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L'ex magistrato presenterà un libro autobiografico sulla sua storia  pubblica cominciata nel 1991 con gli arresti al Pio Albergo Trivulzio
di-pietro

Antonio Di Pietro, il 2 aprile, sarà a Perugia
,alle ore 18,30 in Piazza della Repubblica (presso la sala consiliare della Provincia in caso di maltempo), oltre che per gli impegni politico-elettorali, anche per motivi “culturali”, ovvero per una storia che col “riarresto” del primo mariuolo, quel Mario Chiesa che diede inizio a tangentopoli, sembra si sia riavvolta su se stessa.
In collaborazione con la Feltrinelli Librerie, a Perugia l’ex magistrato coglierà infatti l’occasione per presentare il suo libro recentemente pubblicato dal titolo "Il Guastafeste" (ed. Ponte alle Grazie) nel quale, per la prima volta, sollecitato, pungolato, persino provocato da Gianni Barbacetto, Di Pietro parla di sé e delle sue battaglie.
 "Nel 1991, uno sconosciuto magistrato della Procura di Milano pubblicava su un piccolo mensile milanese, «Società civile », un articolo in cui spiegava il sistema della corruzione nella «Milano da bere».

La chiamava « dazione ambientale »: non si capisce più chi comincia le danze, diceva, se è il politico a pretendere la mazzetta, o l’imprenditore a voler comprare l’appalto; è un sistema ormai così pervasivo che non occorre né chiedere né pretendere, la tangente è automatica, «ambientale»…
”Quel magistrato divenne improvvisamente l’eroe bipartisan di un’Italia che sembrava cambiare, chiudendo, tra gli applausi, la prima Repubblica. Durò poco ed adesso si scopre che è ricominciato tutto, come prima e con gli stessi attori.

"A conclusione dell’operazione ‘Rewind’ (ritornare indietro), ad essere nuovamente arrestato, ad oltre 17 anni di distanza, è stato Mario Chiesa, il cui arresto in flagranza il 17 febbraio del 1992 diede il via a Tangentopoli.
In questo caso, stando alle indagini dei carabinieri per la tutela dell’ambiente di Treviso, l’ingegnere, ex presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano, sarebbe stato al centro di un traffico di rifiuti, in particolare di terre di spazzamento stradale. Come ha detto il comandante dei carabinieri dell’ambiente trevigiano, Michele Sarno, Chiesa era «dominus» di una associazione a delinquere incentrata su una società da lui amministrata in modo occulto, la Sem (Sevizi Ecologici Milano) che truccava gli appalti di assegnazione dello smaltimento dei rifiuti «girando» i lavori alla «Solarese Srl», la società realmente operativa che si è vista sequestrare preventivamente gli impianti e i mezzi di proprietà per un ammontare di 50 milioni.

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