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Rapporto di "Cittadinanzattiva": il problema più sentito in Italia, quello del rapporto insoddisfacente con i medici di famiglia, in testa i pediatri, non supera in Umbria il disagio causato dai lunghi tempi d'attesa
medico
Dall’annuale indagine del Pit Salute, dal tema ‘I cittadini al primo posto: per una sanità più umana ed accessibile’, vengono segnali non proprio lusinghieri per la vasta categoria dei medici di famiglia.
Ma in Umbria il problema più sentito è quello delle liste d’attesa.
La fotografia del rapporto tra cittadini e servizio sanitario è stata ‘scattata’ dal Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.
Peggio di tutti stanno i pediatri che sarebbero i primi ‘camici bianchi’ ai quali gli italiani chiedono maggiore umanità e attenzione
, forse perché sono i soli a cui la normativa consente di decidere se i bambini  possono essere portati in ambulatorio quando i genitori, per lo più iperprotettivi, vorrebbero le visite domiciliari, seguiti dai medici di medicina generale.
L’indagine è basata quest’anno su oltre 25.000 segnalazioni di cittadini che si sentono troppo spesso presi poco in considerazione, ascoltati con disattenzione o trattati con mancanza di rispetto.
Ai primi posti tra i diversi ambiti in cui si segnala una «carenza di umanizzazione» i cittadini mettono i pediatri (31,87%), i medici di medicina generale (25,4%) e la riabilitazione ambulatoriale (21%). Seguono la assistenza residenziale (20%), le strutture riabilitative (18%) e i ricoveri (10%).
«L’esigenza di maggior garbo ed interesse nei confronti dei pazienti è sentita da dieci regioni sulle 19 che hanno partecipato alla stesura del Rapporto», riferisce il Tdm. La carenza di umanizzazione si colloca, in queste Regioni, tra il secondo e il IV posto. Per Trentino, Emilia Romagna e Toscana rappresenta la seconda voce; la terza invece per Friuli Venezia Giulia, Puglia e Basilicata; al quarto posto in Lombardia, Veneto, Abruzzo e Marche.
Si segnala, nei confronti dei medici di famiglia, la carenza nel fornire informazioni
(20,6%) ed una certa tendenza a prescrivere con parsimonia sia esami diagnostici che
farmaci (15%),
probabile effetto di controlli e limitazioni da parte delle ASL.
Per i pediatri, al secondo posto tra le segnalazioni troviamo l’impossibilità di scegliere un
altro pediatra
, a causa dell’esiguo numero (27%).
Sulla guardia medica, invece, si registrano soprattutto problemi di presunta malpractice
(31,3%), e difficoltà nel reperire il medico di turno (25%).
In quasi un caso su cinque le segnalazioni giunte riguardano presunti errori medici o diagnostici, confermandosi come il principale problema segnalato dai cittadini.
Tra le tipologie di sospetti errori figurano gli interventi (53%) le diagnosi errate (26%). La gran parte si registra in strutture pubbliche (88%). Sette le aree specialistiche maggiormente interessate da presunti errori medici, nell’ordine: ortopedia (17,5%), oncologia (13,9%), ginecologia e ostetricia(7,7%), chirurgia generale ed oculistica (5,4%), odontoiatria (5,2%), emergenza e pronto soccorso ( 2,8%).
Della totalità delle segnalazioni pervenute sul tema, solo 28 cittadini su 100 richiedono specifica consulenza medico legale in vista di una eventuale azione legale
I cittadini che denunciano problemi e ritardi nella procedura di riconoscimento delle invalidità (40%), sono in particolare malati oncologici (40%), seguono coloro che sono affetti da una patologia cronica e degenerativa, anziani, disabili e malati rari. Il forte senso di smarrimento, dovuto alla carenza di punti di riferimento, è il vissuto dei cittadini alle prese con le procedure amministrative di invalidità e che raccoglie il 41,7% del totale dei problemi segnalati (mancanza di informazioni, disservizi amministrativi, difficoltà di accesso alla documentazione).
Il 20% segnala problemi inerenti alla procedura di rivedibilità, così come stabilita dalla L. 80/06, sull’esenzione dalle visite di controllo per malati cronici stabilizzati e sui tempi per l’effettuazione di visite medico legali per malati oncologici
Circa il 74% delle Regioni individuano, tra le principali criticità, la difficoltà di accesso
alle prestazioni a causa delle lunghe liste d’attesa. In particolare, questo problema è
percepito nelle regioni meridionali: Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. Seguono le
Marche, l’Umbria e l’Abruzzo per il Centro e, per il Nord, la Liguria, la Lombardia, il
Piemonte, il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia.
L’area maggiormente interessata dal fenomeno delle liste d’attesa è la diagnostica con il
51% delle segnalazioni, seguita dalla specialistica con il 23%
e dagli interventi chirurgici
con il 20%.Il tema delle liste d’attesa è particolarmente sentito da 14 regioni su 19. Infatti è la voce che più spesso si trova al primo posto all’interno degli ambiti segnalati da ciascuna regione.
Al primo posto per le regioni del sud troviamo la Puglia, la Sicilia, la Calabria, la Basilicata; per il centro: l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo.
Raggiunge invece il secondo posto per le regioni del nord: Liguria, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, e Veneto e per una sola regione del centro, il Lazio.
Complessivamente in Umbria,  tra le prime tre problematiche maggiormente sentite dai cittadini si segnalano tempi lunghi per  prestazioni sanitarie, malpractice e tagli ai servizi.
Questi tagli fanno riferimento a: riduzione di posti letto, carenza di personale e difficoltà di
accesso ai farmaci.
 

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