L’energia atomica è dal punto di vista commerciale ed economico un vero fallimento.
Se non sostenuta da massicci interventi statali l’impresa non interessa a chi intende fare affari.
Negli U.S.A., l’impresa energetica Amerei potrebbe aver dato il via ad una “reazione a catena” annunciando che non realizzerà più l’European Pressurized Reactor (Epr), il reattore nucleare che i francesi di Areva erano già pronti a costruire in Missouri.
Ameren ha spiegato che ormai negli Usa esiste «Una legislazione che non permetterà un recupero dei costi di costruzione», un’ammissione clamorosa che chiarisce, più di ogni dibattito su nucleare si e nucleare no, che senza forti finanziamenti pubblici i costi di realizzazione delle centrali nucleari diventano insostenibili anche per grandi aziende che lavorano nel lucroso mercato della produzione e distribuzione dell’energia.
Se non sostenuta da massicci interventi statali l’impresa non interessa a chi intende fare affari.
Negli U.S.A., l’impresa energetica Amerei potrebbe aver dato il via ad una “reazione a catena” annunciando che non realizzerà più l’European Pressurized Reactor (Epr), il reattore nucleare che i francesi di Areva erano già pronti a costruire in Missouri.
Ameren ha spiegato che ormai negli Usa esiste «Una legislazione che non permetterà un recupero dei costi di costruzione», un’ammissione clamorosa che chiarisce, più di ogni dibattito su nucleare si e nucleare no, che senza forti finanziamenti pubblici i costi di realizzazione delle centrali nucleari diventano insostenibili anche per grandi aziende che lavorano nel lucroso mercato della produzione e distribuzione dell’energia.
Ameren ha semplicemente fatto i suoi conti e ha visto che non ci avrebbe guadagnato un dollaro.
E’ certo che nel ragionamento di Ameren non c’è nessuna preoccupazione ambientale, l’azienda non rinuncia per i rischi o le scorie, si tratta solo di un’implacabile legge economica: investire nel costosissimo Epr la metterebbe fuori mercato rispetto agli altri produttori di energia elettrica statunitensi.
Si tratta della seconda rinuncia dopo che nel dicembre 2008 il Sudafrica aveva annullato l’accordo con i francesi che prevedeva la realizzazione di ben 12 reattori nucleari nel più sviluppato Paese africano. E la spiegazione perché in Italia i francesi si stanno muovendo con tanta celerità.
E’ certo che nel ragionamento di Ameren non c’è nessuna preoccupazione ambientale, l’azienda non rinuncia per i rischi o le scorie, si tratta solo di un’implacabile legge economica: investire nel costosissimo Epr la metterebbe fuori mercato rispetto agli altri produttori di energia elettrica statunitensi.
Si tratta della seconda rinuncia dopo che nel dicembre 2008 il Sudafrica aveva annullato l’accordo con i francesi che prevedeva la realizzazione di ben 12 reattori nucleari nel più sviluppato Paese africano. E la spiegazione perché in Italia i francesi si stanno muovendo con tanta celerità.