla il gran polverone delle accuse è bastata l’approvazione del piano in Consiglio Regionale avvenuta con i soli voti dei consiglieri del PD.
Ora il polverone riparte sull’ospedale e di nuovo il colpevole di tutto e del contrario di tutto è il Sindaco Ruggiano. In un volantino distribuito sabato lo si accusa addirittura di voler sabotare la futura campagna elettorale della Sig.ra Lorenzetti impedendo l’apertura dell’Ospedale di Pantalla prima delle elezioni regionali del 2010. 
Non una parola però sulla ormai più che decennale opera di sistematica demolizione dei servizi ospedalieri tuderti portata avanti dagli Amministratori perugini targati ( a seconda dei tempi) PCI – PDS – DS – PD e di cui la cancellazione dei primari e dei servizi di Pronto Soccorso – Chirurgia ed Anestesiologia è solo l’ultima gravissima puntata. Una decisione di tale importanza infatti non può non essere stata preventivamente concordata tra direttore generale della Asl ed assessore regionale competente.
Ma questa volta non c’è a Todi un potere succube ai voleri perugini e se il Sindaco chiamerà la città alla mobilitazione in difesa dei più essenziali servizi ospedalieri cittadini oggi e comprensoriali domani l’intero Gruppo Consiliare e tutto il Popolo della Libertà sarà al suo fianco.
Cari “amici” del PD, sabato 7 a mezzogiorno davanti all’Ospedale noi ci saremo, e Voi?
Renzo Boschi, capogruppo PDL 

2 febbraio 2009
La CISL e la FILCA per uscire dalla crisi del settore delle costruzioni

“L’ambiente, la sua manutenzione, la sua gestione, il restauro e il recupero del patrimonio esistente sono la via maestra per orientare e selezionare un’edilizia di qualità che non guardi solo l’interesse dell’impresa ma che metta competenza e tradizione anche a disposizione del bene comune. Il nostro straordinario territorio”. A dichiararlo, rivolgendosi alle Istituzioni e all’Ance, il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra e il segretario generale regionale Filca Cisl Osvaldo Cecconi. “Un territorio, il nostro, peraltro seriamente compromesso dalla diffusione generalizzata e di scarsa qualità di manufatti industriali e abitativi di ogni dimensione, forma, colore che, in alcuni casi, hanno purtroppo definitivamente compromesso il pregio della nostra regione. Non solo mercato quindi –hanno tuonato dai vertici confederali e della categoria dei costruttori- ma anche bene comune, non solo capitale ma anche lavoro”.
“E’ fuori dubbio –hanno affermato Sbarra e Cecconi- che una delle principali leve per uscire dalla crisi sia il settore delle costruzioni, settore peraltro che -dopo 10 anni di buon andamento- risulta oggi uno dei più colpiti. Quindi in questo settore strategico per l’economia in generale e, in particolare, per la provincia di Perugia si dovranno mettere in campo alcune proposte che non possono che andare nella direzione della riqualificazione del settore. L’auspicio è che la crisi sia l’occasione per riqualificare un settore che non è riuscito nemmeno con la ricostruzione post terremoto a cogliere queste opportunità, uscendo con un’impresa ancora più frantumata e manodopera più dequalificata. Le questioni fondamentali da affrontare, nella consapevolezza della possibilità che 4 mila lavoratori siano colpiti, sono la scarsa progettazione, l’immobilismo burocratico, la stretta creditizia. I licenziamenti in atto e quelli possibili nell’immediato nascondono il rischio dell’incremento del lavoro nero e quindi degli infortuni sul lavoro. Sollecitiamo a questo proposito l’approvazione del regolamento attuativo della legge regionale di modifica della legge 1/2004, che estendendo la realizzazione del Durc a tutti i lavori privati, consentirà un abbattimento del lavoro irregolare. In questo scenario, non è sufficiente parlare di soluzioni anticicliche, di velocizzazione delle pratiche, di superamento della burocrazia. Questo –hanno poi commentato- vorrebbe dire vedere la crisi solo dalla parte delle imprese. Da qui la proposta dell’Ance, che non è sufficiente, di costruire più case, di affidarsi al piano casa e degli alloggi promesso dal Governo. Le risorse in questione –hanno poi ricordato Cisl e Filca Cisl Umbria- potrebbero essere dirottate anche all’ultimo momento per rispondere ad altre emergenze. Quello che serve all’Umbria è altro. Non servono certamente più alloggi, come dichiara l’Ance, per dare un’abitazione agli stranieri presenti nella nostra regione: una più attenta lettura dell’Umbria ci dice che la percentuale di popolazione non italiana nei nostri comuni scaturisce dalla facilità di reperimento di un alloggio rispetto alle altre regioni. La questione semmai è come venire incontro alle esigenze abitative: costi eccessivi, affitti in nero, condizioni indecenti. Quello che serve –hanno poi affermato- è una visione alta, innovativa del settore: un piano straordinario di riassetto e manutenzione del territorio. Un piano su vasta scala –hanno spiegato Sbarra e Cecconi- che metta a disposizione della riqualificazione del territorio tutte le risorse disponibili a livello locale coinvolgendo enti, istituzioni e privati. La Cisl parla in tal senso di un’edilizia in linea con le strategie legate alla filiera del turismo, arte e ambiente. Restauro e ristrutturazione, valorizzazione dell’esistente, quindi, e non al consumo ulteriore di territorio di pregio sottratto alle altre economie regionali”. La Cisl ha sottolineato l’importanza del “recupero delle aree industriali dismesse, presenti nella maggior parte delle realtà umbre, e dell’edilizia scolastica per arginare situazioni a rischio attraverso anche finanziamenti specifici messi a disposizione dal ministero. Bene per il tavolo regionale sull’edilizia che dovrà rendere operativo e funzionale un progetto anti crisi in tempi utili a far fronte alla crisi. La Cisl –hanno precisato Sbarra e Cecconi- sono cinque anni che lo chiede senza alcun risultato. Alla crisi bisogna rispondere con una progettazione del futuro; c’è bisogno di una logica riformista anche in questo settore, logica che affronti l’emergenza cambiando le regole e garantendo un’elevata qualità”.
Ufficio stampa Cisl Umbria

