“Un anello per domarli. Un anello per trovarli. Un anello per ghermirli e nel buio incatenarli”. La frase campeggia sul retro del “Signore degli Anelli”del romanzo di J.R.R.Tolkien.
E nella presentazione si parla di “un romanzo al di fuori del tempo”.
Ma quella che era una trilogia vide le stampe tra il 1954 ed il 1955.
Qualcuno deve averlo letto, subito, se è vero quanto sta testimoniando un certo Maria Pedroni, illustre chirurgo, subito etichettato come il «medico de l’Anello», una struttura clandestina su cui sta indagando la Procura di Brescia.
Un servizio segreto, di cui – dice il medico- gran parte dei politici eccellenti della prima repubblica, a cominciare da quello più chiacchierato, in passato, d’Italia, che viene indicato come colui che «aveva politicamente in mano la struttura», conoscevano l’esistenza.
Servizio segreto clandestino composto da ex di Salò, imprenditori, sacerdoti, investigatori e giornalisti che sarebbe stato attivo dal dopoguerra al 1981, quando muore il suo capo operativo, un’ex asso dell’aviazione di Salò .
Il medico ha detto all’Ansa giorni fa, ma con poco risalto nei media, che «L’Anello era una struttura operativa che era riconosciuta ufficialmente dal governo.Il Viminale sapeva tutto». «Con una struttura segreta si potevano ottenere certi risultati senza che nessuno si scottasse le mani: questo era il compito de l’Anello», dice il professore.
Pedroni, che visitò durante la fuga verso la Germania nell’agosto del 1977, l’ex tenente colonnello delle Ss Herbert Kappler ( responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine) prelevato proprio da l’Anello per esigenze di Stato, dice anche che la struttura individuò la prigione di Moro e poteva risolvere «facilmente» la questione. Ci fu uno stop che venne dai politici e alla fine il Presidente della Dc venne lasciato al suo destino di morte.
E nella presentazione si parla di “un romanzo al di fuori del tempo”.
Ma quella che era una trilogia vide le stampe tra il 1954 ed il 1955.
Qualcuno deve averlo letto, subito, se è vero quanto sta testimoniando un certo Maria Pedroni, illustre chirurgo, subito etichettato come il «medico de l’Anello», una struttura clandestina su cui sta indagando la Procura di Brescia.
Un servizio segreto, di cui – dice il medico- gran parte dei politici eccellenti della prima repubblica, a cominciare da quello più chiacchierato, in passato, d’Italia, che viene indicato come colui che «aveva politicamente in mano la struttura», conoscevano l’esistenza.
Servizio segreto clandestino composto da ex di Salò, imprenditori, sacerdoti, investigatori e giornalisti che sarebbe stato attivo dal dopoguerra al 1981, quando muore il suo capo operativo, un’ex asso dell’aviazione di Salò .
Il medico ha detto all’Ansa giorni fa, ma con poco risalto nei media, che «L’Anello era una struttura operativa che era riconosciuta ufficialmente dal governo.Il Viminale sapeva tutto». «Con una struttura segreta si potevano ottenere certi risultati senza che nessuno si scottasse le mani: questo era il compito de l’Anello», dice il professore.
Pedroni, che visitò durante la fuga verso la Germania nell’agosto del 1977, l’ex tenente colonnello delle Ss Herbert Kappler ( responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine) prelevato proprio da l’Anello per esigenze di Stato, dice anche che la struttura individuò la prigione di Moro e poteva risolvere «facilmente» la questione. Ci fu uno stop che venne dai politici e alla fine il Presidente della Dc venne lasciato al suo destino di morte.