Adesso sta dirigendo in prima persona l’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma ma il sig. Macchitella Luigi, come lo ha nominato la Corte dei Conti dell’Umbria, nella sentenza della causa iscritta al n°11239 del registro di Segreteria, all’Umbria deve il pagamento di € 75.000,00.
Tale somma è stata destinata dalla Magistratura contabile a favore della ASL n°3 di Foligno, dove il dottore aveva “imperato” per qualche anno, fino al giugno del 2003, dopo aver lasciato le sue tracce anche all’ospedale di Terni
A favore dello Stato dovrà rifondere le spese di giudizio liquidate, alla data della sentenza, in € 279,45 (duecentosettantanove/45).
Ma sulle somme andranno corrisposti anche gli interessi legali ed eventualmente “il maggior danno, dalla data della pronuncia di condanna al soddisfo.
Viene così sanzionata, in Umbria, l’incursione dei “grandi manager” importati, mentre un manager locale se l’è cavata.
Con atto di citazione dell’8/6/2008, la Procura aveva “convenuto in giudizio i sigg. Gastone Osimani e Macchitella Luigi, in qualità di – rispettivamente – Dirigente Responsabile del Servizio Provveditorato ed Economato e di Direttore Generale della ASL n°3 di Foligno, per il danno arrecato –a dire della Procura medesima – alla menzionata ASL per la istallazione di un call-center presso il presidio ospedaliero di Foligno, pari ad € 630.368,47, corrispondente al prezzo pagato per l’istallazione stessa.”
Il Direttore Generale aveva deciso di “realizzare una rete aziendale multiservizi in tecnologia IP ed una piattaforma Contact Center Automatico per la (menzionata) ASL, dando atto che “la forma contrattuale per l’acquisizione delle attrezzature (sarebbe stata) quella del noleggio (per la) durata (di) 6 anni”.
La delibera in parola, ha sottolineato la Procura, trovò il suo presupposto nel “documento istruttorio” elaborato dal sig. Osimani, nella indicata qualità di Dirigente del Servizio Provveditorato ed Economato, che “si sostanzia – ha ulteriormente evidenziato la Procura – nella dettagliata descrizione delle economie che l’installazione della predetta strumentazione avrebbe dovuto far conseguire alla ASL”, in termini finanziari e di impiego del personale.
La Giunta Regionale approvò “il progetto”, richiamando l’attenzione sul fatto che si fosse “attentamente valutato il rapporto costi benefici del sistema”
In realtà, per la Procura, con l’ “istallazione del call-center presso il Presidio Ospedaliero di Spoleto sono stati recuperati e collocati in altri servizi solo quattro operatori, ma le diverse mansioni non hanno comportato (la) dismissione dei contratti stipulati con aziende esterne, mentre presso il Presidio Ospedaliero di Spoleto, così come presso le Sedi di Cascia, Norcia e Spoleto, il call-center non è mai entrato in funzione e pertanto non sono state ottenute le necessarie economie”.
In particolare, diceva la Procura : “il sistema sarebbe dovuto entrare in funzione entro il 2002” presso le cennate sedi di Cascia, Norcia e Spoleto, secondo le previsioni dell’atto aggiuntivo del 10/9/2002 del Direttore Generale Macchitella che ha preceduto il “collaudo con riserva” dell’ 11/9/2002, ma tale “riserva ancora oggi non risulta sciolta”.
La Procura ha anche chiarito che “il bene in oggetto è stato acquistato e non già noleggiato, come precedentemente stabilito (nella deliberazione n°729/2001 del Direttore Generale Macchitella), nonché interamente pagato”
In particolare, fu addebitato :
a) al Sig. Osimani, la stima erronea delle economie previste, evidenziando come il medesimo “non poteva affidare una valutazione così gravida di conseguenze sul piano economico-finanziario ad un soggetto non idoneo ad effettuare altro che stime tecniche, forse certe, ma economiche soltanto presunte, approssimative ed ipotetiche”.
b) al sig. Macchitella, il pagamento della fornitura senza un positivo collaudo per un “call-center (che) sostanzialmente non è mai entrato in funzione e che la stessa Regione Umbria (ha stabilito) di non utilizzare”.
Tra i motivi della decisione della corte spicca il fatto che nel merito la pretesa della Procura è infondata nei confronti del sig. Osimani.