1 febbraio 2009
Il nuovo Pd di Todi è come l’ex Pci: solo attacchi personali

Veramente non riesco a capire se sono contento o se mi dispiace del comportamento del PD tuderte. 
Sono contento perché ha un atteggiamento talmente dissoluto e talmente pieno di rabbia mista a cattiveria e soprattutto di invidia, che lo sta rendendo veramente ridicolo agli occhi dei cittadini tuderti e che lo terrà lontano dal governo della Città per chissà quanti anni, almeno fino a quando non lascerà spazio ad una nuova classe dirigente più giovane e meno arrabbiata per il giochino perso dopo 60 anni; mi dispiace dirlo, ma anche il nuovo corso del PD locale, che faceva sperare in qualcosa di nuovo e di positivo, si è subito dimostrato erede della logica dell’ex PCI, tesa sempre a demonizzare l’avversario, e succube della vecchia dirigenza tuderte. 
Sono invece dispiaciuto perché con questi atteggiamenti assolutamente strumentali e politicamente opportunistici Todi è priva della critica costruttiva del maggior partito d’opposizione (anche se maggior partito solo perché macedonia piena di tanti sapori diversi tra loro assolutamente inconciliabili, dal vecchio PCI, che ancora domina, all’ex DC, da elementi di assoluto ateismo e da elementi di forte stampo cattolico). Il risultato di tutto ciò è l’impossibilità di giungere a soluzioni condivise e l’aggressione continua del nemico che in questo caso, logicamente, è il Sindaco, che viene attaccato anche se va in ferie e dove; forse l’umana esigenza di andare in ferie sfugge a chi non si ammazza di lavoro. 
Noi non abbiamo mai lesinato critiche al Sindaco quando lo ritenevamo opportuno (vedi per ultimo la vicenda Itas, nella quale Lui ha avuto opinioni opposte alle nostre), ma abbiamo sempre cercato di fare critiche costruttive e mai tese all’insulto personale, come oramai ha deciso di fare il “nuovo PD”; del resto è la stessa linea seguita anche dagli attuali vertici nazionali del PD. Da parte nostra seguiteremo sempre a sollecitare il Sindaco, anche criticandolo se le sue scelte ce lo imporranno, ma sempre agendo su un livello politico e non personale. Piena solidarietà al Sindaco quindi per gli attacchi gratuiti a cui la nuova linea PD lo sta sottoponendo invece di pensare al bene comune della Città. 
Gianluca Alvi – La Destra
1 febbraio 2009
Il Pd non faccia gossip su Ruggiano ma pressi la Lorenzetti per difendere l’ospedale

