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Quelli che si autodefiniscono "collaboratori parlamentari" richiedono una regolamentazione della professione

La questione dei collaboratori fantasma ed in nero alla Camera sta suscitando reazione anche da parte di quelle che forse sono le vittime di una situazione.
Secondo l"Ancoparl” un’associazione dei collaboratori parlamentari le decisioni assunte dalla Camera dei Deputati, in ordine all’attuazione delle nuove regole di accesso degli assistenti dei parlamentari, ed in particolare degli stagisti ai quali prevedono che a quest’ultimi sara’ impedito di terminare i periodi di formazione gia’ concordati, con evidente danno per il percorso universitario e le prospettive di accesso alla professione di Collaboratore Parlamentare".
L’associazione protesta perchè. "Tali decisioni sono state assunte unilateralmente dalla Camera senza che vi sia stato un confronto con gli interessati, teso a delineare regole certe e condivise, innovative ed europee, che non ricalcassero quanto fatto dalla passata amministrazione per il riconoscimento e l’esercizio dell’attivita’ di collaboratore parlamentare, che – sottolinea la nota – pure esiste e come tale e’ stata inquadrata, in ultimo, anche dal Parlamento Europeo. “
Ancoparl altresí tiene a precisare di aver richiesto un incontro col Presidente Gianfranco Fini e sottolinea la necessita’ di riconoscere la professione di collaboratore parlamentare e dare cosi’ piena attuazione, anche nel Parlamento italiano, a quei principi costituzionali sul lavoro, e sulla dignita’ delle attivita’ lavorative,
Sempre per Ancoparl  quello dei collaboratori parlamentari-“è un ruolo non solo fiduciario, che ci e’ dato dal rapporto diretto con il deputato, ma anche istituzionale, dal momento che nella maggior parte dei Parlamenti il Collaboratore Parlamentare e’ funzionale alla stessa Istituzione in cui opera, nonché strumentale all’attività del Parlamentare.
Ancoparl si augura vivamente che le Camere vogliano, finalmente, assegnare anche ai collaboratori parlamentari quello status giuridico che gli compete, al fine di non generare inique sperequazioni di funzione e di ruolo tra collaboratori dei deputati italiani che opereranno col nuovo status presso il Parlamento Europeo e quelli operanti presso Camera e Senato. Entrambi – sottolinea  Ancoparl – sono tutti figli dello stesso Paese Italia. Ora e’ fondamentale istituire un tavolo tecnico, non solo tra i Questori di Camera e Senato, ma aperto alle associazioni di categoria specificatamente costituite e agli organismi nazionali ed europei presso i quali devono instaurarsi i processi di riconoscimento e certificazione delle libere professioni".
 

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