Nella linea della Procura, per la Corte, mancano indicazioni più puntuali su quali siano stati gli errori di stima che sarebbero stati commessi, censurandosi – più che altro – il fatto che la stima in sé, così come effettuata, non poteva essere affidata “a persona estranea all’azienda”
Manca invece una qualche censura sul contenuto intrinseco di tale stima, per eventuali errori di valutazione, magari dovuti a vizi logici, ad imperizia tecnica o anche a semplice leggerezza e/o a trascuratezza e/o superficialità nella raccolta dei dati da considerare.
Sotto il solo, limitatissimo profilo della mancata considerazione dell’impatto che il Contanct Center, di cui alla deliberazione n°729/2001, avrebbe potuto avere con l’utenza della ASL può effettivamente riscontrasi un difetto di attenzione da parte del sig. Osimani.
Resta, però, da chiedersi se una simile lacuna involga valutazioni rientranti nella sfera tecnico-economica propria dei funzionari della ASL (come il sig. Osimani), o non piuttosto alla sfera socio-politico-istituzionale degli organi di direzione politica.
Meno tenera la Corte per il sig. Macchitella, Il quale, a fronte della mancata installazione e verifica di funzionamento del Contact center nelle sedi di Cascia, Norcia e Spoleto, il sig. Macchitella “autorizza” ugualmente “il pagamento dei canoni previsti in spregio ad ogni benché minima regola prudenziale di tutela erariale per la ASL, ed in violazione delle chiare e puntuali indicazioni sul collaudo e sui pagamenti che emergono dalla convenzione CONSIP.
In sostanza, e con ciò si conclude sul punto, il pagamento del Conctat center delle sedi di Cascia, Norcia e Spoleto è avvenuto prima ed a prescindere dal relativo collaudo e, dunque, prima dell’ accertamento del suo effettivo, buon funzionamento.
Un simile accertamento non è stato poi più fatto, stante le previsioni del Piano Sanitario Regionale 2003/2005 che hanno “impegnato” le AA.SS.LL. a non utilizzare call-center , come chiarito dalla stessa Direzione Generale Sanitaria della ASL n°3.
Nella predetta nota, inoltre , si è evidenziato che, “attualmente, le apparecchiature del contact center si trovano presso la nuova sede del Presidio Ospedaliero di Foligno
La gravità della colpa, per la Corte, palesemente espressa dal fatto di aver pagato un bene prima ancora di averlo collaudato, nella vicenda all’esame del Collegio è resa ancor più manifesta da due, ulteriori circostanze.
La prima, è quella di aver trasformato il rapporto contrattuale di “noleggio” del Contact Center, di cui alla deliberazione n°729/2001, in “acquistato”, ex deliberazione n°719/2002, anch’essa a firma del direttore Generale Macchitella, senza neanche attendere “l’attivazione completa (presso) tutte le sede aziendali” del predetto impianto, fissata “alla fine del 2002” nell’ “Atto Aggiuntivo” del 10/9/2002; la delibera n°719, infatti è dell’ottobre 2002.
La seconda, invece, è quella di aver assunto “provvedimenti per l’implementazione del (ripetuto) sistema”, ossia del Contact center, anche per le ricordate sedi di Norcia, Cascia e Spoleto, senza che il sistema stesso fosse stato ancora installato (e collaudato) presso le medesime sedi, al momento dell’adozione della relativa deliberazione n°827 dell’11/12/2002 , a firma del Direttore Macchitella, e nonostante fosse ormai prossimo il termine di scadenza di “fine 2002” fissato nel ricordato “Atto Aggiuntivo”.
Il danno va limitato tuttavia, secondo la Corte, al solo importo pagato per il Contact Center, da individuare in “£ 322.700.000, pari ad € 166.600,00”, come correttamente evidenziato dalla difesa del sig. Osimani, in “base alla documentazione acquisita agli atti di causa” .
Peraltro, il Collegio ha ritenuto, per evidenti ragioni di proporzione e di valutazione dei “vantaggi comunque conseguiti” di fissare la somma di condanna in complessivi € 75.000,00 , considerando che il sistema in discorso è comunque stato attivato presso due delle cinque sedi previste (Gualdo Tadino e Foligno) e che lo stesso – per ciò che attiene alle sedi presso cui non è stato attivato – ha comunque offerto un seppur minimo vantaggio, in quanto utilizzato “presso la nuova sede del Presidio Ospedaliero di Foligno quando si ravvisi la necessità di supportare il personale addetto al centralino”