Adesso veramente basta, stiamo scadendo nel ridicolo. Prima si mandano in giro volantini il cui spessore non è degno neanche del più infimo bar dello Sport e poi si ha anche il coraggio da leoni di dire che il Sindaco Ruggiano e i consiglieri del centro destra sono in perenne campagna elettorale?
Con quale coraggio in un momento così difficile si propinano alla gente volantini i cui titoli non sono degni neanche di Novella 2000? E poi cari amici del PD io non riesco a capire una cosa: le decisioni disastrose prese dalla Regione con il voto compatto del PD sono sbagliate? Si? E allora sarà il caso che cominciate ad avere un pochino più di coraggio in casa vostra, sarà forse iniziato il momento di interloquire con la Presidente Lorenzetti che appartiene al vostro schieramento per rappresentargli il vostro punto di vista, sarà forse più utile alzare la voce con chi ha voluto quei provvedimenti piuttosto che usarli per fare gossip da quattro soldi sul Sindaco!
Forse, invece, ritenete le decisioni prese dai Consiglieri regionali del PD come giuste e allora perchè scaldarsi tanto, perchè gridare, perchè recriminare? Un altro taglio della Lorenzetti a danno della città di Todi con il silenzio della sinistra tuderte… ormai ci siamo abituati! Delle due l’una; non si può vivere perennemente con il piede in due staffe perchè alla fine si cade rovinosamente come è già accaduto.
Non capisco poi perchè abbiate tutta questa paura di un sollevamento popolare contro le pessime decisioni prese dalla Regione…. non sarà forse che l’avvicinarsi delle elezioni regionali vi spaventa un po’? Fate un giro per la città, parlate con la gente che è spaventata da questi tagli, parlate con chi non sa neanche come si raggiunge Perugia ma per la malattia che ha è costretto ad andare quotidianamente in Ospedale, parlate con chi ha lavorato una vita per mandare avanti un Ospedale a cui ogni giorno viene tolto un pezzo ma che continua ad essere efficiente con i pochi mezzi che ha… 
Finito questo giro avete due alternative: sotterrare l’ascia di guerra e combattere a fianco della città per l’Ospedale o tornare alla vostra sede a scrivere un altro volantino pieno di ingiurie..
Elena Baglioni
1 febbraio 2009
Ecco chi sono i responsabili del drammatico finale dell’ospedale di Todi
Già, siamo all’assalto alla diligenza. Le strategie finora poste in essere dai Sinistri non hanno dato buoni risultati ed ecco quindi tentare quella di uno sconsiderato attacco verso il Sindaco Ruggiano. 
Va dato atto che l’innesto di Petrini ha ridato vigore alla Sinistra che era allo sbando. Ma questa maniera, propria dei comunisti, di contrapposizione politica che tende a demonizzare il nemico è ormai obsoleta e credo proprio che non darà dei frutti. 
Sta avvenendo ciò che avviene a livello nazionale: là, le responsabilità d’una crisi creatasi per motivi internazionali ed a causa dei vari Prodi e Veltroni, è colpa di Berlusconi e qua, il previsto finale dello smantellamento del nostro Ospedale, è colpa di Antonino Ruggiano. Siamo alla resa dei conti e mischiare le carte non servirà loro. Ci sono i fatti che parlano. Non è stato Ruggiano a vendere la sede centrale della USL per la presidenza del Consorzio Economico Urbanistico. Non è stato Ruggiano a subire passivamente i furti che da Perugia venivano perpetrati. Non è stato Ruggiano a cedere al compromesso di un ospedale unico comprensoriale. C’ero io personalmente all’Assemblea del Comprensorio Media Valle del Tevere, quando per denunciare gli inciuci (a discapito di Todi) tra PCI e DC tuderti, dovetti uscire dall’aula accompagnato e protetto perché i compagni di Marsciano mi volevano aggredire. Non è stato Ruggiano a farsi portar via il Punto Nascita. Non è stato Ruggiano a politicizzare i medici che per la loro carriera professionale e politica hanno remato contro gli interessi della città. 
Sono questi i fatti politici concreti che stanno portando il nostro nosocomio ed in proiezione anche quello comprensoriale in costruzione, ad esser una specie di infermeria. Questi sono i fatti e dietro questi fatti ci sono pure i nomi e non ci vuole molto ad individuarli. Basta guardare chi era il Presidente del Consorzio Economico Urbanistico, quello dell’Assemblea dei Comuni della Media Valle, quello della Veralli Cortesi, quello della Camevat e dei vari piccoli e grandi carrozzoni creati ad arte per collocarci i vari presidenti. Arrivarono al punto, sotto l’ottica della spartizione politica, di eleggere un Presidente della Veralli nella persona di un dirigente comunista di Marsciano. 
Questi sono stati gli esponenti politici di Todi e loro sono i responsabili di un prossimo drammatico finale della vicenda dell’Ospedale di Todi. Sono trent’anni che denuncio questo stillicidio, prevedendo l’epilogo ed ora siamo alla stretta finale con Perugia che prosegue nella sua politica accentratrice, forte dei suoi manutengoli del passato e di oggi. 
Mario Epifani – consigliere Fiamma Tuderte
1 febbraio 2009
Sull’ospedale Ruggiano fa solo chiacchiere da bar sport isolando la città di Todi

