Mezza vittoria o mezza sconfitta per il Ministro Brunetta che sul progetto di riforma della pubblica amministrazione aveva messo in gioco la sua poltrona.
Poltrona che quasi certamente ha salvato, anche se il Presidente del Consiglio non sembra aver apprezzato molto le sue forzature. «Il ministro Brunetta ha messo in atto una tattica da birichino che lo ha portato a un ottimo risultato. Ma c’è stima, amicizia e affetto da parte dei ministri con lui e tra tutti».
Così Silvio Berlusconi, ha replica a una domanda dei giornalisti sulle minacciate dimissioni del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, in caso di mancata approvazione del Dlgs varato oggi dal Consiglio dei ministri sulla riforma della P.A.
Anche se poi lo stesso premier ha tenuto a ribadire che «Sono molto soddisfatto dei miei ministri e del lavoro che stiamo facendo, sono convinto che nei prossimi quattro anni faremo un lavoro di squadra eccezionale». In definitiva dunque un monito a Brunetta, “bene ma non rifarlo”.
Il Ministro ha perso perché s’è deciso lo scorporo delle norme sulle azioni collettive nei confronti della Pubblica amministrazione, che ha spiegato Berlusconi, si è reso necessario anche per «coordinare la disciplina di questa class action amministrativa con l’altra class action generale che il Senato sta esaminando». Le norme sulla class action per la P.A confluiranno in un «decreto legislativo che sarà adottato a seguito degli approfondimenti, comunque rispetteremo i termini di scadenza della delega». Il Dlgs di oggi vara «una grande riforma – ha sottolineato Berlusconi – che riguarda l’ammodernamento di tutto il Paese»: digitalizzazione delle famiglie e delle imprese oltre che della pubblica amministrazione. «Il nostro fine è la meritocrazia, che sia riconosciuto lo sforzo» anche attraverso «compensi economici» e, ha concluso Berlusconi, «la nostra finalità è che i 3,5 milioni di italiani che lavorano nella pubblica amministrazione non abbiamo un morale diverso da chi lavora nelle imprese italiane e che possano sentirsi realizzati».
- Redazione
- 15 Maggio 2009
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