La nuova influenza A/H1N1, alias A, alias suina, alias messicana, dopo i primi allarmi non sembra preoccupare più di tanto la popolazione.
Viceversa alta è la preoccupazione di alcuni governi e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sembra quasi che qualcuno – ritenuto non influenzabile dai produttori di vaccini che sono sempre interessati a drammatizzare la questione – sappia più degli altri e questo fatto si accompagna a altri strani fatti che hanno caratterizzato la comparsa della influenza.
Dà sostanzialmente un forte allarme a medio termine uno studio diffuso dalla rivista Science, per il quale si stimerebbero in circa 23 mila i casi di infezione verificati dalla fine di Aprile in Messico, e il virus avrebbe una mortalità che va dallo 0,4 all’1,5%.
Secondo lo studio dell’equipe di Neil Ferguson dell’Imperial College di Londra, H1N1 appare essere meno grave del virus della Spagnola, ma altrettanto pericoloso di quello che scatenò l’epidemia nel 1957, la cosiddetta Asiatica, quando si stimò morirono fra uno e quattro milioni di persone.
Inoltre dallo studio è emerso che la trasmissibilità del virus è sostanzialmente più alta di quella di un virus dell’influenza stagionale, comparabile al livello più basso di trasmissibilità stimato per una influenza pandemia.
Ma la cosa che più inquieta è che il virus potrebbe essere nato in un laboratorio per un errore umano.
Ed allora di quel virus si potrebbe sapere più di quel che si saprebbe se fosse solo di produzione naturale e potrebbe essere quel “di più” che hanno in mente coloro che lanciano allarmi cui la gente non crede molto, almeno in Italia ed in genere in Europa.
A sostenere la tesi della creazione del virus in laboratorio è il ricercatore australiano Adrian Gibbs, uno dei ‘padri’ dell’antivitale oseltamivir, in un articolo che ha inviato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e ai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), e del quale ha annunciato l’imminente pubblicazione.
Secondo Gibbs le caratteristiche genetiche del virus A/H1N1 sono tali da far supporre che sia stato coltivato nelle uova. Queste ultime sono largamente utilizzate nei laboratori sia per coltivare i virus sia per coltivare i vaccini.
Un’ipotesi sulla quale l’Oms sta indagando confrontandosi in questi giorni con gli esperti internazionali di virologia umana e animale. Hanno ricevuto copia dell’articolo anche gli esperti internazionali della Fao e dell’Organizzazione internazionale per la salute animale (Oie).
In passato, nel 1977, un virus influenzale del tipo H1N1 era stato prodotto per errore per la cattiva gestione di un laboratorio in Russia.
L’ipotesi, che il virus della nuova influenza A/H1N1 sia nato per errore in un laboratorio, sembra implicitamente confermata dalla virologa Ilaria Capua, direttrice del Centro di riferimento della Fao e dell’Oie per l’aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che si preoccupa più che altro di smentire una manipolazione a fini terroristici, quasi lasciando intendere che manipolazione c’è stata.
La virologa è fra gli esperti internazionali interpellati in questi giorni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), «Preavvertita dell’uscita dell’articolo di Adrian Gibbs, l’Oms ci ha radunato in una teleconferenza – ha detto Capua all’ANSA – e ieri abbiamo prodotto un dossier nel quale, anche partendo da punti di osservazione diversi, giungiamo alla conclusione che comunque manipolazione non vuol dire bioterrorismo».