Abbiamo letto il comunicato del Sindaco sulla difesa dell’ospedale come battaglia di tutti.
Rispondiamo con sempre maggiore preoccupazione per l’atteggiamento del centrodestra ed, in particolare, del Sindaco. 
Iniziamo col dire che siamo noi, signor Sindaco, a rimanere stupiti!
Stupiti per come Lei sta gestendo le complesse e delicate vicende della sanità tuderte. E le spieghiamo perché.
Lei sostiene che sulla difesa dell’ospedale bisognerebbe “stringersi intorno alle istituzioni” (testualmente dal suo intervento), perché in questo caso non si tratta di “Todi contro la Regione”, ma di uno scellerato disegno a danno della città.
Andiamo per punti:
1.Il problema riguarda tutta la città. Non c’è dubbio! E tutta la città dovrebbe discuterne. Nelle sedi appropriate, prima fra tutte il Consiglio Comunale.
2.Un Consiglio Comunale del quale Lei continua a fare volentieri a meno, escludendoci dalla vita istituzionale cittadina;
3.Lei, invece, nei giorni scorsi, si è confrontato solo con i consiglieri di maggioranza, chiamati a raccolta intorno a Lei. Le ricordiamo, però, che Lei è sindaco della città tutta, non degli elettori di centrodestra e deve confrontarsi con il Consiglio tutto, non con i soli consiglieri di centrodestra. Quel che ha fatto è profondamente irrispettoso della massima istituzione, politicamente gravissimo, sbalorditivo!
4.Da quella riunione, senza alcun coinvolgimento delle altre forze politiche, Lei se ne esce, da Sindaco, da rappresentante della città tutta, con la minaccia di sollevazioni popolari, con le barricate. Senza aver ascoltato la città, i suoi rappresentanti.
5.E senza conoscere nemmeno i problemi, fa solo del facile allarmismo, Lei, il Sindaco, che dovrebbe, per dovere istituzionale, guidare la città (e non il centrodestra), garantire il dibattito in città (e non il silenzio forzoso), rappresentarci nei tavoli istituzionali (e non essere perennemente assente), portare su quei tavoli soluzioni utili alla città, battendosi in quelle stesse sedi, se del caso.
6.E Lei doveva rappresentarci anche partecipando a tavoli dove si discutono e si sono discussi i problemi della sanità; tavoli che Lei, con superficialità e grave danno per la città, ha disertato;
7.e non si limita a non partecipare alle riunioni. Con arroganza e supponenza giudica Regione e ASL2 senza essersi confrontato in nessun modo ed in nessun caso con loro! 
Lei ha affidato a sparuti contatti epistolari un serio confronto con le istituzioni che doveva avvenire in ben altri modi. Lei è un sindaco assente.
8.Pretenderebbe, poi, di nascondere queste Sue gravi mancanze dietro i presunti “giochi” che si farebbero altrove. Ma per cortesia, signor Sindaco, sia serio: basta con questo livello di discussione, degno del più anonimo Bar Sport. Lei è il Sindaco di Todi. Si dia un decoro e lo dia alla città: interloquisca con le istituzioni, partecipi alle riunioni convocate, esprima posizioni in nome della città, prese in città, discusse in città, prima di tutto in Consiglio Comunale. Basta con questa campagna elettorale permanente, contro tutti e tutto, che serve solo a nascondere inadeguatezze ormai note ai più.
9.“Dovremmo stringerci intorno alle istituzioni”, dice Lei. Già! Ma è proprio Lei il primo a non stringersi intorno alle istituzioni, da quelle cittadine a quelle provinciali e regionali!
10.“Non si tratta di Todi contro Regione”, continua Lei. Già! Ma è proprio Lei che la sta mettendo su questo piano, inneggiando alla protesta, piuttosto che risolvere, da sindaco, i problemi!
11.Noi continuiamo ad attenderLa nelle sedi opportune, disposti ad un confronto costruttivo.
Il Consiglio comunale ha potuto discutere del tema sanità una sola volta, su richiesta dei consiglieri del centrosinistra. In quella seduta Lei ha ricevuto un mandato chiaro: interloquire con Regione, ASL e comuni del comprensorio, muovendo in tre direzioni: mantenimento del livello dei servizi dell’attuale ospedale fino al trasferimento nel nuovo ospedale; destinazione futura dell’attuale struttura sanitaria; realizzazione dei lavori necessari per il nuovo ospedale di Pantalla.
Su questioni di questa portata serve serietà e rigore. Altro che le barricate!
La verità, come dimostra l’intervento in sua difesa del consigliere Marchetti, al quale non risponderemo per rispetto a noi stessi, è solo che Todi continua ad essere amministrata in un clima di continua campagna elettorale, senza alcuna idea di città, senza alcun rispetto delle istituzioni, con un centrodestra preoccupato molto più di se stesso, che non del bene della città.
Una città che continua a perdere quota e si sta isolando.
Partito Democratico Todi

1 febbraio 2009
Marchetti (An) al Pd di Todi: "ma andate a lavorare!"

Diceva mio nonno che quando il cane non ha niente da fare si lecca le zampe e altro nelle vicinanze.
Gli esponenti del PD evidentemente in questo periodo sembra abbiano un sacco di tempo libero, vista la vasta produzione di comunicati stampa su tutto ed il contrario di tutto.
Quello che mi stupisce è che questi “professori”, nell’impeto di criticare e pontificare su ogni “fatto e misfatto” dell’amministrazione Ruggiano, si facciano prendere la mano dal livore e scendano in tali bassezze, nel vano tentativo di nascondere i problemi interni del PD e le responsabilità del loro partito che, purtroppo, fa il bello e il cattivo tempo nella nostra amata regione.
Sono partiti dal comunicato dove si parla dell’aumento delle entrate comunali dovute all’incasso previsto dalla legge Bucalossi.
Ebbene questi “professori” non dovrebbero confondere le entrate tributarie (tipo ICI) con gli oneri concessori, questi sono dovuti da chi costruisce al Comune che provvede a quelle opere di urbanizzazione, primaria e secondaria, a beneficio di tutta la comunità ma in special modo a servizio dei fabbricati che verranno edificati in seguito alla concessione rilasciata.
Sono passati prima ad attaccare il Sindaco per lo spettacolo di Wrestling (l’amministrazione non era a conoscenza di questa variazione del programma), per poi ringhiarli addosso quando il comitato aveva ventilato l’ipotesi di far saltare la manifestazione.
Le ciliegine però sono quelle relative all’accorpamento degli istituti superiori e al destino del futuro ospedale comprensoriale. Sull’accorpamento degli istituti superiori tuderti gli esponenti del PD hanno alzato un polverone quasi l’avesse voluto Ruggiano, fatto sta la decisione è stata presa prima dai dirigenti della Provincia di Perugia, quindi dai loro dirigenti, poi approvata definitivamente dal consiglio regionale con il solo voto dei Consiglieri del PD.
Sull’Ospedale la farsa assume le sembianze della tragedia. Il direttore della ASL 2 Legato, dirigente nominato dalla governatrice Lorenzetti (PD), ha deciso, senza preventivamente confrontarsi con i sindaci della Media Valle del Tevere, di togliere due primari svilendo il prestigio e l’operatività del futuro ospedale.
L’ultima chicca: mi spieghino questi geni, gli stessi che con 500.000 € sono riusciti nell’impresa di piazzare un ascensore nel parcheggio di Porta Romana facendo sparire 20 posti macchina e facendo comparire le macchinette per la sosta a pagamento, cosa pensano di fare con i 400.000 € della Regione, solo per fare un rotonda ne serve la metà, con il resto magari si possono espropriare 500 mt di terreno per farci lo svincolo, fatto questo si piazzeranno li e diranno che Ruggiano non è riuscito a moltiplicare i pani i pesci e i soldi della Regione, quindi è colpa sua! Ma fateci il piacere! 
Io, tutti gli iscritti ad AN e tutto il popolo di centrodestra sono vicini e solidali ad Antonino Ruggiano. 
Non ci faremo intimidire dalle parole vuote degli esponenti del PD, lotteremo a fianco del Sindaco di Todi per difendere le nostre ragioni e gli interessi della città, sabato prossimo saremo tutti davanti all’ospedale e quel giorno si vedrà a chi sta veramente a cuore il destino di Todi.
Agli amici del PD un consiglio solo: non perdete troppo tempo a scrivere cavolate, in fondo è bello anche andare a lavorare come tutte le persone normali.
Stefano Marchetti – consigliere comunale AN-PDLP

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